Fontana di
Trevi
Dagli anni '50 in poi la
Fontana di Trevi è diventata uno dei simboli più conosciuti ed eclatanti della nuova
Roma e Italia del boom. Erano gli anni della Dolce Vita,
quelli ripresi dall'abile occhio artistico di Federico Fellini,
quelli personificati dalla bellezza prorompente di Anita Ekberg
e dal fascino tutto italiano di Marcello Mastroianni.
Oggi, questo bel gioiello Barocco appoggiato sul lato del Palazzo
Poli, è parte obbligata di qualsiasi itinerario turistico (e
non). La costruzione ha origine dal progetto di Nicolò Salvi,
completato nel 1762
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Per
una città come Roma la Fontana di Trevi è piuttosto recente,
in effetti risale ad appena 240 anni fa. L'acqua che vi
scorre e che la riempie proviene dall'Acquedotto Vergine
(Aqua Viggo), un acquedotto in gran parte sotterraneo fatto
costruire da Marco Vipsanio Agrippa (braccio destro
di Augusto) nel 19 a.C. per rifornire d'acqua le terme di
Campo Marzio, nei pressi del
Pantheon.
L'Aqua Virgo prende il nome dalla vergine che, secondo la
leggenda, indicò la sorgente ai soldati di Agrippa. Una
raffigurazione della fanciulla che indica la sorgente è
visibile a destra in alto, nel rilievo dell'attico della
fontana. L'altro rilievo raffigura Agrippa che approva il
piano per la costruzione dell'acquedotto. Danneggiato dai
Goti nel 537, l'acquedotto fu restaurato più volte e
continuò ad alimentare il rione di Campo Marzio fino al
Medioevo.
Diversi papi pensarono di costruire una fontana monumentale
in questo luogo e furono presentati diversi progetti, tra
cui uno di Bernini. Solo nel 1732 papa Clemente
XII, di cui è visibile lo stemma in cima alla fontana,
approvò il disegno proposto da Nicola Salvi. Ci
vollero trent'anni per portare a termine il progetto, che
enfatizza la parte centrale della fontana, dominata dal
Nettuno, mentre nella parte inferiore, tra le rocce, due
tritoni tengono due cavalli, uno mansueto e l'altro
irrequieto, a rappresentare gli umori dell'oceano, e i
fiotti d'acqua ricreano la sua potenza e impetuosità. Le
figure centrali furono iniziate dal poco conosciuto
Giovanbattista Maini e terminate da Pietro Bracci.
Le figure allegoriche nelle nicchie a destra e a sinistra
rappresentano rispettivamente Salubrità e
Abbondanza e sono entrambe di Filippo Valle. I
quattro personaggi in alto, sull'attico, di diversi
scultori, rappresentano gli effetti benefici e fertilizzanti
dell'acqua nelle diverse stagioni. La Fontana di Trevi è una
delle numerose "mostre d'acqua" di Roma, fontane monumentali
poste alla fine dell'acquedotto con una pressione
sufficiente a rifornire di acqua altre fontane
Non si sa quando e dove ha avuto origine l'uso di gettare
una moneta - rigorosamente di spalle - nella Fontana di
Trevi per poter poi tornare a visitare Roma, ma a giudicare
dal numero e dal tipo di monete che si raccolgono
quotidianamente nella vasca della fontana, si può dire che
la pratica è stata accettata dai turisti e immortalata nel
film americano del 1954 Tre soldi nella fontana. L'acqua a quei tempi veniva fornita da un acquedotto
romano del II secolo a.C. L'unico acquedotto romano sotterraneo
ad attraversare l'intera città Roma. Nel 1570 il papa Pio V fece
ripristinare e restaurare l'acquedotto ma fu appunto solo con
Papa Clemente XII, nel 1732, che vennero ordinati i lavori per
celebrare la parte finale dello stesso acquedotto, gli stessi che
crearono l'odierna fontana. Nessuno ricorda quando ebbe inizio l'usanza
di lanciare le monetine nella fontana (il comune di Roma dispone
che i soldi raccolti nelle sue acque siano destinati alla Caritas).
Da notare la bella edicola del tardo Settecento posta
sull'edificio all'angolo tra la piazza e Via del Lavatore,
davanti alla Chiesa barocca dei Santi Vincenzo e
Anastasio. Nella chiesa (che i pontefici usavano come
chiesa parrocchiale quando avevano la residenza al
Quirinale) c'è la cripta dove sono custoditi cuori e altri
organi di quasi tutti i papi del XVII, XVIII e XIX secolo,
tradizione interrotta da Pio X (1903-1914). Nelle strade
circostanti, in Via del Lavatore (dove la mattina c'è un
mercato rionale), Via della Panetteria e Via in Arcione, si
trovano alimentari e botteghe artigiane.
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