Verismo

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Cosa è il "Verismo" in letteratura. Analisi esaustiva della corrente letteraria tardo ottocentesca che ambiva a rappresentare la realtà contemporanea in modo crudo e oggettivo, senza filtri, censure o abbellimenti.  

 

Il Verismo, nato in Italia verso la fine dell'Ottocento e all'inizio del Novecento, rappresenta una svolta fondamentale nella letteratura italiana. Questo movimento, sviluppatosi tra il 1875 e il 1895, segna un distacco dall'idealismo romantico e dall'eroismo classico, volgendo lo sguardo verso la realtà quotidiana, spesso cruda e non edulcorata, delle classi meno abbienti.

Il Verismo, è il realismo letterario così come si è sviluppato in Italia tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, tra il 1875 e il 1895. I suoi principali esponenti sono stati i romanzieri siciliani Luigi Capuana e Giovanni Verga. e Federico de Roberto. Il movimento "realista" sorse in Europa dopo la Rivoluzione francese e la sua influenza raggiunse Capuana e Verga soprattutto attraverso gli scritti di Balzac e Zola in Francia e del gruppo della scapigliatura milanese in Italia.

L'obiettivo principale di Verismo era la presentazione oggettiva della vita, di solito delle classi inferiori, utilizzando un linguaggio diretto e disadorno, un dettaglio descrittivo esplicito e un dialogo realistico.

Origini e Sviluppo

La nascita del Verismo in Italia può essere vista come una risposta agli eventi sociali e politici dell'epoca, in particolare alla Rivoluzione Francese e ai cambiamenti che essa portò in Europa. Gli autori veristi, influenzati da scrittori realisti francesi come Honoré de Balzac e Émile Zola, e dal gruppo della scapigliatura milanese, si distaccarono dal tradizionale approccio romantico per abbracciare una rappresentazione più realistica e meno idealizzata della società. Capuana diede inizio al movimento con i racconti Profili di donne (1877) e il romanzo Giacinta (1879) e con altre opere psicologicamente orientate, clinicamente rese, oggettive quasi al punto di sminuire l'emozione umana. Opere dell'amico Verga, tra le quali le più note sono I malavoglia (1881) e Mastro-don Gesualdo (1889), che descrivono con più calore emotivo le lugubri condizioni della Sicilia di inizio Ottocento.

Figure Chiave

Luigi Capuana e Giovanni Verga, insieme a Federico de Roberto, sono considerati i pilastri del Verismo italiano. Questi scrittori siciliani hanno portato nel panorama letterario un nuovo modo di narrare, caratterizzato da un linguaggio diretto e un'attenzione particolare alle dinamiche sociali e psicologiche.

Luigi Capuana

Con opere come "Profili di donne" (1877) e "Giacinta" (1879), Capuana non solo inaugura il movimento, ma stabilisce anche i principi di uno stile di scrittura che sottolinea l'oggettività e una presentazione clinica della realtà, riducendo al minimo l'espressione emotiva.

Giovanni Verga

Attraverso romanzi come "I Malavoglia" (1881) e "Mastro-don Gesualdo" (1889), Verga dipinge un quadro vivido e talvolta desolante della vita in Sicilia. Le sue opere si distinguono per un forte coinvolgimento emotivo, nonostante l'adesione ai principi di imparzialità e oggettività.

Caratteristiche del Verismo

Le opere veriste si distinguono per alcune caratteristiche fondamentali:

- Fotografia della Realtà

Gli autori veristi si impegnano a descrivere la realtà senza abbellimenti, quasi come una fotocamera che cattura immagini senza pregiudizi.

- Pessimismo

Il Verismo spesso trasmette una visione pessimista della vita. Questo aspetto è particolarmente evidente nel modo in cui il movimento affronta temi come le disuguaglianze sociali, esasperate dall'unificazione italiana, che non ha portato i benefici sperati alle classi meno abbienti.

- Impersonalità

Gli autori cercano di mantenere una certa distanza e obiettività, evitando di inserire commenti personali o giudizi all'interno delle loro narrazioni (Giovanni Verga, nelle sue opere, cerca di rimanere imparziale: i critici, in seguito, leggendo le sue opere, diranno che non è rimasto imparziale).

- Linguaggio

Il linguaggio utilizzato nei testi veristi è spesso semplice e diretto, a volte arricchito da espressioni dialettali, per riflettere fedelmente la voce delle classi popolari.

Impatto e Eredità

Il Verismo ha avuto un impatto significativo sulla letteratura italiana, influenzando generazioni successive di scrittori. Uno dei suoi contributi più rilevanti è stato quello di portare alla luce le condizioni di vita delle classi più povere, spesso ignorate nella letteratura precedente.

Dopo la sua fase di apice, il movimento ha subito un declino, scomparendo dalla scena negli anni Venti del '900. Tuttavia, è riemerso in una nuova forma con il neorealismo dopo la seconda guerra mondiale, movimento che ha avuto un forte impatto sul cinema e sulla letteratura, enfatizzando temi come la giustizia sociale, l'antifascismo e la resistenza.

Regionalismo e Diversità nel Verismo

Uno degli aspetti più interessanti del Verismo è la sua tendenza al regionalismo. Molti autori veristi, infatti, hanno scelto di concentrarsi sulle storie e sulle ambientazioni delle loro regioni d'origine. Questo approccio ha permesso una rappresentazione più autentica e dettagliata delle diverse realtà sociali e culturali italiane.

Matilde Serao, ad esempio, ha esplorato nelle sue opere la vita e i problemi sociali di Napoli.
Renato Fucini ha portato alla luce gli aspetti caratteristici della Toscana.
Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura nel 1926, ha raccontato con profondità e sensibilità la vita in Sardegna, la sua terra natia.

Il Verismo e la Società Contemporanea

Le opere veriste non solo offrono una finestra sul passato, ma continuano a essere rilevanti per la loro capacità di indagare e riflettere sulla condizione umana. Il loro impegno nella descrizione della realtà sociale, in particolare delle classi più disagiate, risuona ancora oggi in un'epoca segnata da profonde disuguaglianze e sfide sociali.
 

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