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Cosa vedere a Firenze
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Basilica di
San Miniato a Monte
La Basilica di San
Miniato al Monte, domina dall'alto la città di
Firenze e costituisce
uno dei più importanti esempi dell'architettura romanica toscana. Fu
iniziata intorno al 1013 dal vescovo di Firenze Ildebrando sul luogo
dell'antico oratorio dove si troverebbe la sepoltura del martire cristiano
Miniato. L'esterno della basilica è decorata con marmi verdi e
bianchi che formano disegni geometrici, simili a quelli della facciata della
Basilica di Santa
Croce e della
Basilica di Santa Maria Novella. Un bellissimo
mosaico del XII secolo decora la facciata nella parte centrale.
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La
chiesa fu eretta sulla tomba di san Miniato, morto martire a
Firenze sotto l'imperatore Decio. Secondo la leggenda, il
santo decapitato in riva all'Arno avrebbe raccolto la propria
testa e sarebbe salito fino al "mons Florentinus", sulla
cima di questa collina colma di templi pagani, i cui capitelli
si conservano ancora nella cripta della chiesa. Qui Miniato
sarebbe poi stato sepolto con altri cristiani.
La facciata della basilica presenta analogie con l'esterno del
Battistero di
Firenze. Nell'ordine inferiore a cinque
arcate su semicolonne corinzie si aprono tre porte
alternativamente ai finti portali delle altre due arcate. La
parte superiore, corrispondente alla navata mediana, è
tripartita da lesene scanalate e decorata a spartiti geometrici.
La finestra classicheggiante a timpano, sormontata da un mosaico
raffigurante Cristo in trono benedicente tra Maria e San
Miniato, è di epoca posteriore. Il frontespizio a doppio
spiovente, decorato da finte arcatelle, è sovrastato da un
fastigio con l'aquila, simbolo dell'Arte dei Mercanti o
di Calimala, che dal 1226 amministrò la chiesa.
La torre campanaria fu iniziata nei primi anni del Cinquecento,
dopo il crollo del primitivo campanile, e continuata
posteriormente al 1523 su disegno di Baccio d'Agnolo.
Durante l'Assedio di Firenze del 1530 da parte delle truppe
imperiali di
Carlo V,
Michelangelo, dopo averla
rinforzata, utilizzò la torre per collocarvi due colubrine (un
piccolo cannone) a difesa della città. In quella occasione il
Buonarroti allestì in forma provvisoria la fortezza costruita
stabilmente nel 1553 da Francesco da Sangallo, che si
estende al di là del Palazzo dei Vescovi. Nel recinto
della fortezza alla metà dell'Ottocento fu creato da Nicola
Matas il Cimitero Monumentale detto delle Porte Sante.
L'interno della basilica è diviso, secondo la tipologia delle
chiese lombarde, in una navata centrale e due laterali minori
divise da un duplice ordine di colonne, collegate da archi a
tutto sesto e rivestite arbitrariamente di scagliola nel
restauro ottocentesco. Pilastri polistili si alternano a ogni
coppia di colonne, delimitando tre campate comprendenti il
presbiterio rialzato sulla cripta. I capitelli di materiali e
disegno diversi provengono da monumenti romani e romanici
precedenti. Il pavimento della navata centrale, che ha il tetto
a cavalletti lignei, conserva alcuni grandi riquadri a intarsio,
dei primi anni del secolo XIII, con figure di animali e segni
zodiacali. Tra le numerose lastre tombali si trova, sulla
sinistra, la sepoltura di Giuseppe Giusti. In fondo alla
navata si trova la Cappella del Crocifisso commissionata
a Michelozzo da Piero di Cosimo de' Medici, per
custodirvi il Crocifisso di Giovanni Gualberto
fondatore dell'Ordine dei Vallombrosani, ora nella
Basilica di Santa Trinità nella piazza omonima poco distante
dall'Arno nel centro della città.
