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Oltre
ad essere un'icona di Parigi, la Torre Eiffel fu utilizzata per
esperimenti scientifici, tra cui quelli sulla propagazione delle
onde radio di Guglielmo Marconi.
La
Torre Eiffel
è nata come simbolo effimero del progresso umano e
destinata, nelle previsioni, a essere demolita dopo venti anni, ma nel 2019
avrà compiuto 130 anni, conservando inalterato il suo fascino. Gli
epiteti che i suoi detrattori hanno coniato per lei , "l'inutile
bruttura, il disonore di Parigi, il grande Meccano", anno assunto
il sapore di curiosità letterarie, mentre sempre più
evidenti e apprezzabili appaiono i pregi del progetto e i
meriti che si è guadagnata in campo scientifico. |
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Il primo punto da
considerare è quello relativo alla
progettazione della struttura, che fu basata esclusivamente sul
calcolo logaritmico a tre decimali anziché sul sistema inglese dei
disegni in scala naturale usato sino allora.
Fu
una vera innovazione nella scienza delle costruzioni, che
aprì la strada ad altre realizzazioni di strutture
reticolari impegnative, specialmente ponti e tettoie di
grande luce. Questo nuovo modo di progettare determinò anche
la forma della Torre che, quindi fu un "effetto" e non una
"causa" del calcolo. Le linee caratteristiche, a candeliere,
sono infatti le più idonee per un edificio di quell'altezza
e di quel materiale, non strallato, capace di resistere
senza pericoli a venti (improbabili) di 180 chilometri
all'ora, con carichi al suolo non elevati (4 kg/cm2).
Certo, se la si dovesse rifare oggi rispettando la forma ma
con procedimenti di calcolo migliori grazie al computer
usando acciaio anziché ferro puddellato e saldando anziché
chiodando, la Torre peserebbe circa il 10 per cento in meno,
senza considerare i carichi passivi, ossia l'arredamento dei
locali e dei servizi. Un altro punto assolutamente
innovativo è quello che riguarda il processo di costruzione,
basato su un approntamento accuratissimo e dettagliato dei
disegni (5300 tavole) nonché sull'assemblaggio in officina
di parti sino a 3 tonnellate di peso (portata massima dei
mezzi di sollevamento in cantiere).
Le zone di giunzione erano preforate con tolleranze molto
ristrette, così che la chiodatura potesse avvenire
speditamente, senza necessità di aggiustaggio sul posto.
Tutto ciò richiese un'organizzazione industriale molto
avanzata per quei tempi, non ancora presente, ad esempio,
nella costruzione di un'altra grande opera contemporanea: il
ponte del Firth of Forth, a
Edimburgo in Scozia. Tale organizzazione permise di
realizzare la Torre in 24 mesi con 50 ingegneri e soltanto
250 operai di cui la metà in officina e gli altri in
cantiere. Da questi criteri organizzativi derivò una
economia d'impresa che consenti il recupero di oltre il 75
per cento dell'investimento già alla fine del primo anno,
con i proventi dei biglietti d'ingresso.
La vocazione scientifica della Torre si esplicò, fin dal
nascere di questa, con l'installazione, nel piano più
elevato, di laboratori per l'astronomia, la biologia e la
meteorologia. Lo stesso Eiffel vi stabilì il suo studio dal
quale dirigeva osservazioni ed esperimenti che riguardavano
vari settori dello stabile. Di particolare importanza furono
gli studi sulla forza e sulla direzione di venti a varie
quote, le variazioni della temperatura con l'altezza, la
curvatura terrestre, la caduta dei gravi. Ne derivarono
conoscenze nuove che in alcuni casi (come quello della
velocità di caduta dei corpi) portarono alla correzione
delle relative formule di calcolo.
Nel 1895 ebbe luogo la prima trasmissione con il telegrafo
senza fili, nel 1905 fu installata la prima antenna per le
emissioni radiotelegrafiche, l'anno dopo, Eiffel costruì
alla base della Torre un primo tunnel del vento (nel 1912, a
ottantanni, aprì un centro specializzato di aerodinamica ad
Auteuil, dove sperimentò modelli di eliche, velivoli
e auto da corsa). Nel 1910 ebbe inizio il servizio di
scansione dell'ora internazionale; nel 1935 fu effettuata la
prima trasmissione televisiva attraverso un'antenna che
aumentava di 20 metri l'altezza della Torre; nel 1949 il
primo telegiornale; oggi i collegamenti via satellite. E,
lungo lo scorrere degli anni, il continuo, silenzioso,
fattivo studio dei fenomeni di invecchiamento e
infragilimento dei materiali, della corrosione e dei modi di
combatterla, dell'ossidazione e delle vernici protettive,
delle correnti vaganti e di altre azioni elettrochimiche,
del fulmini.
Dunque, la missione scientifica di questo unico e
irripetibile simbolo della civiltà tecnica ha dato frutti
saporosi e continua a darne. All'opera dei 72 scienziati, i
cui nomi sono scolpiti nella piattaforma del primo piano, si
è aggiunto l'apporto di quanti, noti, meno noti e
sconosciuti, hanno identificato la Torre come simbolo di
sfida per progredire sulla strada della conoscenza.
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