Accademia di Brera a Milano

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Accademia di Brera a Milano

 

L'Accademia di Belle Arti di Brera, istituita nel 1776 da Maria Teresa d'Austria, ha sede nel Palazzo di Brera, un edificio dalla storia lunga e articolata, ricca di interventi di ampliamento e di ristrutturazione. Il palazzo deve il suo nome al termine di origine germanica braida indicante uno spiazzo erboso; su quel terreno infatti nel XII secolo l'ordine degli Umiliati inizia la costruzione di un chiesa, Santa Maria in Brera, ripresa due secoli più tardi e affrescata in seguito da artisti come il Bergognone, Bernardino Luini, il Bramantino, il Foppa.

 

Sul finire del XVI secolo l'ordine degli Umiliati viene soppresso per volontà del cardinale Borromeo e il convento passa, nel 1572, ai Gesuiti che lo gestiranno nei quasi due secoli di dominazione spagnola. Vi apportano un'opera di ristrutturazione radicale, insediandovi la scuola teologica, una biblioteca e una specola per le osservazioni astronomiche. Nasce così l'attuale palazzo, su un primo progetto di Martino Bassi, nel 1591, ripreso e ampiamente elaborato nella prima metà del Seicento da Francesco Maria Richini. Questi disegna il grande cortile circondato dal loggiato e dallo scalone a doppia rampa, una delle parti più pregevoli del Palazzo di Brera, che verrà in seguito decorato da una serie di busti e statue di uomini illustri della città e caratterizzato dalla grande statua centrale raffigurante Napoleone in veste di Marte pacificatore, modellata da Antonio Canova ai primi dell'Ottocento. Negli anni seguenti apportano un loro contributo Gian Domenico Richini, figlio di Francesco, il Quadrio e il Rossone.

 

Agli inizi del Settecento la città di Milano passa sotto il controllo della dinastia austriaca degli Asburgo e, specie in concomitanza con il periodo di Maria Teresa nella seconda metà del secolo, si caratterizza per una forte ripresa in tutti i settori: dall'economia al funzionamento dell'apparato statale, dalle arti alla cultura, dal sistema scolastico allo sviluppo scientifico. Nel 1773, anche la Compagnia di Gesù viene soppressa e il Palazzo di Brera, non ancora completato, passa sotto la gestione imperiale. Maria Teresa d'Austria vi mantiene le istituzioni fondate dai Gesuiti, aggiungendovi l'Orto Botanico, l'Istituto Lomfeniso di Scienze e Lettere e infine, nel 1776, l'Accademia di Belle Arti, con l'intento di sottrarre l'insegnamento artistico a privati e artigiani conferendogli invece dignità pubblica. Il completamento dell'edificio viene affidato al Piermarini che progetta anche il nuovo solenne portale d'ingresso. Per lo svolgimento dell'insegnamento la scuola deve essere dotata di raccolte di opere d'arte che siano modelli per lo studio e il lavoro degli studenti: inizia così una raccolta che diventerà in seguito, soprattutto grazie all'impulso del segretario dell'Accademia Giuseppe Bossi, il primo nucleo della Pinacoteca, poi ingrandita e arricchita da Andrea Appiani. La Pinacoteca vede un importante crescita, in particolare quando Milano diventa, con Napoleone, capitale del Regno Italico. In questo periodo numerose opere importanti giungono a Brera e si impone quindi un problema di spazi, risolto con la divisione in due piani della chiesa di Santa Maria in Brera, nella cui parte superiore vengono ospitate le collezioni artistiche, mentre nella parte inferiore restano gli spazi dell'Accademia.

 

Nel 1805 iniziano le esposizioni annuali, che saranno una delle maggiori manifestazioni d'arte contemporanea in Italia nel corso dell'Ottocento. In quel periodo, anche gli architetti si formano a Brera: solo con la riforma scolastica di Gentile nel 1923, l'insegnamento di Architettura viene scorporato dall'Accademia e trasferito al Politecnico.

La Pinacoteca vive un periodo di profonda crisi dopo il crollo del regime napoleonico, durante il quale viene praticamente chiusa al pubblico e perde molti dei suoi quadri; solo con l'arrivo di Vittorio Emanuele II le cose cambiano ed è sul finire dell'Ottocento che la Pinacoteca ricomincia le sue esposizioni. A inizio Novecento, una forte spinta di rinnovamento nell'insegnamento artistico viene dall'ingresso di docenti come Carrà, Funi, Manzù; negli anni quaranta sono allievi di Brera personaggi quali il futuro premio Nobel Dario Fo, il futuro regista cinematografico Damiano Damiani, il futuro priore di Barbiana Lorenzo Milani, mentre tutto il quartiere di Brera si apre alle ricerche di artisti come Treccani, Cassinari, De Grada.

Vedere anche l'articolo sulla Pinacoteca di Brera.

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