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Lucca ha origini etrusche e romane. Libero Comune medievale,
passò ai Visconti e agli Sforza. Repubblica indipendente e
oligarchica per secoli, fu integrata nel Granducato di
Toscana nel 1847.
Di origine etrusca e ancor prima ligure, Lucca ha una matrice romana, con cardo
e decumano ancora evidenti (via San Paolino e via Fillungo). Il
suo nome deriva, con tutta probabilità, da una parola celto ligure, "Luck",
che significa "Luogo di Paludi". Fin dall'antichità la città è stata un nodo
stradale importante, soprattutto in periodo romano essendo punto di intersezione
delle strade Clodia, Aurelia e Cassia. |
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Strategica la sua posizione vicina ai fiumi (Arno e Auser - quest'ultimo l'attuale
Serchio) e ben collegata ai centri
urbani costieri, come
Pisa e
Luni, e anche a quelli dell'entroterra (Firenze,
Pistoia e
Parma).
Leggi il nostro
Ebook su Lucca
Agli Etruschi
subentrarono i Liguri, a loro volta sopraffatti dai Romani
alla fine del III secolo a.C.. Proprio la dominazione romana
ha lasciato numerose tracce di sé a livello urbanistico come la
pianta a croce della città, il teatro, il foro e
l'anfiteatro fuori dal perimetro di quelle che erano le mura
romane, per gli spettacoli ufficiali. A Lucca, nel 55 a.C.,
si tenne l’incontro del primo triumvirato, tra Caio Giulio
Cesare, Gneo Pompeo Magno e Marco Licinio Crasso, nel quale
Cesare si vide prorogare per un ulteriore quinquennio il
proconsolato nelle Gallie. L'incontro avvenne nei pressi
dell'attuale
Chiesa di San Michele in Foro, dove, come si evince
dal nome si trovava il foro della città romana.
Ascolta "3 - Storia di Lucca" su Spreaker.
Eccovi una
cronologia per orientarvi tra gli avvenimenti
della città. Vi può interessare
anche
La
Lucca del '700 di Georg Christoph Martini,
il resoconto di un pittore tedesco, cronista del '700 che visse a Lucca
gli ultimi 20 anni della sua vita.
Il monumento pubblico più imponente di epoca romana era
proprio l'Anfiteatro, che poteva contenere oltre 10.000 spettatori. Oggi sui suoi
resti sorge una bella piazza rotondeggiante, l'attuale
Piazza
Anfiteatro, dove si possono immaginare tempi antichi con
combattimenti e gladiatori, sorseggiando una birra o mangiando
una pizza.
Dalla
cristianizzazione fino al Mille
San Paolino, patrono locale, cristianizzò la città 50 anni dopo
la nascita di Cristo. Lucca fu prima capitale della Tuscia
longobarda, poi parte del regno dei Franchi come marchesato
sotto Carlo Magno. Furono i longobardi, da poco cristianizzati
(in questazona) dal vescovo di Lucca Frediano (poi fatto santo), a
organizzare la prima diocesi della città, occupandosi anche
della costituzione delle Pievi, le tipiche chiese rurali nel
territorio circostante.
Bisognerà aspettare un paio di secoli,
in concomitanza con la prima Crociata, alla quale molti lucchesi
presero parte, per assistere allo sviluppo impetuoso della zona.
La fama di Lucca aveva cominciato a varcare i confini italiani
ed europei, soprattutto grazie ai suoi abili mercanti. La città
si arricchì enormemente con la lavorazione della seta, il
commercio di pietre preziose e l’attività di cambio valuta, con
filiali in tutta Europa. L’altissima qualità dei tessuti
lucchesi era dovuta alla finezza del materiale e alla bellezza
dei decori creati da valentissimi artigiani. Nel pianterreno di
Palazzo Mansi, dove si trova il
Museo Nazionale di Palazzo Mansi, si
può visitare un laboratorio sulla lavorazione dei tessuti con
telai antichi.
