Museo
Thyssen Bornemisza di Madrid
Il Museo Thyssen-Bornemisza espone una delle migliori collezioni d'arte
occidentale degli ultimi otto secoli, del mondo e si trova nei pressi dell'altro
grande e famoso museo madrileno, il
Museo del Prado in
quello che viene definito il "Triangolo d'Oro dell'Arte", che
comprende anche il Museo Nazionale Reina Sofía. Questa grandiosa
collezione di più di 1500 capolavori inizialmente ospitata a Villa Favorita
a Lugano
è stata contesa per diversi anni da tantissime città e Paesi, a suon di
miliardi. |
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Alla fine il barone Hans Heinrich
Thyssen-Bornemiza decise per una questione di cuore (la moglie Tina era di
Madrid) e di pecunia (decine di miliardi di allora) di spostarsi nella capitale
iberica nel 1992 regalando alla Spagna un altro grandioso museo ed un ennesimo
buon motivo per visitarla.
La maestosa
collezione inizia negli anni '20 del secolo scorso con il barone Heinrich
Thyssen-Bornemiza e si consolida con suo figlio Hans Heinrich.
La Thyssen colma le lacune storiche collezioni degli altri due grandi musei
della città. Con più di 1.600 dipinti la collezione Thyssen-Bornemisza un tempo
era la seconda più grande collezione privata al mondo dopo la Collezione
Reale britannica.
Il museo è stato inaugurato giovedì 8 ottobre 1992, da re Juan Carlos e dalla
regina Sofia, dopo che è stato raggiunto un
accordo tra la famiglia Thyssen-Bornemisza e il governo spagnolo. Nel 1993
l'intera collezione è stata acquisita dallo Stato spagnolo.
Come ha fatto la
collezione Thyssen Bornemiza a finire a Madrid?
Ci fu una competizione senza precedenti per poter ospitare la collezione tra
stati e città. Inizialmente pareva dovesse andare a
Barcellona, dove
la fondazione Thyssen, aveva già progettato sul
Montjuic la costruzione di un
edificio dell'architetto Botili e l'apertura di una esposizione permanente di
una parte del prezioso lascito nel
Monastero di Pedralbes, nella metropoli
catalana. Nel giugno del 1988 la collezione sembrava dover di sicuro finire a
Londra dopo un interessamento personale della Thatcher e una visita del
principe di Galles a Lugano al barone Thyssen-Bomemisza. Anche l'allora Repubblica Federale Tedesca, la Fondazione Getty,
che si dichiarava pronta a costruire un
apposito museo su una collina di Los Angeles, il Giappone che mandò delegati
offrendo a Thyssen con condizioni favolose, il governo svizzero insieme al Canton
Ticino si dichiararono pronti, a tutto pur di aver la collezione ospitata
fino a quel momento da Villa
Favorita, sul lago di Lugano.
La villa era la residenza dei Thyssen Bornemiza. Nessuno si è mai mosso tra
tante bellezze come
Hans Heinrich Von Thyssen a Villa Favorita. Vetri inestimabili, stupendi
mobili con porcellane in ogni corridoio: un uovo di Fabergé come fermacarte
nello studio, dove una vista del lago divideva l'attenzione del visitatore col
Vecchio ponte di Waterloo di Duran, un Monet e un paesaggio
di Cézanne. A stupire e fare immaginare (per dare un contesto a una
collezione privata di queste proporzioni) era soprattutto la camera da letto.
Quando ogni mattina il barone apriva gli occhi, veniva "salutato" dalla
Giovane donna con parasole in un giardino Renoir; voltando appena la
testa scorgeva un secondo Renoir, Campi di grano; poi ancora guardandosi
intorno Manet Rifratto di un'amazzone, un Morisot,
una foresta di Pissarro oltre ad artisti moderni americani sparsi... e
"piccole inezie" di Toulouse-Lautrec.
Agli inizi degli anni 90' la collezione era valuta più di 3000 miliardi di
vecchie lire. La quinta moglie spagnola del barone Thyssen, Carmen Cervera,
Tita per gli amici, ex miss Spagna fu probabilmente decisiva per la scelta (di
cuore) di Madrid. A Tita fu rimproverato sempre di "innamorarsi" casualmente
solo di multi miliardari. Quando fu chiesto al barone il perché di questo
trasferimento dalla quiete di Lugano, rispose che a Madrid provava un senso di
sicurezza grazie alla continuità della monarchia (era un buon amico di re Juan
Carlos), che il clima è più favorevole alle tele (era più secco) e che il
pubblico era più grande. A questo si aggiunse un particolare non indifferente:
il colore dei soldi.
