Storia di Milano

Breve storia di Milano

 

La storia di Milano comincia molto tempo fa. Secondo lo storico latino Tito Livio, un primo villaggio celtico fu fondato in questa zona nel VI secolo a.C. Conquistata dalle legioni romane nel 222 a.C., "Mediolanum" (questo era allora il suo nome) cercò di ribellarsi, alleandosi pochi anni dopo con Cartagine, nemica di Roma. Ma i romani vinsero, e alla fine del I secolo d.C Milano entrò a far parte integrante dei dominî dei Cesari.

 

CAPITALE DELL'IMPERO ROMANO D'OCCIDENTE

Dell'epoca romana rimangono in città scarsissime tracce (le Colonne di San Lorenzo, resti in Via Circo, sotto la Borsa, al Monastero Maggiore), sufficienti però a documentare che gli edifici pubblici erano quelli di una grande città. Con la suddivisione amministrativa dell'Impero Romano, Milano divenne capitale della sua parte occidentale (292 d.C.), e fu un centro di grande importanza per il consolidarsi della nuova religione cristiana. Molte delle chiese milanesi - per esempio Sant'Ambrogio, Sant'Eustorgio e San Lorenzo - hanno origine paleocristiana.

SACCHEGGIO E DECADENZA

Uno dei fattori che precipitarono la crisi dell'Impero furono le invasioni di popolazioni barbariche provenienti dal Nord. Milano fu saccheggiata nel 539, e finì per perdere il ruolo di città più importante della regione. Il vivace regno romano-barbarico (569-774) dei Longobardi (dai quali avrebbe preso nome la regione attorno a Milano, la Lombardia) ebbe come propria capitale Pavia, una ventina di chilometri a sud di Milano.

UN NUOVO RUOLO COME CITTÀ LIBERA

A partire dall'XI secolo in molte città del Nord Italia si sviluppò un notevole movimento autonomistico (detto dei Comuni) contro i tentativi di controllo da parte degli imperatori tedeschi. Cresciuta sul piano economico, Milano ebbe un ruolo di punta in questo movimento, governandosi con regole di tipo democratico e costruendo il Palazzo della Ragione come luogo per le proprie decisioni politiche.

I VISCONTI E GLI SFORZA

Il periodo delle libertà comunali si concluse con la presa del potere da parte di una singola famiglia, i Visconti, che mantennero la signoria della città dal 1277 al 1447, dandole ampio respiro politico e culturale e iniziando la costruzione del Duomo e del Castello. Dopo tre anni di breve ritorno al governo repubblicano, nel 1450 assunse il potere il capitano di ventura Francesco Sforza, cui la Repubblica aveva affidato il comando dell'esercito. Culturalmente parlando, si era negli anni che oggi chiamiamo Rinascimento, e il periodo degli Sforza coincise con una delle fasi di maggior rigoglio artistico di Milano: vi arrivarono fra gli altri l'architetto Donato Bramante e Leonardo da Vinci, si portarono avanti con energia le fabbriche del Duomo e del Castello, si costruirono la chiesa di Santa Maria delle Grazie e l'ospedale che oggi è l'Università Statale.

LA DOMINAZIONE SPAGNOLA

Negli ultimi anni degli Sforza (agli inizi del '500) l'Italia del Nord divenne uno dei terreni di scontro fra le monarchie francese e spagnola. Quest'ultima prevalse, e per quasi due secoli (1535-1713) la città rimase sotto il governo spagnolo. Non fu un periodo di sviluppi, appesantito dal flagello della Peste del 1630, ma almeno culturalmente vivificato dall'attività dei cardinali della famiglia Borromeo: Carlo (poi santificato) e Federico. Fu creata l'Ambrosiana, e si costruirono i seminari e il palazzo dei Gesuiti che è oggi l'Accademia di Brera.

IL '700 ASBURGICO

Gli esiti delle grandi guerre europee tra la fine del '600 e gli inizi del '700 portarono Milano sotto il controllo della dinastia austriaca (e imperiale) degli Absburgo. Soprattutto il periodo di Maria Teresa - la seconda metà del '700 - fu caratterizzato da una forte ripresa, di netto orientamento laico, praticamente in tutti i settori: dall'economia al funzionamento dell'apparato statale, dalle arti alla cultura, dal sistema scolastico allo sviluppo scientifico. Venne fondata l'Accademia di Brera, e si costruirono la Scala, Palazzo Reale, Villa Reale e molti palazzi privati, secondo lo stile neoclassico che sarebbe stato seguito anche negli anni di

NAPOLEONE

Nel corso delle guerre successive alla Rivoluzione Francese (1789), Milano passò sotto il controllo francese, divenendo capitale prima della Repubblica Cisalpina e poi del cosiddetto Regno Italico - governato da parenti di Napoleone - che arrivò a comprendere quasi tutta l'Italia del Nord. Fu un breve periodo di intenso fervore ideologico e artistico, che diede alla città, oltre ai suoi primi piani regolatori urbanistici, grandi impianti pubblici come l'Arena e le nuove Porte.

GLI AUSTRO-UNGARICI

Gli austriaci che tornarono in città dopo la caduta di Napoleone (1815) non erano più né riformatori né illuminati. Il loro ministro degli Esteri Metternich sosteneva che l'Italia fosse "un'espressione geografica'', mentre in età napoleonica Milano aveva respirato aria di unità nazionale. Nel 1848 la città insorse contro gli Austro-Ungarici. Nel 1859 entrò a far parte dei domini dei Savoia, che nel 1861 divennero...

IL REGNO D'ITALIA

Con l'unificazione Milano poté raggiungere con maggiore facilità più vasti mercati, e prese a imporsi nel nuovo Stato come centro industriale e finanziario. La città cominciò ad attrarre molta manodopera da altre regioni italiane, ma la crescita creò le premesse per notevoli tensioni sociali, esplose nel 1898 e ferocemente represse a cannonate. La nuova ricchezza portò anche all'invasione del centro storico da parte delle sedi bancarie e assicurative, causando un suo notevole sconvolgimento. Si costruirono eleganti quartieri residenziali, il nuovo carcere modello di San Vittore e il Cimitero Monumentale.

IL FASCISMO

Il movimento fascista fu fondato a Milano nel 1919. A parte gli operai della cintura industriale e gruppi di intellettuali, Milano non fece inizialmente grandi opposizioni all'instaurarsi della dittatura. Durante il fascismo si costruirono una serie di opere piuttosto tronfie come la Stazione Centrale o l'Arengario, ma anche architetture innovative come la Triennale.

IL DOPOGUERRA

Duramente colpita dai bombardamenti degli Alleati, e in prima fila nella guerra partigiana contro i nazisti che avevano occupato il paese, Milano capeggiò la ricostruzione nazionale. Anche al di là della grande concentrazione industriale, è emersa come il maggior centro italiano in fatto di commercio, finanza, industria culturale e - più recentemente - comunicazioni, design, moda e terziario avanzato.

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