Museo del Bargello a Firenze

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Museo del Bargello a Firenze

Il Museo del Bargello, ospitato nell'omonimo palazzo che un tempo, prima di Palazzo Vecchio era il palazzo del potere cittadino, nel cuore del centro storico di Firenze, oggi accoglie una delle raccolte più importanti del mondo relativa alla scultura del Rinascimento. Senza dubbio di smentita la più importante raccolta di scultura italiana dal secolo XIII al XVIII. Accanto alla scultura vi è una sezione di grande importanza di "arti minori", molte delle quali giunte nel XIX secolo con la donazione del francese Carrand.

Il museo è inoltre anche ricco di maioliche, dipinti, ceramiche europee e islamiche, armi, smalti, miniature e stoffe, sia italiane che europee, e di una delle più grandi collezioni di monete e medaglie dal XV al XIX secolo. Finito il ruolo pubblico del Palazzo del Bargello nella metà dell'Ottocento, venne avviata una politica di restauro dell'edificio, per recuperare il suo aspetto originario medievale, sotto la direzione di Francesco Mazzei, trasformando il palazzo nella sede dell’attuale Museo. Dal momento della sua apertura ufficiale al pubblico, nel Museo del Bargello sono cominciate ad affluire alcuni dei principali capolavori dell’arte scultorea del Rinascimento, tra cui opere di Donatello, Michelangelo, Verrocchio, Della Robbia, Giambologna e Cellini. Senza contare un numero infinito di bronzetti, maioliche, medaglie, sigilli, arazzi e mobili, provenienti, in gran parte, da collezioni private e pubbliche. Dagli Uffizi infatti giunsero sia le sculture in bronzo e marmo, sia le collezioni di arti applicate: maioliche, cere, ambre, avori, oreficerie, smalti e bronzetti, alcune di queste trasferite nel 1928 al Museo degli argenti. Dall'Archivio di Stato giunsero i sigilli e dalla Zecca le monete. Infine, a seguito dell'Unità d'Italia e delle conseguenti soppressioni di ordini monastici giunsero da varie luoghi di culto altre sculture e oreficerie sacre. Per i 500 anni dalla nascita di Donatello nel 1886,  venne inaugurato il salone destinato ad accogliere opere dell'artista e della scultura quattrocentesca fiorentina. Del 1888 è la donazione della raccolta dell'antiquario di Lione Louis Carrand (oltre tremila opere di vario genere) del 1886 è la donazione Conti, del 1899 la Ressman e del 1906 la Franchetti arricchendo il settore delle arti applicate. Accanto ai nomi di artisti universalmente conosciuti come quelli citato sopra, ci sono migliaia di pezzi, di cui non conosciamo il nome. Si tratta di oggetti d’uso comune, usati nella vita di tutti i giorni, come gioielli, scacchiere, cofanetti, avori bizantini e medievali, smalti francesi, tessuti orientali, opere di oreficeria sacra e profana, maioliche e vetri, armi, bastoni, pettini, specchi di un valore inestimabile, realizzati in tempi in cui non c'era molta differenza tra l’artista e l’artigiano. Oggetti importantissimi, oltre che belli, che per la loro varietà di materiali, stili, provenienza ed epoca ci permettono di capire l’evoluzione del gusto attraverso i secoli.

L'enorme collezione Carrand poteva finire nella città natale del collezionista, tuttavia quando nel 1857 Jean-Baptiste chiese di poter dirigere i Museés Arqueologiques di Lione, offrendo tutta la sua competenza e promettendo perfino di donare l’intera collezione alla città, ebbe in cambio un secco rifiuto. La sua delusione fu una fortuna per il Museo del Bargello, per Firenze e per l'Italia. Alla sua morte il figlio figlio Louis continuò a ingrandire la collezione e ad acquistare manufatti, anche se di gusto diverso rispetto al padre. Era più interessato a maioliche, smalti, armi, metalli, tessuti e dipinti, inoltre si trasferì di lì a poco in Toscana. Alla sua morte Louis Carrand il 21 settembre del 1887 lasciò un testamento, dove diceva: "Lascio tutta la mia collezione di opere d’arte e antiquariato del Medioevo e del Rinascimento alla città di Firenze, per essere poste e allestite nel Museo Nazionale del Bargello. […] Questa collezione è stata riunita da mio padre e da me ed è il frutto delle nostre due esistenze; essa merita di essere trasmessa ai posteri, ed è per questo che- seppur francese- ho scelto l’Italia come depositaria, avendo poca fiducia nel mio sfortunato paese. Per quanto riguarda i repubblicani e i rivoluzionari, gli lascio in eredità il mio odio e il mio disprezzo". A sua volta la stampa francese ricambiò il suo disprezzo, additando la donazione come l’ultimo gesto di un folle.