La Spagna, che aveva offerto più di chiunque altro, infatti si era impegnata a
pagare la bellezze di 500 milioni di pesetas per ognuno dei nove anni e mezzo in
cui i quadri sarebbero dovuti essere ospitati nel Palazzo di Villahermosa (dieci anni significherebbe
passare allo Stato): di prestito, infatti, all'inizio si trattava. 42 milioni di
dollari all'anno di allora.
Hans Heinrich Von Thyssen ereditò dal padre una importante raccolta di pittura
tedesca del secoli XV e XVI che andò completando e ampliando. Suo nonno August,
che aveva ferreo motto "Se ti riposi, arrugginisci", era amico di
Rodin, era quindi comprensibile il fatto che anche suo padre Heinrich aveva
cedesse al tarlo del collezionismo. Voleva farsi un'antologia della pittura
europea dal XIV al XVIII secolo. I suoi interessi si rivolsero ai fiamminghi, agli olandesi, ai primitivi italiani, ai
capolavori del nostro Rinascimento, alla pittura spagnola e francese dei secoli XVII e
XVIII. Nel 1930 la collezione fu per la prima volta esposta a
Monaco di
Baviera suscitando stupore ed ammirazione. Subito dopo Villa Favorita,
residenza a Lugano del barone tedesco, fu ampliata per accogliervi l'imponente
patrimonio pittorico che comprende, tra l'altro, capolavori di Altdorfer, di
Amberger, di Cranach, di Grien, di Holbein,
di Caravaggio, El Greco, Bramante e Sebastiano del Piombo.
Pare che abbia acquistato il "Ritratto di Enrico VIII", opera di Holbein il
Giovane, dal nonno della principessa Diana Spencer, il quale con il
ricavato si concesse l'ultimo modello della Bugatti. Hans Heinrich ha messo
insieme dipinti del XIX e XX secolo, estendendo le ricerche alla pittura del XIX
e XX secoli. Tra i maestri antichi ospitati a Villahermosa spiccano i nomi di
Fra Angelico e Raffaello, Tintoretto e Caravaggio, Cranach e Van Dick, Velazquez
e Goya; tra i moderni Picasso e Matisse, Magritte e Dali, De Kooning e Rothko.
Il Palazzo di Villahermosa a Madrid è un edificio grandioso del XVIII secolo in stile neoclassico lungo
il Paseo del Prado. Dopo le modifiche apportate dall'architetto Rafael Moneo,
la collezione fu esposta nel 1992 riscuotendo subito un enorme successo.
L'Edificio
Il Palazzo di Villahermosa è uno degli edifici più importanti del repertorio di
architettura palaziale di Madrid. Le sue origini risalgono agli inizi del XVII
secolo. Nel corso del XVIII secolo questa parte della città si sarebbe sviluppata
gradualmente nella nuova zona della corte di fronte al Palazzo del Buen Retiro.
Il Palazzo di Villahermosa confinava con il Palazzo dei Duchi di Béjar
(l'attuale Banca di Spagna ), all'angolo della via Alcalá . Dopo il suo acquisto
nel tardo XVIII secolo da parte dei duchi di Villahermosa, le sue sale hanno ospitato
importanti incontri intellettuale. L'edificio è stato anche la sede di Liceo delle
Arti e delle Lettere di Madrid (una delle principali istituzioni culturali durante il
periodo romantico). Nel XX secolo, l'edificio servì come annesso al
Museo del Prado. Nel 1989 sono partiti i lavori per trasformare il palazzo nella sede del Museo Thyssen-Bornemisza.
