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Cosa vedere a Firenze
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Cappelle
Medicee
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Le Cappelle Medicee
di Firenze si trovano all'interno del complesso della
Basilica di San Lorenzo, disegnata dal
Brunelleschi nel XV secolo. Furono volute da Cosimo I, fondatore
dello stato regionale toscano, che volle celebrare con un grande mausoleo
familiare la propria fama e la gloria dei suoi antenati e realizzate da
Michelangelo e Bernardo Buontalenti fra XVI e XVII secolo. Oggi
sono un museo statale di Firenze e vi si accede dal retro della di San
Lorenzo, in Piazza Madonna degli Aldobrandini.
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Le Cappelle Medicee sono formate, nei loro ambienti principali
dalla Sagrestia Nuova e la Cappella dei Principi. Nella Sacrestia
Nuova è custodita la tomba di Lorenzo de' Medici;
Cosimo
il Vecchio riposa invece di fronte all'altare maggiore, sotto
una lastra nel pavimento.
L'idea
di Cosimo I, rimase momentaneamente inattuata, poiché, divenuto
granduca nel 1569, morì solo cinque anni dopo. Sotto suo figlio
e successore Francesco I, Bernardo Buontalenti
costruì la cripta; ma l'impulso decisivo fu dato al progetto dal
fratello Ferdinando I. Nel 1602 il granduca bandì un
concorso vinto da Matteo Nigetti in collaborazione con
don Giovanni de' Medici: i due idearono una vera e propria
chiesa a pianta centrale, caratterizzata dalla sobria
interpretazione del barocco tipica di Firenze e coronata da una
cupola ottagonale molto vicina a quella del duomo. Nel 1640 la
cosiddetta "Cappella dei Principi" era virtualmente ultimata
nelle sue linee generali, ma la decorazione avrebbe richiesto
ancora tre secoli.
La cripta
La
visita alle Cappelle Medicee inizia dalla cripta. Questo
spazio venne adattato a luogo di sepoltura sotto Ferdinando
III di Lorena, che termino l'opera cominciata due secoli
prima. Qui si trovano le tombe delle dinastie medicea e lorenese.
Tra le altre, si noti, la tomba di Anna Maria Luisa de'
Medici, l'elettrice palatina benemerita di Firenze che evitò
alla città la dispersione e la perdita del suo patrimonio
artistico culturale; una sua statua novecentesca di Raffaello
Bartolini si trova all'esterno dell'edificio, poco prima
dell'ingresso alle cappelle. Le tombe di Cosimo il Vecchio
e di Donatello (qui sepolto in segno di ammirazione per
la sua opera) sono invece visitabili solo in occasioni
particolari.
Cappella dei Principi
Dalla
cripta si arriva poi, salendo alla cappella vera e propria,
un'enorme ambiente ottagonale, il cui rivestimento di marmi e
pietre dure è opera dei laboratori granducali. Nella parte
inferiore le pareti sono decorate con gli stemmi delle sedici
maggiori città del granducato, mentre solo due sarcofagi sono
sormontati dalle rispettive statue: quella di Ferdinando I
(1626-32), opera di Pietro Tacca (autore tra l'altro del
monumento ai quattro mori a
Livorno),
e quella di Cosimo II (1626-42), di Pietro e
Ferdinando Tacca.
I lavori della cappella andarono assai a rilento, sia per la
complessità della decorazione che per le ingenti spese che,
estinta la dinastia medicea, i Lorena non si sentirono di
accollarsi. Così la cupola - per la quale i progetti prevedevano
un rivestimento interno a mosaico - fu decorata ad affresco solo
nell'Ottocento da Pietro Benvenuti con Scene bibliche;
l'altare (1932) è opera moderna dell'opificio delle Pietre Dure;
il pavimento, intrapreso nella seconda metà dell'Ottocento, fu
ultimato solo nel 1962.
