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Lucca
offre specialità gastronomiche tipiche come la torta co' becchi, la zuppa di
farro, i tordelli lucchesi, la bistecca al sangue, i buccellati di Lucca e i
dolci tipici come il buccellato ed altro ancora...
Oltre alle
bellezze storiche e artistiche, la città di Lucca
possiede una ricchezza gastronomica di tutto
rispetto, anche all'interno della ricchissima
tradizione toscana. Per valorizzare ancora di più la
vostra visita, siamo sicuri che apprezzerete qualche
consiglio su cosa mangiare a Lucca e sui suoi piatti
tipici. Come in tutta la Toscana, anche a Lucca, si
inizia a mangiare dall'antipasto toscano, il
classico tagliere di salumi e formaggi locali, con
crostini di fegatini e piccole bruschette arrostite
e condite con aglio e olio o con pomodoro fresco ed
origano.
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Il
pane toscano che accompagna i piatti è solitamente "pane
sciocco",
ovvero senza sale, ma a Lucca il tipo più mangiato si chiama "pane
brutto", ed è un pane fatto con farina bianca, farina integrale
ed è salato. La focaccia si mangia in due versioni, "al
suolo", più simile
al pane e croccante, "in teglia"
più morbida e spugnosa.
Tra i pani della zona, non si può non citare anche il
Pano di Patate, tipico
della
Garfagnana e di una parte della Valle del Serchio,
realizzato con lievito madre, aggiungendo alla farina di grano un 15% di
patate lesse e schiacciate, un po' di semola e un po' di sale a grana media.
L'umidità delle patate consente un'ottima conservazione che può permettere
al pane di durare anche per alcuni giorni.
Una particolarità è rappresentata dalla "cecina", una sorta di
sottile frittata, senza uovo, fatta solo con la farina di ceci, cotta con
olio in forno e servita da sola, con pepe nero, e anche all’interno di una
focaccina rotonda. Nella vicina
Livorno
chiamavano questo prelibato e semplice panino "il 5 e 5", ovvero 5
lire di pane e cinque lire di cecina...
Tra
i primi piatti classici della zona, da non perdere la tipica
Zuppa di Farro, una
minestra densa di fagioli passati e farro (di seguito trovi la ricetta), la
zuppa alla
frantoiana (minestra di verdura con cavolo nero adagiata su pane
arrostito), la
Garmugia (zuppa con carciofi, piselli, fave, cipolle e asparagi, in
brodo di carne e pezzettini di pancetta) e i
Tordelli al ragù
non tortelli, qualcuno si potrebbe offendere (ravioli ripieni di carne, pane
e uova, conditi con ragù). Anche i vegetariani possono trovare piatti tipici
prelibati come i tanti sformati di verdure di stagione, la farinata (una
minestra a base di farina di mais, fagioli borlotti, cavolo nero e pomodoro)
e la torta con gli erbi, una torta salata preparata al forno con verdura ed
erbe di stagione.
Quali sono gli altri piatti tipici di Lucca? Dato che abbiamo già accennato
al pane, alla focaccia, agli antipasti, le zuppe e i tordelli, proseguiamo
con i Matuffi,
un piatto povero nato dall’unione di polenta e sugo di carne, tipico della
tradizione Lucchese, ma che arriva dalla
Garfagnana. Passando ai secondi, ci sono le
Rovelline alla Lucchese,
fettine di carne di manzo impanate e fritte, ricotte nel sugo di pomodoro e
guarite con capperi. Altro secondo, ancora originario della Garfagnana, è il
Biroldo, un
insaccato di carne di maiale realizzato con le parti considerate meno nobili
dell'animale: testa, polmoni, cuore, lingua e talvolta frattaglie, il tutto
amalgamato con sangue di maiale. Ci sono tre varianti del Biroldo, oltre a
quello di Lucca, quello garfagnino e quello delle Apuane.
Passando ai dolci, cominciamo subito con quello probabilmente più conosciuto
di tutti, il
Bucellato, un dolce nato dall'ambizione di nobilitare il pane. Sembra
che il suo nome derivi dal latito bucella, cioè boccone. In passato,
il buccellatum era un pane rotondo composto da una corona di panini.
