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Vita
di Edith Piaf - Biografia. La maggiore "chanteuse" francese tra
gli anni '30 e '60, dal suo debutto come "passerotto" sulle
strade di Parigi alla fama internazionale, ha incantato il
pubblico con canzoni immortali come “Non, je ne regrette rien" e
"La vie en rose", indimenticabili con la sua voce unica e i suoi
testi intensi.
Edith Piaf, il cui vero nome
era Édith Giovanna Gassion,
(19 dicembre 1915 a Parigi, il 10 ottobre 1963 a
Grasse in
Provenza) è considerata l'archetipo del
cantante francese, e dopo quasi quasi sessant'anni dalla sua
morte rimane la più famosa interprete musicale francese, sia in
Francia che all'estero. Venne soprannominata "La môme Piaf", il
piccolo "passerotto" (era alta 1,47 metri) e portò al successo molte
canzoni divenuti classici del repertorio francese, come La Vie en
Rose, Non, je ne regrette rien, L'hymne a l'amour,
Mon légionnaire, La Foule, Milord, Mon Dieu o L'Accordéoniste.
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Artista profonda e poliedrica (fu anche attrice di teatro e
cinema), cantante con una voce
tragica e indimenticabile, ispirò molti compositori, e fu lei stessa un mentore per
molti giovani artisti, ma anche personaggi affermati di fama internazionale
e questo nonostante una tardiva carriera ostacolata da gravi problemi di
salute e una morte prematura sopraggiunta all'età di
soli 47 anni.
Edith
nacque, secondo la leggenda, il 19 dicembre 1915 in una fredda
notte d'inverno, quando sua madre sola e senza aiuto iniziò il
dolore del travaglio. Uscì in strada per trovare un taxi, ma era
troppo tardi. La bambina stava arrivando e due poliziotti
sopraggiunti nel frattempo assistettero alla nascita di Edith
proprio lì sul marciapiede, a Parigi, al numero 72 di rue de Belleville,
nel XX distretto. Una lapide a quell'indirizzo ancora oggi la
ricorda. Tuttavia i documenti ufficiali (il suo certificato di
nascita) cita che il luogo di nascita fu l'Hôpital Tenon,
un ospedale situato sempre XX arrondissement di Parigi. Venne
chiamata Édith in ricordo all'infermiera britannica della prima
guerra mondiale Edith Cavell, che fu giustiziata per
avere favorito la fuga di 200 soldati francesi e inglesi a
fuggire dalla prigionia tedesca.
Louis Alphonse Gassion (nato a Castillon Calvados 10
maggio 1881, morto 3 marzo, 1944 a Parigi), il padre di Edith,
era un artista di strada, un contorsionista che proveniva dalla
Normandia, con un passato in teatro. Era il figlio di Victor
Alphonse Gassion (1850-1928) e Léontine Louise Descamps
(1860-1937), nota come Maman Tine, una "signora" che
gestiva un bordello a Bernay in Normandia.
La madre, Giovanna Annetta Maillard (Livorno 4 agosto 1895-
6 febbraio 1945) era di
origine francese per parte di padre e italiana e algerina da
parte di madre, e lei era nativa di
Livorno,
come un altro grande parigino,
Amedeo Modigliani.
Lavorò
come cantante nei caffè con il nome d'arte di Linea Marsa. I suoi
genitori erano Auguste Eugène Maillard (1866-1912) ed
Emma (Aïcha) Saïd ben Mohammed (1876-1930), figlia di Saïd Ben Mohammed
(1827-1890), un acrobata marocchino nato a Mogador, in Marocco,
e Margherita Bracco (1830-1898), nato a Murazzano in provincia
di Cuneo.
Lei e Louis-Alphonse divorziarono il 4 giugno 1929.
La madre di Edith affidò prima la bambino prima alla nonna
materna per 18 mesi, la quale ignorò i più elementari doveri igienici
della nipote, e quindi alle cure più amorevoli della nonna paterna,"Maman Tine".
Edith divenne cieca a 6 anni a causa di cheratite, quindi Maman Tine e tutte le donne
che lavoravano per lei nel bordello si recarono a Lisieux
per richiedere l'aiuto divino Santa Teresa di Lisieux per guarire Edith.
