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VISITARE
BAGNI DI LUCCA -
INFORMAZIONI E GUIDA.
Questa piccolo borgo si trova 28 km a sud di Castelnuovo di Garfagnana,
sulle rive del fiume Lima. Era famoso all'inizio del XIX secolo per le sue
acque termali, che erano apprezzate dalla nobiltà lucchese e da un gruppo
internazionale di visitatori: Byron, Shelley, Heinrich Heine e Giacomo Puccini
tra gli altri. Oggi rimane un bel posto dove fare un giro. Tra gli altri si
possono ammirare il suo casinò neoclassico (1837) con una sala da musica
dove si sono esibiti Strauss, lo stesso Puccini e Liszt, la sua chiesa
anglicana atipicamente ornata e le lapidi barocche nel piccolo cimitero
britannico.
Arrivati a Bagni di Lucca (fino al 1862
chiamata Bagno a Corsena), costeggiando prima il fiume Serchio
e poi il torrente Lima, si è carichi di quello che di questi luoghi
si è sentito dire o si è letto.
Per tanto tempo, dal XIII secolo in poi, qui si ebbe, per via
dei bagni caldi e curativi già usati dai romani (la cui acqua sgorga dopo un percorso che dura
quarant'anni), una clientela tanto blasonata che in Europa aveva pochi
eguali; forse solo in posti come
Bath in Inghilterra,
Vichy o
Evian in Francia, o
Baden Baden
in Germania soggiornavano così tante personalità dell'aristocrazia e della
cultura. |
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Una
città che vantò per secoli diversi primati. Per la prima volta
in assoluto, nel tardo medioevo, in quello che era lo
Stabilimento termale delle Docce Basse, dove le sorgenti hanno
una temperatura tra i 42° e i 46°, ora in disuso, si curavano
con le docce diverse patologie.
Chi aveva problemi di fertilità veniva a Bagni di
Lucca da ogni dove.
Qui Falloppio scoprì il funzionamento delle tube che da lui
presero il nome, e la leggenda narra che…"Se vuoi che la tua donna resti pregna
mandala al Bagno e tu non ci venga".
Qui sorse il primo casinò in Europa
(il cui
edificio, nella frazione di Ponte a Seraglio, ancora esiste) e nel
"centro" scorrono, affaticate dal tempo, ma ancora in piedi, una serie di
ville, villoni, palazzi, dove l'aristocrazia e l'élite d'Europa per un
periodo molto lungo si incontrava, tra danze di minuetto, inconfessabili
ricerche amorose e partite di "biribissi", un gioco di carte che rovinava o
arricchiva i giocatori.
La fama di quieta dissolutezza e moderato libertinaggio in questi luoghi
circondati dalle montagne (e quindi lontani da occhi indiscreti) si diffuse
talmente tanto nel continente da richiamare da allora in poi tante
personalità di assoluto livello.
Heinrich Heine "Una valle più
incatevole io non l'ho mai trovata."
Eccovi l'incredibile lista:
Ludovico Ariosto,
Castruccio
Castracani degli Antelminelli, l'imperatore Federico
II,
Matilde di Canossa, Giovanni de' Medici (il futuro papa Pio
IV), Dante Alighieri, il grande umanista francese Michel de Montaigne,
ai quali s'aggiunsero, dal
700, scrittori quali Vincenzo Monti, Vittorio Alfieri, principi quali
Giacomo III Stuart (erede al trono d'Inghilterra), Ferdinando
d'Austria, Giuseppina moglie di Napoleone, e
nell'Ottocento Luigi Bonaparte futuro Napoleone III, le altre
due sorelle di Napoleone, Elisa Baciocchi principessa di Lucca e
Paolina Bonaparte, Massimo d'Azeglio, Lord Byron, il poeta
Shelley e sua moglie Mary Shelley (l'autrice di
Frankenstein),
il maresciallo Radetsky,
Johann Strauss,
Giuseppe Verdi,
Giacomo Puccini (che qui compose parte della
Fanciulla del West e della
Turandot e
da ragazzo suonava il piano al casinò per arrotondare ed avere
qualche
avventura romantica).