In seguito il bucellato di Lucca, si presentava in una forma, di ciambella.
Un dolce che si consumava a Lucca prevalentemente la domenica. Oggi, questa
forma classica si trova insieme a alla forma dritta. Ogni forno o
pasticceria di Lucca hanno la loro piccola variante di Buccellato, ma in
genere gli ingredienti sono per tutti uova, farina, zucchero, lievito di
birra, latte, uva passa, anice, sale e burro. All'impasto morbido si
aggiunge uva passa e anice, mentre fuori viene spennellato con zucchero e
uovo in modo da regalargli un colore lucido e marrone scuro.
Altro piatto lucchese particolare è la
Torta d'Erbi, originario
della zona di Pontremoli, è un dessert tipico e particolare per la sua
perfetta capacità di mischiare dolce e salato offrendo al palato un gusto
unico. Si tratta di una torta ripiena di verdure, di solito la bietola al
quale si possono aggiungere anche frutta candita, pinoli, uva passa e una
spolverata di formaggi, solitamente servita calda. La base della torta d’erbi
è di pasta frolla di forma rotonda cotta in forno.
Altro piatto che ha una sua storia a Lucca è il
Neccio.
Come molti già sapranno il neccio si fa con la farina di castagne,
selezionate e poi fatte essiccare per 40 giorni. La ricetta dei necci si
perde nella notte dei tempi delle terre appenniniche tosco-emiliane dove le
castagne sono sempre state un cibo fondamentale per il sostentamento delle
popolazioni rurali, e non solo. I castagneti della lucchesia si trovano
nella Valle del Serchio e in Garfagnana. La farina di castano è una farina
dolce, che diventa neccio impastata con solo acqua e un po' di zucchero.
Vengono farciti con crema di ricotta e zucchero, ma ci si può sbizzarrire
come si vuole, dalla marmellata fino alla nutella.
Ricetta del farro
alla lucchese
La
ricetta del farro alla lucchese è facile e gustosa. Gli ingredienti
per 6 persone sono: 450 gr. di farro (possibilmente della Garfagnana), 800
gr. di fagioli rossi secchi, 1 fetta di pancetta tagliata spessa, 1,5
bicchiere olio extra vergine di oliva. Verdure per soffritto: 3 carote, 1
sedano, 1 porro, 1 cipolla rossa, 1/2 cavolo bianco, 2 spicchi di aglio.
Prezzemolo per decorazione, qb conserva di pomodoro, qb sale e pepe.
Preparazione: soffriggere le verdure tritate in un tegame alto, aggiungendo
poca acqua per non farle attaccare. Bollire a parte i fagioli, avendoli
fatti ammollare in acqua per circa 12 ore. Passarli con il passatutto e
aggiungere le verdure soffritte. Riempire il tegame con un litro di acqua e
mezzo cucchiaio di conserva di pomodoro. Aggiungere il farro, crudo e
lavato, la pancetta a dadini (oppure a pezzi grossi da togliere a fine
cottura), aggiustare di sale e pepe. Mescolare di continuo per evitare che
gli ingredienti si attacchino sul fondo, la cottura del farro è circa 40
minuti. Se volete lasciate qualche fagiolo intero per rendere più bella la
zuppa.
