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Santa Maria Forisportam
a Lucca - Tesoro italiano dimenticato. Chiesa di origini
paleocristiane, come dice il nome un tempo fuori dalle mura
cittadine, Santa Maria Forisportam è un gioiello del tardo
romanico lucchese con molti belle opere d'arte al suo
interno e una lunga e bella storia che merita di essere
riscoperta dai turisti e valorizzato.
Lucca, Santa Maria
Forisportam, una chiesa bellissima, capolavori
dimenticati (tra cui due Guercino), disinteresse pubblico e
privato (salvo poche eccezioni), un altro patrimonio
italiano che rischia di andare in malora, un altro esempio
di un'Italia immobile. In altri paesi questo sarebbe un
piccolo museo, con persone che vengono a visitarlo, altre
che ci lavorano. Qui, il silenzio assoluto, triste e umido,
interrotto dai passi di un volontario (chissà ancora per
quanto) della Misericordia.
Visitatela perché oltre a trarne giovamento
per le sue bellezze potrete perpetuare la sua esistenza
Oggi mi sono imbattuto in uno dei
classici tesori italiani dimenticanti, la romanica Chiesa
di Santa Maria Forisportam a Lucca e ho provato rabbia per
il suo stato di semi abbandono. Vi piace Guercino, il
"Pittore dei Sensi"? Be', in questa chiesa ci sono due
sue opere. Quando sono capitato da queste parti, più volte ho
avuto il desiderio di entrare in questo tempio dimenticato, chiamata dai
lucchesi Santa Maria Bianca per la sua struttura in
marmo delle apuane che appare subito, sulla destra, mentre si
arriva in Piazza della Colonna, in direzione di
Porta Elisa, ma era sempre chiusa. |
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Oggi mentre prendevo un caffè nel bar vicino insieme
a mia moglie e ai miei figli ho visto il portone
aperto e mi sono precipitato dentro. C'era un
cortese signore che, ho scoperto, essere un
volontario di una vicina confraternita della
Misericordia, che, quando può, viene e apre a fedeli e
visitatori per un paio di ore. Sono stato fortunato, ho fatto una
visita di circa mezz'ora da cui sono uscito con un sentimento
ambivalente. Da un lato, ancora una volta si è davanti a uno
degli innumerevoli monumenti italiani, di quelli che ci hanno
reso e ci rendono vanto nel mondo; dall'altro quel senso di
sconforto per lo stato di semi abbandono in cui una chiesa come
questa, con storia e capolavori, versa. La chiesa si chiama
Forisportam, ovvero "fuori porta", perché in epoca
romana qui si era già al di la del perimetro delle mura. Ci troviamo in pratica al confine tra
la Lucca romana e la città medievale.
La passione di John Ruskin
John Ruskin grande e celeberrimo
letterato vittoriano, poeta, scrittore e critico d'arte inglese,
che ha avuto un impatto enorme nell'influenzare
la critica d'arte mondiale, nel suo viaggio in Italia di metà ottocento (il cosiddetto
Grand Tour), disse una volta che fu questa chiesa che
fece scoccare in lui la scintilla, l'interesse
e la passione per l'architettura medievale. Curiosamente
Ruskin disprezzava la pitture del Seicento,
compresi
Caravaggio e appunto
Guercino è questo
fa sorridere considerando i due Guercino qui
presenti (la pittura italiana del '600 ritornerà
prepotentemente in auge all'inizio del 900
grazie a critici d'arte quali Sir Denis Mahon). Questo basterebbe
e avanzerebbe per far arrivare qui frotte di visitatori anglosassoni,
amanti della cultura. Invece...
Tra le frasi celebri
di Ruskin, una mi è sempre piaciuta
particolarmente e ogni tanto mi balena nella
mente come un monito incoraggiante: "La vita
senza operosità è peccato, l'operosità senza
arte è brutalità."
Nella stessa piazza omonima su cui
si apre la chiesa (Piazza Santa Maria Forisportam) si trova
anche la cosiddetta "colonna mozza" una colonna romana
in granito che veniva usata durante il medioevo come punto di
arrivo per i cavalieri che partecipavano al palio cittadino.
La facciata della chiesa incuriosisce subito, soprattutto, per
via del ricco simbolismo che ne impreziosisce il tratto inferiore,
un
vero e proprio ricamo nella pietra. Ci troviamo nel centro
storico di Lucca, non lontano da altre piazze e chiese famose
della città come la
Cattedrale di San Martino, la
Chiesa di San Michele in Foro e la
Via Fillungo. La chiesa originariamente era situata all'esterno delle Mura
medievali da cui fu inglobata, probabilmente nel XII secolo,
nel periodo della sua ricostruzione. A questo particolare si
lega infatti il suo nome "foris portam" che indicava
la sua posizione fuori dalle mura cittadine in epoca romana.
