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Pablo
Neruda, pseudonimo di Neftalí Ricardo Reyes Basoalto, è stato
uno dei poeti più influenti del XX secolo, la cui opera ha
risonato ben oltre i confini del suo Cile natale. Premio Nobel
per la Letteratura nel 1971, Neruda ha combinato passione,
politica e natura nelle sue poesie, lasciando un'eredità
indelebile nella letteratura mondiale.
Pablo Neruda (Parral,
12 luglio 1904 – Santiago del Cile, 23 settembre 1973) è stato forse il più grande poeta
spagnolo del XX secolo. Disseminata in migliaia di versi è
rimasta ai posteri la biografia, intima e pubblica, segreta e
militante, del grande poeta cileno. Ci ha anche lasciato in
eredità la cronaca dei suoi giorni agitati e viaggiati in un
memoriale lirico intitolato Confesso che ho vissuto, e
sulla sua figura hanno scritto molti amici dello scrittore, la
sua appassionata vedova Matilde Urrutia e centinaia di
critici e storici.
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La personalità travolgente di quest'uomo di credo
comunista, risoluto e testardo fino al sacrificio per tutto ciò
in cui credeva, esplode nella sua opera con un soffio vitale che
accenna appena alle molte tribolazioni e alle molte ore buie che
ha dovuto attraversare contro quella povertà
che troppo spesso macchia il nostro mondo in modo
indelebile.
Per alcuni che lo hanno conosciuto, soprattutto per coloro che
hanno condiviso con lui la lotta contro la miseria e
l'oppressione dei popoli, Pablo Neruda ha goduto
dell'eccezionale carisma di quegli eletti a cui calza come un
guanto la parola esemplarità, ma per la maggior parte dei
lettori che non hanno goduto della fortuna del suo abbraccio, il
poeta sarà sempre quel personaggio timido, invisibile e
accovacciato che si nascondeva dietro le orizzontali e tenui
sbarre delle sue belle canzoni d'amore.

Il poeta conosciuto come Pablo Neruda si chiamava Neftalí
Ricardo Reyes Basoalto alla sua nascita nella cittadina di
Parral, 350 km a sud di Santiago del Cile , il 12 luglio 1904. Firmava la sua
opera "Pablo Neruda" (anche se non adottò legalmente quel nome
fino al 1946) perché suo padre, un ferroviere, disapprovava gli
interessi poetici del figlio. Neruda si sentì profondamente
radicato nella sua patria cilena per tutta la vita nonostante
avesse condotto una esistenza da viaggiatore instancabile. Sua
madre, Rosa Basoalto, morì di tubercolosi poco dopo il
parto, e suo padre, conducente di un treno che caricava pietre,
José del Carmen Reyes Morales, si sposò due anni dopo con
Trinidad Cambia Marverde, della quale Neruda scriverà:
"Era una donna dolce e diligente, aveva un senso dell'umorismo
contadino e una gentilezza attiva e instancabile". Per il
piccolo Neftalí era la sua nuova madre come la fata buona; lo
istruiva con una sollecitudine ancora maggiore del suo vero
padre, con il quale, nella sua adolescenza, avrebbe presto avuto
seri litigi.
Residente a Temuco, nella regione dell'Araucanía, entrò
nel Liceo della città nel 1910, e quando non aveva ancora
lasciato questa istituzione, il 18 luglio 1917, poté leggere con
emozione in un giornale locale, La Mañana, il primo dei
suoi articoli pubblicati, che intitolò "Entusiasmo e
perseveranza". Ormai aveva avuto la fortuna di conoscere una
signora imponente, "alta, con abiti molto lunghi", che
non era altro che la famosa poetessa
Gabriela Mistral (nome d'arte di Lucila Godoy
Alcayaga) che gli aveva regalato alcuni libri di
Tolstoj,
Dostoevskij e Cechov, che furono decisivi nella
sua prima formazione letteraria.
