|
Sei qui:
Articoli
informagiovani >
Euro, cosa ne è stato di un sogno? Bilancio critico e
prospettive a 20 anni dall'adozione della moneta unica, tra luci
e ombre di un esperimento che avrebbe dovuto rafforzare economia
e coscienza europea.
Il 1 gennaio 2002 il presente e forse il futuro
dell'Europa è cambiato in modo considerevole: entra ufficialmente in
circolazione l’Euro (sette tagli di banconote da 5 a 500
euro e otto tipi di monete). Ad adottarlo dodici Nazioni:
Austria, Belgio, Finlandia, Francia,
Germania, Grecia, Irlanda, Italia,
Lussemburgo, Olanda, Portogallo e Spagna.
In questi Paesi le vecchie valute sono rimaste in circolazione fino
al 28 febbraio dello stesso anno, per poi sparire
definitivamente dalla circolazione e diventare materia da
collezionista.
L'entusiasmo prima e subito dopo l'avvento della nuova moneta
unica fu notevole in gran parte dell'Europa, con frasi celebri
come quella dell'ex presidente del consiglio Romano Prodi
"Con l'euro lavoreremo un giorno in meno, guadagnando come se
lavorassimo un giorno in più.", oppure con l’entusiastica
dichiarazione dell'allora presidente della Bce, la Banca
centrale europea, Wim Duisenberg: "Tra
qualche settimana la maggioranza degli europei non si ricorderà
neppure delle vecchie valute".
Ma è andata proprio così? Già allora c'erano seri detrattori
della futura moneta unica, come l'ex Premier inglese Margaret
Thatcher che si esprimeva in questo modo:
"L'euro è un
pericolo per la democrazia, sarà fatale per i paesi più poveri.
Devasterà le loro economie.".
Oggi trascorsi molti
anni, con la crisi dell'economia europea e
della sua moneta sotto gli occhi di tutti, in Italia sono tanti
a rimpiangere la Lira. Ma il malumore e
l'euro-scetticismo serpeggiano trasversalmente in tutta la
Comunità Europea. Allo scetticismo iniziale, dovuto al cambio
per molti sbagliato, all'impennata dei prezzi e alla perdita di
potere d'acquisto, infatti, si è unita la critica strutturale
dovuta soprattutto alle difficoltà di vivere con una moneta che
non ha cambiato, anzi spesso ha peggiorato, la vita quotidiana.
I vari sondaggi nei diversi paesi europei mostrano quasi
quotidianamente che il numero dei favorevoli alla moneta unica
cala in modo costante e, forse, irreversibile. Gli speculatori
internazionali giocano a scommettere
sulla fine dell'euro, e solo il deciso e decisivo impegno del
numero uno della Bce, l’italiano Mario Draghi, che si è
assunto l’impegno di esser disposto a tutto pur di non far
naufragare l'Euro, ha impedito la fine prematura di una moneta in cui
molti avevano sperato.
Non si può negare che già nel 2002, all'euro-entusiasmo
politico, economico e finanziario non corrispondeva un analoga
"passione" dei cittadini europei, con titoli quali: "Via
alla festa dell’Euro" (Corriere della Sera); "La
rivoluzione dell’Euro (La Repubblica)"; "Festa
per il capodanno dell’Euro" (La Stampa). Romano Prodi, nel
2002 Presidente della Commissione Europea, parlò di "una
nuova epoca che creerà un forte e crescente senso di identità
europea. E questo si tradurrà in una grande pressione
psicologica sui Paesi che saranno fuori". Mario Monti,
all’epoca Commissario Europeo ed editorialista del Corriere
della Sera, scriveva: "Questa moneta europea è una moneta davvero unica. Perché reca
in sé tre connotati esclusivi (la storia, la costituzione, la
determinazione), che la rendono unica al mondo: una moneta che
non è, finora, espressione di uno Stato ma è, fin d'ora,
espressione di una precisa scelta di civiltà. Nessun Paese al
mondo dispone di un presidio così solido per evitare che la
propria moneta, attraverso disavanzo pubblico e inflazione,
divenga strumento di offesa dei cittadini da parte dei pubblici
poteri, di spoliazione arbitraria di alcuni da parte di altri,
di oneri posti a carico delle generazioni future".
