VISITARE
SALISBURGO
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INFORMAZIONI E GUIDA.
La città che ha dato i natali a Mozart, è scavata sotto ripide colline nel suo centro storico. Accanto al
fiume Salzach lo sguardo si alza centimetro dopo centimetro
verso cupole e guglie di Salisburgo, sulla fortezza che domina dall'alto e
verso le montagne, in uno scenario che non lascia
indifferenti.
A Salisburgo
bisogna entrare a piedi, possibilmente da uno dei
ponti sul fiume Salzach.
La piccola capitale della musica e del Barocco
(o meglio del rococò), come altri luoghi di questa
zona è circondata dai boschi ed ha sullo sfondo le montagne. Non siamo molto
distanti dalla Baviera e dal confine tedesco. Il panorama della città appena
si arriva, con le case color pastello sul fiume e in alto la sua massiccia
fortezza, che domina su palazzi, ville, cupole e campanili di chiese, è
sempre emozionante, anche se lo si è visto più di una volta. La città si
presenta in uno scenario quasi teatrale, addossata a un bastione roccioso.
Fanno
da cornice alla città, isolate case settecentesche, piccoli
palazzi, castelli, conventi, come se qualcuno avesse
deposto, tra il fiume e i boschi, un modellino
architettonico intatto, quasi perfetto. La
città prese la forma attuale quando il "sovrano" di Salisburgo
di allora, l'arcivescovo Wolfgang Dietrich,
commissionò a Vincenzo Scamozzi, allievo di
Palladio, la ricostruzione della città (di
Scamozzi è tra le altre cose
La Libreria di
San Marcoa Veneziae
il Palazzo Nuovo diBergamo). Fu lui a
"cristallizzarla" come una città barocca. Salisburgo è
adagiata in modo scenografico sulle sponde del fiume Salzach,
ai piedi del monte Untersberg, ed è considerata
una delle città più belle d'Europa, tutelata dal 1997
come Patrimonio dell'Umanità Unesco.
Una
città il cui nome significa "borgo del sale" (per via
delle lucrose
miniere di salgemma che esistevano della
zona), da cui prende il nome l'omonima regione, con un'intensa
tradizione culturale che risale a parecchio tempo addietro
nel passato. Anche il nome Salzach è legato a
questo e significa proprio "via del sale". Nel suo più famoso figlio, Wolfgang Amadeus Mozart,
la tradizione musicale trova il suo culmine. C'è da
dire una cosa, Mozart non amava molto la sua città e il
detto "Nemo Profeta in Patria" è sempre valido
ad ogni latitudine. In una lettera al padre, datata 8
Gennaio 1779 scrive.
"Vi giuro sull'onor mio, che non posso
soffrire né Salisburgo né i suoi abitanti (parlo dei
salisburghesi di nascita). Il loro modo di parlare, di
vivere mi è assolutamente insopportabile." Tuttavia,
Mozart difficilmente sarebbe stato lo stesso genio della
musica se fosse nato e cresciuto in qualsiasi altro luogo.
Profeta
in patria lo è diventato in seguito, il grande Amadeus,
eccome. Salisburgo
da quando Mozart
vi nacque nel 1756 è una piccola capitale della musica
che oggi ospita il Festival di musica
classica più
importante del mondo. Ma non è solo questo. La città del Flauto Magico, è anche la
capitale del rococò
perché l'artificio, l'esagerazione, l'inganno tipici del Barocco,
qui si sono svuotati dall'enfasi e trasformati in astrazioni, fantasie,
civetterie che decorano i palazzi. Un articolo del 1925 riportava: "Ci sono città che per avere veduto nascere fra le loro mura
uno di quegli uomini che l'umanità colloca nel suo Famedio son
condannate per l'eternità a non essere più altro che la patria
di quel grand'uomo." Qui questa tradizione musicale
viene ancora coltivata: da un lato presso l'Università
Mozarteum, dall'altro nel Festival di Salisburgo, conosciutissimo,
che dal 1920 porta da queste parti ogni anno
migliaia di appassionati di arte e
di cultura provenienti da tutto il mondo. Il fondatore del
Festival, Max Reinhardt, che è stato
il più grande regista teatrale del '900, a suo tempo diceva:
"Tutta questa città è un palcoscenico."
