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Cervantes - Biografia e opere di Miguel de
Cervantes
   
L'autore
spagnolo Miguel de Cervantes Saavedra
(1547-1616) è il più grande romanziere in lingua
spagnola (ma fu anche drammaturgo e poeta). Il suo
capolavoro, "Don Chisciotte", è uno dei libri
più importanti e influenti nella storia del romanzo,
tradotto, in tutto o in parte, in più di 60 lingue.
Un successo senza sosta che ha viaggiato nei secoli.
Le edizioni continuano ad essere stampate
regolarmente e la discussione critica dell'opera è
proseguita senza sosta dal XVIII secolo. |
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Allo stesso tempo, grazie alla loro ampia rappresentazione
nell'arte, nel teatro e nel cinema, le figure di Don
Chisciotte e Sancio Panza sono probabilmente più
familiari visivamente a molte più persone di qualsiasi altro
personaggio immaginario della letteratura mondiale.
Cervantes è stato un grande sperimentatore. Si è cimentato in
tutti i principali generi letterari, tranne l'epopea. Fu un
notevole scrittore di racconti brevi, e alcuni di quelli della
sua raccolta di romanzi esemplificativi (1613; Storie esemplari)
raggiungono un livello vicino a quello di Don Chisciotte, in
scala miniaturizzata.

Miguel de Cervantes nacque nella città universitaria di
Alcalá de Henares, nell'antico regno di
Toledo.
Il certificato del suo battesimo è conservato (fu battezzato il
9 ottobre 1547), ma la sua data di nascita non è nota. Si
suppone tuttavia, in generale, a causa del nome cristiano che
gli è stato dato, che sia nato nel giorno di San Michele (29
settembre). Era il secondo figlio maschio e il quarto di sette
figli del farmacista-chirurgo Rodrigo de Cervantes e di
sua moglie, Leonor de Cortinas. Da parte paterna era di
origine andalusa e da parte materna castigliana. Rodrigo de
Cervantes non ebbe molto successo nella sua professione e
viaggiò molto spesso. Nel 1552 fu imprigionato a
Valladolid
per debiti (molto familiare, più tardi, per la sua progenie più
famosa), e nel 1564 si trovava a
Siviglia.
È possibile, tuttavia, che la famiglia si fosse trasferita a
Madrid nel 1561, quando Filippo II ne fece la
capitale del suo impero.
Non si sa nulla della vita di Cervantes fino al 1569. In
quell'anno l'umanista Juan Lòpez de Hoyos pubblicò un
volume commemorativo in occasione della morte della regina
Isabella di Valois nel 1568 (che abbiamo già visto parlando
della pittrice rinascimentale
Sofonisba Anguissola,
che era la sua dama di corte e sua amica). Cervantes contribuì a
quest'opera con tre poesie indifferenti, e Lòpez de Hoyos
scrisse di lui come "nuestro caro y amado discìpulo" (il
nostro caro e amato allievo). Lòpez de Hoyos era un lettore e un
ammiratore dell'umanista Erasmo da Rotterdam, ed è stato
tracciato un collegamento tra questo fatto e alcuni
atteggiamenti critici sulla religione mostrati in seguito dal
suo amato allievo. Questo è tutto ciò che si sa sull'educazione
di Cervantes. È ragionevole, tuttavia, ipotizzare che abbia
studiato a Siviglia con i gesuiti, poiché alcune affermazioni in
El coloquio de los perros (una delle Novelas ejemplares,
1613) lo confermerebbero.
Cervantes si trovava a
Roma il
22 dicembre 1569 (data di un certificato del padre che attestava
la nascita legittima e il cristianesimo del figlio). Nella
dedica della sua Galatea (1585), Cervantes afferma di
essere stato camerlengo del cardinale Giulio Acquaviva.
Si è quindi ipotizzato che si sia recato in Italia nel 1569 al
seguito del cardinale, quando Acquaviva tornò in Italia dalla
Spagna, dove era stato legato pontificio.
Carriera militare
Nel 1570 Cervantes si unì alla compagnia di Diego de Urbina
nelle forze spagnole a
Napoli.