Il Cortile

Il bellissimo cortile del Palazzo del Bargello, è anch'esso parte dell'itinerario del museo, in quanto opera d'arte a se stante. Durante il restauro il cortile fu restaurato e ripavimentato in mattoni rossi disposti a lisca di pesce e vennero anche collocati gli stemmi che si vedono sul lato della scala (1345), eseguita da Neri di Fioravante e oggi priva della tettoia originaria. Sotto le arcate si possono ammirare gli affreschi di Benedetto da Maiano L'incoronazione di re Ferdinando I e sei musici (fine XV secolo), eseguito per la porta Reale di Napoli e mai inviato; le sei statue eseguite da Bartolomeo Ammannati per la fontana di Giunone; la Statua di Oceano del Giambologna, proveniente dalla vasca dell'Isolotto di Boboli; la personificazione di Fiesole di Niccolò Tribolo, proveniente dalla villa medicea di Castello. Sempre nel cortile si può ammirare il grande e monumentale cannone seicentesco detto "di San Paolo" per la testa del santo che ne forma la culatta.

Sala di Michelangelo e della scultura del Cinquecento

Bacco, Michelangelo - Palazzo del Bargello a FirenzeAlla Sala di Michelangelo, riallestita dopo l'Alluvione di Firenze del 66, si accede dal cortile. Di Michelangelo la sala custodisce il Bacco (1496-97) eseguito per il cardinale Raffaele Riario, mecenate dell'artista a cui fece iniziare l'attività a Roma, ma che, poco apprezzando quest'opera in particolare, la cedette al banchiere Jacopo Galli; il Tondo Pitti (1504-05), di poco posteriore al David, dove già Michelangelo dimostra di prediligere gli effetti chiaroscurali del "non finito"; il David-Apollo (1530-32), scolpito per Baccio Valori e identificato dal Vasari in un Apollo nell'atto di togliere una freccia dalla faretra; e infine il Bruto (1539-40) commissionato dal cardinale Niccolò Ridolfi, esponente del partito anti-mediceo, per celebrare l'uccisione del duca "Bruto Toscano" MichelangeloAlessandro de' Medici, detto il Moro, da parte del cugino Lorenzino de' Medici, detto Lorenzaccio definito appunto il "Bruto toscano", che voleva riportare la repubblica a Firenze (Lorenzino de' Medici è sepolto nella Basilica di San Lorenzo proprio in una delle tombe monumentali scolpite da Michelangelo). Oltre a vari altri lavori cinquecenteschi, nella sala si ammirano anche: i bronzi originali del basamento del Perseo di Benvenuto Cellini, collocato nella Loggia della Signoria, e due bozzetti dello stesso artista, in cera e in bronzo, per la figura di Perseo; il Mercurio bronzeo (1564) del grande scultore fiammingo Giambologna; il gruppo marmoreo con Firenze che trionfa su Pisa, sempre del Giambologna, il cui modello in gesso si trova nel Salone dei Cinquecento; il Bacco (1510) di Jacopo Sansovino.