Alla tenacia
organizzativa di Reinhardt si deve la realizzazione di un progetto
che tra tentativi, sogni, speranze, delusioni e difficoltà d'ogni
genere ha accompagnato per trentatré anni la fase più cruciale,
drammatica e sconvolgente della comunità austriaca quando la
crisi del decadentismo, l'esplosione
dell'arte e della scienza moderna, il crollo dell'impero asburgico
hanno rafforzato la paura di perdere la propria identità sotto
le rovine fumanti della prima guerra mondiale.Salisburgo
usciva intatta dalla guerra, risparmiata dagli orrori del tempo;
la bellezza del suo Barocco, la teatralità naturale delle sue
vie, delle sue piazze, l'idilliaca natura circostante e la forza
della sua tradizione culturale la predisponevano a diventare
una nuova Weimar, simbolo di riconciliazione nell'Europa postbellica,
luogo privilegiato, dove l'idea austriaca di Maria Teresa
di un impero multietnico e tollerante poteva risorgere dopo
la fine dell'impero stesso.
Reinhardt voleva fare
del Festival
non solo una serie di rappresentazioni ma una vera e propria
festa, che richiamasse uomini di ogni ceto e provenienza culturale:
non più teatro borghese ma l'unione di un pubblico eterogeneo,
com'era nella tradizione austro-bavarese del medioevo, a Salisburgo,
mai realmente dimenticata. Accanto ai classici,
Shakespeare,
Schiller, Goethe, si doveva dar
spazio ai
misteri, alle rappresentazioni
religiose e natalizie, alle antiche storie di moralità di origine
popolare. Mozart, in cui l'anima austriaca e la sua vocazione
cosmopolita si esprimono nel modo più alto, doveva rappresentare
l'unità spirituale del Festival e imprimergli la sua marca inconfondibile.
Reinhardt, la cui famiglia era di origine ebraica, dovette abbandonare
Salisburgo e il castello che vi aveva comprato, il suo amato
Festival e l'Austria, in seguito all'avvento di Hitler nel 1935
per rifugiarsi in America, dove sarebbe morto, otto anni dopo,
nel 1943. Ma il suo lascito rimase. In seguito anche
un altro illustre cittadino di Salisburgo andrà a dirigere,
in tutti in sensi, il festival, Herbert von Karajan. Ma per
un approfondimento su questa importante manifestazione vi
rimandiamo alla nostra pagina dedicata:
Festival di Salisburgo.
La città palcoscenico è sempre lì. Ci si
trova tra i pezzi di una scenografia molto suggestiva, edificata
in mezzo a boschi secolari e prati fioriti; lontane fanno da
sfondo le montagne. La periferia non c'è. Qualche moderno quartiere
residenziale è nascosto tra il verde; anche le case costruite
di recente sono più basse degli alberi. Le norme urbanistiche
sono rigidissime. Il centro monumentale, "uno del luoghi
più belli del mondo" secondo, il viaggiatore Alexander
von Humboldt, è molto piccolo: occupa circa un chilometro
in lunghezza e mezzo in larghezza, con una densità di edifici
e opere d'arte che è forse tra le più alte d'Europa.