E poi ancora: Gioacchino Rossini,
Niccolò Paganini il
principe Klemens von Metternich (diplomatico e cancelliere austriaco,
lo stratega del
Congresso di Vienna), il poeta Giuseppe Giusti, uno
dei maggiori poeti e letterati tedeschi, Henrich Heine, l'autore dei "I
miserabili" Victor Hugo, il filosofo,
politico e storico Charles de Montesquieu (padre della teoria della
separazione dei poteri), il poeta, scrittore, storico e
politico
francese Alphonse de Lamartine, il poeta inglese Robert
Browning
e sua moglie Elisabeth Barret Browning, la famiglia russa, seconda
solo agli zar, dei Demidoff (Nicola Demidoff era
considerato tra gli uomini più ricchi del mondo), il duca di Lucca Carlo
Ludovico di Borbone (tra le altre cose, colui che vendette per debiti di
gioco la Collezione Palatina di Lucca, comprendente quadri di
Michelangelo,
Tiziano,
Guercino,
Piero della Francesca,
Perugino,
Van Eyck
(la famosa Madonna di Lucca, chiamata così proprio perché
si trovava nella città toscana, Van Dick,
Dürer e tanti altri). Non è strano
quindi che il duca avesse aperto proprio qui la prima sala da gioco europea.
E tutto questo, solo per citare i nomi più
conosciuti. Nel Novecento soggiornarono da queste parti anche Carducci, Pascoli, Benedetto Croce,
Henry James, Montale, Mascagni,
Arturo
Toscanini.
Se chiudo gli occhi, sento il rumore del torrente Lima,
tumultuoso e colorato di
verde intenso nella stagione delle piogge, ma con un po' di
immaginazione, posso sentire ancora gli echi di quel lungo momento
d'oro, i balli, le molte lingue parlate all'epoca,
specialmente l'inglese, gli occhi di stranieri che vedevano l'Italia dalla
lente sfuocata della storia, degli studi classici e del mito, alla ricerca
di una radice comune e di un senso al presente. Ed ancora oggi, i tanti
inglesi e stranieri facoltosi che qui si incontrano, hanno nell'immaginario
quel passato glorioso e quei miti e sono un po', come sempre, attraverso di
essi, alla ricerca di se stessi.
Incastonato fra i monti dell’Appennino Tosco- Emiliano, il comune di Bagni di Lucca,
è formato da una collezione di graziosi e piccoli nuclei urbani (23 per
l'esattezza) sparsi per il suo territorio, che si trova a poco più di una ventina di chilometri da
Lucca, la città sotto la cui influenza è stato da sempre. La benevolenza del clima, la cortesia dei suoi abitanti, le
bellezze storiche e culturali lo rendono unico. Una perfetta meta alla scoperta di uno dei tanti gioielli che la nostra bella Italia offre con
tanta generosità.
Camminare
nel nucleo abitato più grande del comune di Bagni di Lucca, la Villa,
soffermandosi a vedere i particolari degli edifici è come fare un piccolo
viaggio nel tempo dell'Europa che fu. E gli aneddoti, a momenti minuti, di
storia che si interseca a fatti personali, si sprecano. Nel palazzo reale, che fu di
Elisa
Bonaparte, sposata al nobile corso Felice Baciocchi, regnanti di Lucca
all'epoca, un giorno si attendeva
Niccolò Paganini, per dar lezione di musica ai coniugi regali.
Purtroppo il grande violinista arrivò in un giorno di pioggia intensa e cadde, giungendo fradicio e sporco al palazzo.