Era stata riportata indietro della terra che si trovava vicino
alla tomba della santa, che veniva posta sugli occhi di Edith
con una benda umida ogni notte. Dopo circa otto giorni Edith
guarì. Miracolo o no, la piccola Edith recuperò la vista a
Lisieux e da quel momento fu sempre una credente praticante,
anche se le sue preghiere si indirizzarono quasi sempre a Santa
Teresa, di cui scoprì in seguito di essere anche una lontana
parente.
Dopo Edith, Annetta Maillard Louis Gassion ebbe un secondo
figlio, Herbert Gassion, nato 31 agosto 1918 a
Marsiglia.
Nel 1922, il padre lo portò a vivere con se, facendogli fare la vita di
un artista nei piccoli
circhi di strada squattrinati e itineranti. Qui Edith cantava in
strada delle melodie
popolari rilevando fin da subito il suo talento e una voce eccezionali. Rimangono più volte nella piccola città di
guarnigione di Mourmelon-le-Grand, dove c'era il piccolo cabaret
dell'"Alcazar".
Nel 1930, lasciò il padre e si mise a cantare in strada con
Simone Berteaut, che forse era sua sorellastra, ma che
divenne di sicuro una sua cara amica inseparabile, il suo alter ego.
Nel 1932, Edith incontrò il suo primo amore Louis Dupont.
Entrambi si stabilirono a
Montmartre
l'11 febbraio 1933, all'età
di soli 17, ebbe una figlia, Marcelle, che Louis Dupont
riconobbe come sua figlia. Due anni più tardi, la bambina morì, presumibilmente
da meningite, il 7 luglio 1935.
Nell'autunno del 1935, Edith venne "scoperta" sulla strada da
Louis Leplée, direttore del cabaret Le Gerny sugli
Champs Elysees.
A quel tempo, cantava canzoni del repertorio della cantante Frehel
(al secolo Marguerite Boulc’h).
Fu proprio Leplée a scegliere per
Édith Giovanna Gassion
il nome d'arte di "Edith Piaf" (un
"passerotto", nel gergo parigino). E venne il successo.
Nel 1936 ottenne il prestigioso riconoscimento Grand Prix du
Disque con L'Etranger, mentre il suo debutto fu legato a una
canzone italiana, la versione francese di Parlami d'amore
Mariù, divenuta Le chaland qui passe.
Il suo talento e
la sua straordinaria voce vennero notati da altri compositori,
come Raymond
Asso e Marguerite Monnot, quest'ultima compositrice e
pianista virtuosa e in futuro grande e leale amica della
cantante, che la accompagnerà per
tutta la sua carriera e comporrà musiche straordinarie come
L'hymne a l'amour, Les Amants d'un Jour e tante altre.
Nel 1936, Edith registrò il suo primo album, Les Mômes de la
cloche, per la casa discografica Polydor, e conosce un immediato successo di pubblico e di
critica. Ma nel mese di aprile (il 6) di quello stesso anno,
successe un altro dei fatti tragici che accompagneranno la
sua vita,
Louis Leplée venne trovato assassinato
nella sua casa di Parigi. La stessa Piaf fu a lungo interrogata
dalla polizia sul delitto, prima di essere scagionata. Ci
furono svariate speculazioni ipotesi e speculazioni
giornalistiche sulla sua morte, senza che ma una verità
definitiva venisse mai a galla di coinvolgimento mob nella
morte di Leplée. Nell'appartamento, nulla venne rubato,
neanche una notevole quantità di denaro contante che si
trovava in un cassetto. Si scoprì dalle indagini che Leplée frequentava i circoli
criminali di Pigalle, cosa che trascinò anche la Piaf in uno
scandalo che per poco non le costò la carriera.
Alla fine dell'estate, si rimette in contatto
con il paroliere Raymond Asso, al quale aveva
inizialmente rifiutato la
Mon légionnaire
(composto interpretata per la prima volta da Marie Dubas
nel 1935 e ripresa dalla Piaf all'inizio del 1937). Dopo Leplée, Asso divenne il suo nuovo mentore
nonché il suo compagno, che riuscì a farne una cantante
professionista. Nell'autunno del 1936, ha atterrato
l'Alhambra. La Piaf ormai cantava nelle più prestigiose sale
da concerti di Parigi, come l'Alhambra, il Bobino e la più
prestigiosa di tutte, la ABC. In quest'ultimo vero e proprio
tempo della musica francese la Piaf nel marzo del 1937
diventò la stella assoluta della canzone transalpina, amata dal pubblico,
con le sue canzoni trasmesse alla radio. Nello stesso
periodo incontrò anche Danielle
Bonel, che divenne il suo segretario e un suo confidente per tutta
la sua carriera.
