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Chiesa di Santa Maria delle Grazie
La Chiesa di
Santa Maria delle Grazie che si trova in fondo a
corso Magenta, in direzione opposta rispetto al
centro, fu costruita tra il 1466 e
il 1490 da Giuniforte Solari
e in seguito parzialmente
modificata dal Bramante.
Rappresenta una sorta di passaggio tra il gotico
lombardo e i suoi mattoni di cotto rosso e lo stile
rinascimentale con il suo granito bianco. La si visita in particolare per il tesoro contenuto nel Refettorio, uno dei
dipinti più famosi della Storia dell'Arte,
l'Ultima Cena di
Leonardo da Vinci.
L'opera fu dipinta tra il 1495-1497 per la parete di
fondo del refettorio quando questo era un convento
domenicano.
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La chiesa e il dipinto furono
inseriti nel 1980 nella lista
UNESCO come Patrimonio
dell'Umanità. Consigliamo di prenotare la visita con alcuni mesi d'anticipo
(le cancellazioni sono riprenotabili ogni giorno dalle 8.15 del mattino). Il
sagrato davanti alla chiesa si trova in uno slargo delizioso, con tanto di
acciottolato, piante e panchine. Sulla sinistra c'è la fila per visitare il
Cenacolo
L'incarico
di eseguire il progetto per la chiesa di Santa Maria delle Grazie venne
affidato a Guiniforte Solari nei 1463, al tempo di Francesco
Sforza. L'impostazione data dal Solari in trent'anni di lavori,
rispettava il tipico impianto lombardo: l'edificio presentava una facciata a
capanna e una pian-ta a tre navate, con cappelle nelle navate minori; le
coperture erano volte a crociera con costoloni. I lavori terminarono nel
1482. Dieci anni dopo, a quest'organizzazione spaziale, per volere di
Ludovico il Moro, che voleva destinare la chiesa a mausoleo di famiglia,
si aggiunse la tribuna absidale di Donato Bramante, considerata un
capolavoro assoluto del rinascimento. Il grande architetto urbinate pensò
d'innalzare dallo spazio cubico di base un'alta cupola con tamburo su
pennacchi, e di aprire tre absidi minori nello spazio centrale del coro.
Questo risultò così un vano molto luminoso, rispetto alle antistanti tre
navate, perché rischiarato dalla fitta serie di finestre aperte nella cupola
e nelle absidi.
La
decorazione interna, a ruote raggiate, trova una corrispondenza nelle
terrecotte poste all'esterno della chiesa, sempre in forme di cerchi, ruote
e medaglioni. Il coro, destinato a mausoleo della famiglia di Ludovico il
Moro, venne terminato nel 1497, anno in cui moriva Beatrice d'Este,
che vi venne tumulata. Tra le numerose opere vanno ricordate: nella navata
di destra, la prima cappella contiene la tomba di Giovan Francesco della
Torre (1483); nella quinta cappella rimangono resti degli affreschi di
Gaudenzio Ferrari (1539-1542) con Storie della Passione. Dopo
qualche anno Ludovico il Moro venne deposto, e i lavori si interruppero; la
chiesa rimase cosi mezza rinascimentale mezza gotica, un contrasto tuttavia
armonico.
La Cappella della Vergine delle Grazie, risulta tra le più
antiche parti della chiesa, nonostante le decorazioni successive in stile
barocco. All'interno della Cappella di Santa Corona, invece, c'era il
dipinto l'Incoronazione di spine, di Tiziano, che fu asportato
dai francesi durante il periodo napoleonico e mai restituito e che e ora si trova al
Louvre.
Sul retro della chiesa si trova il cosiddetto Chiostro delle Rane, per via delle
4 rane in bronzo che circondano la fontana centrale. Da questo chiostro si
accede
alla
Sagrestia Vecchia, progettata dal Bramante. Nel vicino
Refettorio, Leonardo da Vinci refettorio del convento dei Domenicani,
Leonardo da Vinci dipinse, tra il 1495 e il 1498, l'Ultima Cena. L'opera ha sempre necessitato
di numerose cure; l'ultima campagna di restauro, condotta dalla
Sovrintendenza e dal Comune di Milano e terminata dopo 25 anni nel 1999, ha
rivelato aspetti fino a quel momento sconosciuti della grande opera
leonardesca, aspetti che permettono di meglio apprezzare, nella sua
eccezionale qualità, l'universo poetico di questo grandissimo artista.
Abbiamo dedicato nel link che segue un lungo articolo di approfondimento
all'Ultima Cena
di Leonardo.
Nel 1890 Luca Beltrami
isolò la tribuna bramantesca, abbattendo le case che erano addossate
all'edificio sacro; dal 1934 al 1937 una serie di interventi ha curato
soprattutto il ripristino dell'interno della chiesa. Nel 1947, infine, sono
stati effettuati interventi capillari su tutto l'organismo architettonico.
Durante
l'ultimo conflitto mondiale Santa Maria delle Grazie fu devastata da un
bombardamento alleato. Miracolosamente si salvò la parete del refettorio
proprio dove si trova il capolavoro vinciano. Dopo la guerra i lavori di
ricostruzione e ripristino iniziarono subito e furono portati a termine
velocemente ed oggi in pochi direbbero, che questo luogo di culto
sessant'anni fa fosse stato ridotto ad un ammasso di macerie.
Detto che per vedere la il
Cenacolo di Leonardo è necessario prenotare con largo anticipo, per vedere
la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, invece, bisogna solo avere
l'accortezza di arrivare la mattina non oltre mezzogiorno o nel pomeriggio
tra le tre e le sette (nei festivi fino alle nove).
Chiesa di Santa
Maria delle Grazie
Piazza Santa Maria delle Grazie
Fermata metro Cadorna o
Conciliazione; tram 20, 24, 29, 30
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