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Vicolo
d'Oro a Praga
Il
vicolo d'oro di Praga (Zlatá uli?ka in Ceco) è
l'antica strada un tempo abitata dai servi del
castello e dagli artigiani orafi (da cui il nome)
durante il medioevo. Le abitazioni, rimaste ancora
ben conservate, sono molto piccole e semplici,
alcune abbellite e decorate da sgargianti colori, ma
tutte intrise ancora oggi di grande mistero.
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Secondo le antiche leggende, le case altro non erano che
dimora di laboriosi alchimisti intenti ad elaborare formule
magiche ed esoterismi vari.
Non
dei semplici orafi quindi. In effetti, lo stesso re Rodolfo II era conosciuto per essere un appassionato delle arti magiche.
Ricostruito sotto Maria Teresa d'Austria, la Zlatá
Uli?ka è famosa per aver accolto
Franz Kafka
tra il 1916 e il 1917, che vi abitò e che scrisse
alcune sue pagine al n. 22. Oggi, gli interni delle case sono stati trasformati
in negozi di souvenir e piccole caffetterie.
Queste colorate case di bambole, appoggiate alle
fortificazioni del
Castello di Praga,
ospitarono successivamente i profughi dell'incendio di Malá
Straná nel 1541 e gli arcieri e i tamburini d'oro di Rodolfo
II (altro motivo per il nome del vicolo). Questa strada, la
più antica del castello, vi permetterà di lasciare il
recinto delle mura attraverso la Torre Nera, dopo
aver camminato lungo il Palazzo Lobkowitz. All'uscita
del castello, il piazzale offre una splendida vista sulla
città.
Questa
strada esisteva sin dalla costruzione delle fortificazioni
sul lato nord del castello alla fine del XV secolo. Nel 1597
l'imperatore Rodolfo II decise di dare questo spazio ai 24
guardiani che proteggevano il castello affinché potessero
costruire le loro case, di pochissimo spazio, dove vivevano
con le loro famiglie. L'imperatore proibì anche l'apertura
di finestre ai giardini del castello e la vendita o
l'affitto di case ad altri. La leggenda narra che Rodolfo II
portò anche gli alchimisti della corte che qui lavoravano
per lui, cercando di trasformare i metalli in oro, cosa che
avrebbe potuto dare il nome alla strada, anche se i suoi
laboratori si trovavano a Vitaršká, il vicolo tra la
Cattedrale di San Vito e la Torre della Polveri (Mihulža).
Nel corso del tempo diverse case furono distrutte e alla
fine del XVII rimasero solo quattordici. Le vecchie guardie
non erano più necessarie e poi altre persone vennero ad
occupare queste abitazioni: artisti, chierici e cortigiani,
tra cui, come detto, Franz Kafka. Il suo soggiorno qui
lo ha probabilmente ispirato a scrivere il suo lavoro' Il
Castello', che cominciò a scrivere anni dopo. Madame de Thebes, veggente uccisa dalla Gestapo alla fine della
seconda guerra mondiale perché annunciò la fine del nazismo,
visse al numero 14. Dopo la guerra, le case del Vicolo d'Oro
furono nazionalizzate e restaurate e dipinte tra il 1952 e
il 1955. Attualmente ospitano negozi di souvenir.
Non dimenticate di dare un'occhiata ai sotterranei della
Torre Dalibor, che un tempo ospitava i prigionieri
politici degli
Asburgo.
Questa torre si trova, insieme alla cosiddetta Torre
Bianca, ai lati del Vicolo d'Oro. La Torre Dalibor
prende il nome, da un personaggio, il cavaliere Dalibor
di Kozojed, che nel 1490, durante il regno di Ladislao
II di Boemia, partecipò ad una rivolta a Ploskovice a
sostegno del popolo oppresso, soprattutto dei contadini, e fu
per questo imprigionato e condannato a morte nel 1498.
Attese l'esecuzione della sentenza per molti anni e
nell'attesa decise di imparare a suonare il violino. La sua
musica dalla sua cella si diffondeva e riempiva non solo il
Vicolo d'Oro, ma molte delle strade nei dintorni del
castello. I cittadini di Praga si erano ormai affezionati a
quelle note e le autorità cittadine non osarono annunciare
la data della sue esecuzione. Solo quando le note smisero di
essere suonate i praghesi si resero conto che la condanna di
Dalibor era stata eseguita.
Dalibor divenne anche il titolo di un'opera in tre atti del
grande compositore ceco
Smetana,
rappresentato per la prima volta al Teatro della Città Nuova
(Nove Mesto) di Praga il 16 maggio 1868. La trama assomiglia
a quella dell'opera Fidelio di
Ludwig van Beethoven,
in quanto i personaggi femminili centrali di ogni opera si
travestono in abiti maschili per cercare di salvare l'eroe.
(all'interno del Castello Reale)
Hrad?anské náměstí,
Zona: Praga 1
Trasporti: Metro Malostranská / tram 12, 22
Praga
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