La Piaf trionfa anche a teatro nel 1940, con il Le Bel Indifferent, un pezzo appositamente
scritto per lei da Jean Cocteau e che lei interpreta con successo
con il suo compagno di quel periodo, l'attore Paul Meurisse. Sempre con
Meurisse recitò nel film Montmartre-sur-Seine di Georges Lacombe (1941).
Fu proprio durante le
riprese di questo film incontrò Henri Contet, che diventerà,
insieme a Marguerite Monnot, uno dei suoi autori preferiti.
Durante l'occupazione tedesca, Edith continuò a dare
concerti. Nonostante un viaggio a
Berlino nell'agosto del 1943
con alcuni artisti francesi Louis Gasté, Raymond Souplex,
Viviane Romance, Albert Prejean quando si esibì di fronte alla
Porta di Brandeburgo in occasione di un viaggio presunto
per promuovere la musica francese. In seguito la Piaf venne
anche criticata per essersi opposta poco contro l'occupazione
nazista. Ci fu poi la vicenda dei passaporti falsi fabbricati
dalla cantante per mettere in salvo prigionieri francesi e
artisti ebrei, ma le cifre furono discordanti. Il biografo
Robert Belleret trovò 110 lettere della stessa Piaf indirizzate
ad un suo amico, dove emergono rivelazioni discutibili: "La
Piaf ha cambiato le cifre. All'inizio ha rivelato di aver
aiutato 118 prigionieri fuga, poi 147, poi più di 200. Ma
nessuno di loro l'ha mai ringraziata pubblicamente. E potete
bene immaginare quanto sarebbe stato difficile fabbricare così
tanti documenti di identità falsi".
Nella primavera del 1944, la Piaf si esibì al
Moulin Rouge, dove
si esibiva prima di lei un giovane Yves Montand. Tra loro
fu amore a prima vista e Edith Piaf. La sua carriera già molto
importante si arricchirà con la conoscenza di altre stelle del
mondo dello spettacolo di quel periodo:
Joseph Kosma, Henri Crolla, Louis Gasté, Jean Guigo,
Henri Contet, Louiguy, Marguerite Monnot,
Philip Gerard, Bob Castella,
Francis Lemarque. Quell'anno morì il padre di Edith,
mentre la madre morì l'anno successivo.
Nel 1945, Piaf scrisse quella che divenne non solo la sua
canzone più famosa, ma anche un classico assoluto della musica
francese: La vie en rose (registrata nel 1946, con musica
di Louis Gugliemi, di chiare origini italiane, in arte Louiguy).
Ogni volta bastono due note di questa canzone e la mente viaggia
a Parigi e al resto della Francia. L'espressione idiomatica francese "voir la vie en rose"
ha il suo esatto equivalente nell'italiano "vedere la vita
rosa", ossia essere ottimisti e privi di preoccupazioni per il
futuro. Nel testo la Piaf ribadisce la sua incrollabile fede
nell'amore e il suo ingenuo ottimismo, nonostante le piccole e
grandi difficoltà della vita, temi, questi, che furono costanti
del suo repertorio. Alla canzone, che sarà poi interpretata nel
tempo da tutti i più grandi cantanti pop e jazz, venne conferito
il Grammy Hall of Fame Award nel 1998.
Yves Montand a sua volta divenne una stella del panorama
musicale francese. Recitò anche al cinema al fianco di Piaf nel
film Etoile sans lumière (Stella senza luce), quindi ottenne il suo primo grande ruolo nel
film Les portes de la nuit (Mentre Parigi dorme) di Marcel Carné.
La Piaf e Montand andarono in tour fino al 1946 ma l'anno si divisero.
