Sei qui:
Parigi
>
Cosa vedere a Parigi
>
Museo
del Louvre
>
Il
Louvre custodisce alcuni tra i capolavori più celebri al mondo, come la Gioconda
e la Venere di Milo, ma anche la Libertà che guida il popolo di Delacroix e le
antichità egizie e romane. Di seguito i 20 capolavori più noti del grande museo
parigino.
Il Louvre è stato fondato nel 1793 ed è stato uno dei primi musei europei;
inizialmente esponeva circa 500 opere, oggi è uno dei musei più visitati al
mondo con oltre 35 mila opere in mostra che spaziano dall’anno mille fino alla
metà del 1800. All'inizio la struttura era una fortezza, poi residenza reale ed
infine museo. All'interno del Louvre sono ospitate alcune delle opere d'arte più
belle del mondo, ecco le opere assolutamente da non perdere: La Gioconda, Lo
Scriba Seduto, La Nike di Samotracia, La Venere di Milo, Amore e Psiche, San
Francesco che riceve le stimmate, Cristo alla Colonna, Madonna col Bambino e San
Giovannino, San Giuseppe falegname, La Libertà che guida il popolo 28 luglio
1830… |
|
La piramide di vetro del cortile fu aggiunta all’edificio nel 1989 e di per sé
rappresenta un’attrazione. È affiancata 3 piramidi più piccole che si
riflettono alla sera nell’acqua che le circonda. Il Louvre è diventato ancor più
popolare grazie al libro, poi divenuto film, Il Codice Da Vinci di Dan Brown.
Vedi anche gli altri
Musei di Parigi
e leggi le
20 cose da fare a
Parigi per amanti
dell'arte.
1. La Gioconda di Leonardo da Vinci
Ala Denon, stanza 6
La
Gioconda, conosciuta anche come "Monna Lisa" è uno dei dipinti più importanti
e forse il più emblematico della storia dell'arte di tutti i tempi. È un olio su
tavola di 77x53 centimetri e venne dipinto da
Leonardo
da Vinci Questo quadro
venne presentato dall'autore stesso nel 1517 al Cardinale Luigi d'Aragona. Ciò
che colpisce il visitatore è lo sguardo della donna ritratta e il magnetismo dei
suoi occhi. Tanti studiosi hanno esaminato il volto della Gioconda e tante sono
state le ipotesi circa la sua identità. Alcuni ritenevano che la donna non fosse
mai esistita, mentre altri pensavano che fosse un autoritratto ambiguo di
Leonardo da Vinci stesso. Oggi quasi tutti sono d'accordo sul fatto che essa sia
Lisa Gherardini, moglie di un commerciante di seta di Firenze. Ci sono almeno 50
copie di questo dipinto. Inizialmente fece parte della collezione di Francesco I
a Fontainebleu, poi divenne di proprietà dell'Imperatore Napoleone Bonaparte e
fu posta nella sua camera da letto e dal 1804 conservata nella Grande Galerie.
Nel 1911 il quadro venne rubato da un imbianchino italiano. Oggi rappresenta il
tesoro del Louvre. Continua a leggere lo speciale sulla
Gioconda di
Leonardo e sul
furto della Gioconda.
Torna su
2. La Vergine delle rocce di Leonardo da Vinci
La Vergine delle rocce, per il contenuto simbolico complesso, è una delle
opere più emblematiche di Leonardo da Vinci. Il dipinto celebra il mistero
dell'incarnazione attraverso le figure di Maria, Cristo e San Giovanni. Le
figure divine sono immerse nella luce morbida, la scena si svolge per la prima
volta in un paesaggio enfatizzato dalle proiezioni delle rocce. Questo
iconografia completamente nuova fu stato un enorme successo, testimoniata dalle
numerose copie contemporanee che seguirono.
Il dipinto del Louvre era destinato ad adornare in precedenza la parte centrale
di un polittico commissionato a Leonardo e hai due fratelli Giovanni
Ambrogio e Evangelista de Predis nel 1483 dalla Confraternita
dell'Immacolata Concezione per una una cappella nella Chiesa di San
Francesco Grande a Milano...Continua a leggere sulla
Vergine delle Rocce del
Louvre.
Torna su
3.
Lo Scriba Seduto
Lo
Scriba Seduto è una delle opere più conosciute del museo del Louvre, un'opera datata tra il 2620 e il 2350 a.C. ; la statua è alta
53,7 e raffigura uno scriba. Il termine scriba, dal latino scribere
"scrivere", indicava coloro che, in culture ed epoche diverse, si occupavano di
scrivere, trascrivere, tenere la contabilità e altre attività legate al mondo
della scrittura e dei libri. Gli esempi storici più famosi sono quelli degli
scribi mesopotamici, ebraici ed appunto egiziani.
