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Vita di Giacomo
Puccini - Biografia e opere
Giacomo Puccini è forse considerato l'orgoglio più grande di
Lucca, il personaggio più famoso nel panorama culturale della città,
nella sua epoca, il compositore vivente più ricco e famoso del mondo. A tutti sarà capitato di
ascoltare la forza elegante delle sue opere, il genio artistico delle sue composizioni, tra i più grandi della storia musicale italiana.
Bohème, Madame Butterfly, Turandot, sono solo alcune delle opere legate al suo nome.
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Seguendo la
tradizione familiare, già a 14 anni suonava l'organo nel
duomo di Lucca. L'aneddotica lo descrive come un giovane
scavezzacollo. La tradizione vuole che la decisione di
dedicarsi al teatro musicale nacque nel 1876 dopo aver
assistito ad una rappresentazione dell'Aida di
Giuseppe Verdi, a
Pisa.
Il maestro nasce a Lucca nel 1858, sesto di ben nove figli,
perse il padre all'età di 5 anni. La casa natale, in via di Poggio Seconda, si trova nel centro storico,
in un appartamento al secondo piano di Corte San Lorenzo 9, vicino a via San Paolino
e a Piazza San Michele. La si riconosce subito per la statua in bronzo dell'artista, raffigurato seduto a fumare, accoglie il
visitatore all'ingresso della Museo Casa Natale Puccini.
Qui Puccini visse gran parte della sua
giovinezza, prima di trasferirsi a Milano.
Giacomo-Antonio-Domenico-Michele
Puccini (prese i nomi dei suoi antenati)
discendeva da
una famiglia di cinque generazioni di musicisti e il suo
talento fu indiscusso fin da piccolo anche se la fama tardò
ad arrivare. Popolarità e successo arrivarono difatti con la
sua terza opera, Manon Lescaut, quando aveva 35 anni.
Diventato famoso in tutto il mondo, viaggiò per assistere
alle rappresentazioni delle sue opere, ma il suo posto
preferito continuò ad essere la sua terra. In particolare
amava molto la sua casa di Torre del Lago, una
frazione di
Viareggio, dove scrisse la
maggior parte delle opere e dove oggi sorge uno spettacolare
teatro all’aperto nel quale va in scena il festival Pucciniano in estate.
Puccini
si trasferì da Lucca a Milano, grazie ad una borsa di studio
che gli permetterà di iscriversi al Conservatorio del
capoluogo lombardo,
fermamente deciso a fare il compositore. Durante il periodo
di studi musicali milanesi dividerà la camera con il futuro
compositore di
Livorno Pietro Mascagni. Subito dopo
l'esame finale compose, nel 1883, la sua prima opera lirica, Le Villi.
Il talento del giovane era indiscusso, ma la sua popolarità
non arrivò velocemente. L'opera non fu un successo, ma gli permise di essere notato
da Giulio Ricordi, il più importante editore musicale
italiano. Quest'ultimo non solo inserì Le Villi nel catalogo
della sua casa editrice, ma commissionò a Puccini una
seconda opera lirica, Edgar, anch'essa un insuccesso alla
prima presentazione.
Nel frattempo Puccini creò scandalo, e fornì argomenti di
pettegolezzo, innamorandosi di una donna sposata, Elvira Bonturi,
cominciando a convivere con lei, una convivenza destinata a
durare tutta la vita. Nel 1886 infatti la Bonturi aveva
lasciato il marito e un figlio neonata a Lucca per seguire
Puccini a
Monza. Dalla loro unione nascere l'unico
figlio del compositore, Antonio. I primi anni la nuova famiglia visse in difficili
condizioni economiche, in case affittate, talvolta anche
ospiti da parenti, separati uno dall'altro. Con il successo
della terza opera, Manon Lescaut (del 1893), tutto cambiò e
Puccini riuscì a creare una solida base economica per sé e
la sua famiglia. Nel 1891 Puccini si trasferì a Torre del
Lago, nel comune di
Viareggio, dove compose le sue opere più
importanti.