Come soldato, partecipò alla Battaglia di Lepanto (7
ottobre 1571), nella quale l'armata comandata da Giovanni
d'Austria uscì vittoriosa contro la flotta turca. Cervantes
era a bordo della Marchesa nel pieno della battaglia, e
nonostante fosse malato ottenne il permesso di combattere nel
punto più pericoloso. Fu ferito tre volte, due volte al petto e
una volta alla mano sinistra; l'ultima ferita gli mutilò la mano
per tutta la vita. Con giustificato orgoglio Cervantes
menzionava spesso nelle sue opere questa vittoria epocale.
La flotta vincitrice tornò a
Messina,
e lì Cervantes passò la sua convalescenza. Nel 1572 vide di
nuovo l'azione, questa volta in compagnia di Don Lope de
Figueroa (famoso nella letteratura spagnola come uno dei
protagonisti di El alcalde de Zalamea di Calderòn).
Con il fratello minore Rodrigo partecipò a una battaglia navale
al largo di Navarino (ottobre 1572). All'inizio del 1573
era di guarnigione a Napoli, ma più tardi, sempre sotto il
comando di Giovanni d'Austria, prese parte alla presa di
Tunisi (8-10 ottobre). Tunisi fu poco dopo riconquistata dai
Turchi, e Cervantes partecipò all'infruttuosa spedizione di
soccorso dell'autunno 1574. Quel novembre era in servizio di
guarnigione a
Palermo.
Ormai si sentiva pronto per una promozione a capitano, e per
negoziare alla corte di Madrid ricevette lettere di
raccomandazione da Giovanni d'Austria e dal duca di Sessa, uno
dei suoi generali, e ottenne il permesso di tornare in Spagna.
Con il fratello Rodrigo salpò da Napoli nel settembre 1575.
Cinque
anni di prigionia
Il 26 settembre, la sua nave, il Sol, venne assalita da tre
galee turche, in un luogo che tradizionalmente è stato
identificato al largo della costa di
Marsiglia,
ma che più probabilmente era al largo della
Costa Brava
in Catalogna. La nave venne catturata con il suo equipaggio e i
passeggeri, che furono portati come prigionieri ad Algeri.
Cervantes visse in schiavitù per 5 anni; era un osservato
speciale poiché le sue lettere di raccomandazione suggerivano
che fosse una persona di alto rango. In prigionia dimostrò una
volontà indistruttibile e un coraggio esemplare, e condusse un
tentativo di fuga abortivo nel 1576. Nel 1577 alcuni sacerdoti
dell'Ordine della Misericordia arrivarono ad Algeri con 300
scudi inviati dalla sua famiglia per il suo riscatto, ma questa
somma si rivelò insufficiente. Cervantes suggerì che il denaro
fosse usato per salvare il fratello, come fu fatto il 24 agosto
1577.
Un mese dopo Cervantes guidò ancora una volta un gruppo nel
tentativo di fuggire, ma ancora una volta non ebbe successo.
Rimase imperterrito di fronte a punizioni e minacce, e i
prigionieri cercarono in lui l'ispirazione. Durante la prigionia
Cervantes raggiunse una statura quasi leggendaria, come
testimonia il racconto delle sue imprese scritto da fra Diego
de Haedo, arcivescovo di Palermo. Nel 1579-1580 la sua
famiglia aveva raccolto una nuova somma di denaro per il suo
riscatto, e l'aveva affidata a due monaci trinitari. La somma
non superava i 500 scudi richiesti dal suo padrone, il viceré di
Algeri, Hassan Pasha, ma i mercanti cristiani di quella
città fornirono la differenza. Il 19 settembre 1580 Cervantes fu
salvato a bordo della nave che lo avrebbe portato a
Costantinopoli, nuova destinazione del suo padrone. Il 10
ottobre, prima di lasciare Algeri, Cervantes scrisse la sua
Informaciòn, che descriveva la sua condotta durante la
prigionia. Alla fine di quel mese salpò per la Spagna e il 18
dicembre a Madrid firmò una dichiarazione sulla sua liberazione.
Aveva dimostrato di essere un vero soldato, altrettanto eroico
in battaglia e in cattività.
Primi
lavori
Nel 1581 Cervantes si trovava in Portogallo, che l'anno prima
era stato unito alla Spagna sotto il regno congiunto di Filippo
II. Il 21 maggio 1581, a Tomar, gli furono assegnati 50 ducati
per compiere una missione reale ad Orano in Algeria.
