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GUIDA
DI SIVIGLIA: 120 PAGINE DI INFORMAZIONI COMPLETE
  
La
città di
Siviglia è uno dei simboli della Spagna nel
mondo. Con una popolazione di circa 700 mila abitanti
è per grandezza la quarta città del paese dopo
Madrid,
Barcellona
e
Valencia. L'ex
"Porto e porta delle Indie" è uno
di quei luoghi che è entrato nel nostro immaginario
"esotico" pur essendo in
Europa. La capitale dell'Andalusia
è una città dal carattere forte, che mezzo mondo
sogna prima o poi di visitare;
e in effetti, per una città come
questa, la parola "sogno" è calzante.
Fondata al termine delle Guerre Puniche da
Scipione l'Africano, la città di
Velasquez, di Murillo, di
Traiano, di Don Giovanni e Figaro,
il famoso Barbiere di Siviglia,
della Carmen e del
Flamenco, riesce
a conquistare il cuore di chi la visita, in tanti modi diversi.
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Tutto
quello che bisogna fare per provare a catturare il suo
spirito è camminare per le sue strade trafficate in ogni
momento: Siviglia è una splendida scena teatrale, che
incanta il visitatore. Famosa
per le sue feste e la sua cultura, dove il sole splende quasi 300
giorni all'anno, Siviglia è tra le città più calde (e
umide) d'Europa con una temperatura media di 19 gradi
centigradi (a gennaio la temperatura media è di 16 gradi!).
Risulta una destinazione perfetta per un
fine settimana o un week-end (ma per approfondire anche una
settimana andrebbe bene). La necessità di difendersi dal
caldo estivo ha influenzato notevolmente struttura delle
vecchie case sivigliane, segnate ancora dall'impronta romana
e araba, che si dispongono attorno a un'area centrale - un
grande patio con un solo ingresso -sulla quale si
affacciano camere e zone comuni (bagno, fontana, lavatoio) e
una fontana al centro.
Siviglia
è dagiata lungo il corso del fiume
Guadalquivir,
fiume che i romani chiamavano Betis,
che la collega all'Oceano Atlantico a 70 chilometri di
distanza. La metropoli andalusa offre un meraviglioso
mix architettonico, frutto del successivo passaggio di
greci, fenici, romani, arabi e cristiani e dalla prosperità
e dal commercio con le terre americane appena scoperte da
Colombo, che qui è sepolto. La città possiede l'unico
porto fluviale di tutta la Spagna e il suo fiume è l'unico
navigabile del paese. Qui arrivavano l'oro e l'argento delle americhe e tutte le merci preziose del
"Siglo de oro", il Secolo d'oro (che va
dalla nascita dell'Impero Spagnolo nel 1492 alla metà del
Seicento) che avrebbe cambiato i connotati di Siviglia, della
Spagna e dell'intera Europa (si pensi solo ai possedimenti
spagnoli in Italia). Si pensi solo alle abitudini alimentari europeee cambiate per sempre dall'importazione di piante dal
Nuovo Mondo: la patata, il mais e i fagioli, divennero in Europa
alimenti base, così come la manioca in Africa; anche
il pomodoro, il peperone, il cacao, l'ananas,
le arachidi, le zucche e il tabacco si diffusero
velocemente. Queste nuove piante vennero viste, con
meraviglia e curiosità, per la prima volta in Europa, negli
empori di Siviglia. Il sivigliano Nicolás Bautista
Monardes, medico e botanico (1507-1584) ebbe un ruolo
fondamentale sia nella diffusione sia nell'acclimatazione di
queste piante e il suo trattato Historia medicinal de las
cosas que se traen de nuestras Indias Occidentales
divenne un punto di rifermento per i botanici europei.
I simboli di questa bella
diversità sivigliana sono tanti: l'immensa
Cattedrale di Santa
Maria della Sede, la
Torre della Giralda,
il minareto dell'antica moschea su cui è stata costruita, e
naturalmente il palazzo e i giardini del
Real Alcazar,
costruito dagli arabi e ristrutturato dai re cattolici in
seguito. Oltre a questi monumenti immensi, Siviglia
presenta anche e soprattutto un assortimento di quartieri
tradizionali e moderni, in cui è bene perdersi, tra piazze
monumentali come la
Plaza de España o piazze decorate
con fontane e aranci, luoghi bohémien come
Alameda de Hércules, porte e finestre colorate, vicoli
lastricati e patii verdi e fiancheggiati da azulejos. Non
appena la temperatura cala, la città si veste a festa e invita ad un'atmosfera
giocosa e rilassata e godereccia (non solo di flamenco; vedere al riguardo
il
Museo del Ballo
Flamenco) negli innumerevoli bar di
tapas
che illuminano le sue strade per incontrare una popolazione
che, a volte, sembra vivere all'aperto.
Alla
vigilia della Settimana di Pasqua, la
Semana Santa, i turisti provenienti da tutto
il mondo sono in fila per visitare i musei e i
monumenti che si erano segnati in una guida (magari questa)
prima di partire. Ma in quella settimana i monumenti
lasciano il posto alle processioni e ai "pasos", i
carri processionali, con le madonne e i cristi, che si susseguono per le
strade del centro storico e il profano che lascia il posto al
sacro. Quasi il 30% degli
abitanti appartiene a una delle 60 confraternite che in
questi giorni percorrono le vie, spesso scalzi, cantando canzoni e
portando enormi figure religiose placcate d'oro.
