Museo Nazionale Palazzo Mansi

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Museo Nazionale Palazzo Mansi a Lucca

 

Il bellissimo Museo Nazionale di Palazzo Mansi ha sede in una delle dimore signorili più lussuose della città, costruita tra la fine del ´500 e gli inizi del ´600. La famiglia Mansi, una delle famiglie aristocratiche più importanti di Lucca, acquistò l'edificio nel 1616 e, tra il 1687 e il 1692, lo trasformò in vero palazzo di rappresentanza: austero all'esterno e articolato all'interno in modo fastoso, in linea con il gusto barocco dell'epoca. Acquistato dallo Stato nel 1965 e restaurato fino al 1976, nel 1977 è stato aperto al pubblico, allestendo anche la Pinacoteca Nazionale con opere provenienti dalle collezioni medicee e granducali. Per visitarlo meglio consultare il sito dei musei nazionali di Lucca perché gli orari di apertura sono limitati.

Museo Nazionale Palazzo MansiPalazzo Mansi si trova nel pieno centro di Lucca ed è un valido esempio di Domus Lucchese (sviluppo in senso orizzontale della casa). L'edificio prende il nome dalla famiglia che lo ha abitato sino al 1957. Negli anni '60 venne acquistato dallo stato italiano e, dopo una serie di interventi di restauro, nel 1977 venne aperto al pubblico. Le stanze al piano terreno sono attualmente adibite per allestire mostre temporanee, mentre l'appartamento più importante, al piano nobile è il fulcro stesso del museo.

 

Museo Nazionale Palazzo MansiAccadde che un non meglio identificato podestà vissuto nel X secolo, scrivendo da Lucca messaggi ai propri familiari in Germania, usasse l'espressione latina "Lucae mansi", cioè "rimasi a Lucca", da cui il cognome del casato dei Mansi. Tale denominazione, tuttavia, trae le sue radici anche dalla città tedesca di Mainz (Magonza); da qui il capostipite della famiglia sarebbe arrivato a Lucca nel 962, al seguito dell'imperatore Ottone I.  La famiglia Mansi, originaria dalla Sassonia, da dove arrivò nell'XI secolo, aveva possedimenti terrieri nella zona e abitarono in una "Domus magna" o "domus a vita", una abitazione cittadina in via San Pellegrino, così chiamata perché in fondo alla via si trovava una cappella dedicata a questo santo. Questa via corrisponde all'odierna via Gallitassi. Fu così che nel 1502 un Nicolao acquistò una casa accostata alla chiesa di San Pellegrino, considerata la "casa vecchia" della famiglia, ovvero dì quel ramo volgarmente chiamato dei "Mansetti", estintosi nel Settecento. Quella casa peraltro è proprio di fronte alla cosiddetta "casa nuova", che è la base dell'autentico Palazzo Mansi di San Pellegrino, all'angolo con via San Paolino. Fu comprata nel 1616 da Isabella Mansi, vedova di Agostino Sinibaldi, e lasciata in eredità nel 1641 ai tre nipoti Cipriano, Agostino e Raffaello Mansi; quest'ultimo ne divenne unico proprietario, acquistando dai cugini tutto l'edificio.

 

La storia del palazzo e dalla famiglia Mansi sua proprietaria

 

Sopra il portone d'ingresso al palazzo, si può ancora oggi notare lo stemma in pietra dei Mansi, che si ripete anche in quasi tutte le stanze del palazzo. La presenza di questo stemma ci vuol far capire che fino alla metà del 500 essi abitarono in questa Domus, dopodichè, nella seconda metà dello stesso secolo, iniziarono altri tipi di attività, diventando commercianti di tessuti, armi, oggetti preziosi e agenti di cambio. Alcuni membri della famiglia, allora, si staccarono dalla Domus e comprarono immobili in altre parti della città, così che si formarono quattro rami Mansi. Quello che noi trattiamo è denominato San Pellegrino.