Nel 1893
Manon Lescaut fu un successo straordinario: essa segnò
l'inizio di una fruttuosa collaborazione coi librettisti
Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, che proseguì con
la Boheme (1896), Tosca (1900) - un incursione
nel melodramma storico a tinte forti - e, quindi, Madama
Butterfly la prima opera esotica.
Nel 1896 con La Bohème, colse un successo
ancora più grande, anche a livello internazionale e con i
guadagni acquistò due ville di campagna, a Torre del Lago e
a Chiatri. Il successo proseguì con le due opere successive,
Tosca (del 1900) e Madame Butterfly (del 1904), grazie alle
quali Puccini divenne il compositore vivente più ricco e
famoso dell'epoca. Importanti teatri d'opera all'estero
rappresentarono le sue composizioni alla sua presenza. La
prima volta fu nel 1910, con una prima assoluta di un'opera
di Puccini, La fanciulla del West, che fece il suo debutto a
New York; fu un evento grandioso.
Nel 1903 il
musicista rimase ferito in un incidente di auto; nel 1906
morì il librettista Giuseppe Giocosa e con lui la magia di
quel gruppo di lavoro; nel 1909 la tragedia e la scandalo
del suicidio della giovane domestica Dona Manfredi,
perseguitata dall'ossessiva gelosia di Elvira.
Il debutto
alla Scala della Madama Butterfly nel 1904
fu un fiasco, probabilmente orchestrato dalla concorrenza;
dopo alcuni rimaneggiamenti, l'opera fu ripresentata e
raccolse il successo pieno che tuttora l'accompagna.
Nel 1912 la
morte di Giulio Ricordi, che per Puccini era come un secondo
padre. Da questo momento, sul fronte artistico arrivarono
alcuni successi, ma anche un enorme quantità di progetti
abortiti.
Nel 1913
Puccini ricevette da una casa editrice viennese l'incarico,
super pagato, di scrivere un'operetta, La rondine; nel
frattempo si avvicinava la prima guerra mondiale. Il
compositore trascorse gli anni del conflitto, da lui tanto
odiato, per lo più in ritiro a Torre del Lago. Dopo la
guerra ripresero i suoi successi. Due grandi passioni di
Puccini furono le auto (la prima l'aveva comprata già nel
1902 e ne era seguita un'altra dozzina) e le case. L‘ultima
opera lirica del maestro fu la Turandot, di cui aveva
cominciato ad occuparsi fin dal 1920.
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Il lavoro era molto
problematico e Puccini più volte pensò di abbandonare
l’impresa. L’opera non era stata ancora completata quando
gli fu diagnosticato un carcinoma alla gola, ma già da anni
Puccini lamentava un mal di gola insistente. Per potersi
sottoporre alla cura innovativa e sperimentale della
radioterapia, Puccini si recò in una clinica specializzata a
Bruxelles. Sopravvisse però all’operazione solamente pochi
giorni e morì il 29 novembre 1924, la
Scala di Milano chiuse in segno di lutto, da
tutto il mondo arrivarono lettere di condoglianze alle
famiglia. L’incompiuta Turandot
andò in scena per la prima volta nel 1926 e da allora è una
delle opere di Puccini più rappresentate. Riposa in eterno
in quella che lui definiva la sua vera dimora a Torre del
Lago e che amava descrivere anche così
"abitanti 120, 12 case. Paese tranquillo, con macchie splendide fino al mare, popolate di daini, cignali, lepri, conigli, fagiani, beccacce, merli,
fringuelli e passere. Padule immenso. Tramonti lussuriosi e straordinari
".
Per chi volesse
approfondire la vita di Puccini, di cui esiste una
sterminata letteratura consigliamo di leggere la biografia
del 1958 di Mosco Carner, pubblicata dal Saggiatore. Carnei
anch'egli direttore d'orchestra ma anche saggista e
musicologo. Nella sua analisi minuziosa evidenzia come, con
metodo quasi investigativo e psicoanalitico come alcuni
caratteri della vita, la natura e gli atti e le condizioni
familiari e sociali dell'artista, siano descritti e
illuminati quali elementi insiti e influenti nelle tendenze
e nelle attuazioni artistiche.
