Bambini felici, non perfetti

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Più che spingerli ad apparire perfetti, è importante aiutare i bambini a coltivare qualità come gentilezza, creatività ed empatia, che li renderanno adulti felici e realizzati.

Crescere un figlio non è un’impresa facile, i dubbi e le cattive abitudini sono sempre dietro l’angolo, basta però saperli riconoscere ed imparare ad evitarli. Chiunque ha figli non può fare a meno di fare dei piccoli " confronti" ed in qualche modo, spronare il proprio figlio ad essere migliore del suo amico o del figlio della vostra amica. Tutti i genitori sono alla ricerca del meglio per i propri bambini, molti genitori vorrebbero che i propri figli fossero perfetti, ma quale perfezione poi se la perfezione non esiste, né per gli adulti e né per i più piccoli!

Bambini felici, non perfettiCorsi di canto, di pittura, di musica, di sport, di lingue, il pomeriggio di molti bambini è pieno di impegni; alcune volte questi impegni sono decisamente troppi, così come sono troppe le prestazioni che le mamme ed i papà pretendono dai propri figli. Tutti focalizzati a far sì che il bambino eccella in tutte le materie scolastiche ed extrascolastiche, tutti concentrati affinché il bimbo sia il migliore a scuola, il più bravo a giocare a calcio o la più brava nella danza classica... ma che ne è dei sani pomeriggi di noia? Che ne è delle aspirazioni e delle inclinazioni dei bambini? E poi con un bagaglio così ricco, con così tante abilità, saranno questi super bambini, adulti felici?

Perché i genitori si comportano così? La risposta è semplice, perché vogliono il bene dei propri figli. Ma questo comportamento ha effetti positivi? Spesso i bimbi vengono soffocati dai troppi impegni, che per loro sono delle vere e proprie responsabilità.

L'infanzia non dovrebbe essere il periodo più spensierato e libero di un essere umano?

Prima era così ma adesso... prendiamo un agenda tipo di una mamma qualsiasi, allora dalle ore 16,30 alle ore 17,30 nuoto o danza, o basket o calcio... dalle 18,00 alle 19,00 musica oppure inglese o teatro e al sabato catechismo, feste di compleanno, laboratori in biblioteca... Il figlio di questa mamma – prototipo sa che i suoi genitori lo porteranno a fare sport, lo riprenderanno per portarlo a ballare, suonare o imparare l'inglese ed infine lo lasceranno a casa. Quanto avrà lavorato la fantasia di questo bambino, nel corso del pomeriggio? Sicuramente molto poco, sempre presidiato, controllato, guidato dall'adulto "insegnante" di turno. Quante decisioni avrà preso il bambino per conto suo? Sicuramente nessuna. È questo, infatti uno dei rischi che si corre a tendere alla perfezione, ovvero quello di limitare la libertà di azione e di pensiero dei bambini.

Un bambino ha diritto a svolgere diverse attività extrascolastiche, ma ha soprattutto il diritto di scegliere da solo e nella più completa libertà quali sono le attività che preferisce e che vuole praticare, senza dover necessariamente eccellere in tutto ciò che fa. Un’eccessiva pressione da parte degli adulti fa si che si sviluppi nel bambino una sorta di condizionamento e di relativa delusione, nel momento in cui le aspettative di mamma e papà, non corrispondono alla realtà.

L’infanzia è uno dei periodi migliori per ogni essere umano, questo periodo è formato dagli anni in cui si impara di più, ma soprattutto da quelli dove ci si diverte. I più piccoli dovrebbero essere lasciati liberi di apprendere ciò che vogliono, imparando anche dalla vita di tutti i giorni, dallo stare tranquilli a casa con un adulto che non gli sta sempre addosso, liberi da strumenti tecnologici, usando il grande strumento che è la fantasia. Quando si pretende che un bambino sia il migliore, in un determinato ambito, si fa si che subentri un sentimento nuovo in lui, ovvero il senso di responsabilità di cui l’infanzia dovrebbe essere priva, in questo modo, sobbarcandoli di responsabilità e di aspettative che non dovrebbero avere, si toglie ai bambini la spensieratezza tipica della loro età.

Un genitore che pretende che il proprio figlio sia il migliore, mette in secondo piano gli sforzi che lui ha fatto per arrivare fino al punto dove si trova adesso, magari partendo da zero, in questo modo si finirà per insegnargli che ciò che conta davvero è semplicemente il risultato e non tutto ciò che ha portato a quel risultato. Proviamo a trascrivere un atteggiamento simile a scuola, ciò che conta è il risultato di un compito in classe, non importa quindi, se quel compito sia stato copiato dal proprio compagno, ciò che conta è che il proprio figlio abbia preso 9, il fatto che lui abbia usato uno stratagemma e che in realtà di quel compito non sa nulla, passa in secondo piano, il voto, in questo momento è la cosa più importante. Un bambino spinto solo ed esclusivamente verso la perfezione e verso il successo, sarà un adulto che avrà paura di fallire. I bambini, invece, a cui viene insegnato che ciò che conta è quello che si impara lungo il cammino, saranno senza ombra di dubbio più intraprendenti e dotati di indipendenza.