Nella trasmissione
televisiva "Il Mondo che verrà", andata in onda su La7
nell'Ottobre del 2011 commentando la crisi dell'euro, Romano
Prodi, uno dei padri della moneta dice:
"Penso che l'Euro
resisterà perché nessuno ha interesse a buttarlo a mare. Non
certo la Grecia, non certo l'Italia, ma soprattutto non certo la
Germania, perché la Germania oggi è di gran lunga il paese più
potente e più forte, in Europa, grazie all'Euro. Pensate, quando
mi sono laureato, nel 1963/1964 (mi sono laureato nel 1961), il
cambio lira-marco era 156 lire per ogni marco tedesco, quando
con Kohl abbiamo stretto l'ultimo accordo per l'entrata
dell'Italia nell'euro, il cambio era 990 lire per ogni marco.
Quindi, abbiamo svalutato del 600%, cioè di sei volte, la
stessa cosa o simile hanno fatto gli altri paesi europei e la
Germania non ha mai potuto accumulare un surplus. Oggi, solo
nell'ultimo anno (2011 n.d.r) ha avuto un surplus di quasi 200
miliardi di euro, perché ora guadagnano. La vera Cina in questo
momento è la Germania. Allora, vedete, il populismo trionfa, i
politici compiacciono il loro elettorato, ma quando arriviamo al
sodo, la comunità degli affari tedesca, non ha nessuna
intenzione di abbandonare l'euro."
Qui non si capisce molto
bene se il Professor Prodi volesse o meno difendere la moneta
unica. Forse ci è riuscito agli occhi dei tedeschi, ma agli
occhi degli italiani?
Cosa è andato storto?
Come si è arrivati all’euro?
Il 1 gennaio 2002, come si è detto, l'euro entra ufficialmente
in vigore, in tutta l'euro-zona, ovvero i Paesi
dell’Unione Europea (UE) che hanno voluto adottare tale moneta.
Tutto è però iniziato molti anni prima, per l’esattezza nel
giugno del 1988, quando il Consiglio Europeo avanzò l'idea di
introdurre un'unica valuta in tutta Europa. Si mirava alla
progressiva eliminazione di ogni tipo di barriera al libero
movimento di persone, capitali, merci e servizi tra i paesi
membri e la moneta unica era una tappa fondamentale.
Il 1 luglio 1990 iniziò la liberalizzazione dei flussi di
capitale e con il trattato di Maastricht, il 1 novembre
1993, venne creato l’Istituto Monetario Europeo (IME).
Dal 1 gennaio 1999 iniziò la circolazione dell’euro, ma solo per
le operazioni bancarie con assegni e carte di credito, non in
contanti. Tre anni più tardi nelle tasche di tutti noi,
iniziavano a comparire le prime monete e banconote europee e con
esse le prime delusioni. La BCE, la banca centrale europea che,
nel corso degli anni aveva supervisionato le varie tappe, che
avevano portato alla moneta unica, stabilì che un euro era
l’equivalente di 1936,27 lire. La stessa cosa, avvenne
per tutti gli Paesi europei con il tasso basato sulla moneta
nazionale.
In sostanza l'euro
e una politica monetaria comunitaria gestita dalla Banca
Centrale Europea avrebbero garantito la stabilità dei prezzi,
così da poter contribuire a una crescita durevole, al
benessere economico e all’aumento dell’occupazione in
tutta l’Europa.
Ma torniamo
alla storia: l'arrivo dell'euro non fu semplice, fino al 28
febbraio 2002, infatti, lira ed euro circolarono
contemporaneamente. Negli esercizi commerciali si poteva
tranquillamente pagare con la lira ed il resto veniva dato in
euro, così come sui prezzi vi era la doppia valuta. Il doppio
prezzo avrebbe dovuto evitare le speculazioni, ma come sappiamo
oggi, non ha funzionato, e l'equivalenza mille lire uguale un
euro si è drammaticamente diffusa nelle vite dei cittadini
italiani. All’epoca non lo sapevamo e pareva impossibile,
ora una pensione o uno stipedio di 1000 euro non sono spesso
sufficienti ad arrivare alla fine del mese, prima uno stipendio
o una pensione di 2 milioni di lire faceva stare, la maggioranza
delle persone, abbastanza tranquille. Il 1 marzo 2002 la lira
scomparve definitivamente, lasciando il posto a quella moneta
che doveva far si che l'Italia entrasse a pieno titolo
nell’Unione Monetaria Europea.