Il principe Baciocchi (conoscendo la relazione tra Paganini con la moglie
Elisa) lo costrinse in quelle condizioni, a fare ugualmente la sua
lezione, umiliandolo. A Paolina Bonaparte (viene subito in mente la
scultura del Canova che la raffigura) non andò meglio con il
compositore Giovanni Pacini, autore di "Saffo". Pacini è il
fondatore del prestigioso istituto musicale lucchese, che portava il suo nome
(oggi Istituto Boccherini) e dal quale uscirono studenti del calibro di
Giacomo Puccini, Alfredo Catalani e Gaetano Luporini. Paolina lo amava, anche lui l'amava, però la tradiva
con le soprano che era in uso frequentare per motivi "lavorativi". Allora lei,
che era pur sempre la sorella di Napoleone, che era a Bagni di Lucca per curarsi i bollori (e forse
la malattia contratta a San Domingo che la portò in seguito alla morte), lo scacciò. E tornò a Firenze
dal marito Camillo Borghese.
Durante il nostro breve soggiorno alla scoperta di Bagni di Lucca, siamo stati ospiti di un
agriturismo particolare chiamato Pian di Fiume, nato dalla ristrutturazione
di un
vecchio borghetto medievale, dal nome omonimo, che si affaccia su una parete
ripida sul torrente Lima a poco meno di tre chilometri dall'agglomerato di
Villa. Siamo stati accolti molto bene da Daniela che ci ha un po'
raccontato di questi luoghi. L'azienda agrituristica è di proprietà di Massimo Betti, che è anche il
sindaco del paese e fa di professione il farmacista della storica farmacia
di famiglia, con cui poi abbiamo
approfondito di storia locale e anedotti vari la sera a cena all'agriturismo. I Betti abitano in
questa zona dal '700. Giacomo Puccini nel salone della musica di Casa Betti,
ancora ragazzo compose il suo adattamento, su commissione dell'Adolfo Betti,
ch'era violinista, (il fratello Mario era docente e senatore), all'inno
"Vexilla regis prodeunt", raramente seguito. Nell'edificio della
Farmacia, nel 1857 soggiornarono i già menzionati Robert Browning e sua
moglie Elisabeth Barrett che vivevano a Firenze e giravano in tutta l'Italia
(vedere a tal proposito la nostra guida di
Asolo)
e la Toscana, fermandosi spesso anche a Bagni di Lucca. La famacia aprì al
pubblico nel lontano 1709 quando Paolino Ghiareschi, antenato di
Massimo Betti, si spostò qui la sua spezieria da Borgo a Mozzano (che allora
si chiamava Cerreto di Sotto). La farmacia fu quindi testimone di tutti i
momenti più esaltanti di questa comunità. Nel 1870 la farmacia ottenne anche
lo stemma reale inglese quale Pharmacy of the British Embassy.
Mi ha
incuriosito molto la nascita in questi luoghi del primo casinò mai visto
prima. Al duca Carlo Ludovico piaceva venire qui per l'amenità del luogo ma
anche per il fatto che fosse frequentato da molti stranieri, con cui
confrontarsi e sentirsi "di mondo". Alcuni imprenditori francesi (in
particolare Adrien Mathis da Parigi) gli proposero di abbellire
ancora di più la zona e aumentarne quindi la fama internazionale, costruendo
proprio un casinò destinato a intrattenimenti serali. Avrebbero pensato loro
alla costruzione dell'edificio in cambio delle licenze su alcuni giochi
d'azzardo.
Il casinò fu aperto nel giugno del 1838, con l'impegno da parte
del Mathis di restituirlo interamente al ducato lucchese dopo nove anni.
Il duca non solo fu presente all'inaugurazione dell'edificio, progettato
dall'architetto Pardini in stile neo classico, ma fu assiduo frequentatore
successivamente, perdendo a quanto pare discrete somme di denaro. Fu qui che
conobbe
Henry Contrell, un allievo di marina inglese, che divenne parte del
suo seguito e che contrattò per lui la vendita della Galleria Palatina a cui
ho accennato sopra (gli venne data come commissione la "Madonna della
Neve" di Guido Reni!!). L’apertura del casinò portò fin da subito
ad un aumento dei villeggianti: il gioco, infatti, richiamava una
moltitudine di personaggi in cerca di fortuna al tappeto verde, personaggi
di tutti i tipi e di tutti i ceti. La leggenda
narra che la ruota della roulette sia stata inventata proprio a Bagni di Lucca.
