Il più grande ritrattista del XVI secolo,
Tiziano uno dei più importanti pittori
dell'importante storia artistica di Venezia, fu un
punto di riferimento per generazioni di pittori europei. Nel
Ritratto equestre dell'Imperatore Carlo V, il pittore
veneziano ritrae e commemora la vittoria nella Battaglia
di a Muhlberg
il 24 aprile 1547 delle forze
imperiali (cattoliche) contro quelli protestanti della
la Lega di Smalcalda.
Anche se questo ritratto potrebbe inizialmente sembrare
semplice, invece ospita una doppia simbologia (e una buona
dose di licenza creativa): il vincitore, l'imperatore del
Sacro Romano Impero
Carlo V è raffigurato sia come
un cavaliere cristiano, che come erede della
tradizione imperiale romana. |
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Attorno al collo, indossa
l'Ordine
del Toson d'Oro, un ordine nato circa un
secolo prima per volere di Filippo III di Borgogna. L'Imperatore è equipaggiato alla
maniera della cavalleria leggera con un mezzo luccio e la
pistola a ruota. La sua armatura è stata realizzata intorno
al 1545 da Desiderio Helmschmid, famosi armieri di
Augusta,
in
Baviera, ed ha una immagine della Vergine e il Bambino con la
corazza, come era consuetudine con l'armatura Carlo dal
1531. Il famoso storico dell'arte Erwin Panofsky, indicò la combinazione di due concetti non
esclusivi che si trovano in questo immagine, quella che
raffigura Carlo come l'erede della tradizione romana e anche
come l'incarnazione del sovrano cristiano, come è stato
descritto da Erasmo da Rotterdam nel Enchiridion (1503). Il significato
della lancia collega con entrambe le interpretazioni,
riferendosi sia alla
Sacra Lancia
di Longino (che era di proprietà degli
Asburgo e che ancora si trova a
Vienna),
sia a San Giorgio (il
cavaliere cristiano per eccellenza), ma anche come simbolo del potere supremo degli imperatori romani.
A parte il lato propagandistico, le cronache dell'epoca
riferirono che Carlo seguì la battaglia da molto lontano,
steso su una lettiga, in quanto impossibilitato a muoversi a
causa di uno dei suoi frequenti attacchi di gotta. Un male
che lo afflisse per tutta la vita, causato dalla sua smodata
passione per i piaceri della buona tavola. Aveva l'abitudine
di bere birra ghiacciata prima di colazione, e, secondo i
contemporanei, pativa per la sua passione smodata per olive,
salsicce piccanti spagnole e ostriche.
È interessante notate come le circostanze e il periodo in cui è stato dipinto
il ritratto significano che le connotazioni religiose di
questo lavoro non sono così importanti come quelli
politiche. La "Propaganda imperiale" presentò la campagna
contro la Lega di Smalcalda come un conflitto politico piuttosto che
religioso, destinato a punire coloro che si era
sollevati contro il loro legittimo sovrano. Infatti, i
principali nobili luterani, come Maurizio di Sassonia
supportavano Carlo, il cui esercito era composto di fatto
principalmente da protestanti. Inoltre, mentre Tiziano
dipingeva il ritratto di Augusta, Carlo stava dando il suo
sostegno aò cosiddetto "Interim di Augusta" ("Dichiarazione
di Sua Maestà imperiale romana sul rispetto della religione
all'interno del Sacro Impero fino alla decisione del
Consiglio generale") che fu firmato nell'omonima
dall'imperatore e dai protestanti, nel 12 marzo 1548,
ponendo fine ad anni di scontri. La locuzione deriva dal
carattere provvisorio (in latino interim vuol dire
frattanto). Fu un ultimo tentativo di portare cattolici e
protestanti insieme. In tale contesto, la Corte imperiale non
volle proiettare un immagine di Carlo come il campione del
cattolicesimo o il vincitore arrogante sui propri sudditi, ma
piuttosto come un imperatore in grado di governare su un
gruppo eterogeneo di Stati e religioni. Da qui la mancanza
di qualsiasi riferimento nel dipinto alla battaglia e il
rifiuto delle idee proposte da Pietro Aretino, che
aveva suggerito a Tiziano di raffigurare i vinti calpestati sotto
gli zoccoli del cavallo. Dobbiamo anche tenere a mente che
il ritratto era di proprietà di Maria d'Ungheria, nel
cui inventario postumo del 1558 il dipinto è descritto in
termini politici e non religiosi.
Il Ritratto equestre dell'Imperatore Carlo V a Mühlberg manca
di precedenti nell'arte
italiana e gli studiosi hanno così generalmente fatto
riferimento alla scultura classica e rinascimentale, come
Marco Aurelio a cavallo e al
Monumento
equestre a Bartolomeo Colleoni del
Verrocchio, il maestro di
Leonardo, così come per l'arte
tedesca, soprattutto l'incisione di
Albrecht Dürer
Il cavaliere, la morte e il diavolo del periodo 1513-4. Soprattutto è stato associato con
Hans Burgkmair il Vecchio, che nel 1508 produsse una
xilografia di Massimiliano I a cavallo, e nel 1509-1510 un
progetto per una Scultura equestre di Massimiliano I
(Vienna, Graphische Sammlung Albertina).
Il riferimento a
Massimiliano è particolarmente adatto in quanto punta a una
tradizione di ritratti equestri del capo del Sacro Romano
Impero con la quale Carlo V era stato precedentemente
associato a Mühlberg. Immagini di Carlo di questo tipo,
inclusi i rilievi del 1522 di Hans Daucher e le incisioni
colorate prodotte da Hans Liefrinck il Vecchio ad
Anversa
nel periodo 1542-4. Si può presumere che Carlo deve aver
intenzionalmente cercato queste affinità col passato. Immediatamente
dopo la battaglia di Mühlberg commissionò una scultura
equestre allo scultore di
Arezzo Leone Leoni che, anche se in definitiva non
eseguita, ricorda il progetto per la scultura di
Massimiliano di cui sopra e che, insieme con il presente
lavoro di Tiziano, aveva lo scopo di rafforzare l'immagine
di Carlo come imperatore in un modo appropriato per la
particolare situazione politica della Germania nel periodo 1547-8.
Tiziano tradusse in pittura questo spirito e cercò di
rendere il dipinto monumentale sulla
base di questi
precedenti formali e ideologici, che erano facilmente
identificabili da chiunque guardando questo dipinto di
Augusta, la stessa città in cui Burgkmair aveva lavorato per
Massimiliano alcuni decenni prima, in stretta collaborazione
con la famiglia Helmschmid, gli armaioli imperiali.
Nonostante la sua natura fondamentale, questo lavoro davvero
eccezionale non ha trovato echi immediati nell'arte, e il
ritratto equestre ha dovuto aspettare fino ai primi decenni del
XVII secolo e la mano di Rubens prima
che venisse ad occupare un posto
d'onore nell'arte corte.
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