La Collezione
Iniziata nel 1920 come una collezione privata da Heinrich, barone Thyssen-Bornemisza de Kászon (1875-1947),
la collezione è stata
poi ampliata dal figlio di Heinrich barone Hans Heinrich Thyssen-Bornemisza
(1921-2002). Quest'ultimo ha riunito la maggior parte delle opere provenienti da
collezioni dei suoi parenti e ha proceduto ad acquisire un gran numero di nuovi
lavori per produrre quella che veniva considerata una delle migliori collezioni
d'arte del mondo. Gli antichi maesti sono stati principalmente acquistati dal barone anziano,
mentre Hans si concentrò maggiormamente con il XIX e XX secolo. Di conseguenza
la
collezione abbraccia otto secoli di pittura europea. Uno dei suoi punti
focali è la pittura primitiva europea, con una importante collezione di trecento
e quattrocento dipinti italiani di Duccio di Buoninsegna e di suoi
contemporanei( XIV e XV secolo), e le opere dei maestri fiamminghi e olandesi come
Jan Van Eyck,
Albrecht Dürer e Hans Holbein. Meritano una visita anche opere dei più
famosi pittori rinascimentali e barocchi, tra cui Tiziano, Sebastiano del
Piombo,
Caravaggio, Rubens, Van Dyck, Murillo e
Rembrandt. Importante anche
per la collezione del museo sono opere impressioniste e post-impressioniste di
artisti come Monet, Auguste Renoir, Edgar Degas e
Vincent Van Gogh, così come i
capolavori del XX secolo, come un opera cubista di Picasso o opere di Piet
Mondrian e Edward Hopper .
L'esposizione include un migliaio di dipinti, sculture, arazzi e oggetti
decorativi. L'esposizione delle opere d'arte rispetta l'ordine cronologico su
tre piani, a partire dal secondo fino al piano terra.
Arte dal XIII al XV
secolo
Nella Sala 1 sono esposte le
opere di artisti italiani del XIII secolo come Cristo e la samaritana di
Duccio di Buoninsegna, l'unico artista che firmava i suoi dipinti della
sua epoca.
Nella Sala 3 si trova l'arte
fiamminga del Quattrocento; da non perdere la minuscola tavola di
Petrus Christus di Bruges Vergine dell'albero secco del 1465, uno dei
capolavori del museo. Il simbolismo dell'opera è da riferirsi a un passo del
Vecchio Testamento: la Vergine Maria darebbe nuova vita agli eletti. Sempre
nella Sala 3 si trova anche il Dittico dell'Annunciazione di Jan van
Eyck, che sembra una scultura in marmo, e la Vergine con Bambino in trono
di Rogier van der Weyden.
Nella Sala 4 si può ammirare
il Cristo risorto del Bramantino,
capolavoro del Quattrocento italiano.
Nella Sala 5 sono esposti alcuni ritratti rinascimentali di grande pregio.
Uno dei capolavori del museo è il Ritratto di Giovanna Tornabuoni del
Ghilandaio, opera del 1488. L'epigramma latino sul ritratto è una citazione
del poeta Marziale (I Secolo): "Arte, se tu solo potessi ritrarre il
carattere e l'anima, non ci sarebbe un dipinto più bella al mondo."
Il capolavoro di Hans Holbein in Giovane, Enrico VIII,
raffigurante il monarca inglese con una sguardo freddo e regale, è uno dei
quadri più famosi della collezione. Nella stessa sala si trova anche un
Ritratto di Caterina d'Aragona, prima della sei mogli di Enrico, di Juan
de Flandes.
Arte italiana e tedesca del XVI secolo
Nella lunga Sala 6, la Galleria
Villahermosa, si trova il famoso Ritratto di un giovane di Raffaello.
Seguono le Sale 7-12. Il capolavoro della Sala 7 è il Giovane Cavaliere
con paesaggio di Vittore Carpaccio, ritenuti uno dei primi ritratti a
figura intera.
Tra i dipinti tedeschi nelle
Sale 8 e 9 si può ammirare Gesù e i dottori
di Albrecht Dürer dipinto dall'artista durante il suo secondo soggiorno a
Venezia e donato all'artista che ammirava tanto, Giovanni Bellini. Gesù è
un fanciullo circondato da vecchi curiosi; da notare le mani in primo
piano di tutti i personaggi.
Qui sono esposte anche molte opere di Derick Baegert, come il trittico
della Crocifissione.
Nella Sala 10 è esposta la Ninfa nella fontana di Lucas Cranach il
Vecchio, con un bellissimo velo trasparente. Gli artisti della scuola
veneziana Tiziano, Tintoretto e Jacapo da Bassano sono
esposti nelle Sale 11 e 12. Tiziano dipinse
San Geronimo nel deserto alla fine
della sua vita. El Greco è esposto qui perché cominciò a lavorare in
Italia. Una prima tela di Caravaggio, Santa Caterina di Alessandria
del 1597, mostra l'influenza dei fiamminghi.
