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Wolf
Dietrich von Raitenau fu il principe-arcivescovo che trasformò Salisburgo in una
splendida città barocca tra il 1587 e il 1612, favorendo lo sviluppo
urbanistico, artistico e musicale della città.
Il viaggiatore Alexander von Humboldt giudicò
Salisburgo "uno dei tre luoghi più belli del mondo",
anche per merito della
figura controversa di dell'arcivescovo principe Wolf Dietrich von Raitenau
fondatore della Salisburgo barocca. Quando nel 1587 prese possesso
dell'Arcidiocesi di Salisburgo, Wolf Dietrich aveva solo ventotto anni.
Se la famiglia paterna, i von Raitenau, apparteneva a un tradizionale ceppo
germanico, quella materna, gli Hohenems, aveva legami con i Medici
di Firenze e con i Borromeo di
Milano. La madre di Wolf Dietrich, figlia
di una Clara Medici, fu nipote di Papa Pio IV e cugina di Carlo
Borromeo.
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L'educazione del futuro principe vescovo avvenne a Roma, nello
sfarzo raffinato della corte papale. In un ritratto del 1589 si può osservare un
giovane vigoroso in un'elegante veste curiale, circondato dai simboli del potere
ecclesiastico, con una corta barbetta, un naso a patata, le sopracciglia
circonflesse su occhi neri, fissi in uno sguardo ironico che sembra un punto
interrogativo. Non fu amato dai suoi sudditi anzi, per pagare lo sfarzo a cui
aveva in mente, aumentò notevolmente le tasse, oltre a radare al suolo parte
della città per i suoi progetti.
Altro
personaggio fondamentale in questa storia, la storia di Salisburgo è Salome
Alt, la donna amata dal principe vescovo, che gli diede ben 16 figli. Con
quello sguardo, Wolf Dietrich, in forza dell'assolutismo senza limiti dei
principi vescovo, ordinò la demolizione di centinaia di case per fare spazio a
piazze all'Italiana, ed erigere un grande Duomo su progetto del vicentino nella
Vicenza di
Palladio,
Vincenzo Scamozzi
(secondo il quale "Architettura è scienza"), chiamato a corte con una
piccola folla di architetti, decoratori, letterati, musicisti provenienti dal
Bel Paese. Fu sorprendente che quel "gusto italiano" trasformò una
angusta cittadina medievale in una sfavillante capitale del
Barocco
europeo e
fece di un oscuro dominio arcaico di principi vescovi, legato alle miniere di
salgemma e al commercio del sale, una corte di raffinate ambizioni culturali,
affascinata dagli splendori di Roma e Firenze. Scamozzi visitò la corte di von
Raitenau durante l'inverno del 1603-1604 e ispirò la nascita delle belle e
armoniose piazze di Salisburgo che sembrano ricalcare quelle del fortunato
saggio che l'architetto vicentino diede alle stampe nel 1615, la "Idea
dell'architettura universale".
Nella biblioteca di Wolf Dietrich
tra bibbie, messali, compendi, accanto a un'edizione del
1546 dell'Opera Lyrlca di Orazio
figuravano le Nuove Inventioni di Balli di Cesare
Negri detto II Trombone. Il vescovo principe
possedeva anche il più antico claviorganum del mondo,
ancora esistente, uno strumento composto da spinetta, regale
e tre registri di flauti, fabbricato nel 1591, ancora
funzionante e poi finito chissà come al Museo degli
Argenti di Palazzo Pitti a Firenze.
Quello che vedete in alto è l'unico ritratto di Salome
Alt, l'amante di Wolf Dietrich, la figlia di un mercante. Apparteneva a una
famiglia della nascente borghesia. A causa dei voti ecclesiastici, il principe
non potè sposarla, anche se tentò in tutti i modi di farsi dare il permesso
papale, ma si prese cura di lei come una moglie e l'amo tantissimo. Le fece dono
del castello detto di Altenau, poi
Mirabell,
che oggi è la sontuosa residenza del Burgmeister di Salisburgo, il
sindaco della città. Anche la fine di questo personaggio fu in qualche modo in
carattere con la sua italianità. Wolf Dietrich persegui per il suo stato una
politica di indipendenza che lo mise in urto sia con i principi della Baviera,
nella cosiddetta "guerra del sale", sia con il prevosto di Berchtesgaden.
Dopo
una sfortunata operazione militare, una sollevazione e una congiura di corte,
nel 1612 Wolf Dietrich von Raitenau venne rinchiuso fino alla morte (1617) a
Hohensalzburg, la fortezza sulla collina che domina la citta, come il
protagonista di una dramma verdiano. Ma il suo carceriere e successore, il
nipote
Markus Sitticus, rimase fedele al sogno italiano.
Anch'egli si avvalse di un architetto del Bel Paese, Santino Solari, da
Verna, vicino
Como, per continuare
l'espansione e il cambiamento della città, anch'egli poi donò un castello alla
sua amante, quello di Helbrunn (decorato da un altro italiano Arsenio
Mascagni), famoso per i giochi d'acqua all'italiana, e si circondò di
artisti italiani, talvolta transfughi o esuli. Un musicista tedesco, Peter
Gutfreund, non ammesso a corte da Woolf Dietrich fu invece accolto da Markus
Sitticus quando gli si ripresentò con un nuovo nome, Pietro Buonamico,
che era la traduzione italiana dell'originale. Ora forse potrebbe accadere il
contrario.
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