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Il Sarto di Ulm
C'è una filastrocca che ancora si insegna ai bambini di Ulm che recita:
"Il Sarto di Ulm
tentò di volare
Ma il diavolo lo acchiappò
e nel Danubio lo fece cascare"
Che il diavolo tenti o meno di frenare i nostri sogni, un uomo, Albrecht
Ludwig Berblinger, comunemente noto come "il sarto di Ulm" tentò il sogno
dell'uomo forse più grande di tutti: volare. Berblinger fu un inventore e
pioniere dell'aviazione tedesco. Fu inventore di una macchina da volo simile al
deltaplano, con il quale effettuò un fallito tentativo di volo sopra il fiume
Danubio presso la sua città ed è per questo da considerarsi un precursore di
Otto Lilienthal e dei Fratelli Wright.
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Spese una fortuna per il suo sogno e divenne così povero che morì di
malnutrizione.
"Un uomo diventa vecchio quando i suoi
rimpianti prendono il posto dei suoi sogni." John Barrymore
Il 24 aprile del 1811, sul giornale
Schwäbischer Merkur apparve questo annuncio:
Ulm,
24 aprile. [Nuova macchina volante.] Dopo un inenarrabile sforzo nello spazio di
diversi mesi, con sacrificio di una cospicua somma di danaro e con applicazione
di un indefesso studio della meccanica, il sottoscritto è riuscito ad inventare
una macchina volante con cui qui tra qualche giorno effettuerà il suo primo
tentativo, alla cui riuscita, rassicurato dal sostegno di diversi adepti, crede
di non poter minimamente dubitare. A partire da oggi fino al giorno della prova,
che sarà preventivamente annunciato con precisione assieme all'ora su queste
pagine, la macchina è esposta alla visione e all'esame del pubblico qui nella
sala della locanda Alla croce d'oro. - Berblinger.
Albrecht Ludwig Berblinger nacque ad Ulm il 24 giugno 1770. Settimo figlio di
genitori di umili origini. Il padre morì nel 1783 e, come spesso accadeva
all'epoca alla famiglie numerose con poche risorse Albrecht fu mandato in un
orfanotrofio venne instradato alla professione del sarto, sebbene il suo
desiderio fosse quello di diventare orologiaio.
All'età
di 21 anni prese il diploma come sarto, e grazie anche al matrimonio con Anna
Scheiffelin una donna di famiglia abbastanza agiata. Fare il sarto però appariva
a chi conosceva Berblinger solo un ripiego e lui non nascondeva il suo grande
interesse per la meccanica. Il frutto di questa passione si dimostrò col fatto
che tra il 1803 e il 1807, Berblinger costruì alcune carrozzine per bambini e
alcuni veicoli e a partire dal 1809, ideò alcune protesi per gambe. Ma il suo
sogno più grande era un altro
. Il "Sarto di Ulm" avorò quindi per anni su un
oggetto simile al deltaplano, con la convinzione che potesse volare. Il suo
progetto suscitò l'ilarità di molte persone, come spesso accade in questi casi,
ma anche l'interesse di re Federico del Württemberg. In quello stesso
periodo l'orologiaio di Basilea di Jakob
Degen fece volare un dispositivo per 25 metri al Prater di
Vienna.
Berblinger iniziò a provare la sua invenzione nel sobborgo di Michelsberg a Ulm
e la rese quindi nota al pubblico tramite un inserzione (quella che abbiamo
riportato su), fatta il 24 aprile 1811, nel giornale locale Schwäbischer
Merkur. Dopo qualche rinvio il 30 maggio 1811, atteso dal re del Württember
e di migliaia di spettatori, rinuncò. Deluso il re ripartì per la sua redidenza
di Stoccarda.