Sala del Trecento

Sala del 300 Museo del BargelloLa Sala del Trecento si apre anch'essa sul cortile e fa parte della prima costruzione del Palazzo del Bargello; verso la metà del 1500 fu divisa in sezioni per ospitare due file di celle, per la prigione cittadina. Oggi, ripristinata al suo stato originario ospita sculture e resti architettonici provenienti per lo più da chiese e conventi soppressi nell'800. Sulla parete di fondo, le tre statue in pietra serena raffiguranti la Madonna col Bambino affiancata da San Pietro e San Paolo (1322), opere di Paolo di Giovanni provenienti dalla decorazione di Porta Romana. Fra le opere più importanti: una Madonna col Bambino dello scultore di Siena Tìno di Camaìno; il gruppo di Tre accoliti di Arnolfo di Cambio, dall'Arca di San Domenico a nella Basilica di San Domenico a Bologna; una Madonna col Bambino in alabastro, di scuola veneziana ma proveniente dalla Chiesa di Santa Maria del Voto a Forlì; una Madonna col Bambino di scuola francese.

Sala degli Avori 

Sala del 300 Museo del BargelloSalendo al piano superiore per la scala internasi raggiunge la Sala degli Avori. In origine doveva ospitare gli avori della collezione medicea, poi trasferiti al Museo degli Argenti. Gli oggetti esposti provengono per la maggior parte dalla donazione di Louis Carrand (1888), e datano dal v al xv secolo. Notevoli le pissidi eucaristiche, fra cui quella con l'Arrivo dei Magi e quella di Orfeo (v secolo); il dittico con Adamo e San Paolo (fine del IV inizi del V secolo) e il Ventaglio liturgico di Tournus (ix secolo), capolavoro dell'arte carolingia.

Sala Bruzzichelli

La Sala Bruzzichelli espone vari oggetti, fra cui i mobili cinquecenteschi e altre opere lasciate nel 1983 alla città dall'antiquario Giovanni Bruzzichelli.

Sala delle Maioliche

Dalla sala Bruzzichelli si accede alla Sala delle Maioliche, il nucleo storico della collezione medicea , con oggetti provenienti soprattutto da Urbino, ingrandito in seguito da lasciti provenienti dalle donazioni Conti, Carrand, Costantini eccetera.

Il Verone

Verone del Palazzo del Bargello a FirenzeIl Verone del Palazzo del Bargello è il bellissimo loggiato al primo piano dell'edificio restaurato e decorato con affreschi d'ispirazione medievale di Gaetano Bianchi. Oggi vi sono esposte opere del Giambologna, fra cui gli interessanti Bronzi di Animali (1565) eseguiti per la grotta della villa medicea di Castello nella zona collinare di Firenze. Il Tacchino, da poco importato dalle Americhe, trova qui una delle sue prime raffigurazioni.

Sala di Donatello

La grande Sala di Donatello, cui si accede dal Verone, era in origine adibita alle assemblee del Consiglio Generale. Ospita opere di Donatello, fra cui le due versioni del famosissimo David: quella in marmo, eseguita nel 1409 per la Cattedrale di Firenze, e quella in bronzo (1440-50), opera della maturità dell'artista eseguita per palazzo Medici. Sempre di Donatello, il maestoso San Giorgio (1416-17), commissionato dall'Arte degli Spadai e Corazzai per la nicchia della  Chiesa di Orsanmichele. Da notare il bassorilievo del basamento con l'Uccisione del drago, esempio di quello "stiacciato" donatelliano (una forma di forma di rilievo rinascimentale bassissimo) che risolve magistralmente i problemi prospettici. Insieme ad altre opere di Donatello e a busti e bassorilievi di Desiderio da Settignano, Michelozzo e Luca della Robbia, sono qui esposte le due formelle di identico tema (il Sacrificio di (sacco) eseguite nel 1401 da Lorenzo Ghiberti e da Filippo Brunelleschi per il concorso per la porta nord del battistero. Veri pezzi di Storia dell'Arte.

Sala Islamica

L'interessante Sala Islamica possiede oltre agli oggetti provenienti dalle collezioni medicee, quelli delle donazioni Carrand, Ressman e Franchetti, fra cui avori, maioliche, gioielli, armi e armature.