Tuttavia, suo padre si oppose apertamente a seguire questa
vocazione, così che quando il 28 novembre 1920 vinse il premio
alla Festa della Primavera di Temuco, il giovane poeta stava già
firmando le sue poesie con uno pseudonimo, uno stratagemma per
disorientare suo padre. Il nome scelto, Neruda, l'aveva trovato
per caso in una rivista ed era di origine ceca; non sapeva che
lo stava usurpando da un collega, uno scrittore lontano che
componeva belle ballate e che aveva un monumento eretto nel
quartiere Mala Strana di
Praga.
Terminati gli studi al Liceo si trasferì a Santiago per
intraprendere la carriera di insegnante di francese all'Instituto
Pedagógico, ma continuò a preparare libri di versi. Poco dopo,
si unì alla rivista Juventud della federazione degli
studenti, dove entra in contatto con il movimento anarchico e,
in particolare, con uno dei leader del gruppo, formidabile e
coraggioso, chiamato Juan Gandulfo. Nel 1922, avendo
stretto una buona amicizia, che si rivelerà fruttuosa e
duratura, con il direttore della rivista Claridad, entra
nella sua redazione, e comincia così a scrivere come un pazzo
fino a cinque poesie al giorno. L'anno seguente pubblica il suo
primo libro di poesie, Crepusculario, a sue spese.
Per pagare questa pubblicazione, Pablo Neruda, allora giovane
avido di lettura e di vita, stravagante e magro, vestito come un
poeta bohémien del XIX secolo con un abito nero, deve vendere i
suoi mobili, impegnare l'orologio che gli aveva regalato suo
padre e ricevere l'aiuto in extremis di un generoso critico.
Quest'ultimo, un certo Allone, si presta a saldare il
debito quando l'editore si rifiuta di consegnare una sola copia
prima che il conto sia completamente pagato.
Crepusculario era in realtà una miscellanea di altri
progetti, un riordino frettoloso di poesie che lasciò subito
l'autore insoddisfatto. Da allora Neruda si dedicò, con più
determinazione se possibile, alla preparazione di un altro
libro, questo, organico e molto più personale, che finirà per
essere pubblicato nel 1924 con il titolo Veinte poemas de
amor y una canción desesperada (Venti poesie d'amore e un canto
di disperazione).
Diplomatico per l'Asia
Da questo momento la politicizzazione della poesia di Pablo
Neruda sarà progressivamente maggiore e, allo stesso tempo, la
sua vita affronterà circostanze economiche avverse. Nel momento
in cui abbandona i suoi studi, suo padre gli ritira ogni aiuto
materiale, quindi abbraccia la speranza di ottenere un posto da
diplomatico. Tuttavia, tutto ciò che ottiene nel 1927 è un
oscuro e remoto incarico consolare a Rangoon, in
Birmania.
Lì, in quelle terre fantastiche, "tra uomini che adorano il
cobra e la mucca", Pablo Neruda incontrò la tanto bella
quanto pericolosa Josie Bliss, una nativa che tuttavia
vestiva all'inglese. Dopo aver visitato in sua compagnia gli
angoli più esotici di quelle terre, si trasferì a vivere con
lei, ma presto la ragazza trasformò la sua dolcezza in gelosia,
e la vita di coppia divenne intollerabile. "Provavo tenerezza
verso i suoi piedi nudi", scrisse lo scrittore, ma raccontò
anche come Josie nascose le sue lettere e come, in un'occasione,
si svegliò di soprassalto e la trovò vestita di bianco,
dall'altra parte della zanzariera, cupa, brandendo un coltello
mortale e indecisa se sferrare il colpo fatale: "Quando
morirai le mie paure saranno finite", balbettò amaramente la
donna.
Spaventato, Pablo Neruda fuggì presto da quella situazione che
diventava sempre più minacciosa, e quando ricevette un
telegramma che lo informava del suo trasferimento a Ceylon,
preparò il viaggio nella massima segretezza e partì senza
salutare, lasciando nella desolata casa di Josie i suoi vestiti
e i libri.