Considerando che gli abitanti della città sono 700 mila,
sono 210 mila sivigliani coinvolti...Ecco, questo solo per
dirvi quanto le tradizioni e il passato siano ancora parte
del vivere quotidiano di questa gente, nonostante internet,
le macchine elettriche e WhatsApp. Le celebrazioni di questa
importante festa sono un retaggio dei riti penitenziali
delle confraternite medievali e conserva lo spirito barocco
della Confroriforma. Le origini delle processioni restano
dubbie, qualcuno avanza l'ipotesi che tutto cominciò nel
1520, quando il primo marchese di Tarifa organizzò una Via
Crucis che partiva dalla sua dimora (l'odierna Casa de Pilatos).

Lo spirito mistico di questa città, sempre intenso, oltre alla Semana Santa
si manifesta anche attraverso altre importanti celebrazioni,
quali il Corpus Domini (EI Corpus), le Cruces de Mayo
(che trae origine dal ritrovamento da parte di Santa Elena della
croce sulla quale morì Gesù Cristo), El baile de los Seises
(un gruppo di dieci bambini che eseguono una danza sacra davanti
al Santissimo Sacramento della Cattedrale di Siviglia). Alla parentesi mistica
della Semana Santa segue quella festaiola e godereccia della
Feria de Abril.
Ma se non avrete l'occasione di venire da queste parti in
questi momenti non c'è problema, Siviglia è bella tutto l'anno,
e ci sono sempre innumerevoli manifestazioni in calendario. Oltre alle sue
bellezze, la
gastronomia è un punto cruciale di questa città, che non passa
inosservato (come potrebbe). Visitare un ristorante e assaggiare "le tapas"
è indimenticabile. Così come non bisogna dimenticare che
questa è la città di tanti illustri personaggi, oltre che di
Velasquez e di Cristoforo Colombo, dei poeti e scrittori
Gustavo Adolfo Bécquer, Luis
Cernuda, Antonio Machado, dell'altro poeta premio
nobel per la letteratura
Vicente Aleixandre e dell'altro grande pittore Esteban Murillo,
degli imperatori Traiano e Adriano solo per
citarne alcuni.
Città d'arte e di storia, Siviglia, che fu per due volte
capitale - prima sotto la dinastia della dinastia berbera degli
Almohadi, poi sotto il
regno dei Re di Castiglia e León nel 1248 - è stata in grado di
arricchirsi culturalmente e finanziariamente. Ogni quartiere e
persino ogni angolo di strada contiene un tesoro architettonico.
Oggi, tracce dell'epoca almohade sono ancora visibili e danno un
po' più scintille a questa città già abbagliante. Per molto
tempo, Siviglia ha attratto e ispirato molti artisti, scrittori,
musicisti, compositori. Inoltre, è diventata la
Ciudad de Ópera, la "Città dell'Opera". Ne
parleremo nel seguito di questa guida.
C'è qualcosa nell'aria
sivigliana, uno strano e
particolare senso esotico
(almeno per me), dove anche la tauromachia e la passione per le corride,
la religione, il flamenco e le feste civili fanno parte di
un unico scenario che non può lasciare indifferenti. Se a
questo si aggiungono gli aromi delle strade, i profumi degli aranci e dei
giardini, nascosti nell'ombra di patii di antiche dimore,
allora beh, basta
chiudere gli occhi un minuto (provate quando sarete da
queste parti) e vedere
oltre le
cose che si vedono. La sensazione è una città quasi irreale,
in festa anche quando non lo è.
La
chiave del leggendario e romantico fascino di Siviglia si
trova anzitutto nei suoi incredibili e quasi irreali monumenti musulmani
(sembra di essere riportati indietro con una macchina del
tempo e contemporaneamente in un set di un film o in
una storia narrata da Shahraz?d).
L'Alcázar
è una immensa
reggia degli emiri arabi, con i suoi patii marmorei, le
pareti colorate di mosaici, i soffitti intagliati in legno e
scavati in ingegnose "stalattiti", i giardini incantati e
inestricabili; siamo in Europa ma sembra l'oriente. La
Giralda
ora racchiusa tra gli edifici della cattedrale, è il
punto di riferimento di tutta la città, guardate in alto e
sarà impossibile perdersi. Ma anche se ci si perdesse poco
male, tra i palazzi dalle
commistioni moresche come la
Casa de Pilatos e la
Casa del Duca D'Alba (Palacio de las Dueñas), che mostrano l'essenza
(o le essenze) di questo
luogo; il tutto fa pensare a uno scenario (lo so è scontato!) da Mille ed una notte.
Il primo
impatto quando si arriva a Siviglia è quello che si
può avere giungendo in una tipica grande città con strade
larghe e trafficate. Ma tutto cambia quando si comincia
a girarla a piedi scoprendone i moltissimi vicoli che
costituiscono il centro storico. L'aeroporto
di Siviglia è abbastanza vicino al
centro ed è ben servito dalle compagnie aeree low cost;
i collegamenti aerei a basso costo ne hanno fatto la
meta ideale anche per un semplice fine settimana.
L'aeroporto San Pablo di Siviglia (SVQ) dista circa
10 km a nord-est della città. Potete arrivare in centro in
autobus o in taxi. Ovviamente i taxi sono il mezzo più
veloce se si raggiunge un indirizzo preciso e ci impiega dai
15 ai 20 minuti a seconda del traffico e della distanza
dall'aeroporto. Il costo non dovrebbe superare i 20-25 euro.
Potete condividere il taxi anche con qualcuno che va in
centro, così da divedere la spesa. I taxi li trovate subito
all'uscita del teminal arrivi. Non ci si può sbagliare. Gli
autobus verso il centro in ogni caso partono dalle 5.20 del
mattino fino all'1.25 di notte. Il biglietto si compra a
bordo e il tragitto dura circa mezz'ora. Potete prendere
l’autobus per il centro città dalle 5:20 all’01:15 tutti i
giorni (per il ritorno calcolate per sicurezza almeno un'ora
e mezzo prima). Per gli orari e i prezzi vedere il sito
della locale compagnia di autobus (Tussam).
