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Un nuovo slancio verso il cielo: le cattedrali gotiche e
le loro vetrate colorate sono lo specchio di una nuova
spiritualità tutta verticale in cerca della luce divina.
Articolo di Laura Panarese per
Informagiovani Italia
Eccoci dopo il
romanico ad affrontare uno dei periodi più complessi e vari, ma anche più
affascinanti della storia dell'arte europea: il gotico. Il gotico per
convenzione si fa iniziare a metà XII secolo; in alcune zone lo si fa durare
anche oltre il XVI secolo, quando fu soppiantato dal linguaggio artistico di
ispirazione classica che ebbe inizio con la riscoperta operata dal
Rinascimento italiano.
Il termine "gotico" fu coniato da
Giorgio Vasari nel XVI secolo come dispregiativo
di barbarico, contrapposto alla ripresa trionfale del linguaggio classico
greco-romano operata dal rinascimento. Per la sua origine francese in epoca
medievale l'architettura gotica era invece definita opus francigenum,
prodotto franco.
Il gotico si esprime soprattutto in ambito architettonico ed è
caratterizzato da un notevole slancio verticale, da elementi specifici come
l'uso della volta a crociera archiacuta, da un certo decorativismo formale
unito ad una nuova drammaticità espressiva in pittura ed in scultura.
L'architettura gotica è caratterizzata poi, oltre che dalla volta a
crociera ad arco acuto su campate solitamente rettangolari, da costoloni
o nervature che reggono la vela, da archi rampanti innestati su
contrafforti, dall'uso di pilastri a fascio, dal trionfo del preziosismo in
ambito extra-monastico, per lo più nella scultura architettonica e nell'utilizzo di vetrate, smalti, superfici variamente lavorate.
Fra tutte le declinazioni regionali del gotico la più importante è, come
dicevo, quella francese: l'architettura gotica degli altri paesi europei può
essere vista come la ripresa, anche se estremamente originale, degli stimoli
derivati dal nuovo linguaggio nato a metà XII secolo nell'Ile de France.
Mentre per l'architettura romanica è difficile individuare una regione
europea più "rappresentativa", o un evento scatenante, per l'architettura
gotica la ricostruzione del coro dell'abbazia di Saint Denis vicino
Parigi
nel 1140 è considerata la data di inizio, perché riutilizza consapevolmente
tecniche costruttive già note, ma le organizza in un sistema logico ed
unitario nuovo, con nuovi obiettivi sia estetici che simbolici,
diffondendoli poi un po' in tutta Europa per incontrare significative
resistenze solo in Italia.
Nel Tre-Quattrocento il gotico si sviluppa in nuove direzioni. L'edificio
dei secoli XII e XIII aveva una navata centrale molto slanciata e le
laterali molto più basse, ragion per cui la luce si concentrava in alto. Lo
spazio interno, perciò, risultava diafano, ascetico, immateriale nella
percezione del fedele.
Nel tardo
gotico invece la disposizione interna più comune è quella della
chiesa a sala, con le navate laterali di uguale altezza rispetto alla
centrale. Ciò fa sì che la luce venga da un'altezza mediana, dalle pareti
laterali, ed illumini in modo unitario tutto lo spazio. Si perde così la
forte direzionalità verticale precedente a vantaggio di una spazialità
policentrica.
La geografia di questa nuova sensibilità si distingue da quella del gotico
classico, assolutamente franco-centrico. Le regioni più all'avanguardia
saranno
Germania,
Boemia,
Inghilterra,
Polonia e la zona alpina. La penisola
iberica si renderà in questa fase promotrice della costruzione di alcune
grandi cattedrali sul modello francese e tedesco dei secoli precedenti.
Per quanto riguarda la scultura, le statue nel periodo gotico sono
quasi sempre dentro nicchie. Il tuttotondo in generale è soppresso dai
luoghi di culto perché i fedeli non vedano nell'opera una divinità da
venerare (una specie sindrome del vitello d'oro?). La scultura gotica
inizialmente è tutt'uno con l'architettura. Da un punto di vista stilistico,
se da un lato la figura si slancia verso l'alto e il modellato si anima di
virtuosistiche, talvolta improbabili linee e curve, dall'altro lato emerge
sempre più l'intenzione da parte dello scultore di rendere l'emotività
(spesso sofferta) del soggetto raffigurato. Tale aspetto in scultura precede
di alcuni decenni gli stessi raggiungimenti in ambito pittorico.