Missione che fu eseguita, ma il servizio reale, qualunque sia la
sua natura, non fu molto gratificante. In una lettera autografa,
indirizzata al segretario reale e datata Madrid, 17 febbraio
1582, Cervantes racconta le sue disgrazie nel tentativo di
ottenere un posto nella Penisola Iberica e dichiarava di essere
pronto a candidarsi per un posto nelle Indie. Segnalava anche
alcuni progressi nella composizione della Galatea. Questo
romanzo pastorale sarà il suo primo libro pubblicato, ma
apparirà solo nel 1585. Il romanzo ha un tono un po'
sperimentale; l'attaccamento di Cervantes ad esso è attestato
dal fatto, che anni dopo, sul letto di morte prometteva ancora
la sua continuazione. Inoltre, l'importanza del tema pastorale
nelle sue opere è innegabile.
Più o meno nello stesso periodo, Cervantes si rivolse alla
scrittura teatrale, un'attività che garantiva un certo reddito
in caso di successo delle opere. Nell'Aggiunta al suo Viaje
del Parnaso (Viaggio di Parnaso 1614) e nel prologo delle
sue commedie Ocho y ocho entremeseses (1615), racconta
dei suoi drammatici successi e della sua eventuale caduta,
causata dalla crescente popolarità di Lope de Vega. Di
queste prime opere teatrali solo due sono sopravvissute, in un
manoscritto scoperto nel 1784: Los tratos de Argel e La
Numancia.
Il 12 dicembre 1584 Cervantes sposò Catalina de Salazar y
Palacios, della città vinicola di Esquivias,
nell'antico regno di Toledo. Lei gli portò una modesta dote e,
essendo 18 anni più giovane di lui, sopravvisse al romanziere
(morì nel 1626). Il matrimonio non ebbe alcun problema. Ma fu
probabilmente un anno o due prima del suo matrimonio che
Cervantes ebbe una relazione con Ana Franca de Rojas, con
la quale ebbe una figlia, Isabel de Saavedra, che figurava in
modo prominente nei suoi ultimi anni. Sua figlia morì nel 1652,
l'ultima della sua stirpe.
Servizio Reale
Nel 1587 Cervantes era a
Siviglia.
La preparazione dell'Invincibile Armada che doveva andare
incontro a una disastrosa spedizione contro l'Inghilterra stava
procedendo su larga scala, e Cervantes era venuto ad aiutare
nell'impresa. Ma il suo nuovo incarico di commissario di marina
gli portò solo dolore, vergogna e disagio. Fu scomunicato dal
decano e dal capitolo della
Cattedrale di Siviglia
per avererequisito il loro grano a Ecija. Viaggiò molto
in
Andalusia,
ma le sue finanze andarono di male in peggio. Il 21 maggio 1590,
presentò una petizione al re per uno dei quattro posti vacanti
nelle Indie. La petizione fu respinta con la nota: "Che si
guardi intorno per un lavoro".
Come una volta, si rivolse al teatro per un aiuto finanziario, e
il 5 settembre 1592 firmò un contratto a Siviglia con il
produttore Rodrigo Osorio. Cervantes accettò di scrivere
sei opere teatrali a 50 ducati ciascuna, ma con la "piccola"
postilla che il pagamento sarebbe stato trattenuto se Osorio non
avesse trovato ciascuna delle opere "una delle migliori mai
prodotte in Spagna". Non si sa nulla dell'esito di questo
contratto straordinario. Poco dopo, Cervantes fu imprigionato a
Castro del Rìo, sempre per eccessiva zelante
requisizione. Ormai si trovava in gravi difficoltà finanziarie,
una situazione notevolmente complicata dalla sua insoddisfacente
gestione dei conti ufficiali e dai rapporti con i banchieri
maldestri. Così, nel settembre del 1597, tornò in prigione a
Siviglia. Fu rilasciato a dicembre. Nel 1598 sembra rimase a
Siviglia, ma il suo impiego governativo sembrò essere giunto al
termine, anche se i funzionari di Madrid lo convocarono due
volte (1599 e 1601) per ripulire i suoi conti. Le convocazioni
non furono rispettate.
"Don
Chisciotte"
La documentazione su Cervantes per gli anni dal 1600 al 1603 è
scarsa. È molto probabile che lo scrittore sia stato nuovamente
incarcerato a Siviglia nel 1602, ancora una volta per motivi
finanziari. Ma la maggior parte del suo tempo deve essere stato
occupato dalla composizione del Don Chisciotte. Nel 1603 si
trovava a Valladolid, dove il nuovo re, Filippo III, aveva
trasferito la capitale. Lì Cervantes iniziò le trattative per la
pubblicazione del suo manoscritto, e la licenza fu concessa il
26 settembre 1604. Nel gennaio del 1605 fu pubblicato a Madrid
il Don Chisciotte; fu un successo immediato, ricevendo il
dubbio onore di far apparire a
Lisbona,
in quello stesso anno, tre edizioni "pirata".