La
sacrestia Nuova
La
Sagrestia Nuova è preceduta da un corridoio in cui si notano i
due «trofei» eseguiti da Silvio Cosini per essere
collocati per volere di papa Leone X. Eseguita da
Michelangelo fu chiamata così per distinguerla da quella
precedente espressione della concezione architettonica del
Brunelleschi e tra le più importanti realizzazioni del
Rinascimento. La Sagrestia Nuova altro non è che la cappella
funeraria commissionata dai Medici a Michelangelo, destinata ad
accogliere le tombe di Giuliano duca di Nemours e
Lorenzo duca di Urbino, morti pochi prima dell'ideazione
della cappella, oltre a quelle di Lorenzo il Magnifico e
Giuliano de' Medici. Michelangelo che, riprendendo lo
schema brunelleschiano della Sacrestia Vecchia, ne sovvertì la
razionale chiarezza con un magnifico gioco di tensioni, come
dimostrano le sporgenze e le rientranze, le finestre rastremate
verso l'alto e la cupola a lacunari. L'artista avrebbe dovuto
eseguire i monumenti sepolcrali di Lorenzo il Magnifico e del
fratello Giuliano, di Lorenzo duca di Urbino e di Giuliano
Nemours; ma quando partì per Roma (1534) aveva completato solo
gli ultimi due.
Il primo progetto di Michelangelo fu quello di un monumento
isolato al centro della sala ma, in seguito a discussioni con i
committenti, lo cambiò prevedendo di collocare le tombe del duca
di Nemours e del duca di Urbino al centro delle
pareti laterali, mentre quelle di Lorenzo il Magnifico e
Giuliano de' Medici, addossate entrambe alla parete di
fondo davanti all'altare.
L'ambiente ha pianta quadrata con pareti scandite da pilastri,
lesene e architravi aggettanti che inquadrano finte finestre con
timpano curvo e mensole a volute e, al centro. I monumenti
funerari di Lorenzo duca di Urbino e Giuliano duca di
Nemours hanno delle statue poste nelle nicchie
soprastanti. Al di sotto, sui sarcofagi sormontati da un timpano
curvo e spezzato, giacciono le figure allegoriche del Crepuscolo
e dell'Aurora, del Giorno e della Notte. Ispirate
nell'iconografia alle antiche divinità fluviali e, nelle forme,
ai nudi michelangioleschi della
Cappella Sistina. Contro
la parete opposta all'altare, sopra un sarcofago a forma di
cassone, la semplice tomba di Lorenzo il Magnifico e del
fratello Giuliano, è il gruppo michelangiolesco della Madonna
col Bambino tra le statue dei SS. Cosmo e Damiano,
eseguite da Angelo Montorsoli e Raffaello da Montelupo.
Oltre ai ritratti dei due Medici, raffigurati assisi nelle vesti
di condottieri dell'antichità, sulle casse marmoree dal profilo
arcuato si trovano rispettivamente le potenti raffigurazioni
della Notte e del Giorno e del Crepuscolo e dell'Aurora, che
alludono al trascorrere del tempo. A destra dell'ingresso, una
incompleta Madonna col Bambino (1521), di Michelangelo, e
i Santi Cosma (1537), di Giovan Angelo da Montorsoli,
e Damiano (1531), di Raffaello da Montelupo.
Nel 1559 i resti di Lorenzo il Magnifico e del fratello
furono traslati dalla tomba provvisoria nella sacrestia Vecchia
e inumati sotto questo gruppo: il loro monumento sepolcrale non
fu mai realizzato.
Sull'altare, si trovano due candelabri marmorei e un Crocifisso
attribuito a Jean de Boulogne detto il Giambologna.
La Sagrestia Nuova e le Cappelle Medicee sono
collegate direttamente alla chiesa dalla porta che si apre nel
transetto.
Cappelle Medicee - Basilica di San
Lorenzo
Piazza di San Lorenzo, 9, 50123 Firenze
Orari: aperto tutti i giorni tranne domenica dalle 10 alle 17
Tel: 055 216634
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