Torre del Lago, la
Villa di Puccini
Torre del Lago,
un luogo del cuore. Da quando Giacomo Puccini prese in
affitto una semplice struttura presso il Lago di
Massaciuccoli, la piccola frazione di Viareggio ha legato
indissolubilmente il proprio nome a quello del grande
compositore. Nello splendido contesto paesaggistico del lago
si trova Villa Puccini, oggi museo. Il Maestro comprò casa
qui conquistato dalla tranquillità e dalle bellezze
naturali, un edificio a pianta rettangolare, piuttosto
semplice fuori e riccamente decorato dentro e qui compose
molte delle sue opere, nella pace del belvedere del lago.
Nella cappella privata della villa sono sepolti Puccini e la
moglie, insieme al figlio e alla nuora. In estate, nel
vicino grande teatro all’aperto si tengono i concerti del
Festival Pucciniano.
Altro luogo del cuore
di Puccini è Celle dei Puccini, paese degli antenati del
grande compositore. D’interesse il museo che custodisce
molti ricordi dei nonni, della famiglia e del musicista
stesso. Un'ultima curiosità, nel museo di Palazzo Mansi
trovate uno stupendo ritratto di Puccini, opera di Luigi de
Servi del 1903.
Giacomo Puccini e i motori
Appassionato
di motori, Giacomo Puccini comprò la sua prima automobili
nel 1901, una De Dion- Bouton 5 cv, vista
all'Esposizione di Milano di quell’anno e presto sostituita
nel 1903 con una Clement Bayard. Con quelle vetture,
percorrendo l’Aurelia, dal suo "rifugio" di Torre del Lago
raggiungeva velocemente Viareggio o Forte dei
Marmi, dove il compositore andava in vacanza o a passare
del tempo sul mare. Forse "troppo velocemente", secondo la
pretura di Livorno, che multò Puccini per eccesso di
velocità, nel dicembre del 1902. Una sera di due mesi più
tardi, nei pressi di Vignola, la sua auto uscì fuori strada,
rovesciandosi in un fossato. A bordo si trovavo anche la
moglie Elvira, il figlio Antonio ed il meccanico; tutti
incolumi, tranne il musicista che si fratturò una gamba.
Nel 1905 Puccini acquistò una Sizaire-Naudin, cui seguì una
Isotta Frascini del tipo "AN 20/30 HP" e alcune FIAT, tra
cui una "40/60 HP" nel 1909 ed una "501" nel 1919. Tutte
automobili che ben si prestavano alle gite con famiglia e
amici, ma inadatte da utilizzare nelle sua amate battute di
caccia.
Per questo motivo, Puccini chiese a Vincenzo Lancia
(che aveva fondato la suo omonima azienda automobilistica
nel 1908) la realizzazione di vettura capace di
muoversi anche su terreni difficili. Dopo pochi mesi, gli
venne consegnata quella che possiamo considerare la prima
"fuoristrada" costruita in Italia, con tanto di telaio
rinforzato e ruote artigliate. Il prezzo della vettura era,
per il tempo, astronomico: 35.000 lire. Ma Puccini ne fu
talmente soddisfatto da acquistare, successivamente, anche
altri due modelli Lancia, una Trikappa e una Lamda.
Con la prima, nell’agosto del 1922, Puccini organizzò un
lunghissimo viaggio in automobile attraverso l'Europa. La
"comitiva" di amici prese posto su due vetture, la Lancia
Trekappa di Puccini e la FIAT 501 di un suo amico, Angelo
Magrini. Questo fu l’itinerario: Cutigliano,
Verona,
Trento,
Bolzano,
Innsbruck,
Monaco di Baviera, Ingolstadt,
Norimberga,
Francoforte,
Bonn,
Colonia,
Amsterdam,
L’Aja, Costanza (e poi il ritorno in
Italia).
La Lancia Lambda, consegnatagli nella primavera del 1924, fu
l'ultima vettura posseduta da Puccini; quella con la quale
compì il suo ultimo viaggio, il 4 novembre 1924, fino alla
stazione di Pisa e, da lì, in treno per Bruxelles, dove subì
la fatale operazione alla gola.
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