Situato al primo piano del Dipartimento delle Antichità Egizie del Museo del
Louvre, rimane una delle opere in assoluto più popolari. Il dipartimento delle antichità egiziane
del museo parigino espone oltre 50.000 oggetti e Lo scriba è considerato
una delle opere più importanti della collezione... Continua a leggere sullo
Scriba seduto.
Torna su
4. La Grande Sfinge di Tanis
La Grande Sfinge di Tanis (2600 a.C., Antico Regno ) rappresentazione simbolica
della relazione tra il Dio del sole (il corpo del leone) e il re (la testa
umana). Ritrovata durante gli scavi tra le rovine del tempio di Amon a Tanis nel
1825 è una delle più grandi sfingi custodite e esposte fuori dall'Egitto.
Torna su
5. La Nike di Samotracia
La Nike di Samotracia risale al 190 a.C. e rappresenta la prua di una nave sulla quale
si erge una figura alata. La prua della nave è realizzata con marmo grigio di Lartos, mentre la statua con marmo pario. Quest'opera fu ritrovata nel 1863
nell'isola di Samotracia, ridotto a tanti piccoli frammenti. Le mani non sono
più presenti sulla statua, ma sono visibili all'interno di una teca di vetro;
dai frammenti della mano è presumibile che la Nike stringesse una tromba. La
statua ha un particolare slancio motorio, esaltato dal drappeggio della veste.
Gli storici sono concordi nel ritenere che essa sia legata alla battaglia navale
di Side, combattuta tra il 191 e il 190 a.C. La figura della Dea è raffigurata
in modo così preciso che difficilmente si può credere sia stata realizzato 2.000
anni prima dell’invenzione della fotografia. La composizione ha un forte senso
di movimento, una sorta di effetto spirale, creato dalle ali trattenute dietro,
e dalle gambe in posizione asimmetrica. La dea sembra essere stata schizzata
dall’acqua e le sue vesti trasparenti si aggrappano al suo corpo, rivelando la
forma del corpo femminile nudo. Allo stesso tempo una brezza sembra soffiare tra
la stoffa della veste in mezzo alle gambe donando alla statua uno straordinario
realismo.
Questa statua risale al 100 a.C. ed ha un'altezza di due metri. È una scultura
con il busto scoperto e le gambe rivestite da un drappeggio. La statua è priva
di braccia e secondo una ricostruzione il braccio destro incrociava il corpo e
quello sinistro era sollevato. Alcuni studiosi credono che tenesse in mano una
mela, uno scudo, una corona o uno specchio per ammirare il suo riflesso. Molto
probabilmente il piede di destra venne scolpito separatamente. La Venere di Milo
rappresenta Afrodite, la dea greca dell’amore e della bellezza. Questa statua ha
influenzato enormemente il modo di rappresentare il nudo femminile degli
scultori occidentali.
Torna su
6. Amore e Psiche di Canova
Ala Richelieu sala 4
Amore e Psiche è una composizione scultorea di Antonio Canova realizzata nel
1793 per un nobile inglese. La scultura venne acquistata dal principe Murat e
poi passò al Louvre. Si tratta di un abbraccio tra Amore (Cupido) e Psiche, le
cui bocche che stanno per baciarsi rappresentano il centro della composizione.
La scultura è tipicamente neoclassica ma allo stesso tempo è così precisa che le
figure sembrano reali. Si notino le ali di Cupido, la faretra piena di frecce e
la decorazione sulle anfore. Ammirate il modo in cui Cupido tiene il collo di
Psiche e la curva dei fianchi di lei mentre si gira per abbracciarlo, il tutto
mostrato con un perfetto senso della misura e del movimento. Finemente cesellati
sono i dettagli anatomici, come ombelico di Psiche e le dita dei piedi
aggraziati. L'opera colpì in maniera straordinaria il poeta francese
Gustave Flaubert che scrisse: "Non ho guardato nulla del resto della galleria, ci sono
tornato in diverse riprese e l'ultima ho baciato sotto l'ascella la donna in
deliquio che tende verso l'amore le lunghe braccia di marmo. E il piede. E la
testa. E il profilo. Mi si perdoni, dopo molto tempo è stato il mio solo bacio
sensuale, era qualche cosa di più ancora, baciavo la bellezza stessa".
