Spose – bambine
ci è capitato di sentire queste due parole,
accostate vicine, che associamo inevitabilmente ad
usanze quasi "raccapriccianti". Provando ad
analizzare i due vocaboli, ci rendiamo conto che siamo di fronte ad un ossimoro,
ovvero quella figura retorica che associa due parole
che si riferiscono a concetti contrari. La parola
sposa, infatti, non può essere in alcun modo
associata alla parola bambina, perché le bambine non
avranno mai la maturità che dovrebbe avere una sposa
e le spose non potranno mai essere bambine.
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Ogni bambina sogna un giorno di coronare il suo sogno d’amore indossando
l’abito bianco, ogni bambina ha il diritto di sognare quell’avvenimento, giocando ad essere la protagonista, in un futuro un po’ lontano. In molti Paesi
Orientali, Niger e Ciad in primis, però questo futuro diventa presente ed il gioco diventa un incubo. Il dramma delle spose bambine è una delle
tante sfaccettature dei diritti negati, uno dei tanti episodi in cui si nega ad un bambino di essere un bambino.
L’allarme che ha diffuso l’Unicef è preoccupante, perché ogni anno ben 15 milioni di bambine si sposano, 70 mila di essereperdono la vita durante il parto e vi sono 44 milioni di bambine, che hanno un’età inferiore ai 14 anni che hanno subito mutilazioni ai genitali. Al mondo sono più di 700 milioni le donne che si sono sposate quando ancora erano bambine, un quinto di esse si è sposata
prima dei quindici anni di età. Chi sono queste donne – bambine? Sono persone costrette a rinunciare ad una vita normale, ad un’infanzia normale, sono
donne che devono portare in grembo un bambino, quando il solo infante da accudire dovrebbero essere loro stesse, sono donne che subiscono violenze di tutti
i tipi. Sono donne che muoiono di parto, perché le bambine che hanno meno di 15 anni hanno cinque probabilità in più di morire durante il parto o durante
la gravidanza, rispetto alle donne che la affrontano dai 20 ai 30 anni. I danni possono riversarsi anche sul feto, i bambini nati da donne troppo giovani
possono incorrere in poco nutrimento e ritardi.
Queste notizie sembrerebbero associate a pratiche ancestrali, quasi remote, purtroppo, però, questi dati sono in costante crescita, secondo i report di Save the Children, a causa dei matrimoni precoci, molte bambine sono costrette ad abbandonare la scuola e le opportunità che da essa ne
deriverebbero e i dati del dossier Every Last Girl: Free to live, free to learn, free from harm ci informano che al mondo ogni 7 secondi si sposa una ragazza che ha meno di quindici anni di età. La comunità internazionale si è posta un obiettivo, ovvero quello di poter
porre fine al dramma delle spose bambine entro il 2030. Però se non ci si impegna a raggiungere questo obiettivo, con la crescita attuale del
fenomeno, avremo nel 2030 950 milioni di spose- bambine e nel 2050 1,2 miliardi. Il direttore di Save the Children International Helle Thorning – Schmidt,
ha affermato "
Le bambine e le ragazze che si sposano troppo presto sono spesso costrette ad abbandonare la scuola e sono le prime a rischiare di subire violenze
domestiche, abusi e stupri. Rischiano inoltre di incorrere in gravidanze precoci, con conseguenze molto gravi sulla loro salute e su quella dei loro
bambini, e risultano particolarmente esposte al rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili come l'Hiv
" spiegando come i matrimoni precoci possano essere il principale fattore della negazione dei diritti fondamentali, le spose bambine non vanno a
scuola e a loro viene negato il diritto alla salute, ma soprattutto il diritto all’infanzia, il diritto di poter avere l’opportunità di costruire il
proprio futuro. Nel dossier viene stilata anche la graduatoria sui Paesi, nei quali le donne hanno più opportunità di crescita, laSvezia si piazza al primo posto, seguita da Finlandia e Norvegia, l’Italia al decimo, seguita da Spagna e Germania e all’ultimo posto troviamo il Niger, prima di questo stato si piazzano Ciad, Repubblica Centrafricana, Somalia, Mali, India, Afghanistan e Yemen. Una
sorpresa di questa classifica è il trentaduesimo posto, nel quale si piazzano gli USA dove le madri adolescenti e il numero di ragazze che
muoiono durante il parto sono in aumento costante. La classifica è stata formulata sulla base di cinque fattori che sono : matrimoni in età
infantile, numero di figli di ragazze sotto i 18 anni, tasso di mortalità delle madri, numero di donne che siano riuscite a concludere un ciclo di studi
secondario e numero di donne presenti in Parlamento. L’India detiene il dominio delle spose – bambine, in questo Paese, infatti, quasi la metà delle
ragazze si sposano prima di aver compiuto 18 anni e vi sono casi dove le spose hanno un’età inferiore ai 10 anni. In Siria molte delle spose bambine
scappano da violenze e si sposano per poter fuggire da quella terra di terrore e morte.
