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Basilica di
Santo Spirito a Firenze
Ciò che caratterizza la
Basilica di Santo Spirito, considerato l'ultimo capolavoro di Filippo
Brunelleschi, è la semplicità e l'eleganza della facciata. Le vicende
dell'edificio sono connesse con l'importanza notevole che
nel Trecento venne assumendo in Italia l'Ordine Agostiniano, il cui
Convento fiorentino di Santo Spirito diede il proprio nome al popoloso
quartiere di Oltrarno nato dalla riforma amministrativa seguita alla famosa Cacciata
del duca d'Atene (Gualtieri VI di Brienne).
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La nuova costruzione venne
deliberata nel 1397, anno della Battaglia di Governolo, nella quale
le milizie della Repubblica Fiorentina avevano sconfitto Gian Galeazzo
Visconti, ma fu differita a lungo per sopraggiunte difficoltà economiche
e priorità di interesse pubblico. Soltanto
nel 1444 Filippo Brunelleschi, che aveva già presentato
un suo progetto e un modello ligneo, poté iniziare i lavori.
L'artista fu però costretto a mantenere alla chiesa
l'orientamento di quella preesistente mentre l'avrebbe voluta
con la facciata rivolta verso l'Arno e con una vasta piazza
antistante. Nuove difficoltà fecero sì che nel 1446, alla morte
del Brunelleschi, la costruzione fosse ancora incompleta.
Antonio Manetti, Giovanni da Gaiole e Salvi
d'Andrea la portarono a compimento nel 1487 dopo aver
apportato infelici varianti al modello del maestro.
La
chiesa sorge su una larga scalinata e il suo aspetto esterno,
con la facciata settecentesca a intonaco e i fianchi lineari,
documenta la grave alterazione del progetto iniziale, che
prevedeva di lasciare a vista le absidiole delle cappelle
creando un particolare rapporto plastico tra interno ed esterno.
La cupola a calotta semisferica pro-gettata dal Brunelleschi fu
eseguita da Salvi d'Andrea. La costruzione del campanile,
iniziata subito dopo la demolizione della chiesa più antica, fu
ripresa dalla base nel 1503 da Baccio d'Agnolo e fu
conclusa dopo la sua morte (1541) con assoluta fedeltà al
progetto originale. Nonostante le profonde modifiche, Santo
Spirito resta uno dei principali edifici del primo Rinascimento
fiorentino e dei più omogenei anche per l'arredo.
L'interno
della basilica ripropone in maniera amplificata e complessa i
motivi architettonici di San Lorenzo, combinando lo schema
longitudinale con quello centrale in un organismo perfettamente
armonico e unitario. Le navate laterali proseguono, attorno ai
bracci minori della croce, il gioco delle strutture
architettoniche, creando un notevole effetto prospettico.
Quaranta absidiole incavate lungo il perimetro della chiesa,
originariamente fornite di piccoli altari, in parte sostituiti
con altri più grandi, conservano ancora una cospicua raccolta di
opere d'arte.
Tra
te più significative si possono citare il rico-truito
polittico di Maso di Banco con la Madonna col Bambino e
quattro Santi, la vetrata policroma rotonda al centro della
facciata, eseguita su disegno del Perugino, e la tavola
di Filippino Lippi raffigurante la Madonna, il Bambino
e San Giovannino con i Santi Martino e Caterina d'Alessandria
(anche conosciuta come Pala Nerli) che presentano il
committente Tanai de' Nerli e sua moglie. Questo dipinto
si trova sul braccio destro della crociera vicino al sarcofago
marmoreo di Neri di Gino Capponi attribuito al
Rossellino che l'eseguì nel 1458.
Nel
braccio sinistro si trova la Cappella Corbinelli, con
architetture e sculture di Andrea Sansovino. L'altare
maggiore a baldacchino e il coro con recinzione marmorea
ottagonale, eretti al centro della crociera da Giovanni
Caccini tra il 1599 e il 1608, nonostante la loro
macchinosità e disarmonia con il complesso rinascimentale,
costituiscono un'interessante anticipazione del Barocco a
Firenze. Altri luoghi di particolare interesse architettonico e
artistico, legati ai nomi di Giuliano da Sangallo,
Simone e Antonio del Pollaiolo, Andrea Sansovino e
altri maestri, sono la sagrestia con il vestibolo aperto sulla
navata sinistra (1489-1492), il primo e il secondo chiostro con
la Cappella Corsini (1564- 1569) e il Cenacolo
nel refettorio
affrescato da Andrea Orcagna verso il 1360. Il refettorio
cosa rimasta del monastero che esisteva accanto alla Basilica di
Santo Spirito, oggi adibito a museo.
Nella
sagrestia si trova, rifinito nel 1607 da Giovanni Caccini,
anche il "Crocifisso ligneo" di
Michelangelo che l'allora giovane artista lasciò nel
1493 come ringraziamento per l'ospitalità con cui il
priore agostiniano lo aveva accolto quando aveva 17 anni e
studiava studiava anatomia nei cadaveri nell'ospedale dei
monaci. Il futuro autore della
Cappella Sistina trovò ospitalità
qui dopo la morte del suo patrono Lorenzo il Magnifico,
che lo aveva ospitato durante i suoi studi artistici nel grande
palazzo di famiglia in Via Larga (oggi Palazzo Medici
Riccardi). Qui imparò tutto ciò che poi lo rese imbattibile
quando si trattava di dipingere in dettaglio il corpo umano.
Basilica di San
Santo Spirito
Piazza Santo Spirito, 30, 50125 Firenze
Tel:055 210030
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