Fu nel 1946 che la cantante incontrò Les Compagnons de la
Chanson, il gruppo locale di
Lione, con il quale
interpreto la canzone Les trois cloches di Jean Villard, che
fu un enorme successo. (nel 1975 interpretata anche in Italia
dagli Schola Cantorum). Si è poi
trasferita con i suoi protetti danno concerti negli Stati Uniti
durante l'anno 1947.
Nel 1948, mentre sta effettuando il suo trionfale tour a New York,
incontrò il
grande amore della sua vita, il pugile francese, Sidi Bel
Abbes, meglio noto come Marcel Cerdan, che divenne campione del mondo di
pugilato pesi medi 21 settembre di quell'anno.
All'inizio del 1949 la Piaf acquistò, per diciannove milioni di franchi
da un milionario in rovina, la sua prima casa, un palazzo a Boulogne-Billancourt. Ci
andò a vivere con la sua amica (e forse sorellastra)
Simone Berteaut. Qui nacque la canzone
L'hymne a l'amour il cui disco uscì per
la prima volta nel mese di settembre.
Il
28 Ottobre 1949, Cerdan morì in un incidente aereo mentre era in volo da
Parigi a New York. L'aereo "Constellation" si schiantò
sull'unica montagna delle Azzorre. C'erano, a bordo, quarantotto
passeggeri, tra essi Marcel Cerdan che il 2 dicembre avrebbe
dovuto incontrare Jackie La Motta nel tentativo di
riconquistare il titolo mondiale dei pesi medi che il pugile
italo-americano gli aveva tolto nel giugno precedente. Edith
Piaf restò devastata da questa perdita. Per placare il dolore
cominciò ad assumere alte dosi di morfina. La stessa sera del
disastro aereo, Edith cantò lo stesso al Carnegie Hall di
New York, pur con la morte nel
cuore, dedicando a Marcel
L'hymne a l'amour rifiutando gli
applausi perché, come dirà lei stessa, "questa sera canto per
Marcel Cerdan, e solo per lui"?. Durante la canzone Edith
svenne sul palco per la troppa emozione.
Accolse nella sua villa i tre figli del pugile scomparso e la loro madre, Marinette.
Nel 1951, il giovane cantautore Charles Aznavour divenne il suo
"tuttofare", segretario, autista e confidente. Scrisse
per lei alcuni
brani particolarmente importanti come Plus bleu que le bleu
de tes yeux, o Jezebel (adattamento francese della
canzone di Wayne Shanklin).
La Piaf lasciò intanto la casa di Bois de
Boulogne, un luogo troppo carico di ricordi per lei troppo tristi, e si spostò
sempre a Parigi, al numero 67 di Boulevard Lannes. Nel
mese di settembre iniziò con il ciclista Louis (Toto) Gérardin,
sposato, che viveva al Parco dei Principi, un migliaio di
metri da casa sua, una nuova relazione romantica interrotta nel mese
di febbraio del 1952. Appassionatamente innamorata, lei
continuerà con lui una corrispondenza febbrile, (che sarà venduto all'asta nel 2009),
fino al 18 settembre 1952. Due giorni dopo, sposò il cantante
francese Jacques Pills. Fece da testimone al matrimonio
l'attrice tedesca
Marlene Dietrich, che scelse anche l'abito da sposa.
L'evento, fu anche un evento mediatico molto importante in
Francia e non solo e venne coperto da più di sessantaquattro riviste.
Nel settembre del 1962, la Piaf si esibì per l'ultima volta
all'Olympia. Il 25 dello stesso mese, la cantante si esibì
invece in cima alla
Torre Eiffel
per la prima mondiale del film "Il giorno più lungo". Davanti ad
un pubblico di famiglie reali e celebrità, la Piaf cantava quella
notte per l'intera città di Parigi che si estendeva ai suoi piedi.
Pochi giorni dopo, 9 Ottobre 1962, si sposò il ventiseienne Theo Sarapo
(vero nome Théophanis Lamboukas), suo ex segretario ed
ex-parrucchiere di origine greca,
secondo i riti ortodossi. Cantano insieme al cabaret Bobino a
Parigi nel febbraio 1963 A quoi ça sert l'amour di Michel
Emer, disco che poi sarà un successo mondiale. I pregiudizi
sull'ultimo matrimonio della Piaf furono molti. Ma la cantante
reclamò sempre il diritto di amare. Sposerà Theo a dispetto
delle critiche, degli acidi commenti, della disapprovazione di
qualcuno. L'amore non conosce leggi.