Vedere anche
Orari arrivi e partenze Aeroporto di Siviglia.
Durante il mio ultimo viaggio a Siviglia, il terzo, ho
imparato o meglio, capito, la personalità dei quartieri,
alcune leggende che nascondono griglie e cancelli sigillati,
nonché alcuni angoli un po' pazzi. È proprio per questo che
viaggiamo, ci muoviamo e respiriamo, per imparare, o no? Un
fine settimana non è sufficiente per conoscere Siviglia in
profondità, ma è bello stare qui anche per pochi giorni e migliorare il
proprio taccuino dei ricordi con nuove conoscenze ed
esperienze.
Un
buon modo per avere una prima idea generale della città è
quella di percorrerla
in carrozza, anche se questo può sembrare troppo turistico,
ma non lo è. Si tratta di un modo gentile, calmo e rilassato
di vedere una carrellata di luoghi che spesso non si ha il
tempo ne la pazienza di vedere tutti; il percorso è piacevole e utile per
capire rapidamente come è strutturata Siviglia e quali attrazioni
offre a il il costo non è eccessivo.
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Capoluogo di una delle regioni storiche della
Spagna, l'Andalusia,
Siviglia è
situata nel Sud della Penisola Iberica, tra
Cordova,
Huelva e
Cadice,
da cui dista rispettivamente 141, 94 e 123 chilometri.
L'incredibile commistione di popoli e nazionalità diverse
che ha vissuto nei secoli questo territorio, ha
lasciato un segno indelebile nell'arte, nell'architettura,
nel folklore e nella cucina locale.
"Chi non ha mai visto
Siviglia non ha mai visto una meraviglia", dice un
famoso detto spagnolo. Machado aveva ragione,
come Bécquer e Cernuda, non c'è niente come Siviglia.
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Come potete vedere ci sono innumerevoli ragioni per visitare
questa città.
Impossibile elencarli tutti. Come ho scritto su, il solo
pensiero che qui
Cristoforo Colombo (o Colón per gli spagnoli), si
preparava per partire per quelle che pensava sarebbero
state le Indie, mi mette sempre i brividi. Preparava il suo equipaggio, le
sue "caravelle" con
le provviste e tutto il necessario per andare verso l'ignoto
e fortificava le sue speranze per un viaggio che, a quell'epoca,
aveva molte possibilità di essere senza ritorno.
Sbagliò
strada, ma tutti sanno che fu il più felice degli errori (o
infelice, dipende dai punti di vista).
Per chi ama la storia come me, parlare dell'Archivio
delle Indie è come parlare del Sancta Sanctorum.
Si tratta di un edificio che ospitava l'ex mercato di
Siviglia e dalla fine del XVIII secolo ha probabilmente la
più grande collezione di documenti vitali per comprendere la
scoperta dell'America, la colonizzazione e anche le
avventure dei grandi marinai.
La cosa migliore è che oltre
ad ammirare un magnifico interno dove la scala principale è
un'autentica opera d'arte in marmo, contiene una collezione
di documenti che viene utilizzata in mostre molto
interessanti che spiegano e cercano di svelare il rapporto
tra Spagna e America, così come gli avatar di
personaggi cruciali di quell'epoca, come i "Conquistadores"
Pizarro, Hernán Cortés, l'esploratore Alvaro de Mendaña, l'eploratore e conquistatore Núñez
de Balboa, il comandante della spedizione di
Magellano, Juan Sebastián Elcano, Bartolomé de
Las Casas, il monaco domenicano strenuo difensore degli
indios, solo per citare i più noti.
Non molto distante da Siviglia, a Palos de la Frontera
nella provincia andalusa di Huelva, in particolare
nella località di La Rábida, nel museo locale,
presentano una narrazione diversa di questa epopea storica,
dove la conquista è stata pacifica e non ci sono prove di
massacri, stupri e altre barbarie durante l'arrivo nel Nuovo
Mondo degli spagnoli e degli altri europei (ma non andò
esattamente così). Si può anche tornare indietro nel tempo e salire sulle
repliche delle tre caravelle.
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Si
amavano.
Pativano la luce, labbra azzurre nell'alba,
labbra ch'escono dalla notte dura,
labbra squarciate, sangue, sangue dove?
Si amavano in un letto battello, in mezzo fra notte e luce...
Con questi versi il poeta di Siviglia, Premio Nobel per la letteratura,
Vicente Aleixandre, comincia una delle sue poesie più
belle. Il poeta parla sempre, continuamente, tra le righe, della
sua città solare, quello che fu il più grande porto della Spagna
e dell'impero spagnolo, ma che oggi, come spesso succede, visto
il delta di terra prodotto dal fiume Gadalquivir,
sta lontano dal mare. Lo si percepisce solamente il mare, nei
miraggi delle strade cotte dal sole d'estate.
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Siviglia,
come detto, è collegata al mare attraverso il fiume Guadalquivir, che
è navigabile per lunghi tratti. Nonostante si trovi 70 km
nell'entroterra andaluso per tre secoli rimase il porto
principale del paese, l'unico autorizzato al lucroso commercio
con le colonie. Vi starete chiedendo come mai la città
godette di questa caratteristica. Al riguardo c'era un
motivo di carattere difensivo e strategico. La città
nell'entroterra si poteva difendere meglio dagli assalti dei
nemici della Spagna, i pirati barbareschi, i francesi e
sopratutto gli inglesi. Con la scoperta
dell'America qui si stabilì la
Casa de Contratación, un organismo commerciale che deteneva
il monopolio dei rapporti economici con le colonie americane.