Le banconote dell'euro, sono uguali per tutti i Paesi, mentre la
parte posteriore delle monete varia; in essa, infatti, sono
raffigurati, monumenti e uomini di cultura di ogni singola
nazione. Abituarsi ai centesimi non è stato facile, soprattutto
per le persone più anziane; ad ogni famiglia, venne addirittura
fornita una calcolatrice, sia per svolgere il cambio valuta, che
per le operazioni con i centesimi, in particolare, per
comprendere quanto avremmo ricevuto di resto per ogni nostro
acquisto. In alcune scuole ai bambini fu fornito un libro, una
sorta di eserciziario, che consentiva di comprendere cosa fosse
l’euro e di svolgere vari esercizi, sia di cambio dalla lira
all’euro, sia sull’uso di centesimi.
Politica monetaria comune
Con l’euro si cede la sovranità monetaria e la possibilità in
fasi di crisi, di deprezzare la propria valuta nazionale, non
potendo quindi più svalutare la lire per rendere più appetibili
per il resto del mondo le esportazioni e dunque le produzioni.
Del resto aumentano i costi delle importazioni per il paese che
valorizza con la svalutazione le esportazioni. Considerando
quante materie prime importa l’Italia, il gioco forse non vale
la candela.
Viaggiare con l’euro
L'avvento dell'euro ha modificato la vita dei viaggiatori
perché, in questo modo si è potuto viaggiare tranquillamente, in
tutti i Paesi Europei che usano la nostra stessa moneta, senza
fare il cambio dei soldi. Non esistendo più la lira, il marco,
il franco, la peseta, ora c’era solo l’euro. Niente cambio,
niente commissioni di cambio, niente sforzi per calcolare
l'equivalenza con la lira dei prezzi dei prodotti nei paesi
stranieri. Una baguette 1,50 euro, non più a quante lire
equivalgono 10 franchi francesi che sono il costo di una
baguette… Con il nostro euro finalmente si è potuto pagare un
caffè a Roma, così come a Berlino, così come a Parigi, senza
alcun cambio.
La fine dei costi legati al cambio da una moneta nazionale a
un’altra, insieme al libero movimento di capitale, doveva
favorire, secondo i migliori auspici, i risparmi, gli
investimenti e il mercato finanziario in genere, e di
conseguenza aumentare il volume l'interscambio
commerciale.
Speranze e sogni
L'avvento dell'euro ha prodotto, inutile negarlo, nella
maggioranza di noi, speranze e sogni, perché è stato il primo
passo tangibile, verso quell’Europa Unita, della quale fino a
quel momento avevamo solo sentito parlare. Un'Europa libera
finalmente da nazionalismi e soprattutto guerre. Per la prima
volta ci sentivamo uguali ai tedeschi o ai francesi, perché
usavamo la loro stessa moneta, ci sentivamo parte di una grande
Europa, proprio come gli Americani con il dollaro. In effetti
per parlare degli americani usiamo solo questo sostantivo;
difficilmente ancora oggi sentiamo parlare degli europei, ma
continuiamo a parlare degli italiani, dei tedeschi o dei
francesi, questo cosa significa? Significa che forse, ancora
oggi, il concetto di Europa Unita, ideologicamente, continua ad
essere troppo distante da noi.
L’introduzione dell’Euro doveva in principio (e in parte lo ha
fatto all'inizio) stimolare la crescita e l’integrazione dei
mercati monetari nazionali, consentire una maggiore
disponibilità di liquidità, costi di transazione ridotti e più
bassi tassi di interesse per mutui di prestiti alle aziende,
facendo dell’euro una valuta competitiva a livello
internazionale. Ma il sogno, in gran parte delle aspettative è
rimasto tale. Ora abbiamo imparato un nuovo termine inglese,
frutto della fine di questo sogno, il Credit Crunch la
stretta del credito.