Un genitore che pretende il massimo dal proprio figlio, svilupperà in lui quel senso di non essere mai all’altezza, di non aver mai fatto abbastanza, per questo l’autostima di quel bambino diminuirà sempre di più, vivendo così solo in base a ciò che gli altri pensano di lui. Proviamo a pensare ad un’interrogazione scolastica, ad un bambino che torna a casa dopo aver preso un bel 9, soddisfatto nel dare questa grande notizia ai genitori, ma loro, per risposta gli dicono che la prossima volta dovrà tornare a casa con 10. Potete immaginare la delusione vissuta da quel bambino, che per prendere 9 ha dovuto studiare come un matto? Potete immaginare la delusione provata quando si è reso conto che i suoi sforzi sono sempre vani? In un momento del genere, quei genitori, avrebbero dovuto gioire con lui, perché quel voto era frutto di un sacrificio, che andava sempre e comunque festeggiato, perché bisogna essere sempre fieri dei propri figli.

Secondo l’American Psychological Association gli adolescenti depressi sono sempre in aumento e spesso questo comportamento è dovuto alla mancanza di autostima creata da genitori troppo esigenti. Quando questa esigenza è eccessiva, durante il periodo infantile, creerà dei danni sullo sviluppo celebrale dell’adulto, ostacolando la sua capacità di essere felice e pensante. Quel bambino è stato frustato durante la sua età più bella, per tale ragione sarà un adulto ansioso, senza emotività e passivo.

Questo comportamento genitoriale è definito come " sindrome dei genitori esigenti" e viene studiata da molti pedagoghi, soprattutto quando i bambini non soddisfano le aspettative di mamma e papà. Questo comportamento, però, non è recente, tutti gli studiosi, infatti, sono concordi sul fatto che già in epoca romana esisteva e la storia di Quintus Sulpicius Maximus ne è la conferma. Questo bambino, infatti, morì a soli 11 anni e sulla sua tomba vi è scritto: " Qui giace Quintus Sulpicius Maximus, giovane romano che visse solo 11 anni, 5 mesi e 12 giorni. Morì pochi giorni dopo aver preso parte ad un concorso di poesia per adulti ". Quintus era un bambino talentuoso ed i genitori lo facevano partecipare ad ogni genere di concorso letterario che si svolgeva a Roma, la storia, però vuole che il bambino morì per un collasso dovuto al troppo lavoro e per la sofferenza di non aver appagato le aspettative dei suoi genitori. Questa storia viene raccontata da molti pedagoghi quando devono spiegare questa sindrome, ma dovrebbe far riflettere tutti noi.

Ciò che è importante, per un bambino, non è essere il primo di quel corso o di quella classe, ma essere felice, per tale ragione è estremamente importante :

  • Dimostrargli il proprio amore, anche quando sbaglia

  • Proteggerlo sempre e insegnargli che dagli errori c’è sempre qualcosa da imparare

  • Fargli capire che la spontaneità ed i giochi con i compagni sono un metodo infallibile per crescere

  • Stabilire delle regole, ma nello stesso tempo far si che esse non siano troppo rigide

  • Ricordare che i bambini osservano i nostri comportamenti ed i nostri linguaggi ed inevitabilmente li riflettono nella loro vita

  • Insegnargli a passare il tempo libero disegnando o facendo decoupage

  • Lasciarlo libero di scegliere ciò che a lui piace di più

  • Aumentare la sua autostima, ripetendogli quanto sia speciale

  • Insegnargli il rispetto

  • Rispettare i suoi tempi

  • Rispettare le sue peculiarità

  • Dedicare del tempo alla lettura, comprandogli un buon libro al posto di qualche videogioco

  • Capire che i voti non sempre rispecchiano la realtà e che non sempre un voto alto corrisponde alla felicità

  • Trascorrere con lui la maggior parte del tempo libero

  • Lasciarlo libero, sempre e comunque, di esplorare il mondo con i suoi occhi e con i suoi sensi, ma soprattutto lasciarlo libero di esprimere le proprie emozioni, senza sentirsi dire sempre " ciò che bisogna fare"

  • Insegnargli ad inseguire e a combattere per i propri sogni

Tutti i grandi sono stati bambini una volta. (Ma pochi di essi se ne ricordano). (Antoine de Saint-Exupéry)

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