Le enormi ricchezze accumulate in questo periodo
fecero della capitare andalusa la città più ricca e cosmopolita
del Paese, e della Spagna il paese più potente d'Europa.
Il '500 venne chiamato anche per questo il secolo d'oro, il Siglo de Oro.
In questo periodo fu fondata
l'Università e la popolazione aumento a circa 150 mila
abitanti, tra le più popolose d'Europa.
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I
quartieri della città hanno la loro personalità molto
spiccata e rivendicata: Santa Cruz,
Triana,
L'Arenal, Alameda, La Macarena,
La Magdalena, Nervión, Heliópolis, Los
Remedios. Tra i quartieri più popolari il più
caratteristico è il
Barrio de Santa Cruz
costituito da piccoli vicoli su cui si affacciano bianche
case con le finestre ornate da fiori e chiuse da grate, per
apprezzarne a pieno tutto il suo fascino. Qui si trovano
alcuni dei monumenti più rappresentativi della città, a cui
abbiamo già accennato come l'Alcázar,
cioè il palazzo Reale (in precedenza fortezza araba) e la
Giralda...Continua a leggere sui
Quartieri di
Siviglia.
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Tra
tutti i profumi e gli odori, quello simbolo
di Siviglia è quello dei fiori d'arancio e accompagna il
nostro olfatto su e giù durante le peregrinazioni per le
strade nella capitale andalusa. Qui si
vantano, e c'è il fondato motivo di credergli, di essere la
città che ha più alberi di arancio al mondo. Chiunque
arrivi qui è sorpreso dal fatto che nelle sue vie ci
sono circa 40.000 alberi di arancio. Ma da dove deriva
questa consuetudine dell'arancio? Ci sono teorie e ipotesi
sul perché di questa caratteristica che colora di arancione
la città. Se siete interessati continuate a leggere
l'articolo
Siviglia, città
delle arance.
Il barrio
di Santa Cruz, antico getto ebraico (vedere anche
l'articolo
La Siviglia Ebraica), è anche
il luogo dove si trova la casa, di fantasia di Don
Giovanni, il personaggio del capolavoro di Mozart,
tratto a sua volta da una precedente opera teatrale di Tirso
de Molina, che ha come protagonista il personaggio di Don Juan Tenorio.
Nell'opera di Mozart, sulle scale di una casa di questo
quartiere,
donna Anna insegue (cantando naturalmente) Don Giovanni. Sopraggiunge
il Commendatore padre della signora che vuole difendere
l'onorabilità della figlia. Seguono il duello tra Don Juan e
il Commendatore e la morte di quest'ultimo.
Il Don Giovanni
non è solo uno dei grandi capolavori del genio di Wolfgang
Amadeus Mozart, ma anche della storia della musica e della
cultura occidentale. Il perfetto equilibrio tra tragedia e
commedia, l'esatta definizione musicale e drammatica dei
suoi personaggi in tutta la loro complessità, lo scontro tra
l'universo dell'alta morale e l'opposizione titanica del
protagonista, sono solo alcuni degli aspetti che hanno reso
quest'opera irripetibile, irraggiungibile, come lo stesso
Mozart.
I due grandi contributi spagnoli alla mitologia e alla
letteratura universale sono stati Don Chisciotte e Don
Giovanni (Don Juan), entrambi con caratteristiche
tragicomiche, entrambi molto ambigui, essendo profondamente
umani come la loro leggenda immortale, che rimarrà. Migliaia
di pensieri sono stati scritti sull'opera don Giovanni,
perché ammette innumerevoli letture, per lo più
contraddittorie, è un capolavoro che sfugge continuamente,
che se si cerca di definirla, l'unica cosa che si ottiene è
limitarla. Qust'opera ha il grande privilegio di avere una
vita scenica ininterrotta, nel periodo romantico
immediatamente successivo fu molto apprezzata, per
Giocchino Rossini per esempio era la sua particolare
bibbia e lo stesso Richard Wagner la definì "l'opera
delle opere". Scrittori come Goethe, Byron,
Hoffmann e Flaubert lo elogiarono con grande
passione, Kirkegaard la prese come riferimento per i
suoi scritti sull'eros, e non solo, molti compositori come
Beethoven, Chopin e Liszt crearono
variazioni delle principali melodie dell'opera.
Quando camminate
per queste strade, forse vi verrà in mente anche qualche
nota di questo capolavoro. Se questo accadrà ne sarò
particolarmente felice.
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Prima
o poi, camminando per le strade di Siviglia, poco dopo
essere arrivati, ci si imbatte nell'immensità della
Cattedrale. Unimpatto visivo che a voler trovare
un giusto aggettivo si potrebbe definire stupefacente. Poche volte
infatti si
rimane così colpiti da un monumento, dalla mole enorme di
questo edificio dal colore
tenue che si staglia nel cielo, quasi sempre azzurro da queste
parti avare di pioggia. Arrivando
dalla Plaza Nueva, lungo Avenida de la Constituciòn,
si comincia a vedere questa imponente costruzione, che diventa
sempre più maestosa e grande mano a mano che ci si avvicina,
sino a quando giunti sotto di lei ci si sente infinitamente
piccoli.
