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Palazzo
Pitti a Firenze
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Palazzo Pitti
è il più grandioso dei palazzi fiorentini e risale al 1487 su probabile
disegno del Brunelleschi. Si trova, con la sua immensa facciata,
sulla piazza omonima su un terreno in leggera discesa sulla collina di
Boboli. Bartolomeo Ammannati lo ampliò nel XVI secolo. La facciata (105
metri per 36 d'altezza) è rivestita da un poderoso bugnato rustico composto
da enormi blocchi. L'unico elemento decorativo sono le teste di leoni
coronate tra le mensole delle finestre al pianterreno.
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Di
epoca lorenese sono invece le due ali avanzanti. Dal grande
portale ad arco si accede, superato un atrio, al cortile
dell'Ammannati posto a un livello inferiore rispetto al
colle di Boboli, che col suo giardino forma il retro
dell'edificio. Al primo piano sono i Quartieri Reali
e la Galleria Palatina: al secondo piano si trova la
Galleria d'Arte Moderna.
All'interno
della costruzione iniziata nel 1457 per volere del banchiere
Luca Pitti, acquistato successivamente dalla famiglia
de' Medici, è situato un complesso museale più grande
della città, secondo solo ai più famosi
Uffizi . Cosimo I decise
di collegare il Palazzo Vecchio direttamente ai nuovi palazzi
“oltre l'Arno?, attraverso il ben noto Corridoio Vasariano.
All'interno del Palazzo Pitti si ammirano le collezioni d'arte
della corte dei de' Medici e della corte degli Asburgo-Lorena,
in particolare: la Galleria Palatina che ospita una superba
collezione di opere barocche e rinascimentali (tra tutti si
apprezzano i dipinti di
Raffaello
La Velata, Tiziano, Canova, Venere italica,
Caravaggio, Rubens, Pietro da Cortona e
di altri maestri italiani ed europei del
Rinascimento
e del Seicento); gli Appartamenti reali,
il Museo degli Argenti, la Galleria d'Arte Moderna,
la Galleria del Costume.
Storia e sviluppo
di Palazzo Pitti
Intorno al 1440, pochi anni prima della morte del grande architetto
sopravvenuta nel 1446, Luca Pitti richiese al Brunelleschi
progetti e disegni per un palazzo che poté essere realizzato soltanto dopo
l'agosto del 1458, quando il committente aveva conseguito a Firenze una
posizione economica e politica di primo piano. Luca Pitti, ricchissimo
banchiere, tentò più volte di spodestare la famiglia Medici dal potere a
Firenze e reintrodurre la repubblica. Dopo l'ultima sua congiura, contro
Pietro di Cosimo de' Medici, fu arrestato morendo in prigione, spingendo i
suoi eredi a vendere il palazzo proprio ai suoi nemici.
L'originaria concezione brunelleschiana, messa in opera dall'architetto
Luca Fancelli, sui disegni del maestro, prevedeva al piano terreno tre
grandi portali e due piani superiori per lo sviluppo di sette finestre, con
un paramento murario a grandi bugne rustiche fortemente aggettanti.
Successive difficoltà dovute al coinvolgimento del Pitti nella congiura
antimedicea del 1466 e alla sua morte nel 1472, dovettero rallentare, se non
interrompere, i lavori di costruzione. La decadenza della famiglia nel
Cinquecento portò alla cessione dell'edificio (1549) alla duchessa
Eleonora di Toledo, consorte di Cosimo I de' Medici.
L'acquisto del palazzo rispondeva all'esigenza di nuovi e maggiori spazi e
di una residenza più consona alla famiglia ducale, costretta agli scomodi
ambienti dell'antico Palazzo dei Priori, inadatto alle necessità
della corte, per quanto "rimodernato" da Battista dei Tasso e poi da
Giorgio Vasari. La duchessa fece dare inizio a lavori di ampliamento e
ristrutturazione su progetto di Bartolomeo Ammannati,
realizzati negli anni 1558-1577. Di tali lavori ella vide soltanto gli inizi
per la morte sopravvenuta nel 1562: essi riguardarono la facciata, in cui
vennero chiusi con finestre inginocchiate i due portali laterali, e la
costruzione dei due corpi di fabbrica interni che racchiudono lo
scenografico cortile con superfici a bozze di varie forme, in un insieme
articolato e vibrante, di gusto tipicamente manieristico.
Nel corso del Seicento i Medici continuarono l'ampliamento della facciata
del palazzo con un primo intervento curato da Giulio Parigi (1620) che portò
all'aumento di tre finestre per lato e a lavori successivi diretti da suo
figlio Alfonso nel 1640 che conferirono al prospetto la consistenza attuale.
Quasi contemporaneamente ai lavori architettonici, Ferdinando II de'
Medici promosse il rinnovamento e la decorazione degli ambienti interni
del suo "Appartamento da inverno", iniziando con gli affreschi della Sala
della Stufa con le Quattro età dell'uomo eseguita dal celebre
Pietro da Cortona nel 1637, e continuando con le decorazioni delle sale
sulla facciata, futuri ambienti e nucleo principale della Quadreria
Palatina, affidata allo stesso artista con la collaborazione di Ciro
Ferri nelle sale di Apollo e di Saturno fra il 1641 e il 1665. Le
sale di Venere, di Apollo, di Marte, di Giove e
Saturno rappresentano, con i loro soffitti affrescati e scintillanti
di ori sul nitido candore degli stucchi, un'allegorica glorificazione della
casata medicea e nel contempo una delle pagine più celebri della pittura
barocca e dell'arte del Berrettini.
Lo sviluppò del palazzo proseguì nel Settecento con la costruzione delle due
ali laterali, i cosiddetti Rondò di Bacco e delle Carrozze,
che risalgono al periodo lorenese, negli anni 1746 e 1783-1819 e si devono a
progetti dell'architetto Giuseppe Ruggieri con l'intervento di
Pasquale Poccianti. Un ulteriore ampliamento verso il giardino di
Boboli si ebbe fra la fine del Settecento e gli inizi del secolo
successivo, con la costruzione del Quartiere della Meridiana su
disegni di Gaspare Maria Paoletti.
Negli anni di Firenze capitale (1865-1871), il palazzo fu la reggia di
Vittorio Emanuele II di Savoia, del cui soggiorno sono ancor oggi
testimonianza ambienti e arredi degli Appartamenti monumentali. Nel
1919 il complesso dì Palazzo Pitti, con il giardino di Boboli e le ville
medicee, fu donato da Vittorio Emanuele III allo Stato Italiano.
Oggi è sede della Galleria Palatina, importante raccolta di dipinti
dal XV al XVIII secolo che conserva ancora l'allestimento della quadreria
medicea secentesca, della Galleria d'Arte moderna, ricca di quadri
dell'Ottocento italiano, del Museo degli Argenti con preziose suppellettili
mediceo-lorenesi, e del Museo delle Carrozze.
Palazzo Pitti
Piazza Pitti
Area: Oltrarno
Tel: + 39 055 238 86 14
Firenze
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