Nei due secoli successivi la città si abbellì ulteriormente di
importanti edifici e monumenti, con la costruzione della seconda
cerchia di mura e di molte chiese, tra le quali la
Cattedrale di
San Martino. Le case cominciarono ad assumere la forma di
case-torri (come accadeva ad altre città toscane nello stesso
periodo, pensate solo a
San Gimignano) di cui oggi rimane l'esempio scenografico della
Torre
Guinigi. La città divenne libero Comune nel 1161; nella seconda
metà del 1200 si ampliò la cerchia delle mura, che inglobò
alcune zone periferiche come San Frediano e l'Anfiteatro. La
ricchezza portò anche l'inizio di cruente lotte intestine tra
l'aristocrazia cittadina e la borghesia mercantile destinate a
durare per secoli. Anche qui le fazioni si chiamarono Guelfi e
Ghibellini, le due fazioni opposte nella politica italiana dal
XII secolo fino alla nascita delle Signorie nel XIV. I primi
erano sostenitori del papa, i secondi dell'imperatore del Sacro
Romano Impero.
Basso Medioevo
Nel Medioevo la città crebbe notevolmente grazie alla presenza
del Volto Santo, una veneratissima reliquia che rappresenta il
Cristo crocifisso, custodita nel Duomo di San Martino ancora
oggi. La presenza di questo manufatto sacro fece diventare Lucca
una tappa fondamentale per i pellegrini in cammino da Roma a
Canterbury sull’antica
Via Francigena
(Lucca era la tappa n.
26). La Francigena era all’epoca una delle vie di comunicazione
più importanti in Europa.
Per i lucchesi la metà del 1200 fu un periodo di eccezionale
sviluppo commerciale, manifatturiero e commerciale, nonostante i
continui scontri con la città rivale di Pisa. Moderni banchieri
e pressoché monopolisti nel commercio della seta, i lucchesi
divennero così benestanti da essere in grado di prestare i loro
soldi a mezza Europa, comprese molte teste coronate dell'epoca,
diventando persino i "mercanti del Papa". Dopo varie
vicissitudini, alla fine del 1200, la città si affermò come il
secondo comune guelfo più forte della Toscana, dopo Firenze. Più
tardi divenne ghibellina per volere del condottiero Castruccio
Castracani, della famiglia degli Antelminelli, nato nell'attuale
Piazza Bernardini, che diventò nel 1316 Signore di Lucca.
Castracani attuò una politica espansionistica ai danni delle
città vicine e soprattutto sfidò la guelfa Firenze, arrivando a
sconfiggerla duramente nel 1325, nella Battaglia di Altopascio e
a minacciare perfino di conquistarla arrivando fin sotto le sue
mura. Il condottiero fece costruire, dove oggi sorge Piazza
Napoleone, la fortezza Augusta come simbolo del suo potere e
monito alla città (era talmente imparante da essere stata
affrescata da
Giotto). Nel 1328 il Castracani era così potente da
avere il privilegio di accompagnare l’imperatore del Sacro
Romano Impero, Ludovico il Bavaro, a
Roma per l’incoronazione.
La morte improvvisa che colpì Castruccio per febbre malarica
lasciò la città nell'anarchia e il figlio Enrico non fu in grado
di governare e di succedergli. Le truppe mercenarie tedesche,
presenti nel territorio lucchese al soldo dell'imperatore, senza
salario, si ribellarono impossessandosi del ducato lucchese,
offrendolo in vendita al miglior offerente. Iniziò per la città
una lunga decadenza; la zona fu oggetto di molti appetiti
stranieri. Alla fine, prevalsero i Visconti di Milano e
vent'anni dopo la città subì un affronto che ancora oggi brucia
e viene ricordato dai lucchesi con sdegno: la sottomissione a
Pisa per 27 anni, dal 1349 al 1367.
Lucca tornò libera nel 1370, per intervento dell’imperatore
Carlo IV, che ricostituì la repubblica cittadina nel 1372. La
nuova libertà coincise con una nuova ripresa economica, durante
la quale, con un’accorta politica estera, la città riuscì a
riconquistarsi una certa fama in Europa, grazie ai suoi
banchieri e al commercio della seta.
