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Università Statale di Milano
Dall'Ospedale dei Poveri voluto dagli Sforza alla grande Università Statale.
L'Università degli Studi di Milano è una università moderna. Venne infatti
inaugurata il 28 agosto 1924, grazie all'opera di Luigi Mangiagalli, sindaco
della città e primo rettore, che l'aveva fortemente voluta vincendo le
resistenze di chi preferiva lasciare Pavia come unico grande centro
universitario lombardo. All'inizio le facoltà erano quattro: Giurisprudenza,
Lettere e Filosofia, Medicina e Chirurgia, Scienze Matematiche, Fisiche e
Naturali. Nel 1932 si aggiunse Veterinaria e nel 1935 Agraria. Poi fu la
volta, nel 1970, delle facoltà di Scienze Politiche e Farmacia e infine, nel
1999, di Scienze Motorie.
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Nei suoi primi anni di vita l'Università di Milano
non ebbe una sede, costretta a trovare accoglienza in diversi edifici del
centro cittadino, mentre si avviavano i lavori nel cantiere di quasi 200.000
metri quadrati alla periferia orientale della città, nell'area delle Cascine
Doppie, che avrebbe dovuto ospitare gli istituti superiori cittadini, la
futura Città Studi.
Nel 1927 il cantiere di Città Studi venne finalmente chiuso e i suoi spazi
aperti all'uso universitario, soprattutto di area scientifica, ma fu solo
dopo la guerra che il Comune di Milano destinò all'Università, perchè vi
trasferisse il rettorato e le facoltà umanistiche, uno degli edifici più
famosi, più belli e importanti della città, anche se seriamente danneggiato
nel corso del bombardamento dell`agosto 1943: la Ca` Granda, lo sforzesco
Ospedale dei Poveri.
Il complesso era stato voluto, come modello avanzato e moderno di ricovero e
luogo di cura per malati poveri, nel 1456 da Francesco Sforza e da sua
moglie Bianca Maria. Il progetto, affidato al fiorentino Filarete, venne
realizzato grazie a lasciti e donazioni, prime fra tutte quelle derivate da
uno speciale giubileo, istituito per l'occasione, che si celebrava ogni anno
dispari. Il popolo milanese prese a chiamare questa festa Festa del Perdono:
da qui il nome ancora adesso portato dalla via cittadina su cui si apre la
facciata dell'Università.
Il Filarete impostò la realizzazione dell'edificio
in due corpi (uno per gli uomini e uno per le donne), suddivisi entrambi da
quattro cortili interni quadrati e separati al centro da altri due cortili
uniti da una chiesa. Egli riuscì a realizzare solo l'ala destra; in seguito
i lavori vennero affidati a diverse maestranze. Si giunse quindi al
Seicento, quando il cantiere costruttivo proseguì sotto la direzione
dell'architetto Francesco Maria Richini, al quale si devono interventi sulla
facciata, il disegno del portale d`ingresso e il grande cortile interno. I
lavori andarono avanti nel corso del Settecento e dell'Ottocento, fino al
1939, quando l'Ospedale fu trasferito a Niguarda e il complesso della Ca'
Granda venne destinato all'Università.
Ma arrivò la guerra. I danni dovuti
al bombardamento del 1943 resero necessaria una massiccia opera di
ricostruzione, realizzata sotto la guida dell'architetto Liliana Grassi: fu
solo nel 1958 che si giunse all'insediamento del rettorato, egli uffici e
delle facoltà di Giurisprudenza e di Lettere e Filosofia. Oggi, dal portale
che si apre sulla lunga facciata (ben 282 metri) in via Festa del Perdono si
accede al grande complesso dove coesistono l'ala quattrocentesca (con i
cortili della Legnaia, della Ghiacciaia, della Spezieria e dei Bagni e
soprattutto con la suggestiva Crociera, l'antica infermeria a croce greca
oggi adibita a Sala di consultazione su due piani), il grande cortile
secentesco e l'ala Macchio, rifatta nel 1964.
In questi spazi l'Università degli Studi di Milano ha visto passare centinaia di migliaia di studenti,
attraversando gli anni caldi della contestazione e aprendosi ad altri
quartieri cittadini in cerca di nuovi spazi: una politica culminata nella
creazione di una seconda università statale milanese, la Bicocca, nel 1998.
Intanto, accanto alla sede centrale, il polo dell'Università Statale a Città Studi diventava vera e propria
cittadella delle facoltà scientifiche, con
istituti, aule di studio, biblioteche, laboratori didattici, musei
universitari, cui si affiancano gli orti botanici, afferenti al dipartimento
di Biologia, importante risorsa non solo per la didattica e la ricerca
scientifica, ma anche per la valorizzazione ambientale del quartiere.
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