A
volte intere città nascono dal sentimento. Il fondatore della
Salisburgo barocca fu l'arcivescovo principe Wolf Dietrich
von Ratenau, discendente in parte dalle famiglie Medici
e Borromeo, che visse dal 1559 al 1617 e regnò dal 1587
al 1612, godendo di un potere di un vero sovrano, ma finendo
i suoi giorni in prigionia. L'amante del vescovo,
Salomè
Alt, dovette contribuire molto a determinare i suoi gusti,
anche in senso architettonico, e quindi contribuì anche paradossalmente
alla Salisburgo di Mozart, forse ispirandolo in modo notevole
anche nell'espressione del suo genio. Certo questa donna ebbe
influenza su quella che è la Salisburgo attuale, Patrimonio
dell'Umanità Unesco, se è vero che fu sempre legato a lei, la fece
ritrarre dai suoi artisti e insieme ebbero ben 16 figli (!). Per
lei fece costruire sulla destra del fiume Salzach il Castello
di Mirabell, con un giardino all'italiana, disegnato da
Fischer von Erlach, maestro del Barocco austriaco. L'amore
che cambia i connotati del paesaggio.
Quando
Wolf Dietrich, a soli 28 anni, divenne principe vescovo, Salisburgo
era ancora una cittadina medievale, con viuzze gotiche. Il principe
vescovo aveva studiato nella Roma del Papi, si era
nutrito di sogni umanistici, leggeva Machiavelli, aveva
chiamato a corte il palladiano Vincenzo Scamozzi, secondo il
quale "l'architettura è scienza". Certo, non esisteva
la burocrazia attuale, anche giusta e sacrosanta entro certi
limiti. Allora i problemi urbanistici potevano essere affrontati
con estrema decisione: Wolf Dietrich comprò 55 case e le fece
abbattere, per ricavare lo spazio per piazze all'italiana. La
prospettiva più bella è rappresentata dalla Mozartplatz
e dalla Residenzplatz che comunicano tra loro formando
una "elle". Al centro di Mozartplatz, pavimentata, il monumento
del compositore, al centro di Residenzplatz una fontana barocca.
Salisburgo...Un fiume
di ricordi che straripa. Un libro dal passato troppo
denso di avvenimenti. Un quadro che trabocca dalla
cornice e la spezza.
Margarita Wallmann
Alla
casa natale di Mozart (Mozart Geburtshaus), ci si arriva
dalla Residenzplatz, tenendo la destra, arrivando alla Alter
Markt, piazza obliqua del vecchio mercato, al cui angolo
si trova il Caffè Tomaselli, considerato il più chic
di Salisburgo. Il locale fu fondato nel 1705 ed è il più antico
della città. Fu frequentato dalla famiglia Mozart e Haydn.
Dal 1852 appartiene ai Tomaselli, discendenti del tenore di
corte Giuseppe Tomaselli, giunto a Salisburgo da Milano.
Lasciando correre lo sguardo di fronte al Caffè,
si colgono una farmacia con i vasi dei principi attivi di una
volta e mobili settecenteschi. Di fianco al Caffè, tra due palazzi,
un mezzo tetto molto obliquo copre una finestrina piccina, questa
è la casa più piccola di tutta Salisburgo e forse d'Europa.
La casa di Mozart è invece al terzo piano di un palazzetto giallo,
con i balconi fioriti, al quale si arriva per l'affollatissima
Getreidegasse, ricca di insegne di tutti i tipi. I
primi due piani ospitano mostre temporanee di scenografie
mozartiane
L'unico vano della casa rimasto nelle condizioni
originali è la cucina, con una bella madia e un pentolone nero.
Altri luoghi mozartiani sono: la Mozart Vohnhaus
(casa
d'abitazione di Mozart) e il Mozarteum, con la casetta
del Flauto Magico. Quelle che un tempo erano scuderie
sono diventate la sede del Festival di Salisburgo, quasi
all'uscita della città vecchia, con un salone dell'opera lirica
in parte scavato nella roccia. Proseguendo troviamo due chiese,
collegate da cortili e porticati: nella Chiesa dei Francescani
risplende un raro esempio di coro gotico austriaco, con slanciate
colonnine e loggette in alto (reso candido dalla luce è opera
del maestro Hans von Burghausen);poi l'Abbazia di
San Pietro di origine romanica ma con l'interno rivisitato
in chiave rococò, con un affascinante contrasto tra la semplicità
dell'antica struttura e la frivolezza dell'arredamento Barocco.
