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Ponte Vecchio a Firenze
Il Ponte Vecchio
sull'Arno è il più grande simbolo di Firenze, fiero rappresentante della
storia e del carattere della città. Venne costruito nel 1345 da Neri di Fioravante e probabilmente anche
da Taddeo Gaddi (se si considerano gli scritti del
Vasari), in quello che oggi costituisce il punto più stretto del fiume (un
tempo un guado). In epoca romana è nota la presenza di un ponte fortemente
danneggiato dalle alluvioni e più volte ricostruito fino all'attuale del
1345.
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Il ponte è parte del cosiddetto
Corridoio Vasariano, che in un chilometro collega
il Palazzo Vecchio al Palazzo Pitti, passando anche per gli
Uffizi, secondo il progetto dello stesso Vasari come ordinato
da Cosimo I. Ponte Vecchio è anche conosciuto per alcuni episodi
storici di rilievo, tra cui il fatto d'essere rimasto complessivamente
intatto ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale.
La sua tradizione è quella delle botteghe artigiane,
un tempo quelle di fabbri, macellai, conciatori, mentre oggi
rimangono solo quelle degli orafi fiorentini, che caratterizzano
la zona come poche altre. Si noterà al proposito il famoso busto
a Benvenuto Cellini, il più famoso orafo fiorentino.
Dalla via de' Bardi si accede alla Torre dei Mannelli,
l'unica superstite delle torri che controllavano il ponte dai
quattro lati (per questo chiamate capi di ponte), demolite per
far posto al Corridoio Vasariano. Un consiglio in più: non si
perda la vista del ponte al tramonto, spettacolare.
Il Ponte Vecchio sorge nel punto più stretto dell'Arno, un po'
più a monte dell'antico ponte romano, intorno a cui si era
sviluppato il primo nucleo della Florentia romana e che
si presentava parallelo all'attuale e con l'imbocco in asse con
via Guicciardini. In luogo di questo nel IX secolo ne
venne costruito un altro che crollò con la piena del 1178: il
Comune, nel predisporne la ricostruzione, decise di spostare
verso occidente la via di Por Santa Maria e, nel
contempo, la testata settentrionale del ponte che venne così a
disporsi perpendicolarmente al corso del fiume, nel punto dove
oggi si trova il Ponte Vecchio.
Il passaggio sul fiume, che aveva uno sviluppo di cinque arcate,
una larghezza pari a metà dell'attuale e ospitava già alcuni
negozi, crollò con la tremenda piena del 1333 e venne fatto
riedificare dal duca di Atene nel 1345 da Neri di Fioravante,
già attivo nel Bargello o, secondo il Vasari, dal pittore
Taddeo Gaddi. Il ponte si presentava molto più largo e
robusto del precedente grazie a una struttura impostata su tre
arcate e numerose botteghe in muratura, struttura che è rimasta
sostanzialmente immutata fino ad oggi.
Nel 1495 la proprietà degli ambienti passò dal Comune ai privati
e le botteghe si espansero in altezza e a sbalzo sul fiume
conferendo al ponte l'aspetto caratteristico che conserva
tuttora. Un'aggiunta sostanziale si ebbe con la costruzione del
corridoio soprelevato voluto da Cosimo I de' Medici per
collegare Palazzo Vecchio, primo palazzo ducale, alla
nuova residenza di Palazzo Pitti, attraverso la Fabbrica
degli Uffizi, il ponte, la Chiesa di Santa Felicita e il
giardino di Boboli. La costruzione, condotta a tempo di
record fra il marzo e il settembre del 1565 sotto la guida di
Giorgio Vasari, era pronta per i solenni festeggiamenti per
le nozze di Francesco de' Medici e Giovanna d'Austria.
Alla fine del Cinquecento le botteghe vennero riservate agli
orefici per decreto granducale di Ferdinando I, nel quadro degli
interventi promossi dal sovrano a favore delle arti minori a
Firenze. La storia del ponte, da cui si gode una splendida vista
a monte e a valle del fiume, fu legata in seguito a quella della
città; al centro di esso fu posta nel 1900 una fontana con busto
di Benvenuto Cellini, opera di Raffaello Romanelli.
Durante la Seconda Guerra Mondiale fu l'unico ponte ad essere
risparmiato dai Tedeschi che ne minarono le strade di accesso,
ostruendone le imboccature con il crollo degli edifici, ma non
impedirono i collegamenti fra le due rive attraverso il
corridoio vasariano, prezioso passaggio utilizzato dalla
Resistenza. Ulteriori danni alle botteghe e al ponte vennero
causati dalla grande
Alluvione del 4 novembre 1966 Attualmente vi hanno sede, nei
negozi dai caratteristici sporti, alcune fra le maggiori
gioiellerie e oreficerie fiorentine.
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