Impressionisti al Museo D'Orsay

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Quali erano le novità principali della corrente dell'impressionismo? Innanzitutto il soggetto. Non gli importava che il tema fosse nobile, perciò storico, mitologico, religioso o celebrativo di qualche concetto elevato. Sulla scia dei pittori di Barbizon, i primi che si misero a dipingere en plein air (Corot, Rousseau, lo stesso Courbet, Daubigny, Millet), cioè all’aria aperta. Gli impressionisti innalzarono la natura a musa quasi unica della loro pittura, in particolare Monet.

D'OrsayQuest'ultimo passò quasi tutta la sua vita a cercare di fissare l’attimo in cui i colori, le luci, le impressioni della natura sono uguali a se stesse, nel momento perfetto, sublime in cui il pennello riesce a rubare la sublime bellezza alla natura, prima che muti, e diventi un altro colore, un’altra luce, un’altra sensazione.
Questo certo non bastava alla commissione giudicatrice del Salon, dove si esponevano le opere ritenute degne di essere chiamate tali; la natura non era un soggetto degno; al massimo i paesaggi venivano relegati in alto, dove non potevano quasi essere visti, ma dovevano comunque rispettare certe regole tecniche, certi canoni esecutivi.


Ecco l’altro motivo della non-accettazione della pittura impressionista. Veniva considerata sciatta; secondo i detrattori i pittori impressionisti non sapevano utilizzare il disegno preparatorio, ed in effetti gettavano direttamente il colore sulla tela, lo stendevano con le mani, con le spatole, con pennellacci di nuova fattura. E che colori! Viola per gli alberi, verde per il cielo, rosa-violetto per la neve, macchie verde-marcio per la pelle delle donne…

 

Gli impressionisti fissavano sulla tela l’impressione del momento, senza badare troppo alle regole accademiche, ma rispettando solo le regole della retina, che compone insieme i colori, le luci e le ombre, dando al singolo oggetto o paesaggio la luce, il colore che altri elementi vicini possono trasmettergli. Una donna sotto un pergolato attraverso il cui fogliame filtri la luce non avrà un incarnato perlaceo perfetto, ma avrà macchie verdi, bagliori di luce, zone di ombra sul viso, sulle braccia, senza per questo sembrare " un ammasso di carne in decomposizione sul quale macchie verdi-violacee indicano lo stato di completa putrefazione", come ebbe a dire un critico di " Le Figaro" dopo aver visto " Studio; torso: effetto di sole" di Renoir (l’opera, realizzata nel ‘75 ed esposta nel ‘76 alla II Esposizione Impressionista, è conservata proprio al Museo d’Orsay).

Terza novità degli impressionisti: la tecnica. I pittori a quell’epoca potevano disporre di molti nuovi strumenti: più varietà di colori, i tubetti di colore (che permettevano di dipingere più agevolmente all’aperto) e, soprattutto, i pennelli con bocchette metalliche: prima i pennelli avevano le setole tenute assieme da spago; questo costringeva i pittori ad una pennellata dolce, morbida, per strati sovrapposti, per non rompere il pennello. Con le bocchette metalliche finalmente il pennello era più resistente: dunque, via libera alla forza, all’impeto dell’impressione. Per rendere qualcosa di impulsivo, come una fuggevole impressione, o sensazione che dir si voglia, tutti questi strumenti furono a dir poco fondamentali.


Novità che all’epoca furono così difficili da accettare, oggi rendono l’Orsay uno dei musei più apprezzati del mondo.

 

Scopri il dipinto di Monet  " La Cattedrale di Rouen
 

Articolo di Laura Panarese

 

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