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VISITARE
SALAMANCA - INFORMAZIONI E GUIDA.
La capitale universitaria della Spagna, dichiarata patrimonio UNESCO, è una città di particolare bellezza e fascino. La luce si
riflette nelle sue architetture in pietra arenaria in modo suggestivo, quasi
magico nell'arco della giornata a cominciare dalla sua piazza simbolo Plaza
Mayor.
"Salamanca è
una città aperta e gioiosa. Il sole ha dorato la pietra di torri, templi e
palazzi, questa pietra dolce e tenera che, ossidandosi, assume il colore
ardente dell'oro vecchio. Quando il sole tramonta è una festa per gli
occhi..." Miguel de Unamuno
Ormai sono passati diversi anni da quando visitai
Salamanca per la prima volta, ospite di un amico che faceva uno scambio
universitario. Tempo dopo mi resi conto che, città come queste, non cambiano
molto nel corso del tempo. Architettura rinascimentale e plateresca,
un'atmosfera vivace di giorno che diventa festante la sera, città brulicante
di vita giovanile, dove si ascoltano accenti e lingue provenienti da ogni
dove. Per dare un'idea, Salamanca conta 160 mila abitanti da Settembre a
Giugno, e 70 mila a Luglio e Agosto. La differenza la fa il numero degli
studenti. |
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Una
città universitaria perfetta, compatta, dove tutto è vicino, con viuzze
strette e tortuose che si diramano dalla Plaza Mayor, il suo cuore
incredibilmente bello, verso il fiume Tormes. Salamanca è conosciuta
da secoli come la città universitaria per eccellenza della Spagna ma è una
città molto amata anche dai suoi abitanti e dai turisti. Arrivai a Salamanca
in macchina e la città mi apparve improvvisamente, come un'oasi dotta
immersa in un paesaggio quasi lunare.
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I 200 km che percorsi, quelli che
separano Salamanca da
Madrid (da dove provenivo),
attraversano la Meseta, una "Carettera" una strada tortuosa e
desolata, nel cuore della Castiglia, una lunga strada dritta intervallata da
figure di tori su cartelloni giganteschi e mulini a vento. Un pezzo di
immaginario della Spagna, poco distante dal confine col Portogallo, un
paesaggio che mi ricordava gli orizzonti di un film western. Arrivando vidi
il ponte romano con le sue arcate maestose sul fiume lento, e in alto le
guglie della cattedrale e i bei palazzi dipinti di giallo tenue dal sole
limpido della Spagna.
L'università
che ha reso famosa la città è antichissima. Fu fondata nel 1218 da Alfonso
IX ed è la più antica della Spagna, e da secoli un tempio del sapere europeo
insieme a
Oxford,
Cambrige,
Parigi,
Bologna,
Padova e
Pavia. Ero partito perché
la vita universitaria mi piaceva molto ed avevo visto delle foto di
Salamanca e la città mi era parsa bellissima.
Mi interessava particolarmente vedere i luoghi di
Miguel de Unamuno, il grande filosofo di
Bilbao, che qui fu rettore dell'Università e visse gli ultimi anni
della sua vita. Mi ricordavo la sua descrizione di Salamanca "Salamanca è
una città aperta e gioiosa. Il sole ha dorato la pietra di torri, templi e
palazzi, questa pietra dolce e tenera che, ossidandosi, assume il colore
ardente dell'oro vecchio. Quando il sole tramonta è una festa per gli
occhi...". Mi chiedevo se, a camminare in queste strade, avrei potuto in
qualche modo, cogliere nell'aria il suo pensiero vigoroso e il credo della
passione mistica nella vita, che non si spegne mai, a dispetto di
tutto. Avevo letto che, nell'aula magna dell'Università di Salamanca
(durante la dittatura del generale Franco, in occasione della
Festa della Razza), Miguel de Unamuno dopo aver ascoltato offese forti
contro i baschi e i catalani, e il motto della Falange, Viva la Muerte,
concluse il suo intervento, dicendo: "Voi vincerete perché avete la forza
bruta ma non convincerete, perché per convincere dovete persuadere. E per
persuadere occorre proprio quello che a voi manca, ragione e diritto alla
lotta. Io considero inutile esortarvi a pensare alla Spagna. Ho finito".