La Signoria di
Paolo Guinigi
Un personaggio molto importante di questo periodo fu
Paolo
Guinigi, Signore di Lucca nel 1400, governante illuminato e
responsabile, che s'impegnò a garantire la pace e il rientro
degli esuli politici e fu capace di far fiorire ancor di più
l’economia. In quel tempo Guinigi era uno degli uomini più
ricchi del mondo. La Torre che porta il suo nome è ancora oggi
il simbolo del città e del potere che la sua famiglia raggiunse
nel passato. Un edificio massiccio che s’innalza all’angolo tra
via Sant’Andrea e via delle Chiavi D’Oro, conosciuto ovunque per
quel ciuffo verde che si nota da lontano, per la presenza di
cinque lecci sulla sua sommità, impossibile da non notare in
qualsiasi punto di Lucca alzando lo sguardo.
La torre fu
progettata sia per far risaltare l’importanza della famiglia
proprietaria, che a scopo difensivo. Era parte di un complesso
chiuso, un vero e proprio rifugio urbano compatto, i cui vicoli
stretti potevano essere facilmente barricati e difesi. Ai primi
del Trecento, il panorama urbano di Lucca era caratterizzato da
oltre 250 torri e da numerosi campanili.
Paolo Guinigi sposò nel 1403 la giovane
Ilaria del Carretto, lui
vedovo, lei giovane e bella. Il matrimonio venne combinato per
motivi politici, com'era uso all'epoca, ma la storia d'amore tra
i Ilaria e Paolo scoppiò davvero. Purtroppo, dopo soli due anni
Ilaria morì dando alla luce la seconda figlia Ilaria minor. Il
suo meraviglioso monumento funebre, realizzato da Jacopo della
Quercia, divenne da subito un icona della storia dell'Arte,
ammirato nei secoli successivi da poeti e artisti di tutta
Europa. Oggi è custodito nella Cattedrale di San Martino e
suscita ancora la meraviglia di chi lo incontra. Edifici, come
Villa Guinigi, dove ora si trova il Museo Nazionale e la torre
Guinigi, testimoniamo ancora oggi il grande potere che ebbe
questa famiglia. Una congiura pose fine al loro potere con la
conseguente stipula, qualche anno dopo, nel 1438, della pace con
Firenze sostenuta militarmente dai Visconti di Milano.
1500 e 1600
L'integrità territoriale della repubblica era stata compromessa
dalla sua fragilità politica. La
Garfagnana era stata invasa in
parte dagli Estensi,
Barga era passata definitivamente ai
fiorentini, mentre Pietrasanta fu occupata prima dai genovesi e
poi dagli stessi fiorentini. Nonostante questo, la piccola
repubblica, diventata territorialmente quasi una città-stato,
tornò a svilupparsi economicamente nella seconda metà del
Quattrocento attraverso attività commerciali internazionali,
quali la produzione di tessuti pregiati. La produzione serica
entrò in crisi nel Cinquecento, per via della concorrenza di
altri centri europei. La crisi causò malcontento che sfociò con
il famoso episodio del 1531 passato alla storia come la "Rivolta
degli Straccioni", dal nome dispregiativo affibbiato ai
tessitori serici dall'oligarchia cittadina.
Attraverso i contatti che i mercanti lucchesi avevano con il
nord Europa, la città accolse in parte la riforma protestante:
in quasi tutte le maggiori famiglie mercantili cittadine erano
presenti, tollerati e in qualche modo nascosti degli "eretici".
Tuttavia, a causa degli accesi scontri in Europa tra cattolici e
protestanti, alla vigilia della Guerra dei Trent'anni, per il
timore di una crociata fiorentina benedetta dal Papa, molti
cittadini lucchesi andarono in esilio volontario verso
Ginevra e
altre città del nord. La partenze di alcune delle più importanti
famiglie impoverì la città di capitali e risorse umane e
culturali.
La Repubblica Lucchese divenne ancora più oligarchica
con la riforma del Gonfaloniere Martino Bernardini del 1556
(proprietario del palazzo omonimo ancora esistente nel centro di
Lucca).
Quest'ultima rese le cariche pubbliche accessibili solo alle
famiglie di più antica ascendenza con la costituzione, come in
altre città, del cosiddetto "Libro d'oro" (che sarà spazzato via
durante le guerre napoleoniche che seguirono la Rivoluzione
Francese).
