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Acquedotto Caños e de Carmona - Siviglia
L'origine di questo lavoro di
ingegneria antica risale al periodo imperiale romano. Si dice che venne
edificato proprio quando Giulio Cesare era governatore di Híspalis.
Con l'avvento dei Visigoti, la manutenzione dell'acquedotto fu completamente
abbandonata, al punto che i canali si intasarono e cessarono di funzionare.
Durante questo periodo e in parte durante il governo musulmano, la città fu
rifornita di acqua salmastra che veniva estratta dai pozzi scavati sulle
rive del fiume.
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Questo
sistema proseguì fino a quando durante la dinastia Almohade, il califfo
Abu Yusuf Yaqub, decise di riparare l'acquedotto per porre
fine ai problemi idrici della città. All'interno della città furono
costruite delle grandi cisterne dove si sarebbe immagazzinata l'acqua
portata a distribuirla in diverse fontane pubbliche ed edifici
importanti.
Infatti, il nome "Caños de Carmona" non deve trarre in inganno,
perché l'acqua non proveniva dal villaggio di Carmona, ma arrivana da
alcune sorgenti del Cercadillos de la Huerta de Santa Lucía e
Alcalá de Guadaíra. La lunghezza dell'acquedotto era di circa 17,5
km, e gran parte (13,5 km) era sotterranea, fino a raggiungere
Torreblanca. Per questo motivo si chiamava Caños y de Carmona
(Caños letteralmente significa condotta, tubo), perché l'acquedotto
stesso terminava alla Puerta de Carmona.
L'acquedotto era costituito da circa 400 archi, in pietra romana
riutilizzata, mattoni e ceramiche. Si dirigeva verso l'attuale Calle
Luis de Morales per andare al Palacio Buharia (antico palazzo
almohade di cui ora si conservano solo i resti) e da lì continuava verso
l'Alcazar. La parte principale continuava fino alla Puerta de Carmona,
dove si collegava alle mura e si immagazzinava l'acqua nelle cisterne
che si trovavano nell'antico foro romano.
A causa delle irregolarità naturali prodotte da Torreblanca a Siviglia,
l'acquedotto poté funzionare perfettamente fino al XIX secolo, quando fu
demolito nel 1912 a causa delle lamentele dei vicini del quartiere,
poiché le arcate dell'acquedotto servivano da rifugio per i delinquenti
che disturbavano il quartiere, e a causa dello stato rovinoso
dell'acquedotto in alcune zone.
Secondo i sivigliani, se non fosse stato demolito nel XIX secolo, la
città avrebbe conservato l'acquedotto romano più lungo della Spagna, più
lungo di quello di Segovia.
Acquedotto Caños e de Carmona
Calle Cigüeña, Los Pájaros, Distrito Cerro-Amate, Sivilia (uno dei punti
visibili dell'acquedotto)
Area: Quartiere Macarena
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