7. Gabrielle d' Estrées e sua sorella, la duchessa di Villars (anonimo)
Sempre in tema di sensualità, Gabrielle d'Estrées e sua sorella, la duchessa di
Villars di fine 1500 è un dipinto anonimo della Scuola di Fontainebleau che vale
però la pena di essere osservato. Sono rappresentate nel dipinto Gabrielle d'Estrées
(amante preferita di Enrico IV ) e la sorella, la duchessa di Villars. La
particolarità del gesto rappresentato, la duchessa difatti sta pizzicando il
capezzolo di Olimpia, è stato ritenuto simboleggiare la gravidanza di
quest'ultima con il figlio illegittimo di Enrico IV (Cesar de Vendome). Questa
interpretazione è confermata dalla scena della giovane donna sullo sfondo che
pare cucire un corredino per il bambino che nascerà.
8.
San Francesco riceve le stimmate di Giotto
Questo dipinto venne realizzato da Giotto di Bondone per il convento di San
Francesco e venne sottratto dagli addetti alle Belle Arti di Napoleone nel 1814.
In un unico dipinto vediamo quattro raffigurazioni: la parte centrale ritrae San
Francesco mentre sta ricevendo le stimmate sul monte della Verna; in basso ci
sono tre piccoli riquadri che rappresentano rispettivamente il sogno di
Innocenzo III, la conferma della Regola Francescana, San Francesco che predica
agli uccelli. Il dipinto possiede anche la firma dell'autore, sulla cornice
originale infatti c'è scritto :"OPUS IOCTI FLORENTINI". Oltre a questo, di
Giotto sono pervenute solo altre due opere siglate, che si trovano a Bologna e a
Firenze.
9. Cristo alla Colonna di Antonello da Messina
Il Cristo alla Colonna venne realizzato nel 1476 da
Antonello da Messina. Venne
comprato nel 1863 da Charles Robinson e successivamente da Francis Cook. Il
Louvre lo acquistò dagli eredi di quest'ultimo. Quando il dipinto arrivò nel
museo parigino si pensava fosse un'opera di Andrea Solario, solo in un secondo
momento venne attribuita ad Antonello. Ciò che colpisce i visitatori è la
raffigurazione del dolore, con il Cristo poggiato alla Colonna. L’attenzione
viene calamitata daMadonna del Cancelliere Rolin di Jan van Eyckcrime e le gocce di sangue.
10. Madonna col Bambino e San Giovannino di Raffaello
Madonna col Bambino e San Giovannino è un dipinto a olio su tavola di 122x80
centimetri, opera di
Raffaello risalente al 1507. Ciò che colpisce è lo
sguardo
tenero ed amorevole che la Madonna scambia con il Bambino, mentre lo tiene per
il braccio. San Giovannino invece tiene in mano la Croce, simbolo della passione
di Cristo, cosi come gli anemoni e le foglie di leone. Le violette invece
simboleggiano la purezza della Madonna. Il dipinto venne firmato da Raffaello in
basso con la dicitura "RAPHAELLO VRB".
11. La Venere con le tre Grazie
di Botticelli
La Venere con le tre Grazie risale alla fine del 1400 è un affresco innovativo
di
Botticelli nel quale i colori sono passati sull'intonaco appena applicato in
modo che si asciughino all'interno della parete, siano in essa incorporati
quando l'intonaco si asciuga, diventando permanenti. Botticelli dipinse questo
affresco sulle pareti di Villa Lemmi in Toscana.
12. Morte della Vergine di Michelangelo Merisi da Caravaggio
Nel dipinto Morte della Vergine, del 1605, Michelangelo Merisi da
Caravaggop si mostra in tutto il
suo essere narratore e pittore rivoluzionario. Mentre i suoi contemporanei
lavoravano per rappresentare i santi come ideali irraggiungibili, i santi di
Caravaggio mostravano tutte le angosce e le brutture della realtà. In questo
particolare lavoro, le emozioni umane universali di dolore e disperazione sono
esposti a noi in modo crudo. Incredibile al rappresentazione del tendaggio
rosso, che occupa un terzo della tela. Caravaggio dipinse un capolavoro dalla
forte carica emotiva.
13. San Giuseppe falegname di Georges de La Tour
San Giuseppe falegname è un a olio su tela realizzato da Georges de La Tour
nel
1642. L’opera è ispirata ai quadri del Caravaggio e in essa la sola fonte di
luce proviene da una candela che illumina i volti dei due protagonisti. San
Giuseppe è intento nel suo lavoro con quella forza di volontà che l'ha sempre
contraddistinto. Dipinto molto realista all'interno del quale viene data
importanza ai dettagli, come nel caso degli attrezzi da carpentiere posti sul
basso.