1936,27 lire contro un euro
Oggi si può ben dire che questo valore non valeva e non vale per
tutti, infatti stipendi e pensioni vengono divisi regolarmente
per 1936,27 ma i prezzi di tutti i generi di consumo sono
raddoppiati: benzina, luce, gas, pane, acqua, il pesce al
mercato e la bicicletta per tuo figlio. Chi aveva risparmi ne ha
visto dimezzare il valore, chi aveva debiti pure…All’epoca non
lo sapevamo e pareva impossibile, ma l'equivalenza è diventata
1000 lire = 1 euro. Uno stipendio di 1 milione e mezzo era un
buono stipendio, una pensione di 2 milioni era una bella
pensione… 750 euro oggi di stipendio e 1000 di pensione,
sappiamo bene quanto poco sono
In molti hanno sostenuto che più che all'euro in sé, questa
iniqua situazione, è dipesa dalla mancanza di controllo da parte
dello Stato e alla non concorrenza tra operatori in Italia, ma
ne parleremo dopo.
Poca concorrenza e arrotondamenti disastrosi
Col passare del tempo, però, nell’euro-zona, si è insinuato quel
grande nemico chiamato crisi. Quei centesimi che all’inizio ci
avevano fatto un po' spazientire, pian piano stanno scomparendo,
in particolare i tagli da 1, 2 e 5 centesimi. Ciò che costava €
2,18 per fare un esempio è stato arrotondato a € 2,20. Così, in
poco tempo, c’è stato un aumento vertiginoso dei prezzi, spesso
senza controllo; ciò che pagavamo mille lire, ora costa un euro,
praticamente, il doppio, mentre gli stipendi, hanno continuato a
rispettare il rapporto di cambio euro-lira. Il potere di
acquisto dei cittadini in tal modo è diminuito notevolmente.
Paesi come la Grecia e il Portogallo, sono stati
travolti da una crisi senza precedenti. Anche, in Italia, si è
sentito dire sempre più spesso: "Sarebbe meglio tornare alla
lira" oppure "Con un milione facevo la spesa per un mese,
cinquecento euro non mi bastano neanche per 15 giorni".
Frasi del genere oramai fanno parte della quotidianità, ma il
dibattito si è spostato anche nel campo dell'economia
internazionale. I maggiori economisti di tutto il mondo hanno
espresso le proprie idee pro e contro l’euro.
Qual è quindi il risultato finale? Probabilmente, non
ritorneremo alla lira, o alle varie monete nazionali, come molti
ormai auspicano, però occorre cambiare il modo di gestire questa
moneta che rischia di diventare sempre di più, da elemento di
unione e condivisione tra i popoli europei, elemento di
divisione e arroccamento alle vecchie politiche nazionalistiche
che la storia ci ha insegnato a temere.
Attualmente i Paesi che hanno adottato l’euro sono: Italia,
Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Finlandia, Germania, Francia,
Irlanda, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi,
Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. In molti di questi
Paesi si sta accendendo il dibattito pro e contro l’Euro. In
Italia, questo dibattito sta assumendo sempre maggiore
importanza e sicuramente continuerà ancora. Secondo i favorevoli
all’Euro la crisi porterà a una più stretta unione tra gli stati
membri dell’Ue e cioè non più una semplice unione di tipo
monetario bensì il passaggio a un’unione di tipo politico. Per
gli scettici contrari all’Euro, la grande crisi economica
causerà la fine della moneta unica e del sogno di far nascere
gli Stati Uniti d’Europa.
To be continued...
E voi? Come la pensate? Dobbiamo rimanere nell’euro o
ritornare alla lira?
Per i nostalgici ... come erano le 50.000 lire?
Eccovi le
10.000 lire
E infine il caro centone,
100.000 lire
Torna su
Copyright © Informagiovani-italia.com. La riproduzione totale o parziale, in qualunque forma, su qualsiasi supporto e con qualunque mezzo è proibita senza autorizzazione scritta.
Se questa pagina ti è piaciuta e ti è stata utile, per favore prenota con noi un hotel o un ostello ai link che trovi in questa pagina, è un servizio di Booking, non spenderai un euro in più, ma ci aiuterai ad andare avanti, per quanto possiamo e a scrivere e offrire la prossima guida gratuitamente. Oppure se vuoi puoi offrirci un caffè (ma non ci offendiamo se ci offri una pizza :) ) con una piccola donazione:.:
Paypal
☕
Torna su
|