ARCOS DE LA FRONTERA

VISITARE ARCOS DE LA FRONTERA - INFORMAZIONI E GUIDA. Uno dei "pueblos blancos" più belli d’Andalusia, che sembra un punto di equilibrio tra terra e cielo, arroccato com’è su una spettacolare rupe. Camminare tra le sue strette stradine, verso il castello, la basilica gotico-barocca e i  numerosi ‘mirador’ (le terrazze panoramiche), è un’esperienza molto piacevole.

 

A circa 86 km a sud di Siviglia troviamo uno dei villaggi più belli dell'Andalusia dichiarato monumento nazionale storico-artistico nel 1962 per l'eccezionale architettura: Arcos de la Frontera, municipalità che per la precisione appartiene alla provincia di Cadice e al territorio della  Sierra de Cádiz comarca, sviluppatosi sulle sponde del fiume Guadalete, che scorre intorno a tre lati della città.

Arcors de la FronteraÉ uno dei più rappresentativi dei villaggi bianchi dell'Andalusia (pueblos blancos, così chiamati localmente), una serie di villaggi caratterizzati da case dipinte in calce allo scopo di resistere meglio al calore dell'estate andalusa. Il villaggio si erge in cima ad un costone calcareo di arenaria, panoramico sull'intera vallata e con vista sul picco di San Cristóbal. Il punto di osservazione più panoramico è il 'Mirador de la Peña', a 150 metri di altezza. Le case imbiancate a calce e le mura in pietra del castello sembrano quasi tuffarsi a picco nel fertile letto del fiume, che abbonda di uliveti e aranceti e dove è possibile intravedere il Lago de Arcos (bene frequentato in estate dai residenti locali), di cui è parte il Cola del Embalse de Arcos.

Arroccato su un altopiano alto quasi 200 m, abbracciato ai suoi piedi dal fiume Guadalete, Arcos, che oggi ha una popolazione di oltre 30.900 abitanti, era una delle città più importanti dell'Andalusia musulmana. Il suo impianto urbano (indubbiamente orientale) appare come un labirinto: le strade acciottolate, alcune larghe appena un metro, ondulate mentre seguono il terreno aspro, fermandosi improvvisamente di fronte ai precipizi che circondano Arcos su tutti i lati.

Arcos de la FronteraNon perdetevi, salendo da Plaza de España, una passeggiata nell'incantevole centro storico per esplorare l'orizzonte con gli anziani del paese, Plaza del Cabildo, e osservare gli uccelli che scivolano sotto i nostri piedi. Tuttavia, secondo l'adagio "un viaggiatore informato ne vale due", va notato che Arcos ha una reputazione, alimentata da superstizioni e leggende lontane che sono ancora oggi vive, di avere un lato oscuro e incantato che fa perdere ai visitatori i loro preziosi oggetti. Prima di partire, non dimenticate di scoprire il lago, embalse de Arcos, verso El Bosque. Da questi parti si produce anche l'ottomo vino bianco Tierra Blanca.

Arcos ha avuto una lunga storia di invasioni e domini, dimostrata dal rinvenimento di numerosi reperti archeologici risalenti al periodo preistorico, Fenicio e Romano, tutti attratti dalla naturale posizione difensiva e dalla fertilità dei terreni circostanti. Il periodo di maggiore sviluppo è quello avuto durante il periodo musulmano della città (divenne un taifa moresca, cioè un piccolo stato indipendente nel 1011 durante la decadenza dell'allora vicino califfato di Córdoba).

La cittadina  si divide territorialmente in due parti, la parte bassa è la più recente e sta alle pendici della costone roccioso, la parte più antica si raggiunge invece seguendo la collina di Cuesta Belén. Qua su, attraversando le pittoresche stradine, si possono ammirare le varie Plaza de Cabildo (il punto panoramico migliore è sul lato sud della piazza), Calle Cuna e Calle Maldonaldo, fiancheggiate da eleganti palazzi aristocatici del Settecento e caratterizzati dalle tipiche  rejas in ferro battuto nelle finestre, e Plaza Botica, una piazza dove si può mangiare all'aperto, a sua volta affiancata dal Convento de las Mercedarias Descalzas e il Convento de los Jesuitas. La località è un ottimo punto di ristoro ed è consigliata per gli ottimi bar di tapas della città vecchia, ma vale la visita soprattutto per i siti architettonici, di sicuro rilievo storico-artistico.

Tra i monumenti storici di Arcos de la Frontera, consigliamo i seguenti:

  • Il castello di Arcos dela Frontera (Castillo de Arcos), del XI secolo, moresco di origine e riconvertito nel XV secolo (purtroppo è privato e non risulta sempre aperto al pubblico);

  • la Basilica minore di Santa María de la Asunción (monumento nazionale) eretta sopra le fondamenta di un tempio visigoto e una successiva moschea, si presenta con un mix di stili che vanno dal gotico-plateresco al rinascimentale e barocco;

  • la Iglesia de la Caridad (costruita tra il XVI e il XVII secolo);

  • la Iglesia de San Pedro (XV-XVII secolo), imponente svetta sull'intero borgo, venne infatti costruita sulle fondamenta di una fortezza del XIV secolo e con diversi stili architettonici (gotico, rinascimentale e barocco);

  • la Iglesia de San Agustín, fondata nel 1539 come Convento di San Juan de Letrán;

  • la Iglesia de San Miguel, in passato una fortezza moresca e poi trasformata nel XV secolo in un eremo (attualmente è un centro culturale); la Iglesia de San Francisco (XVI - XVII secolo); Convento de la Encarnación (XVI secolo) in stile gotico-plateresco;

  • la Cappella de la Misericordia (fondata nel 1490, per ospitare i bambini abbandonati e ospedale per le donne), attualmente sala culturale;

  • Convento de las Mercedarias Descalzas (anno 1642), il solo convento di clausura e noto per la produzione di dolciumi; Ospedale di San Juan de Dios (XVI secolo), precedentemente chiamato Ospedale di San Sebastián, affiancato da un eremo;

  • Palacio de los Condes del Aguila (XV secolo), in stile tardo gotico-mudéjar; Palacio del Mayorazgo (XVII secolo), in stile Herreriano;

  • Asilo de la Caridad (tardo XVI secolo); Edificio del Pósito (ex edificio del granaio nel XVIII secolo e oggi un centro benessere) con una facciata in pietra del 1738;

  • la Casa natale del poeta Julio Mariscal; l'Ayuntamiento Viejo (ex municipio), con un portale in pietra del XVII secolo;

  • i resti delle muralas di Arcors de la Frontera, di origine romana e moresca, visibile nella zona alta della città, nella parte tra la Torre de la Esquina e San Antón, e la Puerta de Matrera, rimasta ancora in piedi; la pittoresca Calle Nueva, un antico tratto di strada decorata e con un piccolo bar caratteristico;

  • il vicolo Callejón de las Monjas e i resti di un antico altare romano. L'intero territorio è inoltre caratterizzato dai cosiddetti 'cortijo', delle fattorie, di tipo tradizionale frequentemente adibite ad agriturismo.

Arcos de la Frontera è anche nota per alcune festività della tradizione territoriale, tipicamente andaluse.

Dintorni di Arcos de la Frontera

Jerez (38 km), Cadice (64 km),  Ronda (84 km), Siviglia (88 km), Alcala de Guadaira (91 km),  Gibilterra (125 km), Marbella (177 km), Cordova (188 km), Huelva (202 km), Faro (309 km), Malaga (184 km), Granada (230 km),  Almeria (384 km)

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