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Museo del Padro a Madrid
Il Museo del Prado a Madrid è
qualcosa di immenso, bellissimo e unico al mondo. Le mappe fornite
gratuitamente agli ingressi, aiutano molto nell'orientarsi in questo
sterminato palazzo. Oggi il museo è costituito da due edifici, oltre a
quello progettato da Juan de Villanueva, l'edificio Jeronimos (dal nome del
Chiostro della Chiesa di San Jeronimo en Real adiacente all'edificio
originario). In quest'ultimo si trovano una sala conferenze, un auditorium,
una caffetteria e il negozio del museo. Entrambi sono composti da tre piani,
a cui si accede da più entrate. Se prevedete una sola visita, dedicate a
essa almeno tre ore ed evitate i fine settimana in cui il museo è
particolarmente affollato. |
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Si può entrare al Prado da entrambe le estremità dell'edificio (non
dall'ingresso principale di fronte al Paseo del Prado). Armadietti e
guardaroba sono insufficienti: non venite sovraccarichi così eviterete di
utilizzarli. Nell'estate del 1999 sono stati completati i lavori di restauro
e di ridistribuzione delle opere e c'è in programma l'ampliamento delle
gallerie nei giardini, secondo un progetto di Rafael Moneo,
architetto che ha curato anche la trasformazione del
Museo Thyssen Bornemisza. I musei cambiano sovente la sistemazione interna,
pertanto è possibile che l'ordine riportato qui di seguito sia cambiato,
controllate quindi la mappa che vi sarà data appena entrati. Artefici di
questa incredibile raccolta sono stati membri della famiglia reale
spagnola che, nel corso dei secoli, hanno commissionato o collezionato,
oggetti d'arte con grande passione. Oltre alle opere dei grandi maestri
della pittura spagnola quali
Velázquez, Goya, Ribera e Zurbáran,
il Prado contiene capolavori di artisti italiani (come
Caravaggio, Tiziano
e
Raffaello) e fiamminghi come Rubens e Bruegel. Molti
dipinti di questi ultimi sono stati collezionati da Filippo II, un
sagace appassionato d'arte il cui gusto fu influenzato da quello della zia
fiamminga. Sia lui che suo padre,
Carlo V, prediligevano Tiziano;
Filippo IV scelse Velázquez come pittore di corte, mentre Carlo III
nominò
Fransisco Goya.
Il piano terra contiene splendide pitture murali romaniche spagnole,
pale d'altare gotiche e opere del Rinascimento italiano (capolavori
di
Botticelli,
Tiziano,
Caravaggio e
Raffaello), la
pittura fiamminga del XV secolo, con la più grande collezione al mondo di
Hieronymus Bosch, oltre a
El Greco, e dipinti tedeschi come lo
straordinario Autoritratto di
Albrecht Dürer del 1498. Sempre su questo
piano si trova la sculura classica e del Rinascimento.
Entrando attraverso l'entrata Puerta de
Goya, si raggiunge il primo piano, il principale. Qui si trovano la
pittura italiana e francese del XVI e XVII, con opere tra gli altri di
Poussin, Claude Lorrain e Artemisia Gentileschi, la
pittrice napoletana di scuola caravaggesca divenuta poi il simbolo del
femminismo internazionale. Sulla sinistra, diverse camere sono dedicate a
opere di pittori fiamminghi quali
Rubens, Bruegel e van Dyck. Andando avanti sulla destra
si trova una lunga galleria con dipinti spagnoli dello stesso periodo, con
Murillo, Ribera e Zurbarán.
Da qui ci
si
avvia verso una delle più grandi attrazioni del Museo del Prado: le
camere dedicate Velázquez. Nella sala al centro di questo piano si
trovano oltre i ritratti massicci di Velázquez a Filippo IV e alla sua
corte, con la loro aria di grandezza malinconica, la meravigliosa Resa di
Breda. Il quadro più famoso del pittore e forse uno dei più famosi della
Spagna è
Las Meninas con la sua complessa interazione di prospettive e
realtà. Velázquez si è inserito in questo quadro, nell'autocitazione più
famosa della storia dell'arte, presumibilmente dipingendo un ritratto
del re e della regina, che appaiono stranamente in uno specchio alla fine
della stanza, ma al cui posto c'è ogni spettatore del quadro, guardato per
sempre da Velázquez; la piccola Infanta Margarita e altre figure nel dipinto
creano una armonia sono in primo piano ma è come se fossero di contorno al
resto. Il pittore napoletano Luca Giordano, contemporaneo del grande
pittore di
Siviglia, definì
Las Meninas "la teologia dell’arte".
Diverso ma ugualmente
impressionante è un altro dipinto di Velázquez qui ospitato, Los
Borrachos ('gli ubriaconi') conosciuto anche come Il trionfo di
Bacco, un quadro
allegorico con un gioco di luci e ombre eccezionali, primo dipinto della
piena maturità artistica del pittore.
Le
sale dedicate a
Fransisco Goya, sono alla fine della parte sud del primo
piano e al piano di sopra. Ogni fase della sua carriera è superbamente
rappresentata, dai ritratti cinici dell'aristocrazia alle famose Majas. Un'aggiunta
importante alla collezione fatta di recente è il suo Ritratto della Marchesa
de Chinchón. Ci sono anche le sue immagini tremende della guerra, come il
capolavoro
3 Maggio 1808, dipinto famosissimo, raffigurante le esecuzioni
effettuate dalle truppe francesi a Madrid nel 1808. Ancora più affascinanti sono
i cosiddetti dipinti negri, las Pinturas Negras che testimoniano le
turbolenze emotive che il pittore aveva dentro di se, oltre alle parvenze dei
quadri di corte: dramma stregoneria, violenza e storia si fondono in una serie
incredibile di immagini mostruose, angoscianti e visionarie, molte
originariamente dipinte sulle pareti nella sua casa di campagna, la Quinta
del Sordo, tra il 1819 e il 1823. Al secondo piano ci sono i suoi lavori
precedenti, più leggeri, i ritratti, i disegni degli arazzi spensierati che
l'artista progetto per i palazzi reali.
Nelle
sale dalla 2alla 10 piano primo troviamo: Raffaello e i pittori della
sua scuola, Beato Angelico, Bronzino, Andrea del Sarto,
Veronese, Tiziano, Tintoretto, Bellini,
Botticelli (trittico Nastagio degli Onesti), Coreggio,
Caravaggio (David
e Golia), Luca Giordano, Giulio
Romano, Lorenzo Lotto, Mantegna, Parmigianino.
Nelle
sale dalla 10b alla 33, piano primo troviamo opere di pittora fiamminga e
spagnola: Velázquez (Resa
di Breda), El Greco (tra gli altri
Cavaliere
con la mano sul petto), Rubens, Van Dyck,
Rembrandt, Zurbáran,
Ribera, Murillo, Juan Sanchez Cotan (Natura
morta) e Goya.
Nelle
sale dalla 34 alla 43, piano primo troviamo pittora francese, fiamminga e
tedesca: Watteau, Poussin, Lorrain, Van der Weiden
(Deposizione), Memling, Bosch
(Giardino
delle Delizie), Dürer (Autoritratto
con guanti ), Cranach e Brueghel il
Vecchio.
Nelle
sale dalla 49 alla 57, piano terra troviamo: Goya, Murillo,
Ribera e Zurbáran.
Nelle
sale dalla 80 alla 98 troviamo: ancora dipinti di pittori spagnoli,
fiamminghi e italiani.
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