14. La Libertà guida il popolo. 28 luglio 1830 di Eugène Delacroix
Stanza 77
La Libertà guida il popolo è un olio su tela opera di Eugène Delacroix del 1830
ed è divenuta negli anni il simbolo della Rivoluzione Francese. In essa è
raffigurata una donna, che simboleggia la libertà, guida persone di ogni rango
sociale, mente avanza con la bandiera francese e un fucile tra le mani. Sul suo
capo il berretto dei giacobini. Si noti come la Libertà appare più luminosa
rispetto a tutto, simbolo di illuminazione morale, in contrasto con lo sfondo
scuro fumoso. Accanto a lei vediamo un ragazzo con il tamburino e una pistola,
che i critici ritengono sia un ragazzo che durante la rivoluzione sfondò la
barriera sulla Senna, e morì a causa di questo episodio. Secondo alcuni studiosi
l'uomo con il cilindro sarebbe un autoritratto dello stesso Delacroix, che aderì
con fervore alla Rivoluzione.
15. L’incoronazione di Napoleone di Jacques Louis David
Stanza 75
Nell’incoronazione di Napoleone, Jacques Louis David rappresenta l’episodio
avvenuto il 2 dicembre del 1804, dell’autoproclamazione di Napoleone come
imperatore dei francesi. L’incoronazione avvenne nella Cattedrale di Notre Dame,
con la benedizione di Papa Pio VII ed è dipinta su un’enorme tela di 6
metri per 10. La cerimonia appare condotta secondo il cerimoniale tradizionale
della monarchia francese, ma la corona non viene poggiata dal Papa, ma da
Napoleone stesso, che dimostra così la sua indipendenza dalla chiesa.
Grande la minuzia nel rappresentare i particolari. Il pittore partecipò alla
cerimonia di incoronazione e quindi rappresentò l'evento con dettagli
impeccabili, aderendo alla richiesta di Napoleone di trasmettere un messaggio
simbolico e politico, glorificando l'evento per dargli un posto unico nella
storia.
16. Il ratto delle Sabine di Jacques Louis David
Sempre di Jacques Louis David, il Ratto delle Sabine fu dipinto nel 1794 e
rappresenta una donna che si frappone eroicamente tra Romani e Sabini per
evitare una battaglia fratricida. Il dipinto divenne un monito contro la guerra
che infuriava in Francia alla fine del 17.
17. La merlettaia di Jan Vermeer
Ala Richelieu sala 38
La merlettaia è uno stupendo, piccolo capolavoro di
Jan Vermeer del 1665 e
rappresenta una donna che ricama, probabilmente la moglie del pittore. Quello
delle donne impegnate nelle loro attività domestiche quotidiane è un tema caro a Vermeer, che le inserisce nel loro ambiente in modo spontaneo, privilegiando
rispetto allo sfondo spoglio, la figura femminile, la concentrazione del volto
impegnato nell’arte del ricamo. In primo piano nel dipinto si nota anche un
piccolo libro, forse una Bibbia che aggiunge un livello di lettura morale e
religioso. Vermeer mostra l’intensità della concentrazione nel lavoro, ed il
punto focale del dipinto sono proprio il filo tra le dita della donna e la
bobina. Gli oggetti diventano meno definiti via via che ci si allontana dalla
scena principale, imitando il campo ottico naturale dell'occhio umano. Van Gogh
ha elogiato questo dipinto per la sua miscela armoniosa di colori, in
particolare i colori del cuscino da cucito e dei filati variopinti.
18. Ritratto di Dürer con in testa un cardo di Albrecht Dürer
Ala Richelieu, stanza 8
Il ritratto dell'artista con in testa un cardo di
Albrecht Dürer è un quadro
sorprendente e uno dei primi autoritratti della storia. Dürer ha creato questo
ritratto di se stesso nel 1493 quando aveva solo 22 anni di età. L'artista è in
possesso di un cardo che rappresenta un impegno di fedeltà alla sua fidanzata o
un'allusione alla passione di Cristo. La composizione di un busto tre quarti era
tipica della pittura del periodo. I più osservatori potranno rilevare una certa
goffaggine nel ritratto perché l'artista stava lavorando riproducendo il suo
riflesso nello specchio.