Anche l’Associazione Terre des Hommes, che si occupa della difesa dei diritti dei bambini, ha pubblicato i dati del suo dossier relativo alla
Campagna dell’associazione chiamata "
Indifesa" (La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo) ed ha promosso l’ashtag #Indifesa per
sensibilizzare l’opinione pubblica su questo tema così delicato. In base ai dati forniti, in Paesi come Gambia, Mauritania e Indonesia la metà delle bambine ha subito mutilazioni ai propri organi genitali, spesso prima dei 10 anni di età. In Egitto circa 27 milioni di
donne hanno subito tali pratiche, in Etiopia circa 245 milioni. La mutilazione genitale, però, non è solo circoscritta nelle zone dell’Africa
sub-sahariana, bensì praticata anche in Europa e negli USA.
Dopo la morte di una giovane donna di 15 anni, in Turchia, durante il parto, il ginecologo prof. Aydan Biri ha affermato che "
il rischio di un’elevata
pressione sanguigna, di un parto prematuro o di un intervento durante la nascita sono maggiori. Le gravidanze di bambine che non hanno completato il loro
sviluppo fisico e i cui organi non sono ancora completamente sviluppati spesso finiscono in un lutto".
La fotografa americana Allison Joyce ha immortalato un matrimonio Bengalese dove la sposa aveva 15 anni e lo sposo 32, affermando che si trattava della "
sposa più triste che abbia mai visto". Nelle foto, infatti, si vedono gli occhi sempre bassi della ragazza, la paura che attraversa il suo volto, lo
sguardo misto tra sottomissione e sconfitta.
Le spose – bambine sono costrette a sposare uomini molto più grandi di loro, con un’età superiore minimo di 10 anni, ma che può arrivare anche ai 30
o 40 anni di differenza. Proviamo ad immaginare l’imbarazzo, la paura, il timore che questa bambina prova quando si ritrova da sola con quest’uomo, che
spesso non aveva mai visto, che è molto più grande di lei, che pretende da lei qualcosa che il suo corpo e la sua mente non possono dare. Le famiglie
spesso acconsentono a questi matrimoni per proteggere le proprie figlie da violenze e povertà, non rendendosi conto che le mandano in un’altra casa, dove
si consumano nuove violenze domestiche, dove si violenta la vita di chi non può difendersi in alcun modo, di chi sta inerme mentre il mondo, in tutta la
sua crudeltà, le passa davanti e la stravolge. Una bambina che sopporta in silenzio, che non si rivolge alle autorità preposte, perché ha paura di deludere
la sua famiglia, perché cresce in un ambiente nel quale questi avvenimenti sono la realtà, una realtà stravolta, una realtà paurosa, una realtà che per
molti di noi è irreale.
Ci si rende conto, dati alla mano, che continuando così non creerà più notizia una ragazza che muore a 15 anni di parto, a causa di un’emorragia
celebrale o interna, non creerà più notizia una bambina di 10 anni che muore dopo la prima notte di nozze, non creerà più notizia il fatto che si vieti ad una bambina di essere semplicemente una bambina.
"
Ora alzatevi spose bambine/che è venuto il tempo di andare/con le vene celesti dei polsi/ anche oggi si va a caritare/e se questo vuol dire
rubare/questo filo di pane tra miseria e sfortuna/allo specchio di questa kampina/ai miei occhi limpidi come un addio/lo può dire soltanto chi sa di
raccogliere in bocca/il punto di vista di Dio
." (Fabrizio De Andrè – Khorakhané)
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