Sala Carrand

Espone gli oggetti di oreficeria donati da Louis Carrand. Di grande valore storico e documentario la Lamina di Agilulfo (V-VI secolo), probabile parte di un elmo, raffigurante Agilulfo, re dei longobardi dal 591 al 616. Vi si ammirano inoltre inoltre gioielli bizantini, smalti limosini, cammei francesi e strumenti scientifici.

Cappella di Santa Maria Maddalena

Questo luogo all'interno del Palazzo del Bargello, è molto significativo. In questo ambiente infatti,  a cui si accede dalla sala Carrand, intitolato alla figura evangelica della donna traviata e pentita, sostavano in raccoglimento i condannati a morte prima di essere giustiziati. Col tempo anche la cappella fu adibita a carcere e divisa in due piani. Nell'affresco sulla parete di fondo, raffigurante il Paradiso, si credette di individuare un ritratto di Dante di Giotto: ciò contribuì a dare impulso al restauro dell'intero palazzo. Gli arredi lignei, come anche il leggio, provengono dall'Abbazia di Monteoliveto. All'altare, il trittico raffigurante la Madonna col Bambino e Santi (1450 ca.), di Giovanni di Francesco.

Sacrestia

In questo ambiente sono esposti diversi capolavori di oreficeria, tra cui una Croce in argento smaltato (1476-83) eseguita da Antonio del Pollaiolo per il Monastero di San Gaggio, e una pace (1480-90) con la Deposizione della bottega di Antonio di Salvi. Salendo al secondo piano si entra nella sala che conserva terrecotte invetriate delle botteghe della Robbia e Buglioni.

Sala di Giovanni della Robbia

La sala di Giovanni della Robbia è la prima sala del secondo piano. È intitolata a uno dei cinque figli di Andrea nipote, a sua volta, del più celebre Luca, capostipite della famosa dinastia di artisti e si caratterizza per una piacevole vena coloristica nelle sue terrecotte invetriate.

Sala di Andrea della Robbia

L'opera di Andrea della Robbia, più legata, rispetto a quella di Giovanni, alla maniera dello zio Luca, ripropone l'uso del bianco e dell'azzurro. Tra le opere qui esposte segnaliamo la Madonna degli Architetti.

Sala dei Bronzetti

La Sala dei Bronzetti conserva diverse opere provenienti per lo più dalla collezione medicea; fra le altre, l'Ercole che scoppia Anteo (1478) di Antonio del Pollaiolo, Ninfa inginocchiata (1560) del Giambologna.

Sala del Verrocchio

La Sala del Verrocchio è dedicata al grande artista, maestro di Leonardo da Vinci, con opere come il David bronzeo (1465), uno dei capolavori del Rinascimento, e la delicata Dama col mazzolino (1475-80). Qui si trovano anche dei busti di Mino da Fiesole, Benedetto da Maiano, Antonio Rossellino e Francesco Laurana.

Sala della Scultura barocca

Ospita tra l'altro i busti di Costanza Bonarelli (1636), di Gian Lorenzo Bernini, e del Cardinale Rondanini (1650 ca.), di Alessandro Algardi.

Sala del Medagliere

Come si evince dal nome questa sala conserva le circa seimila medaglie della raccolta del Bargello provenienti per lo più dalla collezione medicea. Dopo un furto di una medaglia del Pisanello avvenuto nel 1930, questa sezione fu esclusa dalla visita. È stata riaperta negli ultimi anni con un rinnovato allestimento.

Sala delle Armature

Palazzo del Bargello a FirenzeLa Sala delle Armature è l'ultima del museo ed espone oggetti provenienti in primo luogo dall'armeria medicea, un tempo divisa fra Palazzo Vecchio, Palazzo Pitti e gli Uffizi. A fine Settecento circa 9500 pezzi furono venduti da Pietro Leopoldo di Lorena, mentre i rimanenti furono trasferiti al Bargello con l'apertura del museo; vennero aggiunti in seguito i lasciti poi i lasciti Carrand e Ressman.
 

Museo Nazionale del Bargello

Indirizzo: Via del Proconsolo, 4, 50122 Firenze


Orari: aperto tutti i giorni tranne lunedì che è giorno di chiusura, dalle  08:15 alle 17
Telefono: 055 238 8606

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