Tra fine Quattrocento e
inizio Cinquecento, la città in parte cambiò volto, e molti dei
palazzi dell'aristocrazia cittadina furono rinnovati secondo i
canoni dell'architettura rinascimentale. Le torri medievali in
abbandono furono quasi tutte abbattute in questo periodo.
Il 1600 fu un secolo abbastanza tranquillo per Lucca, infatti se
si eccettuano le Guerre in Garfagnana (1604-1620) condotte con
successo contro gli estensi per riconquistare i territori
perduti in precedenza. La città trascorse un periodo di pace e
prosperità fino all'arrivo delle truppe napoleoniche nel 1799.
Nel '600 e nel 700, Lucca diede i natali a due grandi pittori,
di stili molto diversi, il caravaggesco Pietro Paolini
(Lucca, 3 giugno 1603 – Lucca, 12 aprile 1681), e soprattutto
Pompeo Batoni
(Lucca, 25 gennaio 1708 – Roma, 4 febbraio 1787).
Con una cauta politica diplomatica, che aveva l'obbiettivo
primario di mantenere l'indipendenza della città, Lucca scelse
di rimanere prudentemente ai margini degli eventi politici
europei, per evitare qualsiasi possibile scontro. A scopo
difensivo e dissuasivo, si pensò di creare un ultimo possente
sistema di mura alla cui costruzione fu destinato gran parte del
bilancio statale. I lavori terminarono nel 1645. Con la fine
delle guerre di religione sorsero nuovi problemi che si vennero
a creare con la politica protezionistica di Francia e
Inghilterra. Cercando di ovviare a questa nuova situazione, i
mercanti lucchesi trovarono nuovi sbocchi commerciali nel nord e
nell'est dell'Europa in paesi come la Germania, la Polonia, i
paesi scandinavi e la Russia, senza tuttavia ritrovare i fasti
mercantili del passato. La crisi economica non aveva scalfito la
vivacità culturale della città, che mantenne una fervente
attività in campo sia editoriale che teatrale. Il 14 gennaio
1675 venne inaugurato il Teatro del Giglio, punto di riferimento
artistico a livello toscano. Diverse rappresentazioni teatrali
si erano tenute ancor prima nelle ville private della campagna
lucchese.
Trovando più difficoltà nell'investire capitali all'estero, a
partire dal Cinquecento, si iniziarono a investire molte più
risorse localmente nell'agricoltura, con bonifiche e
coltivazioni estese a tutto il territorio della Repubblica, che
si arricchì ulteriormente di ville gentilizie come la Villa
Reale di Marlia. Ancora nel Settecento, Lucca era una piccola e
prospera repubblica il cui buono stato delle finanze consentiva
di valutare l'estinzione del debito pubblico.
Dal 1800 ai
giorni nostri
Nel 1800,due donne giocarono un ruolo fondamentale per la città:
Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone e Maria Luisa di Borbone,
figlia del re di Spagna. Lucca, contesa tra austriaci e
francesi, riuscì a mantenere nel 1801 la sua autonomia rispetto
al "Regno d'Etruria" creato per la duchessa Maria Luisa di
Borbone. Lo stato lucchese si dette un ordinamento repubblicano,
riuscendo ad intrattenere rapporti diplomatici con la Francia e,
raggiunto un certo equilibrio politico, riuscì a introdurre
interessanti progressi sociali, come l'istituzione
dell'Università nel 1802, il riordino del sistema stradale e la
sistemazione della rete dei canali del territorio, fondamentali
per lo sviluppo agricolo. Napoleone nominò un ambasciatore
francese di origine corsa, Antoine Christophe Saliceti, che
riorganizzò la città, costituì una nuova struttura di governo,
aprì scuole e case di assistenza e mutò l'assetto della
repubblica in principato. Per il Principato la preferenza
francese andò a Felice Baciocchi, marito di Elisa Bonaparte
sorella di Napoleone.