Uscito dall'aula fu messo agli arresti e morì l'anno successivo di
crepacuore. Ecco io volevo vedere quell'aula magna, ripensare a questa
vicenda, alla tensione di quei momenti.
Le
Escuelas Mayores,
nell'edificio principale dell'Università, conservano la facciata in
arenaria risalente al 1534, con gli stemmi dei re cattolici Ferdinando e
Isabella che finanziarono i lavori, una scena della contesa mitica tra
Venere e Ercole ed una ranocchia che secondo la leggenda porta
fortuna per gli esami a chi la individua. La rana era incarnazione del
peccato e del diavolo secondo l'immaginario medievale. Ora sta accoccolata
su un teschio di pietra, alla sommità di una delle colonne che sovrastano il
portale verso destra. Fu nelle sale di questi edifici che i dotti di Spagna
presero in esame la proposta di Cristoforo Colombo per il viaggio
nelle Indie, passando da Occidente. L'università ebbe una funzione
fondamentale nella diffusione della cultura araba in Europa, che riprese la
cultura classica e contribuì al rinascimento europeo. All'interno
dell'edificio si possono visitare le antiche e suggestive sale dai
soffitti altissimi e decorati, pareti con arazzi di Bruxelles e un ritratto
di Carlo IV di
Goya.
Si sale al primo piano attraverso una
scala cinquecentesca e si accede all'importantissima biblioteca del
XVI secolo, tra le più belle al mondo. In questa università studiarono tanti
personaggi
poi consegnati alla storia, tra cui il futuro imperatore
Carlo V,
Don Giovanni d'Austria, figlio di Filippo II,
Miguel de Cervantes, autore del Don Chishotte, Bartolomé de Las Casas,
difensore degli indigeni americani, Hernán Cortés il conquistatore
del Messico e dell'impero Atzeco, il cardinale italiano Giulio Mazarino,
futuro ministro del re di Francia Luigi XIV. Nella piazza di fronte
all'università sorge la statua di
Fray Luis de Leon, un'illustre accademico e rettore, incarcerato
dall'inquisizione, che riprendendo l'insegnamento dopo essere stato
scarcerato, diversi anni dopo, esordì con le famose parole: "Come stavamo
dicendo ieri." Nella stessa piazza dell'università si trovano
anche l'hospital del Estudio (oggi rettorato) del 1533 gotico
rinascimentale, e
las Escuelas Minores edificio della stessa epoca.
A
due passi dall'Università, le due cattedrali
della città (per la verità comunicanti tra loro), la "Vieja" del XII
secolo, mezza romanica e mezza gotica, con una torre lanterna che si chiama
torre del Gallo, e proprio a ridosso, la "Nueva", del XVII
secolo, fuori gotica e dentro barocca. La cattedrale nuova, iniziata nel
1513 e terminata nel 1733 è l'ultimo esempio di costruzione gotica in
Spagna, sormontata da un campanile di 110 metri. Nell'ampio interno, a tre
navate sostenute da grandi pilastri si trova un bellissimo coro
settecentesco. L'esterno baciato dal sole, illuminato dalla luce,
improvvisamente lascia spazio all'oscurità interna, creando un effetto di
raccoglimento davvero suggestivo. Tra le cappelle spicca quella di
Ognissanti, detta anche capilla dorada. Dalla navata destra si
accede alla cattedrale vecchia. L'interno delle tre navate ha capitelli nel
più puro romanico e volte decorate. Ai lati si trovano tombe gotiche e in
stile mudejar; nella piccola cappella di San Martin si trovano
affreschi di
Anton Sanchez de Segovia nel 1262; sull'altare maggiore si trova un
grandioso polittico (53 tavole) di Niccolò Fiorentino (XVsecolo), con
una immagine della Vergine della lega al centro.
Nel
solo centro storico si contano almeno una quarantina di edifici religiosi di
varia grandezza. Vagando per quelle strade, decisi di visitarne due che mi
ero segnato: il Convento de las Duenas e il Convento di San
Esteban. Il primo possiede un chiostro pentagonale, tutto medaglioni e
capitelli scolpiti con personaggi letterari vari, tra cui quelli della
Divina Commedia. Il secondo, un convento domenicano, che oltre a essere
molto bello, è il luogo dove nel 1487 Colombo fu accolto e ospitato
dal monaco Diego de Deza, tutore dell'erede al trono, che lo prese
sotto la propria protezione e lo sostenne presso la corte di Castiglia,
contribuendo in questo modo anch'egli a un cambiamento epocale della storia.
