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IL LAGO DI BRAIES IN ALTO ADIGE. Incastonato come uno
smeraldo tra le Dolomiti, il Lago di Braies è uno
spettacolare specchio d'acqua alpino famoso per i colori
cangianti e i riflessi delle cime circostanti. Meta
ambitissima dagli amanti della montagna e della fotografia
panoramica.
Le immagini non rendono la bellezza del Lago di Braies,
nonostante i numerosi set cinematografici abbiano aiutato a
conoscere questo grande regalo della natura. Ognuno di noi
dovrebbe visitare questo luogo fantastico per rigenerare fisico
e spirito. Il Pragser Wildsee, nome con il quale è
altresì noto, è un lago naturale dell'Alto Adige, il più
grande nel territorio delle Dolomiti e parte del
Patrimonio naturale UNESCO.
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In estate le acque si colorano
di intense sfumature verde smeraldo, mentre in inverno si colora
di bianco per il ghiaccio e la neve di stagione. Nello sfondo,
il colore roccioso delle montagne, a proteggerlo tra la terra e
il cielo. Il lago si posiziona a circa 1500 metri sopra il
livello del mare, nel territorio comunale di Braies, in
provincia di
Bolzano, città da cui dista 97 km;
Brunico e Dobbiaco, sono poco lontane, così
come San Candido.
Il paesaggio fa presto a riempire il cuore. La piccola perla
della natura è incastonata in un territorio dalla bellezza
unica. Un mondo fatto di pace, colori e luce intensa. Siamo nel
regno incantato dei Fanes, terra impregnata di
leggende, circondato da altrettante valli (Val Pusteria,
Val Badia, Val Travenanzes e Val di Landro).
Qui i nomi non sono solo in italiano o in tedesco, ma anche in
ladino (e non latino), o meglio in lingua ladina,
l'idioma parlato prevalentemente nel territorio dolomitico.
Poco più lungo di un chilometro, largo neanche 400 metri e
profondo fino a circa 36 metri, il lago di Braies è situato
all'interno del Parco naturale di Fanes-Sennes e Braies
(Naturpark Fanes-Sennes-Prags in tedesco, Parch
natural Fanes-Senes-Braies in ladino), di per se uno dei
parchi più grandi dell'Alto Adige, ai piedi del monte Croda
del Becco (Seekofel, in tedesco, Sass dla Porta
o Cul de ra Badessa in ladino) un'imponente parete
rocciosa di oltre 2.800 metri e parte della catena delle
Dolomiti orientali. Si tratta di un cosiddetto lago di
sbarramento, generatosi da una frana che scendendo a valle
ha sbarrato il flusso delle acque dell'omonimo rio Braies,
creando questo bacino naturale.
Le leggende della Val di Braies nascono tra i boschi e i
corsi d'acqua e hanno preso i colori delle stagioni.
Tramandatesi nel tempo, raccontano di spazi fatati, come quelli
che circondano la porta Tor, dalla quale il lago prende
il nome nella sua etimologia più antica. Sono leggende che
rimandano ai luoghi del sottosuolo, dove regnano cercatori
d'oro, selvaggi e avidi cacciatori, tesori nascosti sui fondali
e sorgenti segrete. A dire il vero, tutt'attorno, quel che
appare è un mondo vasto e variegato, fatto di altopiani petrosi
e malghe, pendii di boschi e ruscelli, marmotte, stambecchi e
camosci. Non esistono strade asfaltate qui, nessun impianto di
risalita, e la sola struttura ricettiva presente – che troviamo
proprio ai bordi del lago - ha avuto modo d'entrare nella
storia, quella vera.
Ma se il Regno di Fanes, così come raccontato dagli
abitanti delle malghe e dal romanziere Karl Felix Wolff
nel 1932, parla di re e regine, alleanze sovrannaturali,
matrimoni ed amazzoni straordinarie, è anche vero che la realtà
sembra non essere da meno, nonostante ricostruire l'origine
delle tradizioni popolari non sia mai stato facile per nessun
luogo. Alcuni ritrovamenti archeologici lasciano certe
narrazioni ancor più avvolte nel mistero, a testimoniare la
reale presenza di aggregazioni urbane fino ad allora ritenute
poco probabili; è il caso della scoperta in Val Cadore
della tomba dell'uomo di Mondeval, d'epoca Mesolitica, e
cioè dello scheletro perfettamente conservato di un cacciatore,
con accanto il suo corredo funerario.