Le sale del casinò, oltre al giovane Puccini, videro esibirsi
anche Johann Strauss e
Franz Liszt. Nel 1846, poco prima della cessione del ducato di Lucca al Gran
Ducato di Toscana, però, fu decretata la proibizione di tutti i giochi
d’azzardo.
Un altro aspetto particolare di Bagni di Lucca che
non può che colpire è la presenza di una Chiesa di un cimitero inglese. Mary
Shelley nel 1818 scrisse "...ai Bagni di Lucca non si vedono altro che
inglesi, non si ode che parlar inglese. Le passeggiate sono ingombre di
balie e amazzoni inglesi, che stupiscono le dame italiane, sempre in
portantina!". Gli Shelley, i loro due figli, e Claire Clairmont
soggiornato presso Casa Bertini, appena al di fuori e al di sopra della
città di Bagni di Lucca, da metà giugno a metà agosto 1818. Nell'interessante
libro circa il peregrinare di inglesi e americani in Europa tra 800 e 900
"The Smell of the Continent" di Richard Mullen, James Munson, riassume
così l'importanza di Bagni di Lucca per la comunità inglese: "Bagni di
Lucca, la città termale toscana un tempo a un faticoso giorno di viaggio da
Firenze, non solo divenne il luogo dove gli anglo-fiorentini scappavano
dalla calura estiva sull'Arno, divenne il centro della "English life" in
Italia. "The Inglesi", tendevano a vivere la cittadina termale in tre
distinte fazioni: quelli più in cerca di "vita" vivevano vicino al casinò e
alla sala da ballo; i rispettabili vivevano vicino alla chiesa (inglese
n.d.r); gli invalidi, che erano un gruppo a se, sparsi. Alcune case erano
occupate da tutti e tre i gruppi dando un tocco di eleganza alla cittadina."
Visto il numero crescente di cittadini inglesi da queste parti si presentò
l'esigenza di un edificio di culto a loro dedicato; così nel settembre 1839
i coniugi Henry ed Elizabeth Stisted (un reduce della
Battaglia di Waterloo al comando del Generale Wellington), intimi
di Carlo Ludovico di Borbone, costituirono un comitato al quale venne
affidato l'incarico di chiedere al governo lucchese il permesso di costruire
una chiesa. Il duca acconsentì, con la strana condizione che nessun segno
esterno potesse fare evincere che l'edificio era una
chiesa o una cappella. La decisione del duca, che si impiantasse un tempio
protestante, suscitò vigorose reazioni
nell'ambiente ecclesiastico e in particolar modo da parte dell'Arcivescovo di Lucca,
Giovanni Domenico Stefanelli, dell'ordine dei domenicani, nativo di Vico Pancellorum,
una delle frazioni dell'attuale comune di Bagni di Lucca. Tutte le lamentele
dell'ambiente cattolico lucchese non fecero recedere Carlo Ludovico della
sua posizione e nel giugno del 1841 la chiesa fu aperta al culto. Il
progetto fu realizzato dall'architetto Giuseppe Pardini, lo stesso che pochi
anni prima aveva progettato il Casinò a Ponte a Serraglio, e la costruzione
fu denominata "Palace of English Nation". Il Pardini ideò un edificio
in stile gotico normanno che ricordava le chiese solo per la presenza di un
piccolo portico; per il resto la chiesa aveva in realtà l'aspetto di un grande palazzo curato nei
più piccoli particolari, con ricche e fini decorazioni in cotto.