19. Il Codice di Hammurabi
Molti di noi si ricordano questo nome, studiato alle medie. Il codice è in
realtà una grande stele di basalto nero, alta oltre 2 metri, contenente
282
leggi, scolpita proprio durante il regno del re babilonese Hammurabi, tra il
1792 al 1750 a.C. In alto si riconosce il re in piedi, che venera il dio della
giustizia Shmash, che a sua volta porge le leggi sacre al sovrano. La stele
rappresenta una delle più antiche raccolte di leggi mai ritrovate. Fu rinvenuta
a Susa, in Iran, dall’archeologo Jacques de Morgan.
20.
Statue di Michelangelo, lo schiavo morente e lo schiavo ribelle
Le
due grandi statue di due metri e 15 centimetri, (che originariamente facevano parte di un gruppo di 6) sono
capolavori di Michelangelo che mostrano il suo genio in termini di capacità
tecnica e profondità emotiva. La coppia di sculture comprende lo Schiavo morente
(che sta per essere rapito da un dolce sonno eterno) e lo Schiavo ribelle, che
al contrario, è occupato in una lotta violenta. Entrambi sono incatenati e
mostrati nudi per sottolineare la loro vulnerabilità. Alcuni storici dell'arte
hanno interpretato le sculture a simboleggiare l'anima umana che è gravata dal
corpo. Michelangelo scolpì le statue nel 1513 come parte di un progetto
monumentale per la tomba di Papa Giulio II concepito ne 1505. Un altro
progetto della tomba, meno grandioso per motivi
finanziari, fu elaborato dopo la morte del papa.
Giulio II, che aveva sognato di un mausoleo
indipendente a San Pietro a Roma, fu sepolto
nella Basilica di San Pietro in Vincoli
sempre a Roma in una tomba a muro, adornata con
il famoso Mosè di Michelangelo (un
contemporaneo degli Schiavi). Le due
statue degli Schiavi rimasero nello
studio dell'artista, quando vennero eliminate dal monumento nel progetto finale
della tomba del 1542. Nel 1546 Michelangelo donò le due opere che oggi si
possono ammirare al Louvre a Roberto Strozzi, figlio di Filippo, della
potente famiglia di banchieri fiorentini, per sdebitarsi della generosa
accoglienza ricevuta nella sua casa romana durante le malattie del luglio 1544 e
del gennaio 1546. Quando lo Strozzi fu esiliato a
Lione, dopo la sconfitta del padre nella Battaglia di
Montemurlo contro le truppe di Cosimo I de' Medici, si fece inviare
le due statue nella città francese nell'aprile 1550. Nell'aprile del 1578 vennero viste sotto due
nicchie nel cortile del castello del connestabile di Montmorency a Ecouen (Château
d'Ecouen), nei
pressi di Parigi.
Nel 1632 furono regalate da Enrico II di Montmorency al Cardinale Richelieu, che
le fece mettere nel suo castello di Poitou, dove vennero viste da Gianlorenzo
Bernini durante il suo famoso soggiorno francese, che ne fece anche un illustrazione.
Gli altri quattro "Schiavi" di marmo che
dovevano fare parte della tomba di Giulio II si
trovano oggi all'Accademia di Firenze.
21.
Madonna del Cancelliere Rolin di
Jan van Eyck
La Madonna del Cancelliere Rolin è una grande tavola votiva commissionata a
Jan
van Eyck da Nicolas Rolin (1376/1380 - 1462), potente cancelliere del duca di
Borgogna
Filippo il Buono, e ne è anche protagonista, da cui il nome. Nel quadro, un ex voto, il protagonista sta
accanto alle figure divine, dialogando con loro, sottolinea ancora di più il
rango elevatissimo raggiunto dal committente. Poche persone, tra cui regnanti e
ricchissimi mercanti, si potevano permettere di commissionare un quadro a Jan
van Eyck (per esempio i
Coniugi Arnolfini, ricchissimi mercanti di
Lucca)...Continua
a leggere sulla
Madonna del Cancelliere Rolin.
Torna a una delle seguenti pagine:
Copyright © Informagiovani-italia.com. La riproduzione totale o parziale, in qualunque forma, su qualsiasi supporto e con qualunque mezzo è proibita senza autorizzazione scritta.
Se questa pagina ti è piaciuta e ti è stata utile, per favore prenota con noi un hotel o un ostello ai link che trovi in questa pagina, è un servizio di Booking, non spenderai un euro in più, ma ci aiuterai ad andare avanti, per quanto possiamo e a scrivere e offrire la prossima guida gratuitamente. Oppure se vuoi puoi offrirci un caffè (ma non ci offendiamo se ci offri una pizza :) ) con una piccola donazione:.:
Paypal
☕
|