Baciocchi era un uomo d'armi, piuttosto
che un amministratore pubblico, e cedette volentieri ad Elisa il
governo dello stato lucchese. Quest'ultima dimostrò subito
intelligenza e intraprendenza, circondandosi di collaboratori
abili e realizzando importanti opere pubbliche. Riunì a Palazzo
Ducale una corte sfarzosa e raffinata, ispirandosi alla corte
imperiale di Parigi. Si comportò da mecenate con artisti e
letterati e coinvolse nell'amministrazione locale e nella vita
di corte i patrizi lucchesi. Elisa rimase in città un tempo
tutto sommato limitato, ma nonostante questo, è rimasta nella
memoria dei lucchesi come uno dei personaggi più apprezzati.
Dopo la caduta di Napoleone, a Elisa seguì Maria Luisa di
Borbone, nel 1817, che instaurò in città un governo
assolutistico, con effetti positivi a livello economico. Maria
Luisa fece di palazzo Ducale la sua residenza, modificandolo
secondo il proprio gusto e rendendolo una delle regge più ricche
d'Italia, grazie all'architetto di corte, Lorenzo Nottolini.
Oltre a quest'ultimo, nell'amministrazione pubblica, si avvalse
di collaboratori lucchesi di altissimo livello, come Ascanio
Mansi e Antonio Mazzarosa, promuovendo importanti interventi
pubblici insieme alla diffusione dell'istruzione.
Per volere di Maria
Luisa, le Mura divennero un parco pubblico e sugli spalti furono
piantati, proprio in questo periodo, i primi alberi dei viali,
che ancora oggi i visitatori possono ammirare quando passeggiano
sulle Mura. Maria Luisa, cagionevole di salute, dovette
allontanarsi da Lucca lasciando il potere al figlio, Carlo
Ludovico, personaggio dipinto come capriccioso e bizzarro, poco
incline al governo e molto di più alla vita mondana e al gioco
d'azzardo. Incapace di governare, finì per cedere Lucca, nella
metà del 1800, per motivi finanziari al Granduca di Toscana,
Pietro Leopoldo II di Lorena, che in cambio gli riconobbe un
vitalizio e l'usufrutto delle sue proprietà private nella zona.
Annessa al Granducato, Lucca perse la sua secolare indipendenza.
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Curiosità
Carlo Ludovico di Borbone vendette per debiti di gioco la
meravigliosa Collezione Palatina di Lucca, comprendente quadri
di Michelangelo, Tiziano,
Guercino,
Piero della Francesca,
Perugino,
Van Eyck
(la famosa Madonna di Lucca, chiamata così proprio perché
si trovava in città parte della Collezione Palatina), Van Dick,
Dürer e tanti altri, che ora si trovano nei
musei più famosi del mondo, acquistati in quel periodo da
mercanti d'arte, soprattutto inglesi. Una perdita incalcolabile
per Lucca e per l'Italia intera. Vista la passione del Duca per
il gioco d'azzardo, non deve stupire il fatto che avesse aperto,
proprio vicino a Lucca, a Bagni di Lucca, il primo Casinò
d'Europa.
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Curiosità:
Cassa di Rispamio e emigrazione
La nascita della Cassa di Risparmio di Lucca, risale a questo
periodo, esattamente al 1835. La sede storica della banca è in
Palazzo Gigli, in piazza San Giusto. La sede della più recente
Fondazione della Cassa di Risparmio, nata per la promozione
della cultura e del territorio, è nel complesso di San Micheletto, vicino a Porta Elisa, in un bellissimo palazzo con
annesso chiostro visitabile. La fondazione ospita spesso mostre
ed eventi ad ingresso gratuito.
Come il resto della Toscana, nel 1860-1861, Lucca entrò a far
parte del Regno d’Italia. La riforma amministrativa del 1865
trasformò la città, da piccola capitale, a capoluogo di
provincia, portando a una sensibile decadenza economica e
culturale. La grande crescita demografica del periodo costrinse
molte persone ad emigrare. Fu proprio l’emigrazione a
caratterizzare l’inizio del ‘900. Molti lucchesi, spinti dalla
necessità partirono per lunghi viaggi verso paesi lontani come
gli Stati Uniti, il Sudamerica e l'Australia; in tanti trovarono
fortuna all’estero grazie alle loro capacità. L‘associazione
Lucchesi nel mondo testimonia singole e appassionanti storie di
uomini che cercarono di trovare una vita migliore e nuove
opportunità lontani dal proprio paese e dalla famiglia. Di
questo periodo troverai un bel racconto nel Museo
dell'Emigrazione Paolo Cresci.
