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Cosa vedere a Milano
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Pinacoteca di Brera
Al centro del cortile del Palazzo di Brera, dove
si trova la Pinacoteca, uno dei musei italiani più belli e raffinati, il bronzeo Napoleone del Canova, in
veste di Marte pacificatore, accoglie il visitatore in questo luogo
straordinario, che consiglio vivamente a tutti di vedere almeno una volta se
passate da Milano e più volte se ci vivete, 35 sale di assoluti capolavori.
Fu proprio Napoleone a inaugurare la Pinacoteca insieme all'Accademia di
Belle Arti il 15 agosto del 1809.
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La collezione presenta una sintesi significativa
dell'arte italiana dal XIV al XX secolo. Tra i capolavori presenti: il
Compianto su Cristo morto di Andrea Mantegna, la Pietà di
Giovanni Bellini, La Vergine con Bambino e Santi di
Piero della Francesca, Cristo alla Colonna di Bramante,
Sposalizio della Vergine di
Raffaello e la Cena di Emmaus
di
Caravaggio,
la Scoperta del corpo di San Marco di
Tintoretto. È presente una piccola sezione di opere fiamminghe
del XVII di assoluto pregio con artisti del calibro di van Dyck,
Rembrandt e
Rubens. Tra le opere del '700 spiccano opere di di Giovan Battista
Pittoni, Gianbattista Tiepolo, Bernardo Bellotto,
Canaletto e Francesco Guardì.
L'arte dell'800 è rappresentata da
artisti come Andrea Appiani per il neoclassicismo e Francesco
Hayez per il
Romanticismo. Quest'ultimo è stato a lungo
direttore dell'Accademia ed è autore di uno dei quadro più famosi del
periodo, il Bacio (nella foto). Bellissime le opere dei
cosiddetti
Macchialioli, come Il Pergolato di Silvestro Lega e Il
carro rosso di Giovanni Fattori .Il patrimonio della Pinacoteca è
cresciuto sempre di più fino agli anni Settanta del secolo scorso, periodo
in cui si arricchì di alcune collezioni di sorprendente bellezza degli
artisti più importanti del primo Novecento, come
Modigliani,
Morandi, Carrà e Braque.
Questo grandioso edificio, che fu collegio dei
gesuiti dal 1572 al 1776, è stato scandalosamente trascurato dopo la
difficile riparazione dei danni di guerra. Il nome Brera deriva da un
termine milanese che significa prato, essendo quella in origine una zona
periferica della città. Soppresso l'ordine dei gesuiti, il collegio divenne
proprietà dell'Imperatrice Maria Teresa d'Austria, purtroppo rimpianta
da queste parti, che ne fece una moderna "macchina culturale" che anticipava
il parigino Beaubourg per la molteplicità delle funzioni. Nacque con
precise con finalità didattiche. Doveva infatti costituire una collezione di
opere esemplari, destinate alla formazione degli studenti. Quando Milano
divenne capitale del Regno d'Italia sotto
Napoleone,
la raccolta, per volontà dell'Imperatore, si trasformò in un museo che
intendeva esporre i dipinti più significativi provenienti da tutti i
territori conquistati dalle armate francesi. Brera in questo caso, a
differenza di altri grandi musei italiani, come gli
Uffizi di Firenze,
ad esempio, non nasce dal collezionismo privato dei principi e
dell'aristocrazia ma da quello politico e di stato. Una sala con due sole
opere può sintetizzare la grandezza di questo museo, ma con tutto lo
splendore della rivoluzione rinascimentale. Su una parate c'è lo
Sposalizio della Vergine di Raffaello. Su un'altra c'è la
Madonna in trono di
Piero della Francesca, meglio nota come "Pala
di Brera".
Uno dei più illustri protagonisti del
Neoclassicismo in Italia, Giuseppe Piermarini, si occupò della
collocazione della biblioteca, dell'imponente portale di ingresso su via
Brera e dell'ultimazione del cortile. Durante tutto il XIX secolo cortili,
logge, corridoi e atri furono predisposti per accogliere monumenti che
glorificassero pubblicamente benefattori, artisti, uomini di scienza e
cultura legati alla storia di Brera. L'edificio e la collezione sono
capolavori assoluti. L'osservatorio, la monumentale biblioteca (più di
ottocentomila volumi, i manoscritti del
Manzoni), l'Accademia che
diede origine alla Pinacoteca e, naturalmente, i dipinti, coprono un arco
di tempo che va dal Trecento italiano al Novecento (la raccolta Jesi). I
capolavori assoluti non si contano: il Cristo morto di Mantegna
e Lo sposalizio della vergine di Raffaello, donato a Brera da
Eugenio Beauhamais, viceré d'Italia e figlio di Giuseppina, la
consorte di Napoleone.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale la
pinacoteca era completamente distrutta dai bomfenisamenti alleati. Sotto la
guida di Ettore Modigliani, già curatore della galleria a inizio
secolo, avvenne la ricostruzione, ad opera dell'architetto Piero
Portaluppi. Nel settembre '46 aprì la Piccola Brera una piccola porzione
della Pinacoteca, miracolosamente salvata dalle bombe, con alcune opere
esposte. Modigliani morì nel giugno del '47 e non fece in tempo ad assistere
alla riapertura totale della nel 1950.
La Pinacoteca è stata per lungo tempo, soprattutto
a cavallo degli anni '80 un insieme di opere grandioso ma sofferente e
malandato: con molte sale chiuse nella Pinacoteca e all'Accademia, la
biblioteca quasi interamente inagibile, impianti di climatizzazione e
antincendio in progetto da anni, opere d'arte nei depositi e altre disperse,
mancanza di personale cronica, tantissimi dipinti chiusi nei depositi, i
portoni sbarrati ai turisti per mesi. Mancava persino un inventario completo
delle opere. Da molti anni tuttavia, e per fortuna, la Pinacoteca è tornata
a splendere come uno dei luoghi più significativa della cultura italiana.
Vedere anche l'articolo sulla
Accademia di Brera.
Pinacoteca di Brera
Via Brera, 28, 20121 Milano
Tel: 02 7226 3264
Orari
Quando: martedì - domenica dalle 8:30 ?
19:15
Chiuso: lunedì, 1° gennaio, 1° maggio e 25 dicembre
Prezzo al 2012: intero € 10, ridotto € 7, 50
Come: metropolitana linea 2 fermata Lanza, linea 3 fermata Montenapoleone.
Tram: 1-4-8-12-14-27. Bus: 61, 97
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