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Università Cattolica di Milano
L'Università Cattolica di Milano, la più
grande delle Università private italiana venne inaugurata a Milano il 7
dicembre 1921, festa di sant'Ambrogio. L'aveva voluta con forza
padre Agostino Gemelli, insieme a un gruppo di intellettuali
cattolici quali Ludovico Necchi, Francesco Olgiati, Armida
Barelli, Ernesto Lombardo. La Messa di inaugurazione fu celebrata
dallo stesso padre Gemelli, alla presenza dell'arcivescovo di Milano, il
cardinale Achille Ratti, che di lì a tre mesi sarebbe diventato Papa
col nome di Pio XI.
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L'Università
partiva con due corsi di laurea, in Filosofia e in Scienze sociali,
cui erano iscritti 68 studenti, e aveva sede nel Palazzo del Canonica,
in via Sant'Agnese, un ex convento femminile riedificato in gran parte
dall'architetto Luigi Canonica agli inizi dell'Ottocento. Nel 1924
arrivò il riconoscimento da parte dello Stato come università libera e
questo portò a un adeguamento delle facoltà all'ordinamento statale.
L'Università si organizzò allora con le Facoltà di Giurisprudenza
(con due corsi di laurea, in Giurisprudenza e in Scienze economiche, sociali
e politiche) e Lettere e Filosofia (con due corsi di laurea, in
Lettere e in Filosofia). Altre facoltà seguirono in breve e nell'anno
accademico 1931-1932 il numero degli studenti era arrivato a 1179: la sede
di Sant'Agnese era ormai diventata piccola. Padre Gemelli acquistò allora
l'antico monastero di Sant'Ambrogio, reso libero dal trasferimento
dell'ospedale militare che fino a quel momento vi aveva avuto sede.
L'inaugurazione della nuova sede si ebbe il 30 ottobre 1932 e da allora
questa è la sede centrale dell'ateneo.
Una sede prestigiosa, legata strettamente alle
vicende della città
Il convento, che si allungava sul lato destro
della Basilica di Sant'Ambrogio, venne eretto dai Benedettini
nell'VIII secolo e ceduto nel Quattrocento dal cardinale Ascanio Sforza,
fratello di Ludovico il Moro, ai frati Cistercensi di Chiaravalle. Il
cardinale ordinò in quell'occasione al Bramante la ricostruzione del
convento. Il progetto prevedeva un grande quadrato con quattro chiostri, di
cui però furono realizzati solo due: il chiostro ionico (il più
vicino alla basilica) edificato sotto la direzione di Cristoforo Solari
fino al 1513, e il chiostro dorico, realizzato nel 1620-1630 sul
modello bramantesco. Il monastero venne soppresso, come molti altri, nel
1797, in epoca napoleonica, e trasformato prima in magazzino e poi in
ospedale militare.
Quando divenne sede della Cattolica, padre Gemelli
ne affidò il restauro a Giovanni Muzio, che vi lavorò per circa un
ventennio, dal 1928 alla fine degli anni quaranta, passando anche attraverso
la distruzione causata dal bombardamento dell'agosto 1943 e la successiva
ricostruzione. Muzio restaurò dunque il complesso e insieme vi aggiunse
nuovi edifici, distinguendo chiaramente parti preesistenti e parti nuove,
alle quali riservò materiali e soluzioni contemporanee, come le superfici
vetrate, testimonianza di una particolare attenzione al razionalismo. A
Muzio si devono l'edificio di ingresso su largo Gemelli, con il portale di
granito sormontato dalla nicchia contenente la statua di Cristo Re, opera di
Giannino Castiglioni, e da un campaniletto; l'ala verso via Necchi; i
collegi maschili Augustinianum e Ludovicianum e quello
femminile Marianum; le aule che danno su via Lanzone; l'Istituto
di Psicologia sul fianco sud; la mensa in via Necchi. Notevole fu anche
il suo restauro dei chiostri bramanteschi; dell'ex refettorio cinquecentesco
trasformato in Aula Magna, dove egli volle riportare, da Brera,
l'affresco parietale di Callisto Piazza (1545) ispirato alle Nozze di
Cana; della biblioteca e della cappella, con le pareti modulate da alte
sculture di Manzù.
I lavori di ampliamento del complesso avviati
negli anni ottanta hanno portato a notevoli sorprese archeologiche.
Anzitutto sono venuti alla luce resti della necropoli romana (I e III
secolo) che sorgeva qui, poco fuori dalla cinta muraria dell'insediamento
urbano di Mediolanum; poi, il ritrovamento più importante: una vasta
struttura circolare in laterizio risalente alla fine del Cinquecento o agli
inizi del Seicento, che è stata identificata con la ghiacciaia del monastero
cistercense, la "conserva de giazzo" di cui parlano i documenti
d'epoca sforzesca. L'eccezionale struttura è oggi a vista nell'aula
interrata dedicata al filosofo Gustavo Bontadini. Con gli anni,
l'Università Cattolica ha accresciuto sia la proposta didattica (le facoltà
ora sono 14 e gli iscritti oltre 42.000) sia la struttura (oggi le sedi sono
cinque: oltre a quella centrale di Sant'Ambrogio, quelle di Roma, con la
prestigiosa Facoltà di Medicina e Chirurgia, di Brescia e di
Piacenza-Cremona, cui si è aggiunta nel 2002 la sede di Campobasso).
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