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Chiesa
di San Francesco a Lucca
La
Chiesa di San Francesco, una delle più belle di
Lucca, è situata sull'omonima piazza che si apre nei
pressi della Villa Guinigi. Il legame tra la città di Lucca
e San Francesco D'Assisi non è casuale.
Secondo la tradizione seicentesca (non attendibile) il Santo sarebbe
appartenuto a un ramo della famiglia lucchese dei
Moriconi, trapiantatasi anticamente in Umbria.
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Si sa dell’esistenza di un primo insediamento di francescani
a Lucca già dal 10 aprile del 1228 (due anni dopo la morte
di Francesco e pochi mesi prima della sua canonizzazione), data in cui
Perfetto di Graziano offrì a Goffredo da
Castiglione, futuro papa Celestino IV, un
appezzamento di terreno con orto e annessa capanna
affinché i frati minori potessero erigervi la loro
chiesa.
L’area prescelta, nota come Fratta, si trovava appena fuori
le mura duecentesche e già il 31 luglio dello stesso anno i
lavori erano iniziati. Originariamente la chiesa venne
dedicata a Santa Maria Maddalena e solo nel corso del
Trecento il titolo fu sostituito in onore di San Francesco.
L'edificio, pur essendo frutto
di interventi stratificatisi dal XIII al XVII secolo e
oltre, presenta però ancora spiccati i caratteri tipici
delle costruzioni degli Ordini Mendicanti tra i più
significativi oltre quelli della stessa
Assisi: si tratta di
un'aula unica in laterizio la cui facciata, rivestita di
calcare bianco, è spartita nella parte inferiore in tre
arcate, mentre la zona superiore, è dovuta a un discutibile
rifacimento moderno. Ai lati del portale trecentesco sono
addossate due arche sepolcrali coronate da edicole, una
delle quali è datata 1249 mentre l'altra risale
probabilmente al secolo successivo. Al semplice interno dal
pavimento disseminato di lastre tombali e copertura a
capriate furono aggiunte, nel Quattrocento, le tre cappelle
absidali che conferiscono all'insieme un movimentato effetto
prospettico. Alla metà del Trecento risale la costruzione
della Cappella di Santa Lucia, voluta da Francesco
di Bartolomeo Guinigi come cappella privata e funeraria
per i membri della propria casata, sia maschili che
femminili.
La campagna di scavi promossa dalla Soprintendenza
Archeologica della Toscana ha portato alla luce tre tombe
femminili che hanno permesso di individuare con buona
probabilità i resti delle tre mogli di Paolo Guinigi:
quella della prima moglie, l’adolescente Maria Caterina
degli Antelminelli, morta all’età di 12 anni, forse di
peste; la terza, Jacopa Trinci, dei Signori di
Foligno, che Guinigi sposò nel 1420 e morì nel 1422, dopo la
seconda gravidanza, in questa tomba è stata trovata una
bolla papale di Martino V (1417 -1431). Ma la
scoperta più importante è quella della terza tomba che
potrebbe appartenere alla moglie più illustre,
Ilaria del Carretto, morta anch’essa dopo la
seconda gravidanza, e per la quale il marito fece realizzare
da
Jacopo della Quercia il celebre monumento funebre
conservato nella
Cattedrale di San Martino, risalente al 1406 -
1408.
Nel
1454 il convento passò all’Osservanza francescana e in
contemporanea venne realizzato il terzo chiostro. Il legame
tra il convento e le classe agiate delle città fu sempre
molto forte, come non era probabilmente nelle intenzioni
dell'originario spirito francescano. Non fu un caso che
quando nel 1531 gli artigiani tessili lucchesi decisero di
ribellarsi alla classe aristocratica dominante lucchese, si
raduno proprio fuori dalla Chiesa di San Francesco nella
cosiddetta Rivolta degli Straccioni (nel'immagine un
quadro di Vincenzo Barsotti, Archivio di Stato Lucca).
Nel corso del XVII secolo, gli altari della chiesa
cambiarono progressivamente e l’aspetto attuale risale a
quel periodo. Le finestre a bifora si devono invece a un
restauro del 1844. Rispetto alla breve soppressione del
periodo napoleonico, ben più grave e dannosa fu quella
subito dopo l'Unità d'Italia, a partire dal 1862, che
trasformò il convento in caserma e la chiesa in magazzino.
Soltanto ai primi del Novecento, la chiesa fu riaperta al
culto e i francescani ripreso possesso degli ambienti
conventuali, a parte la porzione chiamata ‘Stecca’ adibita a
caserma. Nel 2003 i francescani lasciarono definitivamente
il convento.
Della originaria decorazione pittorica, che con
ogni probabilità si stendeva sulle pareti della chiesa,
secondo la consuetudine francescana, non restano che pochi
frammenti costituiti da una fascia a motivi geometrici che
corre in alto, lungo le capriate. Agli altari sono da
segnalare il Noli me tangere del Passignano e
una Natività attribuita a Federico Zuccari;
sulla parete destra, il Monumento sepolcrale di Giovanni
Guidiccioni nel quale spicca il gruppo marmoreo della
Madonna col bambino attribuito a Baccio da Montelupo.
Nella chiesa si trova anche la tomba del grande compositore
lucchese
Luigi Boccherini,
portata da Madrid. Sul lato nord della chiesa attraverso la
duecentesca sagrestia, coperta da volte a crociera sorrette
da un pilastro poligonale, si accede a due chiostri facenti
parte del complesso monastico: il più significativo è quello
trecentesco, più vicino alla facciata, dove si trovano varie
tombe, una delle quali presenta una lunetta affrescata dal
lucchese Deodato Orlandi, attivo tra il XIII e il XIV
secolo. Dopo che i francescani hanno lasciato
definitivamente il convento nel 2003, il complesso e la
chiesa sono stati acquistati inizialmente dal Comune di
Lucca, quindi nel dicembre 2010, è stato interamente
rilevato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Oggi parte del complesso monastico è occupato dal
rinomato istituto di studi post universitari
IMT.
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