In Italia è decisiva in tal senso l'opera di Nicola Pisano,
del figlio Giovanni e di Arnolfo di Cambio, allievi d'eccellenza (II metà
Duecento, attivi per lo più in Toscana): influenzati dalla coeva arte
francese, ma non solo (tradizione classica, arte federiciana), essi toccano
vertici elevatissimi dal punto di vista formale, narrativo-drammatico,
stilistico (in particolare nei pulpiti di
Pisa,
Siena,
Pistoia e
nella Fontana Maggiore di Perugia: vedi
approfondimento successivo). La sapiente scansione ritmica dello spazio
ripresa dai sarcofagi di età romana si anima in nuove forme, unita alla
mirabile capacità di bilanciare i vuoti e i pieni dei rilievi con
straordinaria attenzione nella resa dei dettagli delle figure rappresentate,
in primis la fisionomia.
Per ciò che concerne invece la pittura tra il XII e il XIV secolo, essa è
condizionata dal rapido affermarsi dei sistemi costruttivi gotici; le nuove
cattedrali sono ormai rivestite quasi solo di vetrate invece che di mura
dipinte o decorate. Per questo le tecniche del mosaico e dell'affresco si
vanno in questo periodo perdendo, mentre si raffinano la pittura su vetro e
su tavola, già in uso in epoca romanica. La pittura su vetro realizza
vetrate colorate da applicare alle finestre o ai rosoni delle cattedrali.
Costituisce uno dei prodotti più innovativi e caratteristici di tutta l'arte
gotica. Ogni finestra doveva essere formata da più pezzi saldati insieme
mediante cornici di piombo. Questa tecnica consentiva di ottenere
figurazioni di grande effetto. La trattazione dei
temi in pittura risente della mutata situazione storica, sociale ed
economica in Europa. La borghesia
cittadina è sempre più concreta e dinamica; si assiste a una progressiva
attualizzazione delle narrazioni sacre, con i personaggi delle sacre
scritture che vestono indumenti del tempo, mentre i luoghi corrispondono a
luoghi reali. In Italia, diversamente dalle altre regioni, l'affresco e il
mosaico continuano ad avere notevole diffusione. Nel Duecento alla
produzione di mosaici e affreschi si unisce quella delle tavole dipinte.
Il gotico in Italia non raggiunge mai l'arditezza strutturale delle
cattedrali francesi, preferendo conservare la tradizione costruttiva
consolidata nei secoli precedenti, e dal punto di vista formale non vi trova
grande sviluppo lo slancio verticale\estatico dell'architettura d'oltralpe.
L'architettura
gotica in Italia è all'inizio un prodotto di importazione. Il tramite
principale sono gli edifici dell'ordine benedettino cistercense, che dalla
Francia si espande in tutta l'Europa occidentale. L'architettura dell'ordine
cistercense è una declinazione a sè dell'edilizia gotica. Essa accoglie le
principali innovazioni delle cattedrali dell'Ile de France, ma in forma
moderata e "ascetica".
Il verticalismo è
frenato, niente torri o campanili, viene bandita la decorazione figurativa,
le vetrate sono prive di colore. Viene però utilizzata la volta a crociera
archiacuta rettangolare, i pilastri a fascio che proseguono nelle costolonature delle volte, i capitelli con ornamentazioni minimali per lo
più non figurative.
La lavorazione
della pietra è molto accurata, lo spazio che si ottiene è di una pulizia
quasi contemporanea. L'incontro di questo nuovo linguaggio con la tradizione
locale costituì in Italia la base fondamentale per gli sviluppi
architettonici successivi.
Questa architettura benedettina si prestava ad essere adottata, con
modifiche, anche da parte degli ordini mendicanti (francescani e
domenicani), che all'epoca in Italia erano in grande ascesa. Questi ordini
volevano edifici sacri semplici, spogli, funzionali, con ampie navate perchè
i fedeli potessero ascoltare le prediche e seguire i riti senza ingombri
visivi, come avveniva invece nelle cattedrali.
Le abbazie cistercensi ebbero una diffusione incredibile su tutto il
territorio della penisola, adeguando spesso le tecniche costruttive alle
tradizioni locali. Abbiamo edifici in laterizio nella pianura padana, pietra
nell'Italia centrale e in Toscana, in quest'ultima spesso decorazioni bicrome come nella locale tradizione romanica. Fra gli edifici non
cistercensi di questo secolo vicini all'architettura gotica, pur mostrando
persistenze romaniche, il Battistero di Parma di Benedetto Antelami e la
Chiesa di Sant'Andrea a Vercelli.
Tra i
capolavori del gotico in Italia, la Basilica di San Francesco ad
Assisi (1228 - 1253), Basilica di Sant'Antonio
a Padova, la
Basilica di San Francesco a
Bologna (1236 - 1263), la
Basilica di Santa Maria Novella a Firenze. In questo secolo
vengono costruite o terminate alcune cattedrali, fra cui
Duomo di
Siena, mentre verso la fine
del secolo vengono cominciati cantieri di edifici realizzati nel Trecento;
fra questi gli edifici fiorentini della
Basilica di Santa
Croce,
Cattedrale di
Santa Maria del Fiore,
Palazzo Vecchio, ma anche la veneziana
Santa Maria Gloriosa dei Frari e l'umbro Duomo di
Orvieto. Da non
dimenticare l'architettura civile e militare che nell'Italia meridionale
nasce per impulso dell'Imperatore Federico II di Svevia.
