Sei qui:
Siviglia: cosa vedere
>
La Siviglia ebraica
Il passato arabo,
romano e anche visigoto di Siviglia può essere visto ovunque. Ma
sembra meno noto il fatto che la città avesse uno dei più grandi
quartieri ebraici nell'antica Sepharad, il nome che gli
ebrei diedero alla penisola iberica romana fin dal
II secolo. La città, un'immensa fortificazione, aveva un
quartiere ebraico che ora è indispensabile per rispondere a
molte domande.
|
|
Abbiamo fatto un giro attraverso il "Medioevo sivigliano" in cui il
quartiere ebraico ha giocato un ruolo essenziale. Dall'incantevole viuzza
che parte dal Patio de las Banderas, passando
per la Calle Vida, Calle Muerte e, in breve, i quartieri di
Santa Cruz, San Bartolomé e San Nicolás, abbiamo scoperto
scenari pieni di storie e tracce di Siviglia ebraica.
La Judería - il
Quartiere ebraico di Siviglia
Strade
come Jamerdana, un nome ebraico che si riferisce al luogo dove si
trovavano i resti del macello, o la Puerta de la Carne (ora
inesistente, ma ancora chiamata così nella una zona) fanno subito intuire
come la Chiesa di Santa María la Blanca, una delle più belle chiese
di Siviglia, fosse stata in precedenza una sinagoga (e anche una moschea),
come le stradine e i vicoli stretti di quel tempo sono ancora disegnati
sulla mappa della città o come nel Convento delle Suore Domenicane (Madre de
Dios) c'era uno dei più grandi templi ebraici in Spagna dopo quello di
Toledo. Questo nel momento in cui Samuel ha-Levi, il cui nome e
cognome ci avverte della sua origine e religione, era il tesoriere del re
Pietro il Crudele (per altri il Giusto) e godeva di tutta la sua
fiducia.
Abbiamo
appreso che le griglie del Palazzo rinascimentale di Mañara (in Calle Levies,
il nome dice tutto) fanno parte di una delle migliori collezioni di fucine
ebraiche di Siviglia in Calle Jamerdana de
Sevillalas, che nell'attuale Convento dei Salesiani c'era
un'altra sinagoga (ne esistevano infatti più di venti nel Medioevo) e la
storia della bella e sfortunata Susona ben Susón, una giovane
cristiana, di origine ebraica, che suo padre, il ricco commerciante Diego
Susón offre a Isabella di Castiglia, la regina Cattolica, appena giunta a
Siviglia, affinché faccia parte della sua corte. La regina accetta
volentieri la presenza della giovane tra le damigelle a lei vicine e Susana
alla ricerca di un buon marito comincia ad avere addosso gli sguardi del
giovane Fernando.
Intorno al 1481, nella Judería, il quartiere ebraico, iniziò a prepararsi
una ribellione in risposta alle angherie che gli ebrei stavano sopportando
dai cristiani. Le tensioni tra i fedeli delle due religioni erano iniziate
un secolo prima, con una strage di quasi 4mila ebrei, e da allora non si
erano mai risolte davvero, con il disprezzo dei cristiani per gli ebrei e
l'impossibilità di questi di affermarsi nei commerci senza subire pesanti
rappresaglie. Nel loro proposito di ribellione, gli ebrei cercavano
l'appoggio dei moriscos, i musulmani convertiti al cristianesimo.
Una
delle riunioni di preparazione si tenne in casa di Diego Susón,
padre di Susona e uno dei capi della rivolta. E fu così che la bella
Susona venne a sapere dei dettagli della rivolta in preparazione. Fu per la
paura di perdere Fernando, il giovane cavaliere del quale si era innamorata,
che corse ad avvertirlo, affinché si salvasse, essendo i nobiluomini della
città il principale obiettivo dei ribelli. Ma l'amante si fece raccontare i
dettagli e quindi li raccontò al responsabile della sicurezza cittadina,
Diego de Merlo, che soffocò la sommossa ebraica ancora prima che si
realizzasse. Tra gli arrestati c'era ovviamente il padre di Susona, Diego
Susón; imprigionati, gli ebrei furono giustiziati pochi giorni dopo.
Ricordiamo che nel 1478 cominciò l'Inquisizione spagnola e solo pochi anni
dopo, nel fatale 1492, i Re Cattolici cacciarono gli ebrei dalla Spagna,
privando il Paese della loro abilità commerciale e della loro sapienza
antica e causando la diaspora sefardita, a cui tanto deve la cultura
europea.
Il
dolore di Susona per la la perdita della sua famiglia e il grande senso
di colpa per aver tradito suo padre fu tale fu tale che non solo
divenne cristiana, ma si ritirò per diversi anni in un convento. Alla
sua morte dispose nel suo testamento che la sua testa fosse appeso alla
porta della sua casa nel quartiere di Santa Cruz, per ricordare alla
gente del suo tradimento. La testa rimase almeno per i seguenti 200
anni. Oggi una targa in ceramica raffigurante un teschio la ricorda. Da
qui il nome di Calle Muerte ora chiamata Calle Susona in onore di questa
signora.
Insomma, storie del quartiere ebraico che vanno oltre alcuni nomi o
simboli che fanno parte del presente della città, di una Siviglia
avvolto in numerosi enigmi e leggende. Ma Siviglia è ancora legata al
mondo ebraico in senso anche fisico ancora oggi. Pare che più dell'80%
dei cappelli neri utilizzati dagli ebrei ortodossi d'Israele o degli
Stati Uniti siano fabbricati a Siviglia. La ISESA (Industrias
Sombrereras Españolas), famosa per la produzione anche del celebre
cappello Panama, li produce in pelle di coniglio e li esporta a New York
e Gerusalemme e nel resto del mondo.
Copyright © Informagiovani-italia.com. La riproduzione
totale o parziale, in qualunque forma, su qualsiasi supporto
e con qualunque mezzo è proibita senza autorizzazione scritta.
Se questa pagina ti è piaciuta e ti è stata utile offrici
un caffè (ma non ci offendiamo se ci offri una pizza :) ), così ci aiuterai ad andare avanti per quanto possiamo e a scrivere e offrire la prossima guida gratuitamente.: Paypal
☕
Dove si trova?
Torna su
Ostelli Siviglia
Ostelli Spagna
Hotel Siviglia
Hotel Spagna
Carte d'Espagne
Karte von Spanien
Mapa de
España
Map of Spain
Carte de
Séville
Karte von Sevilla
Mapa Sevilla Map of Seville
|