Eretta
tra il 1401 e il 1506, dove un tempo sorgeva la principale moschea almohade
della città, è la più grande cattedrale gotica
del mondo, la terza chiesa più grande della cristianità dopo
San Pietro
a
Roma
e
Saint Paul
a
Londra;
se vi troverete a vederla capirete il perché sia considerata
la chiesa più bella di Spagna. Lo stupore per questa costruzione
è destinato a crescere nel momento in cui si accede al suo interno;
volte altissime e vetrate enormi con splendidi mosaici coloratissimi,
che innescano stupendi giochi di luce, arricchiscono i
numerosi
capolavori contenuti nella chiesa, tra i quali L'immacolata
Concezione di Esteban Murillo. Colpiscono tantissimo
il grandioso retablo dell'altare maggiore e il
Monumento
funebre a Cristoforo Colombo. Se dall'esterno la cattedrale
può sembrare grande, dall'interno questa percezione diventa
ancor più reale; pensate che il corpo centrale è lungo 130 metri
e largo 74 metri, conta 54 cappelle e 80 altari, disposti lungo
le cinque navate! Nella Sacristia Mayor è raccolto e
custodito il tesoro della cattedrale che può essere ammirato
durante l'orario di visita.
Del tesoro fa parte la più famosa
e forse la più bizzarra reliquia in Spagna le Tavole Alfonsine,
riempite da più di 200 pezzi di denti e ossa, che sarebbero
appartenute a Alfonso il Saggio (Alfondo X di Castiglia),
e utilizzate in seguito da monarchi e condottieri spagnoli come
una sorta di amuleto che dava forza e energia in battaglia.
Per non confondersi, il termine Tavole Alfonsine si riferisce
anche alle famose tavole astronomiche scritte da studiosi ebrei
di
Toledo
nel XIII secolo e poi usate estensivamente sia da Colombo,
che
da Copernico a
Cracovia.
Per chi volesse approfondire leggete l'articolo sulla
Cattedrale di
Siviglia.
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A
fianco alla cattedrale ecco la Torre della Giralda, alta 100 metri
che si vede da quasi
tutta la città, e diventa un punto di riferimento unico in caso vi perdiate
nelle strette stradine del centro. Questo ex minareto, ora torre
campanaria della cattedrale, fu costruito sotto i regnanti arabi Almohadi dal 1172 al 1195, solo 50 anni prima della conquista
della città da parte dei cristiani. Il minareto è la
torre, presente in quasi tutte le moschee, dalla quale il
muezzin cinque volte al giorno chiama alla preghiera i
devoti musulmani. Con un po' di immaginazione si possono
forse ancora sentire gli echi del muezzin. Fu trasformata
in campanile successivamente con l'aggiunta della guglia terminale
(il finale a punta). Da questa splendida torre si gode
una splendida vista su tutta la città. Troverete in qualche
punto anche delle iscrizioni romane, frutto di materiale che
venne recuperato dalla città romana per la costruzione dei
nuovi monumenti della città musulmana. Una particolarità ulteriore
è che furono costruiti altri due minareti simili alla
Giralda in Marocco,
uno a Rabat e uno a Marrakech. La Giralda si sale
percorrendo una rampa a spirale e senza gradini, abbastanza larga da permettere
a suo tempo a Ferdinando III di salirci a cavallo dopo la conquista
del 1248...Continua a leggere sulla
Torre della Giralda.
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Di
fronte alla cattedrale si trova il Real Alcàzar di Siviglia,
ovvero l'antico palazzo reale; di chiaro stile moresco, il palazzo
venne ampliato dai re cristiani, che lo adibirono a loro dimora.
E' una costruzione formidabile, che racchiude nel suo perimetro,
oltre a splendide sale e patios, anche un magnifico giardino
ricco di vegetazione e fontane (immaginate la maestria degli
ingegneri idraulici di tanto tempo fa, che sono riusciti a creare
questo giardino rigoglioso in cui il sistema di irrigazione
stesso è un'opera d'arte); l'entrata è chiaramente a pagamento,
ma i sono soldi spesi più che bene! Si entra dalla Puerta
del Leon (porta del leone) e dopo aver attraversato il patio
omonimo, ci si trova di fronte alla facciata del palazzo. Prima
di accedervi, andate a visitare il Cuarto dell'Almirante
(l'appartamento dell'ammiraglio), che si trova in fondo al cortile
sulla destra; la sala è molto particolare, forse perché completamente
decorata con preziosi arazzi.
Al piano superiore ci sono gli
appartamenti reali. Dal Patio del Leòn si accede al palazzo
attraversando uno splendido portale in stile mudèjar.
Dopo, un passaggio rettangolare conduce al suggestivo
Patio de las Doncellas, delimitato da un lungo colonnato
formato da 52 colonne appaiate, che danno un bel colpo d'occhio.
Da qui si inizia la visita alle varie sale del palazzo, che
si susseguono.
Partendo dal lato nord si entra nel Salon
de Carlos V, caratterizzato da un soffitto a cassettoni.
A seguire ci sono le tre sale che costituiscono l'appartamento
di Maria Padilla; a destra si trova poi una lunga sala
da pranzo, anch'essa con un soffitto a cassettoni. Quindi si
entra nel Salòn de Embajadores, che è una piccola perla:
di forma quadrata e in stile arabo, ha una cupola decorata con
arabeschi e stalattiti dorate; si passa quindi alla
Stanza
di Filippo II, attraverso il quale si giunge al Patio
de las Munecas. Proseguendo la visita, verso il lato
Sud, si entra nel Cuarto de los Principes che ha tre
splendidi soffitti di legno completamente intagliati, per poi,
superato il Dormitorio de los Reyes Moros, ritrovarsi
al Patio de Leòn, da cui si è partiti. La visita all'Alcazar
dura qualche ora e rimarrà certo nella vostra mente per le geometrie
perfette, i colori, le vedute prospettiche, gli intarsi nel
legno, la perfetta armonia tra stile arabo e cristiano, il lusso
dei Bagni del Sultano immersi nel giardino.