Colombo tornerà un'ultima volta a Salamanca agli inizi del 1505, per
inoltrare a re Ferdinando una petizione in difesa dei propri diritti,
accolta solo dopo la sua morte. Anche l'esploratore genovese poté ammirare
la curiosa Casa de las Conchas, fatta costruire nel 1493 da un
cavaliere dell'Ordine di Santiago, Rodrigo Maldonado e per questo adornata
un po' dappertutto di conchiglie ("conchas" in spagnolo), simbolo dei
pellegrini di
Santiago
de Compostela in
Galizia. Sulla facciata
rinascimentale spiccano il portale e le finestre, finemente decorati.
Veramente notevole il cortile interno a due ordini di arcata. All'epoca di
Colombo non erano stati ancora costruiti due dei palazzi più belli della
città, il Palacio de Monterrey, rinascimentale e la
Casa de las Muertes, esempio di residenza aristocratica civile del '500.
Il nome inquietante forse si deve solo ai teschi che stanno sulla facciata,
ma nei racconti della gente c'è tutto un intrigo di delitti e duelli per la
conquista del cuore di una donna. Salamanca del resto è piena storie,
misteri e suggestioni come questa.
Tra le tante figure di questa città mi
colpito quella di Maria de Monroy, detta la Coraggiosa. Come in tante
altre città d'Europa e del mondo, anche a Salamanca c'erano famiglie e
fazioni in continua lotta fra loro (si pensi solo a Guefi e Ghibellini delle
nostre città). Le varie fazioni venivano chiamate Bandos. L'episodio
di faida più conosciuto avvenne a seguito di una partita di pallacorda, o
trincotto, un gioco antesignano del tennis. Per farla breve, i due fratelli
Monroy, del "bando" si San Tomé, furono uccisi dai fratelli Manzano, del
bando di San Benito. Donna Maria, la loro madre, indossò una armatura e con
i compagni della sua fazione si mise all'inseguimento degli assassini fino
in Portogallo, li catturò, li uccise e depose la loro testa sulla tomba dei
figli. La casa di Maria de Monroy del XV secolo si conserva tutt'ora e si
trova nelle vicinanze della Plaza de los Bandos, circondata da edifici del
XIX secolo.
Il
centro cittadino ha la sua perla nella splendida piazza barocca
Plaza Mayor, enorme, realizzata tra il 1729 e il 1755, circondata da
bei palazzi a portici, tra i quali l'Ayuntamiento
(il municipio), decorati con medaglioni raffiguranti personaggi spagnoli
famosi. La Plaza Mayor di Salamanca è servita da modello per altre piazze
che sono state costruite in seguito in Spagna come la Plaza Mayor di
Madrid, sorella gemella della prima, ma leggermente più piccola. La
piazza è uno spazio ideale per il mercato, protetto da arcate, per le
corride e naturalmente oggi per incontrarsi e sedersi nei tanti bar
all'aperto. Fu voluta da Filippo V
nel 1729 e completata in meno di trent'anni. Apparentemente simmetrica (ma
in realtà nessun lato ha esattamente lo stesso numero di archi) è
interamente circondata da edifici che le regalano un'unità architettonica
perfetta. La piazza è tutta da godere, in una delle tante terrazze-caffè,
osservatorio privilegiato, fino a notte fonda, della vita cittadina,
scenario di kermesse improvvisate e mecca del "tapear", l'arte tutta
spagnola di tirar tardi chiacchierando e piluccando assaggini, le "tapas",
per chi non lo sapesse. Se gli assaggini non vi bastano chiedete una
"ratione" (si pronuncia razione) ed è un piatto piccolo, una via di mezzo
tra tapa e piatto normale. "Novelity" era il caffè preferito da
Unamuno, "Las Torres" è il caffè più raffinato, mentre "Cervantes"
è lo storico locale più amato dagli studenti.
Una curiosità che forse noterete durante la vostra
visita. A Salamanca nidificano un centinaio di coppie di cicogne, che
migrano in Africa a metà agosto e tornano al loro nido iberico il 24
Dicembre (proprio così). Con il naso all'insù noterete i loro nidi
giganteschi adagiati sui monumenti più alti.
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