L'Hohensalzburg,
è il castello fortezza dei principi vescovi, abbarbicato sullo
sperone di roccia che domina il centro (salita in funicolare).
Vi morì prigioniero Wolf Dietrich, incarcerato dal nipote
Markus Sitticus. Le prime mura della fortezza risalgono
addirittura al 1077. Nei secoli successivi varie stratificazioni
diedero vita all'aspetto attuale da castello fiabesco: torri,
bastioni, un villaggio medievale, un organo a rulli, detto il
Toro di Salisburgo, del 1502, che suona azionato a mano
(a proposito di tori, qui ha sede la Red Bull, letteralmente
Toro Rosso, la bibita ad alto contenuto di caffeina ora
sinonimo della scuderia di Formula 1).
Come
Wolfang Dietrich Markus Sitticus donò alla sua amata un castello sulla riva
destra della Salzach, il Castello di Mirabell, cosi il
nipote Markus Sitticus
fece costruire per la sua compagna un castello a 5 chilometri
da Salisburgo, il Castello di Hellbrunn. Quest'ultimo
è il secondo luogo più visitato in Austria dopo Schonbrunn
e il Kunsth Museum (entrambi a Vienna). Tanta fama
è dovuta soprattutto ai giochi d'acqua sparsi nel parco. Se
non ci si vuol bagnare, bisogna essere molto abili: le guide
di Hellbrunn amano divertirsi a spese dei visitatori. Spruzzi
e getti escono all'improvviso dai sedili di pietra attorno a
un tavolo o dalle corna di un cervo che decora un portale. L'acqua
è anche l'energia che muove giochi meccanici; e poi ancora grotte
magiche e un fresco ruscello e l'acqua che mette in moto, in
una grande nicchia, i 156 pezzi di un teatrino meccanico che
rappresentano tutta la popolazione di una città medievale.
Soprattutto la musica quindi, ma anche
significativi eventi teatrali hanno imposto in tutto
il mondo la fama del Festival. Un momento di eccezionale importanza
è ogni anno lo spettacolo all'aperto Jedermann che si
tiene davanti all'imponente scenografia della facciata del
Duomo di Salisburgo. Quest'ultimo si trova insieme a
numerosi monumenti nella città vecchia (Altstadt), in
un suggestivo intrico di stradine medievali, portici e case
anguste. La parte tra le zone Neutor e Neugebaude,
la cosiddetta parte clericale-principesca (dai vescovi-principi
che comandavano la città), ha invece un aspetto Barocco, con
sontuosi palazzi che dominano ampie piazze. Molti appassionati
di musica vengono a Salisburgo ogni anno per il Festival
Pfingsten Barock (Pentecoste barocche) o per il Festival
di Pasqua, che è stato istituito dal direttore d'orchestra
Herbert von Karajan. Camminando tra le strade di questa
città qua e là fioriscono le note musicali del più famoso dei
cittadini di questo luogo, il per sempre giovane Mozart, che
sembrano uscire dai muri delle case o dei palazzi oppure dalle
foglie degli alberi nei giardini e nei parchi.
Si tengono a Salisburgo circa 4.000
manifestazioni di teatro e concerti a pagamento tutti gli anni,
che attirano quasi un milione di visitatori in città. Il carnet
si estende dai concerti orchestrali ai concerti rock, dall'opera
al musical, dall'opera teatrale alla letteratura, dai balli
folkloristici alle feste per strada. Da non perdere i numerosi
musei e le gallerie d'arte che Salisburgo può offrire,
tra i quali la Casa della Natura, il museo Carolino
Augusteum, il rinomato museo internazionalmente
Rupertinum (contenente moltissimi capolavori che ne fanno una delle
collezioni d'arte più importanti al mondo), la galleria della
Residenza e il Salzburger Freilichtmuseum, museo
all'aperto unico nel suo genere.
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