Al termine del XIV secolo verranno iniziati i due maggiori cantieri tardo
gotici italiani: il Duomo di Milano e la
Basilica di San
Petronio a
Bologna.
IL GOTICO IN ITALIA: UN ESEMPIO
Scegliere un esempio di arte gotica per capirne le caratteristiche
generali è difficile, proprio per la varietà delle forme in cui si è
espressa e per l'ampiezza del territorio che ha coperto. Continuando però il
discorso italiano già fatto per il romanico (Duomo di Modena e Wiligelmo),
sceglierei un'opera molto rappresentativa del gotico scultoreo nostrano, un
lavoro del già citato Nicola Pisano
1,
scultore formatosi in ambito meridionale, pugliese nello specifico (Nicola
de Apulia), forse federiciano, sicuramente attivo dal 1220, come attestano i
documenti, che si formò sull'arte classica, oltre che sulle nuove
suggestioni d'oltralpe. Scelgo un'opera a metà tra architettura e scultura,
che ben riassume la commistione tra le due discipline tipica del gotico: un
pulpito eseguito per il Battistero di Pisa nel 1260 (come attesta
un?iscrizione inserita nel monumento), prima opera certa di Nicola.
Esagonale, il
pulpito poggia su sei colonne di granito rosso (un tipo di marmo molto
pregiato) che a loro volta sono sorrette alternativamente su leoni stilofori
o da doppie basi; la colonna centrale sta su un corpo con scolpiti uomini e
animali; al di sopra delle colonne, su capitelli decorati, sono appoggiati
archi a tutto sesto trilobati, ossia divisi in tre curve a simulare un
trifoglio, a loro volta separati da statue di Profeti e Virtù. Nella parte
alta, sul parapetto del celebrante, stanno cinque lastre marmoree separate
da colonnine; rappresentano la Natività, l'Adorazione dei Magi, la
Presentazione al tempio, la Crocifissione e il Giudizio universale.
In questa prima opera Nicola Pisano già mostra di possedere una tecnica
matura, consapevole; lo stile da lui elaborato è già originale, e si imporrà
come termine ante quem imprescindibile per i successivi sviluppi della
scultura italiana. L'artista struttura il pulpito come un'architettura in
piccolo e lo inserisce liberamente nello spazio. Abbandonato il tradizionale
impianto a cassa quadrangolare, Nicola ha scelto una forma prismatica
esagonale che riprende le esperienze architettoniche probabilmente maturate
presso la corte di Federico II di Svevia, dove forse si era formato. Le
membrature e le parti scultoree sono in perfetto equilibrio le une con le
altre, così come perfettamente fuse vi appaiono le diverse componenti
stilistiche della cultura di Nicola, l'antico dei bassorilievi e dei
sarcofagi romani (quelli che per esempio erano visibili nel vicino
Camposanto pisano) e il gotico transalpino, con le sue architetture
slanciate, con gli archi trilobati, con i capitelli a crochets.
In generale è
straordinaria l'animazione plastica dell'apparato scultoreo, che si fonda
con
l'architettura creando un unicum armonico e perfetto, secondo la più
elegante tradizione gotica d'oltralpe. Ecco due dettagli di un rilievo del
parapetto, la scena con l'Adorazione dei Magi, lastra di marmo, altezza 85
cm.
Plasticismo, forza, geometricità delle linee di contorno sembrerebbero
rimandare alla maniera romanica, alla Wiligelmo, per esempio; tuttavia nuovi
elementi si fanno strada nella figurazione: una sacralità nuova, elegante,
raffinata, che sa di antico, ma sa anche di nuovo, di straniero, e
conferisce ai sentimenti di chi guarda un nuovo respiro universale, panico.
Il marmo vibra di accenti delicati, eppure forti. La natura, prima
trattenuta, rivendica di nuovo un ruolo prepotente; la maestria dello
scultore chiede di nuovo di esprimersi liberamente, al servizio del divino,
ma umanamente, come solo un essere umano sa fare, come solo un grande
artista può permettersi.
Articolo di Laura Panarese per
Informagiovani Italia
1
Si veda anche:
www.storiadellarte.com/biografie/pisanon/pisanon.htm;
www.thais.it/scultura/pisanico.htm;
www.scultura-italiana.com/Biografie/PisanoN.htm.
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