 

Il primo che acquistò il palazzo fu Raffaello Mansi. Quest'ultimo, fu il vero costruttore del palazzo, perché tra il 1648 e il 1686 acquistò ben sette case che sarebbero andate a costituire il blocco fondamentale del complesso: si trattava tuttavia di edifici ammassati uno appresso all'altro, collegati tra loro senza che fossero effettuati concreti lavori di uniformità al loro interno. Fu suo figlio, il marchese Ottavio, a compiere un vero "assemblaggio" edilizio, collegando quelle case con altri stabili acquistati tra il 1687 e il 1689, fino a definire un intero complesso su via San Paolino e su via Galli Tassi. Fu così che il palazzo prese forma attraverso una generale ristrutturazione delle case, dalla facciata agli interni, dove comparve l'emblema dei Mansi affiancato a quello degli Arnolfini, che Ottavio volle immortalare in omaggio a sua moglie Maria Arnolfini.

 

Gli interni di Palazzo Mansi

 

Ad affrescare gli ambienti furono chiamati Giovan Gioseffo Dal Sole, Marco Antonio Chiarini e Giovanni Ciocchi, mentre dell'arredamento si occupò, tra il 1687 e il 1691, Raffaello Mazzanti. Sorsero così il mitico Salone della Musica, con un palco fisso per l'orchestra sotto un soffitto rievocante i miti greci in una suggestiva scenografia architettonica; l'ampio scalone a rampa unica, concluso al piano nobile nel loggiato aperto sul giardino e la splendida Sala dell'Alcova, dalle tappezzerie di raso ricamato con motivi floreali e uccelli. In questa stanza il letto a baldacchino appare separato dal resto della sala mediante un arco intagliato in legno dorato, sorretto da cariatidi. I quadri e gli arazzi, che avrebbero gradatamente costituito una quadreria e un'arazzeria di grande prestigio, trovarono infine posto nei tre salotti affrescati al piano nobile.

 

Il piano nobile di Palazzo Mansi


Museo Nazionale Palazzo MansiIl piano nobile è caratterizzato da sale riccamente decorate, con arredi del XVII e XVIII secolo ed arazzi fiamminghi. Negli anni '80, completati i lavori alle strutture ed ai servizi museali, è stato portato a compimento il restauro dell'appartamento monumentale. Gli arredi, un tempo dispersi, sono stati reintegrati con pezzi provenienti da altre abitazioni signorili della città, e la pinacoteca è stata arricchita grazie ad acquisizioni da collezioni private.

 

Museo Nazionale Palazzo MansiGli ambienti del piano terra sono oggi destinati alle esposizioni temporanee, mentre al secondo piano è allestita l'esposizione della pittura lucchese dell'ottocento e del settore dei tessili. Una buona parte delle opere proviene dalla ricca collezione dei Mansi, venduta dall'ultimo duca di Lucca, Carlo Ludovico di Borbone, quando quest'ultimo dovette abbandonare la città nel 1847. Un'altra parte della collezione della Pinacoteca si deve alla donazione del Granduca Leopoldo II di Toscana, quando la città fu annessa al Granducato lorenese.

 

Tra le numerose opere di altissimo livello due opere cinquecentesche: il Ritratto di Giovinetto, del Pontormo, e la tavola con La continenza di Scipione, del Beccafumi. Poi opere di artisti quali, Tintoretto, Girlandaio, Veronese, Tiziano, di Luca Giordano, di Ventura Salimbeni, di Federico Zuccari, del Furini, di Rosa da Tivoli, di Guido Reni, di Domenichino, di Andrea del Sarto e del Bronzino. Da segnalare inoltre le opere di artisti toscani del XIX secolo quali Batoni, Nocchi, Tofanelli, Ridolfi e Marcucci.

Museo Nazionale Palazzo Mansi

Via Galli Tassi 43 - Lucca

Tel.0583 55570. Biglietteria 0583 583461.

 

Costi biglietto (al momento in cui si scrive): 4,00 euro intero - 2,00 euro (dai 18 to 25 anni)
Entrata gratuita per i minori di 18 anni e gli over 65

È possibile un biglietto cumulativo con l'altro Museo Villa Guinigi

Orari di apertura:
Da controllare chiamando il Museo. Attualmente dal martedì al sabato, unica visita al mattino ore 9.30 (alle 9.45 il cancello viene chiuso). Il pomeriggio aperto dalle 12 alle 19.

Chiusura di lunedì, domenica e festivi

 

 

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