Ricetta della
zuppa alla frantoiana
La
zuppa alla frantoiana è un piatto perfetto a partire da novembre e
per tutto l'inverno, quando le verdure che lo compongono abbondano e i
frantoi hanno prodotto il nuovo olio extra vergine, con il quale si annaffia
la zuppa. Della ricetta esistono tante varianti, noi ti proponiamo questa:
Ingredienti per 6 persone: pane casalingo raffermo, 1/2 kg di fagioli
scritti secchi (lo scritto è un tipo di fagiolo locale, ma si possono usare
anche i borlotti), battuto di cipolla, carota, sedano e peperoncino, mezzo
cavolo bianco, stessa quantità di cavolo nero, due patate a pezzettini, due
zucchine a pezzetti, 5 foglie di bietola a pezzi, 2 pomodori pelati, erbe
selvatiche e aromatiche (borragine, timo, tarassaco, salvia, maggiorana,
basilico, origano, menta, melissa, rosmarino ecc. (a seconda della
reperibilità stagionale), sale e pepe. Preparazione: cuocere i fagioli
(tenuti in ammollo dalla sera precedente) in circa 3 litri di acqua fredda,
se vuoi puoi mettere nell'acqua un paio di spicchi d'aglio in camicia, un
goccio di olio e un paio di foglie di salvia. Conservare il brodo dei
fagioli e passarli nel passaverdure per togliere le bucce, tenendone in
serbo 1/3 per aggiungerli interi alla zuppa a fine cottura. Rosolare in
un'altra pentola, a fuoco moderato, il battuto fatto con il trito di aglio,
cipolla, carota, sedano e peperoncino. Aggiungere le altre verdure a pezzi
(zucchine, carota, patate, cavoli, bietola, pomodori) e le erbe selvatiche e
le aromatiche tritate, salare e pepare. Girare bene tutto mescolando le
verdure e lasciar cuocere per qualche minuto, mettendo il coperchio. Versare
a questo punto nella pentola l'acqua dei fagioli (qualche seme di finocchio
aggiunto permette di renderla più digeribile). Cuocere lungamente a fuoco
moderato e al termine aggiungere i fagioli interi. Abbrustolire il pane e
strusciarlo con l'aglio. Disporre il pane in un piatto fondo e versarci
sopra il brodo con le verdure, condire con olio extra vergine di oliva.
Cosa c'è di più rilassante che sedersi al sole, sorseggiare un aperitivo e
aspettare l'arrivo di un classico piatto lucchese?
Come dei preziosi quaderni che si tramandano di generazione in generazione.
Oppure sussurrate a voce, mentre il sugo borbotta profumato e lento sulla
piastra. Anche Lucca ha le sue particolari ricette che la rendono unica nel
panorama gastronomico e culinario toscano, italiano e del mondo. Perché se
dici 'Lucca' è normale pensare ai tordelli, oppure al buccellato, oppure
ancora immaginarsi una bella e buona zuppa fumante arricchita con un giro
d'olio buono delle nostre colline. Oggi vi proponiamo un viaggio culinario
nei piatti e dei prodotti tipici di casa nostra. Sicuri che risveglieremo in
voi quell'appetito che basta per convincervi, se ancora non l'avete fatto, a
farvi un bel giro a Lucca.
1. TORDELLI LUCCHESI
Non chiamateli 'tortelli': perché quelli veri, quelli lucchesi, si chiamano
indiscutibilmente 'tordelli', con la “D?. Dalle province vicine ognuno li
rivendica come suoi, ma è chiaro che la variante lucchese ha la sua ricetta
che non può somigliare ad altre. Si tratta di un tipo di pasta ripiena di
una farcia di carne, dalla forma a semicerchio di dimensioni importanti.
Leggenda vuole che la preparazione di questo piatto avvenisse di lunedì,
raccogliendo gli avanzi della domenica. A questi si aggiungevano uova,
formaggio, bietola, mortadella, pane ammollato e mortadella.
Tradizionalmente i tordelli vengono accompagnati col classico ragù di carne.
2. LA MINESTRA FARRO E LA ZUPPA ALLA FRANTOIANA
Partiamo dalla base: il farro della Garfagnana, riconosciuto nel 1996 col
marchio Igp (Indicazione geografica protetta). Si tratta del cereale più
antico giunto ai nostri giorni. Si ha notizia della sua coltivazione già dal
settimo millennio avanti Cristo. La semina in Garfagnana avviene in autunno,
solitamente nei mesi di ottobre o novembre, ad un'altitudine compresa tra i
300 e 1000 metri. La raccolta avviene in estate, solitamente in luglio, e
poi si passa alla 'brillatura' attraverso delle macine che servono a privare
il farro delle glume e di una parte del pericarpo. L'utilizzo più classico è
la zuppa, piatto assai diffuso, farro o no, in tutta la lucchesia. Alla
ricetta vengono aggiunti fagioli borlotti, verza, pomodori pelati e un
pizzico di pancetta. Non può mancare, una volta impiattata, un giro d'olio
delle nostre colline. Più ricca in verdure è invece la zuppa alla frantoiana,
realizzata con fagioli borlotti, zucchine, patata, bietola, sedano, verza,
porro, cavolo nero, zucca, finocchio e borragine. Solitamente viene
accompagnata con una fetta di pane raffermo o abbrustolito, di modo tale che
la mollica si impregni del delizioso brodo della zuppa.