Tra la fine del '700 e la fine dell’800 Lucca ha avuto la fortuna di dare i natali
a compositori Luigi Boccherini (Lucca, 19 febbraio 1743 –
Madrid, 28 maggio 1805), Alfredo Catalani (Lucca,
19 giugno 1854 – Milano, 7 agosto 1893) e soprattutto
Giacomo Puccini, uno dei più grandi compositori di opere di
tutti i tempi. Opere liriche come la Boheme, la Tosca,
Manon Lescault, Turandot ecc. sono conosciute e amate in tutto
il mondo.
Nel ‘900 crescono le infrastrutture cittadine e si affermano
aziende di produzione agro-alimentare e tessile. Di tradizione
molto antica è la fabbricazione della carta, soprattutto nella
provincia, legata alla ricchezza di acqua presente nel
territorio.
📷
Curiosità:
l'industria della Carta a Lucca
Una prima traccia relativa alla produzione locale della carta
risale al 1307, anno in cui venne istituita la Corporazione dei
Cartolai di Lucca. La prima vera cartiera lucchese nacque nella
metà del '500. Alla fine del '600 le cartiere erano 8 e crebbero
progressivamente fino a quando, nel 1834, l'invenzione della
carta paglia (la carta gialla da imballo, fatta all'epoca con
acqua, calce e paglia), fornì uno straordinario impulso alla
crescita del settore. La carta paglia era facile da produrre ed
economica e fece decollare la produzione: nel 1911 le cartiere
diventarono ben 106 e nel 1971 arrivarono a 211. Tanta era
l’importanza della carta-paglia, che nel quartiere lucchese di
Borgo Giannotti, poco fuori dalle Mura, veniva stabilito il
prezzo della materia prima (la paglia) e stabilito il costo di
riferimento per tutta Europa. Terminato il periodo della
carta-paglia è arrivata la produzione di carta per uso domestico
e cartone ondulato. Alcuni marchi lucchesi (Regina, Tempo, Perla
ecc.) sono conosciuti in tutta Italia e a Lucca è attivo oggi un
polo cartario di importanza mondiale.
Sulla costa ad inizio '900 nasce l’industria turistica della
Versilia, che si sviluppa fortemente dagli anni ‘30.
Viareggio e
Forte dei Marmi diventano, poco dopo, la meta preferita di tanti
personaggi famosi: campioni dello sport, vip della tv e del
cinema, politici. La Bussola e la Capannina diventano i locali
storici del litorale.
Lucca fu risparmiata dai bombardamenti della Seconda guerra
mondiale, che tuttavia fece numerose vittime nel suo territorio.
La storia recente è fatta di tanti turisti nazionali e
internazionali, di eccellenze alimentari e culturali e di
piccoli e grandi eventi, che vanno dalla storica mostra
dell'antiquariato (ogni terzo fine settimana di ogni mese) a
grandissime manifestazioni, come il Summer Festival (festival
musicale che si tiene all’aperto nel mese di luglio) e il Lucca Comics & Games (rassegna internazionale che si tiene in autunno,
dedicata al fumetto, ai giochi di ruolo, ai videogame e ai
cosplayers), eventi che portano ogni anno in città centinaia di
migliaia di persone.
📷
Curiosità
Chi sono i cosplayers che invadono Lucca in autunno? Si tratta
di persone che si vestono, si acconciano e si comportano come un
personaggio da loro scelto tra i milioni presenti in
videogiochi, fumetti, amine ecc. La parola Cosplay è un
neologismo, nato dalla fusione delle parole anglofone costume (=
abito, costume) + play (= gioco e recita). Se capiti a Lucca in
questo periodo rischi di incontrare Darth Fener di Guerre
stellari, Daenerys Targaryendarth del Trono di Spade, ma anche
Lupin III, Nobi Nobita, Pikachu, pirati, ninfe, robot...
Curiosi?
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