La storia ci riporta ad episodi ancor più recenti e
conosciuti, come quelli avvenuti nel 1945 presso lo storico
albergo Hotel del lago di Braies, dove tra aprile e
maggio del 1945 furono deportati 141 prigionieri eccellenti,
catturati dai nazisti e liberati dopo qualche giorno dagli
alleati americani: accadde che nelle settimane finali della
Seconda guerra mondiale vennero trasferiti in loco i
prigionieri più illustri di diciassette nazioni, già in
precedenza detenuti in vari campi di concentramento. L'intento
era quello che venissero usati come merce di scambio per qualche
salvacondotto personale ben specifico. Tra i prigionieri accolti
dalla proprietaria dell'albergo (Emma Heiss-Hellensteiner),
c'erano anche le famiglie degli attentatori di Hitler del 20
luglio 1944 (quelli della nota Operazione Valchiria),
più un piccolo gruppo italiano composto tra gli altri dal
figlio del generale Badoglio e Sante Garibaldi,
nipote del più famoso Giuseppe. L'avvenimento è oggi ricordato
dai documenti presenti nell'Archivio di Storia Contemporanea
del lago di Braies, istituito presso l'hotel, che è aperto
ancora oggi.
Il lago è oggi una delle mete turistiche tra le più rinomate
del Trentino-Alto Adige ed è diventato ancora più famoso
anche grazie alla serie televisiva italiana ‘Un passo dal
cielo’, trasmessa dalla televisione italiana. Siamo inoltre
in un punto di partenza per escursioni e itinerari
d'alpinismo, inclusa la Alta Via N. 1 delle Dolomiti
(Höhenweg Nr. 1), un circuito lungo 150 km che arriva fino a
Belluno. In zona sorge anche la chiesetta della
Divina Madre Dolorosa, meglio conosciuta in zona come
Cappella "Lago di Braies" (Kapelle Pragser Wildsee),
una cappella privata dell'hotel e costruita nel 1904 per volere
dell'allora proprietaria della famiglia Hellensteiner: fu
qui che i prigionieri di Hitler si recavano a pregare durante i
giorni di prigionia, ed è sempre qui che nel 1910 l’arciduca
Francesco Ferdinando, erede al trono austro-ungarico, si
ritirava a pregare prima che venisse assassinato insieme alla
moglie qualche anno dopo a
Sarajevo (il suo omicidio, lo ricordiamo, diede
formalmente inizio alla Prima guerra mondiale, che causò
la morte di oltre 14 milioni di persone, tra soldati e civili).
La profondità del lago è in media di 17 metri, 36 nel punto
massimo, ma le sponde restano sicure: quella occidentale è usata
come una vera e propria spiaggia dai bagnanti. E infatti, non
mancano coloro che in estate si avventurano in un bagno e
di sicuro l'esperienza è bellissima se non spinta all'estremo,
nonostante le acque non siano proprio tanto tiepide. La parte
rocciosa, la sponda sotto la catena della Croda del Becco,
è la più impervia e per questo anche meno frequentata dai
visitatori, così come la sponda orientale, dove è comunque
presente un sentiero scavato nella roccia. Il lago è sede anche
di diverse attività sportive, tra cui la pesca. Si possono anche
noleggiare delle barche solitamente da giugno a fine settembre.
In inverno il protagonista è il Natale in montagna al Lago di
Braies, tra mercatini e tradizioni altoatesine (aperti
generalmente nelle prime due settimane di dicembre). Da non
mancare, tra l'8 e il 9 dicembre, è la celebrazione della
festa di San Nicola, con l'arrivo di Nikolaus, con
i suoi angeli e Ruprecht. Una tradizione molto sentita in
tutto l'arco alpino e in diversi altri paesi del centro e nord
Europa. Sapete chi è? Leggi qui la
vera storia di Babbo Natale.
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