Ma Cervantes non si crogiolò a lungo nel suo successo; il 27
giugno 1605, un gentiluomo navarrese, Gaspar de Ezpeleta,
fu ucciso fuori dalla casa di Cervantes a Valladolid. Il
romanziere e la sua famiglia furono portati in carcere per
sospetto omicidio, ma furono presto rilasciati. Il procedimento
penale in corso dimostrava, ancora una volta, che le difficoltà
finanziarie di Cervantes erano ben lungi dall'essere terminate.
Seguì un'altra pausa documentaria, dal 1605 al 1608, quando
Cervantes riapparve a Madrid, ancora una volta capitale del
regno. In quel periodo la sua figlia illegittima, Isabel de
Saavedra, lo coinvolse in una serie di cause legali legate a
questioni finanziarie. Ancora una volta Cervantes cercò di
fuggire dalla Spagna, e nel 1610 cercò di andare a
Napoli al seguito del suo nuovo viceré, il
conte di Lemos. Fu respinto, ma nonostante ciò dimostrò per
tutta la vita affetto per il Conte di Lemos, al quale dedicò
cinque libri, tra cui il secondo Chisciotte.
Opere
successive
In questo periodo Cervantes entrò in un periodo di straordinaria
di creatività letteraria, tanto più ammirevole perché aveva
quasi 65 anni. Le sue Novelas ejemplares (Novelle
Esemplari) furono pubblicate a Madrid nel 1613. Si trattava di
12 piccoli capolavori, con i quali Cervantes creò l'arte del
racconto breve in Spagna, come ammise prontamente nel prologo.
Anche se Cervantes non avesse scritto il Don Chisciotte,
le Novelas ejemplares sarebbero state sufficienti a
dargli un posto di rilievo nella storia della narrativa.
L'anno 1614 vide la pubblicazione a Madrid del poema burlesco,
Viaje del Parnaso (Viaggio di Parnaso), una satira vivace
della vita letteraria del suo tempo. Ma in quell'anno ci fu
anche la pubblicazione a Tarragona di una continuazione spuria
di Don Chisciotte, firmata con lo pseudonimo di Alonso
Fernández de Avellaneda. L'identità di questo autore rimane
il più grande enigma della letteratura spagnola. Il ritmo
compositivo di Cervantes non fu influenzato dagli insulti che
Avellaneda gli fece subire, e nel 1615 pubblicò a Madrid le sue
Ocho comedias y ocho entremeses (Otto commedie e otto
antipasti), prova concreta della sua precoce e duratura
devozione al teatro. Alcune delle commedie sono del suo primo
periodo, ma le rivide e corresse per la pubblicazione. Aggiunse
otto commedie umoristiche in un atto unico (entremes). Più
tardi, nel 1615, Cervantes pubblicò a Madrid la sua seconda
parte del Don Chisciotte. L'unico elogio appropriato della
seconda parte autentica del Don Chisciotte è quello di dire che
è anche meglio della prima parte.
Cervantes mise poi tutte le sue energie per finire Los
trabajos de Persiles y Sigismunda (Le peripezie di Persile e
Sigismonda), un romanzo di avventure sulla falsariga del romanzo
bizantino. Probabilmente l'aveva iniziato all'inizio del secolo,
firmando sul letto di morte la dedica al conte di Lemos (datata
19 aprile 1616). Morì 4 giorni dopo a Madrid. La sua ultima
opera fu lasciata alla vedova per la pubblicazione, e il libro
apparve a Madrid nel 1617. La tomba non segnata di Cervantes si
trova nel convento trinitario dell'antica Calle de Cantarranas,
oggi chiamata Calle de Lope de Vega.
Tra le tante lodi che in Don Chishotte ricevette in
patria e all'estero ci fu quella, due secoli dopo filosofo
tedesco F. W. J. von Schelling, uno dei tre grandi
esponenti dell'idealismo tedesco, insieme a Fichte ed
Hegel, secondo il quale il Don Chisciotte è "il
più universale, il più profondo e il più pittoresco ritratto
della vita stessa".
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