Nel
contempo la colonia inglese di Bagni di Lucca avvertiva la necessità di
poter avere, oltre alla Chiesa, anche un luogo dove seppellire i propri morti,
senza dover affrontare lunghi viaggi per traslare le salme. Il 23 luglio
1842 venne ricevuta da Carlo Ludovico di Borbone una petizione nella quale
si chiedeva
la concessione di una licenza per costruire il cimitero in un piccolo spazio
di terreno nei dintorni della chiesa. Le richieste dei protestanti inglesi
andarono a buon fine anche perché, il duca, fin dal 1835, in segreto
(soprattutto di nascosto dalla pia moglie) aveva abbracciato la fede anglicana. Scriveva
infatti nel suo testamento "...E mi dichiaro vero cattolico che segue di
preferenza i riti della Chiesa episcopale anglicana.". Il cimitero aprì
nel 1842. Un'altra curiosità fu il fatto che, sia la chiesa che il cimitero,
posti in un primo momento sotto la giurisdizione del vescovo di Londra, nel
1843 passarono sotto quella del vescovo di Gibilterra, poiché
nell'anno precedente era stato creato un nuovo episcopato, con giurisdizione
sugli anglicani di tutto il Mediterraneo, compresi quelli d'Italia.
Ora i
tempi d'oro dei Baciocchi, di Carlo Ludovico, del neo classicismo, del
Gran
Tour, della Belle Epoque, sono andati, ma niente vieta di ripercorrere
queste strade tra il presente fatto di scenari bellissimi, di cortesia della
gente, di calde immersioni termali e di ottima cucina locale e un passato
che ogni angolo sembra risvegliare in ricordi che non vogliono e non possono
essere dimenticati.
di M.Serra per Informagiovani-Italia
Bagni di Lucca e le sue Terme
Oltre
ad essere una piacevole località, Bagni di Lucca è anche una località
termale immersa nella Valle del Serchio, famosa fin dall’epoca degli
etruschi e dei romani. Durante il XIX secolo divenne la residenza estiva
della corte di Napoleone e di sua sorella Elisa Baciocchi. I principali
stabilimenti termali si trovano in località Bagni Caldi, dove la
temperatura delle acque sulfuree varia dai 39 a 54 gradi. Le grotte con i
loro vapori caldi sono una sauna naturale e, come un tempo si diceva, portano
via tutti i dolori del viaggiatore stanco. La Spa è specializzata, fra le
varie cose, nella cura di artriti reumatiche, problemi bronchiali e
patologie ginecologiche.
Nelle vicinanze di Bagni di Lucca
Le
località visitabili nel raggio di circa sessanta chilometri e quindi
raggiungibili nel giro di circa sessanta minuti sono molte e
interessante. Per
esempio vi sono
Lucca, Forte dei Marmi,
Viareggio,
Pisa, l’Abetone,
Pistoia,
Montecatini Terme e
Pescia.
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Dove si trova?
Bibliografia
1. Lo
sconcertante duca di Lucca Carlo Ludovico di Borbone - Giuliano
Lucarelli, 1988 Maria Pacini Fazzi Editore
2. Paolina
Bonaparte -
Antonio Spinosa, 2000 Mondadori
3. Bagni di Lucca
- Marcello Cherubini, Massimo Betti, 2001 MaxMaur Edizioni
4. Puccini and
The Girl: History and Reception of The Girl of the Golden West, 2005
Annie J.
Randall,Rosalind Gray Davis University of Chicago Press
5.
I dialoghi di
Torquato Tasso, 1858 Editore Le Monier. Tasso ambienta a Bagni di
Lucca il dialogo "I Bagni"
6.
Liszt a Firenze, Pisa e Lucca,
Luciano Chiappari,
1989 Pacini Editore
7.
The Smell of the
Continent, Di Richard Mullen, James Munson
8.
Shelley: A Voice
Not Understood, 1977 Timothy Web, Manchester University Press
9.
Puccini's
Turandot: The End of the Great Tradition, Di William Ashbrook,
1991 Princeton Studies
10.
Works of
Elizabeth Barrett Browning,
Elizabeth Barrett Browning
11.
Impressioni di
viaggio. Italia i Heinrich Heine, 1951, Bur Rizzoli
12.
Dei Bagni di Lucca, notizie topografiche storiche e mediche, 1866,
Alessandro Carina
13.
Giovanni
Boccaccio "delle donne illustri" pag.621 Capitolo dedicato a Donna
Caterina di Chiaramonte
14.
Donati G.Battista De acquis lucensibus, Lucca 1580
Ostelli
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