I due capolavori del Guercino
Una
volta dentro sono andato subito a dare un'occhiata ai due
Guercino
L'Assunta con i santi, del 1643 e Santa Lucia
del 1640, per poi vedere
con più calma il resto della chiesa. Guercino è un'artista molto
amato e citato tra gli altri da Vittorio Sgarbi,
celebre critico d'arte
italiano, che gli ha dedicato un intero libro "Guercino. Poesia e sentimento
nella pittura del '600". Pensate, durante il suo
Viaggio in Italia,
Goethe si fermò a
Cento, solo perché aveva
dato i natali proprio al grande Guercino. Le due tele di quest'ultimo che si
trovano in questa chiesa
vennero commissionate dall'allora abate, Giovanni Alfonso
Pucinelli, che conobbe personalmente il pittore- Lo
stesso Puccinelli, anni
dopo, nel 1656, divenne vescovo di
Manfredonia in Puglia, secondo la tradizione durante
un'epidemia di peste, ed ebbe la manifestazione dell'Arcangelo
Michele, dopo di ché dispensò grazie e guarigioni. L'abate
commissionò la pala di Santa Lucia e soprattutto convinse
Alessandro Mazzarosa a farsene fare una per la sua
cappella (L'assunta che pagò 400 ducatoni, una bella
cifra allora).
I dipinti del Guercino e la chiesa
stessa sono in uno stato molto preoccupante. Uno dei due quadri
del pittore, quello nella Cappella Mezzarosa è tenuto nella
semi oscurità. Nei muri si vedono i segni di rifacimenti e riparazioni
dovuti a terremoti e cedimenti del tempo. Ci sono moltissime
crepe e segni di un'umidità che non si riesce a contenere.
Come sempre in questi casi mi chiedo come sia possibile che
un monumento del genere sia stato lasciato al suo destino in
questo modo. In qualsiasi altro paese del mondo occidentale
i monumenti vengono tutelati, valorizzati e continuano a produrre
cultura e anche benefici economici. Qui no, si aspetta inesorabile
la fine per inerzia, una resa incondizionata verso il futuro.
È una cosa che fa semplicemente rabbia.
La
chiesa in sé all'esterno ricorda il modello del Duomo di Santa
Maria Assunta a Pisa,
ma si differenza da quella pisana in piazza dei Miracoli, nei
particolari costruttivi delle lesene decorative (i capitelli
non portanti che emergono incisi dalla parete) e dei colonnati
che supportano le arcate nella facciata. nel fianco e
nell'abside semicircolare. Rimasti incompiuti alcuni lavori,
nel Cinquecento, la chiesa fu rialzata in mattoni e si costruirono
la copertura a volte e le grandi finestre circolari. Si optò
per spogliare la chiesa del ricco apparato scultoreo che oggi
appare visibile in vari musei e collezioni sparsi per il mondo.
Nel 1619 fu ultimato il campanile, ma altri interventi di restauro
furono ancora operati sia lungo il corso del Settecento che
dell'Ottocento. All'interno della chiesa si trova anche un sarcofago
romano del V secolo usato come fonte battesimale e l'altare
principale opera di Matteo Civitali, lo scultore toscano
più importante del
Rinascimento fuori da
Firenze. Notevoli anche
le opere di Angelo Pucinelli, "Dormitio
Virginis"
e "Morte e Assunzione
della Vergine",
entrambi del 1386 (pittore ospitato anche in alcuni importanti
musei all'estero).
La sibilla
lucchese
Un'altra
cosa che a me personalmente ha destato molta curiosità è la
cappella che Chiara Matraini, la "
Sibilla Lucchese",
una delle poche poetesse del rinascimento italiano, si fece
costruire in questa chiesa nel 1576 e dove dispose che avvenisse la
propria sepoltura. La tomba è ornata da un quadro, "Augusto e la Sibilla cumana",
iniziato dal pittore Alessandro Ardenti e terminato,
secondo le sue volontà testamentarie, da Francesco Cellini,
e che rappresenta la Sibilla. In essa sarebbero rappresentate
le fattezze stesse della poetessa. Il dipinto oggi se vi interessa
(e ne vale veramente la pena) si trova nel Museo Nazionale di
Villa Guinigi.
Deh come
il tempo se ne fugge e vola
e di noi
sempre se ne porta il meglio,
dicemi
spesso il mio fidato speglio,
e com’ogni
mortal cosa ne invola!
Né dal
pigro mio sonno anco una sola
Volta,
doppo molt’anni, i’ mi risveglio,
ben ch’io
mi veggia il crin canuto e veglio
e fuggir
la beltà che ne consola.
In questo
parla con la mente e dice
un pensier
che il tema il cor mi punge:
Non tardar
a trovar securo albergo;
ché chi
col tempo i passi aggiunge,
qual pellegrino
stanco et infelice
a mezza
notte il dì si trova a tergo.