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Usciti
dall'Alcàzar ritornate su Avenida de la Constitucìon
e andate verso sinistra, tenendo la cattedrale alle spalle,
sino ad una piccola piazza; qui prendete la strada sulla vostra
destra sino a giungere sul Canale, quindi fatte poche decine
di metri verso sinistra arriverete alla Torre dell'Oro.
Particolarmente affascinante di sera, perché illuminata dalle
luci della strada che si riflettono nel canale, la torre, eretta
dagli arabi nel 1200, un tempo era collegata all'Alcàzar da
mura di fortificazione, di cui non rimane oggi, purtroppo, più
traccia. La torre era
chiamata così per l'effetto creato dal suo scomparso rivestimento
di azulejos
dorate...Per approfondire leggete l'articolo sulla
Torre dell'Oro.
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Seguendo
il canale, lasciandosi alle spalle la Torre dell'Oro, si incontra
il Ponte di San Telmo; giunti qui, attraversando i giardini
che si hanno di fronte e costeggiando, prima sulla destra il
Palazzo di San Telmo
(edificio Barocco, costruito tra
il 1682 e il 1796, che ospita la Presidencia de la Junta
de Andalucía) e dopo, sulla sinistra la maestosa Università,
ex
Manifattura Tabacchi, si arriva in una piccola piazza, nella
quale spicca la Statua del Cid Campeador, condottiero
spagnolo, figura leggendaria della Reconquista spagnola e signore
di
Valencia
verso la metà dell'anno 1000.
L'antica manifattura tabacchi del XVIII secolo dalla facciata
barocca, oggi sede dell'Università, è il
luogo dove faceva la sigaraia Carmen,
il romantico personaggio creato da
Mérimée
e ripreso dall'opera di
Bizet.
Carmen
era una gitana sensuale, incostante, volubile e libera
descritta nel romanzo scritto da Prospèr Mérimée nel 1845.
Carmen è l'emblema di una donna attraente e seducente, la
cui passione la porterà a una tragica fine. Scritto in prima
persona, parla della presunta confessione che un ex soldato
condannato a morte fece a Mérimée alla vigilia della sua
esecuzione. Il sergente Don José incontra una bella
zingara quando la porta in carcere a causa di una lotta con
un collega; nel tentativo di lasciarla sfuggire viene
scoperto e, degradato, condannato a un mese di carcere. Dopo
aver scontato la pena don José, dopo molti eventi, accetta
di vivere nel crimine e diventa un contrabbandiere per
essere vicino a Carmen.
Ma
Carmen si stanca presto di questa unione, comincia a
trattarlo con disprezzo e finisce per innamorarsi di un
altro uomo, il picador Lucas. Don José non si rassegna e
finisce per ucciderla. Nasce così il mito di Carmen e dei
generosi banditi, dei coraggiosi toreri e dell'esotismo
orientalizzante: un'immagine costruita da occhi estranei che
ancora oggi persiste nell'immagine di Siviglia. Come è noto,
il romanticismo, soprattutto in Francia, ha reso il viaggio
in Spagna attraente. All'inizio del XIX secolo, emerse la
nuova tipologia del viaggiatore romantico . Era necessario
inventare una serie di paradisi perduti, e non c'era un
posto migliore dell'Andalusia per questo. L'immagine della
Spagna si rinnovò, ma per ricadere nel letargo del luogo
comune e del cliché.
Carmen è stata rappresentata nella danza, nel cinema e nel
teatro ma deve la sua fama all'opera, che fu presentata il 3
marzo 1875 (e fu un moderato fallimento), composta dal
maestro francese Georges Bizet. L'opera era basata
sull'omonimo romanzo di Merimée, che riproduceva i luoghi
comuni delle donne andaluse e che Bizet inconsapevolmente
immortalò.
Carmen rappresenta uno dei miti femminili più esportati ed
esportabili della storia. La sigararia zingari,
voluttuosamente bella, che faceva impazzire gli uomini, è
uno dei grandi miti della città di Siviglia. All'inizio,
l'idea doveva essere quella di comporre un'opera divertente.
Tuttavia, dal momento stesso della scelta della fonte
letteraria, il tentativo umoristico fallì e l'opera si
trasferì rapidamente nel regno del dramma lirico. Ci sono
alcune differenze notevoli tra il romanzo e l'opera lirica,
come il fatto che le montagne e Gaucin scompaiono per
lasciare il posto a Siviglia e i suoi scenari.
L'ultimo atto si svolge nell'arena delle corride, la
Real Maestranza, la Plaza de Toros, dove
Carmen va incontro alla morte.
Quasi di fianco all'università si trova l'Hotel
Alfonso XIII, il più
famoso degli hotel di Siviglia costruito per l'Esposizione Ibero-Abericana
del 1929 in stile neomudéjar.
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A
questo punto dirigendosi verso destra, lungo Avenida Isabel
de la Catòlica, si approda nella bellissima Plaza de España, uno degli spazi architettonici più spettacolari
della città, costruita in occasione dell'Esposizione
iberoamericana che si tenne a Siviglia nel 1929. La piazza,
che si distingue per il suo enorme padiglione semicircolare, è
percorsa da un canale e collegata con 4 ponti.
Le 50 panchine rivestite di azulejos rappresentano le province spagnole,
mostra una mappa della stessa e un dipinto che ne racconta
le peculiarità storiche.