3. I MATUFFI
Questo piatto arriva dalla Garfagnana ed è a base di polenta gialla, più
morbida. Il piatto viene composto disponendo la polenta fumante alla base,
alternata con strati di sugo di carne oppure, per chi lo preferisce, funghi
e parmigiano. Un piatto dalle proprietà nutrizionali assai ricche e complete
e che è possibile comporre a costi modesti. Solitamente la polenta usata è
quella di granturco Formenton ottofile, tipica garfagnina.
4. LA GARMUGIA
Restiamo nell'ambito delle tanto amate zuppe. La garmugia, in particolare,
sembra fosse un piatto destinato in antichità - intorno al 1600 - ai nobili
lucchesi. Questo piatto è stagionale, ovvero è legato alle disponiobilità
primaverili dell'orto, piselli, carciofi, asparagi e fave, ai quali viene
aggiunta della carne e della pancetta. Il metodo di cottura è di quelli
lenti, a fuoco dolcissimo. L'ipotesi più accreditata sull'origine del nome
di questo piatto sarebbe da ricondurre al termine "germoglio", proprio
rifacendosi al fatto che il piatto viene cucinato con verdure freschissime,
oppure dalla parola francese "gourmet". Oppure ancora c'è chi sostiene che
il termine significhi 'trina' o 'merletto', per quanto suggeriscono alla
vista le verdure che affiorano nella zuppa. Si tratta di un piatto senza
glutine, a meno che non si decida di servire la zuppa con dei cubetti di
pane.
5. ROVELLINA ALLA LUCCHESE
Ancora un altro piatto, un secondo, di recupero. Si tratta, infatti, di
fettine di manzo impanate e fritte, poi ricotte nel sugo di pomodoro e
arricchite con i capperi. Ancor più golosa se accompagnata da purè di patate
o da verdure di stagione fritte.
6. BIROLDO
"Del maiale non si butta via nulla", recita un adagio popolare. E l'arte del
'reimpiegare' si riassume tutta nel biroldo, salume dalle origini umili
tipico della Garfagnana. Nel calderone degli ingredienti che compongono
questo insaccato ci sono gli scarti del maiale. Si tratta in pratica di una
via di mezzo tra la coppa di testa, tipica toscana, e il sanguinaccio. Tre
secondo la definizione del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e
Forestali le declinazioni del biroldo: quello della Garfagnana, quello delle
Apuane e quello di Lucca, ma solo il primo ha ottenuto anche il presidio
Slow Food. La particolarità del biroldo garfagnino è che viene realizzato
solo con la testa del maiale e prevede l'aggiunta nell'impasto delle sole
spezie.
7. PANE DI PATATE
Morbido, gustoso, saporito e sfizioso. È il pane di patate, tipico della
Garfagnana e di una parte della Valle del Serchio. L'impasto lo si realizza
aggiungendo alla farina di grano un 15% di patate lesse e schiacciate, un
poco di semola e tritello, sale marino di grana media. D'obbligo utilizzare
lievito madre, mentre le patate provengono da coltivazioni locali. L'umidità
delle patate consente un'ottima conservazione che può permettere al pane di
durare anche per alcuni giorni. Le grandi pagnotte di uno o due chili,
tagliate a fette, sono ottime abbinate ai salumi della Garfagnana, quasi
tutti piuttosto salati.
8. TORTA D'ERBI
Passiamo quindi ai dolci, con un dessert tipico e particolare per la sua
perfetta capacità di mischiare dolce e salato offrendo al palato un gusto
unico. La base della torta d’erbi è di pasta frolla di forma rotonda cotta
in forno. Unico il sapore che viene offerto da un mix di ingredienti che si
amalgamano con l'ingrediente principe, l'erba, cioè la bietola, alla quale
si possono aggiungere anche frutta candita, pinoli, uva passa e una
spolverata di formaggi. Potrà sembrare un azzardo, ma la torta d'erbi è
davvero sfiziosa e rimanda agli antichi sapori contadini e ai profumi di una
volta.
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