Servì per un anno come console a Colombo (Ceylon, oggi
Sri Lanka) e nel 1929 fu trasferito a Singapore. Il suo
interesse per la cultura e la politica della regione lo portò a
partecipare al Congresso Pan-Hindu, tenutosi a Calcutta
nel 1929. Nel 1930, Pablo Neruda sposò Maria Antonieta
Hagenaar, una giovane donna olandese con la quale tornò in
Cile due anni dopo e che gli diede una figlia, Malva Marina,
il 4 ottobre 1934. Lo stesso anno, dopo aver conosciuto
Federico García Lorca a Buenos Aires, si trasferì in
Spagna per assumere la responsabilità del consolato cileno a
Barcellona. In Spagna sviluppò un'intensa attività
culturale e incontrò poeti della cosiddetta Generazione del '27
come Miguel Hernández, Luis Cernuda, Vicente
Aleixandre o Manuel Altolaguirre.
Neruda
in Spagna
La sua integrazione in quella
Madrid
piena di passioni politiche aumentò l'anno seguente, perché nel
febbraio del 1935 prese il comando del consolato del Cile nella
capitale spagnola. A Madrid apparve quell'anno la rivista
letteraria Caballo Verde para la Poesía, diretta dal
poeta. Anche lì stampò una delle sue opere più famose,
Residencia en la Tierra (Tre residenze sulla terra), e
incontrò la sua seconda moglie, Delia del Carril.
La traiettoria spagnola di Neruda prese toni drammatici quando
il 18 luglio 1936 iniziò la terribile guerra civile che
sconvolgerà il paese. Uno dei primi eventi sanguinosi di quella
lotta fu l'uccisione di Federico García Lorca. Lasciò la
penisola iberica a metà della guerra e andò a
Parigi,
dove partecipò attivamente ad atti di solidarietà con la
Repubblica e il popolo spagnolo. Dopo il suo ritorno in Cile nel
1937, pubblicò España en el corazón (Spagna nel suo
cuore) continuando la sua battaglia a favore della Spagna
repubblicana.
L'orrore di Neruda per le barbarie civili e militari che
accompagnò l'invasione di Franco in Spagna lo trasformò in un
poeta politico profondamente impegnato e lo portò a un eventuale
allineamento con il Partito Comunista. Il terzo volume di Residencia en la tierra (1947) e la sua successiva poesia, in
particolare il Canto generale (1950), sono
caratterizzati da questo impegno. Al posto dell'introspezione e
della complessità surrealista dei primi due volumi di Residencia,
il poeta produsse una poesia aperta e diretta, scritta non per
accademici e altri sofisticati lettori di poesia, ma piuttosto,
come Neruda sottolineò ripetutamente, per i lavoratori e
gli oppressi politici.
Nel 1938, Ediciones Ercilla pubblicò una sunto delle sue
opere. Quell'anno suo padre morì a Temuco e poco dopo anche la
sua matrigna. In ottobre, il Fronte Popolare trionfò nelle
elezioni generali cilene. Nel frattempo, in Catalogna, era stato
pubblicato España en el corazón.
La guerra civile spagnola finì nel 1939 con la sconfitta dei
repubblicani. Neruda chiese e ottenne la nomina di console per
l'immigrazione spagnola. Con l'idea di aiutare il più possibile
gli sconfitti, viaggiò a Parigi e da lì organizzò una spedizione
di spagnoli a bordo della nave a vapore Winnipeg che arrivò a
Valparaiso alla fine dell'anno. Il poeta tornò di nuovo in Cile
nel 1940, quando la seconda guerra mondiale era già iniziata, ma
rimase solo per poco tempo nel suo paese, poiché in agosto entrò
in un nuovo incarico diplomatico, il consolato generale cileno
in Messico. Da lì si recò a Cuba. Nel 1942 pubblicò América,
no invoco tu nombre en vano, che fu poi incorporato nel
Canto general; quell'anno soffrì la perdita di sua figlia,
Malva Marina Reyes (con il vero cognome del padre, nata a
Madrid il 18 agosto 1934), morta in Europa a soli 9 anni. Qui
apriamo una parentesi molto triste. L'unica figlia che Neruda
ebbe da Maria Antonieta Hagenaar la mitica "olandese di Giava",
non fu mai cresciuta dal padre e la madre in seguito la affidò a
una famiglia olandese che se ne prese cura fino alla sua
morte.Una figlia, gravemente malata, affetta da
idrocefalia che necessitava di cure e soprattutto di amore.