Lucida Mansi
e il suo fantasma
Un'altra
famosa donna lucchese, incrocia la sua storia con la Chiesa
di Santa Maria Forisportam, Lucida Mansi
(nome da ragazza Lucida Saminiati), che qui sposò il suo primo
marito Vincenzo Diversi, morto prematuramente. Lucida sposò
in
seconde nozze il nobile lucchese Gaspare Mansi. Tutti a Lucca
conoscono la "
storia" e la leggenda di Lucida Mansi, che narrano
di una donna molto attraente, libertina e crudele, che arrivò
ad uccidere il marito per circondarsi di schiere di amanti,
che poi a loro volta venivano uccisi, facendoli cadere, dopo
le prestazioni amorose, in botole irte di lame affilatissime.
Dopo uno scellerato patto col diavolo, che la portò via con
sé attraversando le Mura di Lucca, finì col gettarsi nelle acque
del laghetto dell'Orto botanico
della città (che se avete l'occasione e siete da
queste parti vi consiglio di visitare). Secondo le storie
che si raccontano nelle notti buie, fredde e tempestose, ma
anche no, il
fantasma
di Lucida Mansi vaga ancora in città, soprattutto sulle mura, e si tratta di uno dei
fantasmi più celebri di tutta la Toscana. Nelle notti di luna
piena qualche buontempone sostiene che sia possibile vedere
la carrozza mentre conduce la donna verso l'inferno e
che si arrivi addirittura a sentirne
le urla.
La meridiana solare a camera oscura
Interessante ancora è notare come
all'interno della chiesa si trovi una meridiana a "camera oscura":
arrivati davanti all'altare, guardate a destra, sulla parte
alta vedrete un foro. È il foro di illuminazione, un'apertura
attraverso la quale entra la luce del sole. Guardando in basso,
noterete invece sul pavimento una linea obliqua, è la linea
oraria. Quando il fascio di luce illuminava la linea oraria disegnata
sul pavimento, allora significava che il sole aveva raggiunto
la sua massima altezza e che quindi era mezzogiorno a Lucca.
Una targa precisa che Lucca risultava 7 minuti e 55 secondi
indietro rispetto all'ora solare di Roma. Oggi, dopo secoli
di accadimenti, terremoti e sommovimenti dell'edificio, la linea
della meridiana rispetto alla linea tracciata nel pavimento
risulta spostata di parecchi centimetri. Altre meridiane in
altre chiese (vedi quella di Saint Sulpice a
Parigi) hanno avuto
migliori fortune letterarie.
E allora?
Dopo tutto questo ben di Dio, cosa
può succedere affinché un monumento del genere non vada in
malora? Non so a chi mi sto rivolgendo, probabilmente alla
curia di Lucca, al Comune o ai lucchesi che non vogliono perdere
uno dei loro tesori. Mi vengono in mente un paio di cose, forse
a voi ne verranno in mente delle altre (postate idee sotto):
1) Trovare uno sponsor, un
mecenate (va bene qualsiasi passaporto) che in cambio di una
bella targa di marmo e qualche detrazione fiscale, ristrutturi
la chiesa, tuteli le opere che sono all'interno e la riapra
al pubblico per manifestazioni culturali come concerti o mostre
tematiche, permettendo anche la riapertura a funzioni religiose
(non ve l'ho detto, qui non si fanno più messe oramai da un
pezzo);
2) Rimettere in sesto la struttura
(quel che basta per fare entrare le persone a pagamento, anche
a un solo euro per cominciare), ponendo un bel cartellone con
i nomi di Guercino e John Ruskin e una bella didascalia accattivante
all'entrata e nelle vicinanze della chiesa, fare una campagna
a costo zero sui social network e, a costo quasi zero, con volantini,
chiedere aiuto ai giornali locali come il Tirreno o la Nazione.
Potete prendere anche pezzi di quello che ho scritto di sopra
se vi può esser utile;
3) Provare con il cosiddetto
"Crowdfunding", per chi non lo sapesse, da la possibilità di
raccogliere in tutto il mondo anche pochi euro ma da tante persone.
Rivolgetevi a qualsiasi ragazzino smanettone che ve lo può fare
gratis (idem per la campagna facebook accennata sopra);
4) Parlare di questa cosa il
più possibile, affinché non venga posta nel dimenticatoio ancora
di più di quello che è già stato e pensare a questa causa come
a una piccola luce, uno spiraglio nella crisi socio economica
attuale;
5) Se ben organizzata una chiesa
con questa storia e questo patrimonio potrebbe dare lavoro a
diversi giovani motivati, preparati e volenterosi. Adesso che
conoscete questa storia, portatela all'attenzione di quante
più persone possibili!
Per Informagiovani-Italia,
M.Serra
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