La piazza è riccamente decorata con
mattoni a vista, marmo e ceramica e si trova all'interno del
Parco di Maria Luisa, sede vera e propria
dell'Esposizione del 1929 e di certo il più bel parco di Siviglia,
donato alla comunità a fine '800 dalla principessa Maria
Luisa. Dentro il parco ebbe luogo la famosa Esposizione
iberico-americana del 1929 e lungo i suoi viali furono
eretti i padiglioni dell'Esposizione. Una curiosità. Plaza de España fece da scenario al secondo
episodio della saga Guerre stellari La guerra dei
cloni di George Lucas. Nel film la piazza
rappresenta un palazzo nella città di Theed nel pianeta
Naboo. La piazza è stata usata anche come
scenografia dei film "Lawrence d'Arabia" del 1963, e
del più recente "Il Dittatore" con Sacha Baron Cohen
(2012). Oggi è uno dei luoghi preferiti per i locali e
visitatori provenienti dall'estero.
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Sulla
sponda opposta del fiume, rispetto alla Cattedrale, sorge il
quartiere di Triana, uno dei più amati dai sivigliani,
quartiere che è stato per secoli legato al fiume ed al mare.
Il quartiere è molto frequentato e numerosi sono i ristoranti
e i bar lungofiume. E' una parte della città meno conosciuta
ma è molto interessante ed autentica. Un cenno infine al
quartiere della Macarena, nella cui Basilica è custodita
l'immagine della Vergine Speranza Macarena, che viene
portata in processione per la città durante la
Semana Santa,
nel periodo di Pasqua; è un immagine molto venerata dai sivigliani
e durante le processioni sfila in mezzo al fervore popolare.
Attraversando
il ponte di Triana, si raggiunge un altro dei mondi di
Siviglia. Il primo a gridare: "Terra!" durante la scoperta
dell'America non fu Cristoforo Colombo, ma un marinaio di
questo quartiere, Rodrigo de Triana, la cui statua
ricorda oggi quel momento leggendario. Un altro Rodrigo, in
questo caso chiamato Bastidas, è stato lo scopritore
della Colombia e di Panama, così come il fondatore della
città colombiana di Santa Marta. Non si può poi non
menzionare Juan Belmonte, uno dei toreri più famosi
della storia. Per non parlare poi dei tanti musicisti che
hanno incarnato la musica andalusa, con personaggi come
Paquita Rico, Marifé de Triana, María Jiménez
solo per citarne alcuni. Insomma, non è strano sentire note
nell'aria in tutta Siviglia, ma in particolare da queste
parti.
Passeggiando
sul Ponte Isabel II, noto come Ponte di Triana si gode una
belle vista del fiume. Attraversata l'altra parte vedete
subito una cappella dedicata a Sant'Anna dallo stile "Plaza
de España" di Siviglia, progettata dal suo stesso
architetto, Aníbal González. Poi ci sono due opzioni:
o prendere Calle Betis (molto colorata e fotogenica)
a San Telmo e vi fermate per una pausa per mangiare e bere
qualcosa con vista sul Guadalquivir o, molto meglio, andate
oltre nel quartiere, a partire dal suo mercato di
alimentari, costruito sulla cima di un vecchio castello che
è stato usato per secoli come una prigione dell'Inquisizione
(Castillo de San Jorge). Poi potete andare dritti alla via
principale del quartiere, Calle San Jacinto, vitale,
pieno di gente e locali (il più famoso è La Blanca
Paloma, sempre pieno, soprattutto nei fine settimana).
Tornando al fiume, si può dare un'occhiata alle botteghe dei
ceramisti, alla Chiesa di Santa Anna (costruita per
ordine di Alfonso X il Saggio) e poi entrare in Calle Betis.
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Ora è il caso di fermarsi a mangiare qualcosa
Dopo
tutte le vostre visite vi sarà venuta parecchia fame,
sopratutto sentendo gli odorini che arrivano dai
ristornatiti, ma anche dalle case private. Consiglio di
farvi un giro nei bar tipici "tapas bar", mangiatevi uno
frittura verace con le mani e bevete un buon vino d'arancia.
Potete incontrare dei luoghi parecchio turistici ma
difficilmente prenderete una fregatura (in questo caso
fatecelo sapere).
Vi consiglio in ogni caso due luoghi autentici e molto
diversi (ma ce ne sono tanti altri):
In Calle Mateos Gago, a pochi passi dalla Giralda, il
numero di bar è molto altro e avrete l'imbarazzo della
scelta. Di solito pieni perché hanno una clientela fissa, ma
basta aspettare un po'. Al numero 20 provate con La Goleta,
famosa per il suo vino d'arancia servito molto freddo in un
barattolo di vetro, accompagnata da una tapas.
Se vi piacciono le patatine fritte e il pesce fritto e non
volete spendere troppo, segnatevi questo indirizzo: Calle
Santa María la Blanca nº 32 esquina Puerta de la Carne nº2
(appena sotto l'Hotel Puerta de Sevilla). La Freiduría
Puerta de la Carne riceve clienti sin dall'Esposizione
iberoamericana del 1929. Il motivo della sua fama e della
sua longevità commerciale è da ricercarsi nel fatto che in
Andalusia viene servito uno dei migliori fritti di pesce. Ci
si serve da soli, si va al banco e si sceglie tra la varietà
di frittura. Una volta scelto, si mette il tutto in un cono
di carta che si può prendere dai tavolini in terrazza o
portaselo dietro. Naturalmente, si mangia con le mani. Come
dovrebbe essere! Una delizia.
Per approfondire l'argomento potete vedere le pagine
Cosa mangiare a Siviglia e
Cosa mangiare in
Andalusia.
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Infine
una curiosità sul simbolo della città che potete vedere nella
foto qui di fianco. Il piccolo disegno centrale rappresenta
una madeja, parola spagnola traducibile come matassa.
Quindi, come se fosse un rebus il significato è No Madeia
do, cioè No me ha dejado, in italiano, Non mi
hai lasciato. Questo emblema, fu dato alla città dal re
Alfonso X il Saggio, che visse tra il 1221 e il 1284, il quale
voleva in questo modo ricordare la fedeltà della città nella
lotta della Spagna cristiana contro quella mussulmana.