Il 31 maggio 1811, Berblinger tentò quindi nuovamente di sorvolare il Danubio,
partendo dai dai bastioni di Ulm. Anche questo tentativo avvenne alla presenza
di migliaia di spettatori. Il tentativo fallì, Berblinger precipitò col velivolo
nelle acque del fiume e il "Sarto" fu tratto in salvo da alcuni pescatori del
quartiere di
Fischerviertel.
Ci sono diversi posti a Ulm che
ricordano questo genio incompreso, che forse ha vissuto in un periodo storico sbagliato.
Incompreso, ridicolizzato e morto povero in canna, tuttavia determinato come
pochi. Riuscì ad investire tutto il suo reddito nel suo sogno. Fu però
sfortunato.
Varie ricostruzioni successive provarono che il deltaplano di Berblinger
era idoneo al
volo;
quel che capitò tuttavia fu che quel 31 maggio 1811 il vento non era quello giusto, e
così pure il giorno successivo; in più un insieme di concause climatiche
portarono al completo fallimento dell'impresa. L'uomo non si riprese dalla
disavventura e si suoi sogni gli caddero addosso come il peso della gravitò del
mondo. La sua reputazione nella comunità degli artigiani fu per sempre
compromessa. Nel 1819 fu dichiarato civiliter mortuus cioè
Civilmente morto; morto per la legge. La condizione di chi ha perso i suoi
diritti civili e le sue capacità. Questa triste condizione gli permise almeno di
ricevere una sovvenzione dalla sua città.Berblinger
si impoverì a tal punto da morire di malnutrizione il 28 gennaio 1829 in un
ospedale di Ulm, all'età di 58 anni. Fu sepolto in una tomba per poveri.
La storia dello sfortunato
sarto, uno dei primi uomini a credere nella possibilità di veder l'uomo volare,
si apprende da una visita al Municipio di Ulm, il
Rathaus (vedere
Rathaus Ulm), situato al lato dell'antica piazza del mercato, la
Markplatz. Se si accede dalle scale, sul lato destro, si nota l'enorme
replica del deltaplano di Berblinger, appeso all'alto soffitto di vetro. Lo si
nota composto da due grosse 'ali' a strisce bianche e rosse attaccate tra loro
da semplici cinghie in cuoio. Se avete occasione, leggete il romanzo di Max
Eyth chiamato "Der Schneider von Ulm. Geschichte eines zweihundert Jahre
zu früh Geborenen "(Storia di un uomo nato 200 anni troppo presto), del
1906.
La Città della Scienza di Ulm dal 1988 su base regolare ha indetto un premio
speciale per commemorare l'uomo che per primo deltaplano nella storia
dell'aviazione. Il "Berblinger Price" per incoraggiare tutti i produttori di
aerei al mondo a svilluppare al massimo la loro creatività e a concentrarsi sul
miglioramento della sicurezza, sulle prestazioni ambientali, l'aerodinamica, il
design e l'economicità del trasporto aereo. Dal 1998, la Società Tedesca di
Medicina Aerospaziale (DGLRM) dona ogni anno alla promozione di giovani
scienziati nelle loro discipline, il "Premio Albert-Ludwig-Berblinger".
Anche un opera di Bertolt Brecht è stata
chiamata il Sarto di Ulm e alcune delle sue strofe fanno così:
"Vescovo, so volare",
il sarto disse al vescovo.
"Guarda come si fa!"
E salì, con arnesi
che parevano ali,
sopra la grande, grande cattedrale.
Il vescovo andò innanzi.
"Non sono che bugie,
non è un uccello, l'uomo:
mai l'uomo volerà",
disse del sarto il vescovo.
"Il sarto è morto", disse
al vescovo la gente.
"Era proprio pazzia.
Le ali si son rotte
e lui sta là, schiantato
sui duri, duri selci del sagrato".
"Che le campani suonino
Erano solo bugie.
Non è un uccello, l'uomo:
mai l'uomo volerà",
disse alla gente il vescovo.
Punto in cui il Sarto di Ulm cadde sul Danubio

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