Neruda scrisse con pochissimi fidati dell'esistenza e delle
condizioni della figlia, e nei suoi scritti si hanno solo
richiami indiretti. Un altro grande scrittore Cileno, Luis
Sepulveda, racconta dei questo periodo della vita del poeta,
spiegandolo meglio, in un articolo apparso qualche anno fa che
potete trovare
qui.
Politica, esilio e riconoscimento
A partire dal 1946, la sua attività politica si svilupperà nel
suo paese, dove fu eletto senatore della Repubblica per le
province di Tarapacá e Antofagasta. Quello stesso anno gli fu
assegnato anche il Premio Nazionale di Letteratura in Cile,
ma non passò molto tempo prima che le cose si complicarono per
lui quando rese pubblica la sua energica protesta contro la
persecuzione scatenata contro i sindacati dal presidente
Gabriel González Videla. La lettura davanti al Senato del
suo appello provocò una richiesta di arresto ai suoi danni e
solo grazie al rifugio offerto dai suoi parenti Neruda riuscì a
evitarlo lasciando il paese il 24 febbraio 1949.
Durante la clandestinità preparò un'altra delle sue opere
principali, Canto general, che, oltre ad essere
distribuita clandestinamente in Cile, venne pubblicata in
Messico nel 1950 con illustrazioni dei grandi muralisti David
Alfaro Siqueiros e Diego Rivera, compagno di
Frida Kahlo, poco prima che gli venga assegnato, insieme
a
Pablo Picasso e al poeta turco Nazim Hikmet, il
Premio Internazionale per la Pace. Iniziò allora un esilio
doloroso, la cui tristezza poté a malapena essere compensata dai
numerosi omaggi, dalle calorose ricezioni e dagli importanti
premi che riconobbero i suoi meriti di poeta e di uomo integro.
Nel 1951 iniziò un viaggio in Italia, dove si stabilì l'anno
seguente. A
Capri
scrisse L'uva e il vento. Dopo un viaggio in Europa,
quando il suo mandato d'arresto in Cile fu revocato, poté
tornare a casa nell'agosto 1952. Il suo ritorno fu l'occasione
di molti omaggi pubblici. In questo difficile periodo di esilio
le era venuta in aiuto una donna, quella che sarebbe stata la
sua compagna fino alla morte: Matilde Urrutia.
Gli anni seguenti furono trascorsi dal poeta in Cile. Organizzò
a Santiago il Congresso Continentale della Cultura, al
quale parteciparono personalità di spicco come Diego Rivera,
Jorge Amado e Nicolás Guillén. Diede lezioni
all'Università del Cile, alla quale ha donato la sua biblioteca
personale. Questa relazione con l'Università diede origine alla
creazione della Fondazione Neruda per lo sviluppo della
poesia. Nella sua vita privata furono tempi frenetici, poiché si
separò nel 1956 da Delia del Carril per unirsi
stabilmente con Matilde Urrutia, che andò a vivere nella sua
nuova casa, La Chascona.
Le sue opere continuarono ad apparire a buon ritmo, con
pubblicazioni intermittenti, a Buenos Aires per l'editore
Losada e a Santiago per l'editore Nascimento:
Viajes, Nuevas odas elementales e Oda a la tipografía,
tra le altre. Nel 1957 Losada pubblicò le sue Obras completas
e, negli anni successivi, Cien sonetos de amor, Tercer libro
de las odas e Navegaciones y regresos. Nel 1958 fu
pubblicata un'altra delle sue opere più notevoli, una delle
preferite del poeta, Estravagario. "Per la sua
irriverenza (scriveva Neruda) è il mio libro più intimo".
L'instancabile viaggiatore sentì di nuovo il richiamo
dell'Europa e nel 1965 si trasferì in quel continente, dove
ricevette nuovi onori. L'Università
di Oxford lo nominò dottore honoris causa in Filosofia e
Lettere. In Ungheria incontrò Miguel ?ngel Asturias
Premio Nobel per la letteratura Guatemalteco nel 1967. Nel 1966
si recò negli Stati Uniti invitato alla riunione del Pen Club.