Barocco XVII se XVIII
secolo
Nelle Sale 13-18 sono esposte opere del barocco, come San Sebastiano e
Pietà del Bernini. Santa Casilda di Francisco de Zurbaran
ritrae la santa come una giovane dama con una espressione seria sullo sfondo
scuro, tipico dell'artista. Qui sono esposti anche i paesaggi di Venezia
di Canaletto e Francesco Guardi. Nell'ultima sezione di questo
piano, nelle Sale 19, 20 e 21 sono esposte opere fiamminghe e olandesi, come
capolavori di Van Dyck, Brueghel e Rubens, in particolare
di quest'ultimo Venere e Cupido. Da non perdere il bellissimo
Autoritratto di Rembrandt nella
Sala 21.
Pittura olandese e
fiamminga del XVII secolo
Scendete al primo piano, nella prima sezione alle
Sale 2-27. sono esposte
eleganti scene di vita quotidiana, interni e paesaggi di artisti come il grande
maestro di
Haarlem
Frans Hals e Pieter de Hooch. Tra le nature morte della
Sala 27 si
trova un quadro di Willem Claesz Heda con una bella composizione di argenteria e
bicchieri accanto a una torna mangiata a metà.
Pittura europea e
americana del XIX secolo
Nelle Sale 29 e 30 sono esposti i paesaggi di artisti della
Scuola del fiume
Hudson. Molti sono i paesaggi marini di Fitz Lane e Martin Johnson Heade,
pionieri della scuola luminista. Con la Sala 31 si ha un brusco passaggio al
romanticismo europeo; su una parete sono esposte opere di
Goya, Géricault e
Delacroix, e poi Courbet e Constable. Gli impressionisti si trovano nelle Sale
32 e 33. Tra le opere più importanti Donna con Ombrello di Renoir e due
bellissimi quadri a pastello su carta di Edgar Degas: Ballerina in verde e
Nel
negozio di Cappelli. Qui si trova anche Les Vessenots che Vincent van Gogh
dipinse nel 1890 poco prima
di suicidarsi.
Arte moderna
La collezione di arte moderna inizia nella
Sala 34 con André Derain e gli altri
fauves, così definiti perché contrari a tutte le regole. Nelle
Sale 35-40 è esposta la
bellissima collezione dell'espressionismo tedesco Die Brucke, il
movimento artistico di
Dresda, è rappresentato da
Emil Nolde (il primo artista
acquistato da Hans Heinrich Von Thyssen), Karl Schmidt-Rottluf e Ernst Ludwig Kirchner. Gli artisti del
Blaue Reiter, dell'omonima rivista fondata a
Monaco
nel 1912, sono qui rappresentati da Franz Marc e Wassily Kandisky. Nell'ultima
sala di questo piano sono esposte opere realiste degli espressionisti:
Metropolis di Georg Grosz e Hugo Erfurfh col Cane di Otto Dix.
Al piano terra le Sale 41-44 sono dedicate all'avanguardia sperimentale, come il
cubismo, il futurismo, il costruttivismo, il dadaismo e il surrealismo. Qui si
trovano opere di Braque, Lèger e Juan Gris; Picasso è rappresentato da un
Uomo con Clarinetto e Testa. L'astrazione geometrica è rappresentata
da Noholy-Nagy, El Lissitsky, Schwitters e Mondrian.
Nella Sala 46 imperano gli
americani con l'espressionismo astratto di Rothko, O'Keeffe e
De Kooning.
L'ultima sezione, alle Sale 47 e 48,
si conclude con il surrealismo, la tradizione figurativa e la pop art, con le
opere di
Salvador Dalì, David Hockney, Francis Bacon,
Edward Hopper, Ronald B. Kitaj, James Rosenquist e Yves
Tanguy.
Indicazioni
Museo Thyssen-Bornemisza
Palacio de Villahermosa. Paseo del Prado, 8
28014 Madrid
Telefono: +34 91 369 01 51
Aperture Orari: la collezione
permanente è aperto martedì a domenica dalle 10:00 alle 19:00. Chiuso il
lunedì.
Aperture speciali: il sabato le mostre temporanee rimangono aperti fino
alle 11:00 h.
Chiusure: il museo è chiuso il 1 gennaio, 1 maggio e 25 dicembre
Orari di apertura il 24 e il 31 dicembre sono le 10:00 a 15:00
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