La cappella a forma di edicola, con colonne e pilastri
compositi, è coperta con volta a botte e lacunari in terracotta
invetriata bianca su fondo azzurro e lumeggiata d'oro di Luca
Della Robbia. Dietro l'altare si trovano le tavole degli
sportelli, che custodivano il Crocifisso, dipinte da
Agnolo Gaddi tra il 1394 e il 1396 con la raffigurazione dei
SS. Miniato, Giovan Guolberto, l'Annunciazione e
Storie della Passione. Nella parete posteriore si trova
il medaglione in marmo con l'impresa di Piero de' Medici:
l'aquila in volo che afferra l'anello mediceo e il motto "Semper"
che ricorre anche nel fregio interno e sulla cancellata che
chiude la cappella su tre lati.
Vicino alla Cappella del Crocifisso, sulle navate minori, due
scale salgono alla tribuna presbiteriale chiusa da una
transenna duecentesca, in marmo intagliato e intarsiato,
spartita a riquadri con rosoni e altre decorazioni. Percorrendo
la scala di destra si possono osservare sulla parete della
navata i grandi affreschi dei secoli XIV e XV. Sulla stessa
transennatura marmorea è inserito il pulpito rettangolare, di
identica fattura sostenuto all'esterno da due colonne di marmo.
In fondo al coro ligneo, intagliato e intarsiato da Giovanni
da Gaiole e Francesco di Domenico detto il
Monciatto tra il 1466 e il 1470 si trova l'altare romanico,
con il Crocifisso in terracotta attribuito a Luca Della
Robbia, sullo sfondo dell'abside semicircolare nel cui
catino campeggia il grande mosaico della fine del Duecento con
Cristo in trono benedicente, fra Mario e San Miniato e i
Simboli degli Evangelisti.
L'attigua sagrestia, per lascito testamentario del mercante
fiorentino Benedetto di Nerozzo degli Alberti, fu
decorata da Spinello Aretino con le Storie di San
Benedetto dopo il 1387. Gli affreschi della volta con i
Quattro Evangelisti sono attribuiti a Jacopo da Firenze.
Lungo le pareti sono disposti banchi quattrocenteschi con stalli
per i cori notturni. Ai piedi della scala, sulla navata
sinistra, si trova Cappella del Cardinale di Portogallo o
di San lacopo, attribuita tradizionalmente ad Antonio
Manetti, che l'esegui su commissione del re Alfonso del
Portogallo per la tomba del nipote Jacopo di Lusitania,
deceduto a Firenze durante un'ambasceria. La cappella a croce
greca di ordine corinzio, con bracci poco profondi, volta a
padiglione e pavimento a tarsia di tipo cosmatesco, costruita
tra il 1461 e il 1466, costituisce nel contesto romanico
un'appendice rinascimentale di notevole rilievo. La volta, di
Luca Della Robbia, è rivestita da piastrelle policrome e
completata da cinque tondi in terracotta invetriata con lo
Spirito Santo al centro e le quattro Virtù cardinali. Le
lunette e i lati delle arcate sono affrescate con
Evangelisti, Dottori della Chiesa e Profeti di Alessio
Baldovinetti. Nel nicchione di destra si trova monumento
sepolcrale, opera tra le più pregevoli di Antonio Rossellino.
Nella lunetta del nicchione opposto all'ingresso si trovava un
affresco con Angeli in volo di Antonio e Piero del
Pollaiolo, autori della tavola dell'altare con tre Santi,
sostituita con una copia, e trasferita agli Uffizi. Nella parte
alta del nicchione con la cattedra vescovile si trova
un'Annunciazione su tavola di Alessio Baldovinetti. La
vasta cripta del XI secolo, suddivisa in sette navatelle con
volte a crociera, ha le volte affrescate con Santi e Profeti
di Taddeo Gaddi. L'altare originario, del secolo XI,
contiene le ossa di San Miniato Martire.
Basilica di San
Miniato a Monte
Via delle Porte Sante, 34, 50125 Firenze
Orari: tutti i giorni 09:30?
13, 15:30?
19
Tel: 055 234 2731
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