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Della
Semana Santa e della sua importanza vi ho già parlato.
A questa fondamentale festa religiosa, subito dopo, in
aprile si contrappone una altrettanto importante festa
laica, la
Feria de Abril, una festa famosissima in Spagna ma anche tra i turisti stranieri.
Durante la Feria de Abril, esplode, è
proprio il caso di dirlo, la
Temporada, la stagione della corrida. La
Plaza de toros
di Siviglia, la Real Maestranza de Caballeria, ha visto
i trionfi dei matador più famosi di Spagna, come Ordonez e
Dominguin, insieme a uno spettacolo passionale e cruento,
dove molti fanno il tifo per il toro, e dove le donne più belle
dell'Andalusia armate di ventagli vestono per l'occasione,
los trajes de flamenca, un trionfo di gale e sottogale,
pettini a coda di pavone, scialli, scollature, pois grandi come
lune su tessuti fucsia, verde mela e giallo limone. I
ventagli sivigliani (gli abanicos in spagnolo),
bisogna saperlo, non servono solo a smuovere l'aria: costituiscono
uno squisito complemento alla conversazione e perfino al lessico
dell'amore. Un minimo gesto, un impercettibile movimento possono
celare gioie dell'animo o pene del cuore.
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Se
vi recate a Siviglia d'estate, troverete un clima
caldissimo con temperature che raggiungano con molta frequenza
i 40/45 C°! Visitarla con queste condizioni climatiche è assai
pesante e vi consiglio di farlo indossando un copricapo per
evitare i colpi di sole, da cui il turista pensa sempre, erroneamente,
di essere immune. Il periodo migliore per una visita è la
primavera quando gli alberi d'arancio
in fiore profumano la città. Molto suggestivo è anche il periodo
di Pasqua, con le feste appena citate della
Semana Santa,
e della Feria de Abril, le processioni, i nazarenos, le donne con i costumi tradizionali
e i bambini elegantissimi.
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Lasciatevi trasportare dalla musica e dalle tradizioni di
Siviglia
Siviglia,
oltre ad una serie di straordinari siti storici, è una città
segnata dall'arte della sua gente. Sono cose che si
capiscono solo quando ci si perde in un assolo di chitarra
spagnola nella Juderia, il quartiere ebraico, in un "tablao"
di flamenco o guardando una partita del Siviglia o del Betis
in TV in un bar di una città divisa tra i colori delle due
squadre bianco e verde e bianco. Ecco perché, oltre a fare
la mia "visita" di questa città come chiunque altro, ho
provato, anche se per poco e lasciandomi un po' andare,
a fare il sivigliano. Provateci anche voi e magari diteci
com'è andata.
La Siesta
La siesta non è un mito! L'intera città si addormenta
tra le 14:00 e le 17:00 o anche di più durante la stagione
calda. Ovviamente è necessario abituarsi, alcuni non avranno
problemi, mentre altri cercheranno un po' di freschezza nei
parchi, all'ombra degli aranci. I pasti sono anch'essi
scaglionati: la colazione si prende tra le 8.00 e le 11.00,
il pranzo tra le 14.00 e le 16.00 e la cena dalle 21.30 in
poi.
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Spostarsi a Siviglia
Oltre
all'opzione di muoversi a piedi per visitare il centro storico, per spostarsi in
città si possono utilizzare i servizi di autobus urbani, che offrono biglietti
per 1-3 giorni in modo che si possa viaggiare tutte le volte che è
necessario per un prezzo fisso. Sono molto utilizzati anche
i tram, che partono dal Prado de San Sebastián e da
Plaza Nueva. Anche la metropolitana, se ci si
allontana dal centro, può essere una alternativa. Muoversi in
città in bicicletta è molto comune a Siviglia. Le strade
sono dotate di corsie preferenziali e si può anche
noleggiare una bicicletta in una delle 245 stazioni della
città. Molti turisti usano i taxi perché non conoscono bene
i trasporti pubblici e non vogliono perdersi, è
comprensibile. In ogni caso, almeno per quello che abbiamo
potuto vedere noi, i taxi non sono cari rispetto ad altre
città europee. Se volete approfondire potete andare alla
pagina
Come arrivare e muoversi a Siviglia.
Dintorni
Se avete tempo,
tra una "Feria" e l'altra, visitate le città e i villaggi bianchi
nei dintorni di Siviglia, celebri anche per i nidi delle cicogne.
I più affascinanti sono
Alcala de Guadaira, a 15 km;
Cantillana, a 30 km; Carmona, a 35 km; Lora
del Rio, a 57 km; Lebrija a 60 km e Maron de la
Frontera a 63. A 140 km da Siviglia si trova
Ronda, un nido d'aquila,
patria della corrida e di famosi matador, a picco su un burrone,
raggiungibile solo attraverso un ponte da vertigine. Oltre a
queste altre cittadine "bianche" sono: Ubrique, Setenil,
Olvera, Zahara, Gaucin, Villamartin,
Arcos, Alcala de los Gazules, Medina Sidonia,
Castellar, El Bosque e Grazalema.
Per approfondire potete leggere l'articolo
Dintorni di Siviglia.
Distanze da Siviglia
Alcala de Guadaira
(17 km),
Arcos de la Frontera (88 km),
Jerez
(91 km),
Huelva
(95 km),
Cadice
(110 km),
Ronda
(132 km),
Cordova
(140 km),
Marbella (187 km),
Faro
(190 km),
Gibilterra
(197 km),
Malaga
(204 km),
Granada
(249 km),
Almeria
(412 km)
Buona Siviglia
allora!
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