Edith Piaf morì il 10 ottobre 1963 a Plascassier (un
distretto periferico di
Grasse nelle Alpi marittime) all'età di
47 a causa di emorragie interne (aneurisma) causate da una insufficienza
epatica, per abusi decennali di medicine, dalla morfina e da un dolore
sordo che l'aveva silenziosamente accompagnata tutta la vita.
Morì tra le braccia di Danielle Bonel, suo segretario e
confidente tutta la sua carriera. Venne organizzato un trasporto
a Parigi del suo corpo,clandestinamente ed illegalmente. La sua
morte venne annunciata ufficialmente l'11 ottobre a Parigi, lo
stesso giorno di quella del suo grande amico Jean Cocteau.
Quest'ultimo,
con la quale Edith aveva sempre mantenuto una corrispondenza, appresa la
notizia della sua morte, disse: "Non ho mai conosciuto un
essere umano così poco avaro della sua anima. Non la dispensava,
la prodigava, ne buttava l'oro dalla finestra", " disse prima di morire
lui stesso, lo stesso giorno.
Le cronache dell'epoca parlarono di più di 100 mila persone che
sfilarono silenziose dinanzi alla bara in cui era la salma di
Edith Piaf, al suo domicilio parigino. La fila era lunga più di
un chilometro e la folla, difficilmente contenuta dal servizio
d'ordine, doveva aspettare almeno tre ore per poter rendere alla
Piaf l'ultimo saluto. Il funerale di Piaf si svolse il 14
ottobre presso il
Cimitero di Père-Lachaise (divisione
97). Nonostante la sua fede, in quanto divorziata e per aver condotto
una vita considerata troppo "turbolenta" dalla chiesa,
fu vietato per lei il funerale
religioso; L'Osservatore Romano, il giornale vaticano, scrisse
nell'occasione sulla cantante
che visse "in stato pubblico di peccato" ed era un
"idolo
della felicità prefabbricata." Il cappellano del teatro, padre Thouvenin Villaret, può, tuttavia, al cimitero,
gli diede una benedizione finale. Una folla enorme di decine di
migliaia di ammiratori venne a dare un ultimo saluto
durante tutto il corso della processione per Parigi, per
boulevard Lannes fino Pere Lachaise. Centinaia di poliziotti
furono travolti da uomini e donne, molti dei quali piangevano e
gridavano, invocando il nome della cantante. Molte persone
furono letteralmente calpestate, e ci fu anche qualche ferito
leggero. Nella folla c'erano tutti i personaggi del mondo della
canzone francese, e molti artisti stranieri. Fra gli altri si
notavano Maurice Chevalier, Yves Montand,
Charles Aznavour, Tino Rossi e Marlene Dietrich.
Edith Piaf venne imbalsamato prima di essere sepolta. Si trova
in una tomba che ospita suo padre, Louis-Alphonse
Gassion, che morì nel 1944, e il suo ultimo marito, Theo Sarapo,
che non si risposò più e riprese a cantare solo dopo un lungo
periodo di lontananza dalle scene, ma che rimase ucciso in
un incidente d'auto nel 1970 vicino a Limonges, e sua figlia Marcelle, che morì
nel 1935 all'età di 2 anni.
Personalità eccezionale e icona della canzone francese, rimane una delle
figure
più importanti della francesità nel mondo. Contribuì a lanciare
con successo la carriera di molti cantanti tra i quali Yves Montand,
Charles Aznavour, Gilbert Bécaud e Georges Moustaki. La sua
immagine è associata con il suo inseparabile tubino nero. Di lei
sempre Jean Cocteau disse: "È una donna geniale, è
inimitabile. Non c'era mai stata una Edith Piaf per me. Non ve
ne saranno mai più. È una stella che brucia nella solitudine
notturna del cielo di Francia…".
Bibliografia
-
No Regrets: The Life of Edith Piaf - Carolyn
Burke - 2012
-
Edith Piaf. La biografia - David Lelait-Helo
- 2013
-
Edith Piaf: passione e arte - Angelo
Giannecchini - 2006
-
Edith Piaf - Enrico Giacovelli - 2013
-
Edith Piaf - Monique Lange - 1994
Dove si trova?
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