Quell'anno fece un'interessante incursione nel teatro con la sua
opera Fulgor y muerte de Joaquín Murieta, che fu
presentata per la prima volta a Santiago nel 1967 dall'Istituto
di Teatro dell'Università del Cile.
Il legame di Neruda con la politica ebbe il suo apice nel 1970,
quando il Partito Comunista lo nominò candidato alla presidenza
del Cile, ma il poeta non esitò a dimettersi per dare il suo
pieno appoggio a Salvador Allende, che sostenne
fortemente nella sua campagna elettorale. Quando il governo di
Unità Popolare andò al potere nel 1970, ricevette la nomina di
ambasciatore a Parigi.
Nel 1971, Pablo Neruda divenne il terzo scrittore
latinoamericano e il secondo cileno a vincere il premio Nobel
per la letteratura, ma la sua ascesa letteraria non gli impedì
di continuare a difendere attivamente gli interessi cileni. A
New York, approfittando della riunione del Pen Club, denunciò il
blocco statunitense contro il Cile. Dopo aver lasciato il suo
posto di ambasciatore in Francia, tornò a Santiago.
All'apice della fama e del riconoscimento, lo attendevano anche
ore amare. Nel 1973, l'11 settembre, fu sorpreso dal colpo di
stato militare di Augusto Pinochet contro il presidente
Salvador Allende. Profondamente colpito dalla nuova situazione,
non poté resistere alla tragedia e il 23 settembre morì a
Santiago. Il mondo apprese presto, tra indignazione, shock e
impotenza, che le sue case a Valparaíso e Santiago erano state
brutalmente saccheggiate e distrutte. Il suo funerale ebbe luogo
in mezzo a una grande tensione politica. Dopo la sua morte
furono pubblicate le raccolte di poesie che aveva scritto prima
di morire: Jardín de invierno, 2000, El corazón
amarillo, Libro de las preguntas, Elegía e
Defectos escogidos, tutte pubblicate da Losada a Buenos
Aires nel 1974. La sua ultima opera, l'autobiografia Confieso
que he vivido, è apparsa a Barcellona. Alla sua morte, lasciò in
tutto 34 libri di poesie, saggi e drammi a stampa, oltre ad
altri otto volumi di poesia e un libro di memorie che sperava di
pubblicare per il suo settantesimo compleanno.
Neruda non può essere classificato da un unico stile poetico.
Non appena padroneggiava una forma poetica o uno stato
d'animo, si trasferiva in un'altra. Le poesie sensuali ed
erotiche dei poemi di Veinte sono molto lontane dalle poesie
ermetiche e surrealiste di Residencia, e il Canto generale,
politico ed epico, è completamente diverso dagli elementi di
Odas, colloquiali, colloquiali e talvolta capricciosi. Le sue
poesie vanno dall'introspezione dolorosamente intensa alla
retorica politica infuocata, eppure una chiarezza di visione
poetica e di convinzione emotiva si ritrova in tutta la sua
opera.
Neruda insistette sempre anche sul fatto di essere un poeta
latinoamericano in particolare. Il Canto generale, che
considerava la sua opera principale, celebra la sua eredità
latinoamericana. Il volume comprende "Alturas de Macchu Picchu"
("Le alture di Macchu Picchu"), forse la più grande poesia di
Neruda. Sono stati pochi i poeti prolifici come Neruda e pochi
quelli che hanno cercato, e raggiunto, standard di eccellenza
così elevati e diversificati. Il minimo che si possa dire di
Neruda è che è stato il più grande poeta di lingua spagnola del
XX secolo.
Veinte poemas de amor y una canción desesperada del 1924
(Venti poesie d'amore e un canto della disperazione), un libro
di poesie intensamente romantiche ed erotiche divenne il suo
lavoro più popolare, di cui più di un milione e mezzo di copie
sono state pubblicate solo in spagnolo prima della sua morte.
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